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Stazione di Terzigno (Circumvesuviana)

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Stazione di Terzigno
Stazione di Terzigno

La stazione di Terzigno è una stazione della ferrovia Circumvesuviana, sita nell'omonimo comune. Si trova sulla ferrovia Napoli-Ottaviano-Sarno. La stazione è composta da due binari per il servizio passeggeri, più uno inutilizzato. Il traffico passeggeri è medio, legato per lo più ai pendolari nell'ora di punta e ai ragazzi che frequentano le scuole nei comuni limitrofi. Biglietteria Sottopassaggio Terzigno Ferrovia Circumvesuviana Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Terzigno

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Terzigno (Circumvesuviana) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Terzigno (Circumvesuviana)
Via Croce del Carmine,

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Terzigno

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Campania, Italia
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Stazione di Terzigno
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Terzigno
Terzigno

Terzigno è un comune italiano di 17 260 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania. Si estende su una superficie di circa 23 km². Confina con Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Poggiomarino, Boscotrecase, Boscoreale. Dista dal mar Tirreno solamente 11 km. Sorge alle falde del Vesuvio, sul versante sud-orientale del vulcano. Appartengono al suo territorio un fitto bosco detto "Bosco del Vesuvio" e una pineta detta "Pineta mediterranea", per un'estensione di oltre 265 ettari. Fa parte del Parco Vesuvio con 1700 ettari di territorio. Il comune è sorto nel 1913 per scorporo dal comune di Ottaviano. Quindi la storia di Terzigno è la medesima di quella di Ottaviano, almeno sino al XX secolo. Sotto il profilo ecclesiastico faceva parte della Parrocchia e Chiesa madre di San Michele Arcangelo in Ottaviano. Anticamente era composto dai due rioni degli Avini e dei Bifulchi. Comunque da reperti ritrovati si è scoperto che l'area era abitata già in epoca romana. Gli aristocratici della vicina Pompei amavano infatti il panorama spettacolare del Vesuvio e del Golfo di Napoli. Più recentemente anche Terzigno visse i moti liberali che precedettero l'unità d'Italia: nella località, allora appartenente al Comune di Ottaviano, trovò infatti morte nel 1861 il Capitano delle Guardie Nazionali Don Giuseppe Boccia, a cui fu sparato alle spalle da alcuni briganti. Lo stemma del comune, concesso con regio decreto del 31 agosto 1928, reca l'immagine del Vesuvio, e il motto Ter Ignis ("tre volte il fuoco"), che dovrebbe far riferimento al fatto che il paese è stato tre volte distrutto dalle eruzioni, e da cui si ritiene derivi il nome del paese. Il gonfalone è un drappo di azzurro. Chiesa dell'Immacolata Concezione. Palazzo Menichini, palazzo gentilizio dell'Ottocento. Villa Bifulco, villa vesuviana del Settecento, attribuita a Luca Vecchione. Ville romane di Cava Ranieri Museo archeologico di Terzigno Museo Emblema Una parte del comune rientra nel parco nazionale del Vesuvio Abitanti censiti al 31 dicembre 2022 vi erano 1.935 stranieri, pari all'11,38% della popolazione. A Terzigno sono presenti scuole pubbliche statali per tutti i gradi d'istruzione: un Circolo Didattico, un istituto Comprensivo Statale "G. Giusti" ed il Liceo Scientifico, Scienze Umane e Linguistico I.S.I.S. Striano-Terzigno, sede succursale dell'Alberghiero di Striano. Il fertile suolo vulcanico consente la tradizionale attività della viticoltura e la produzione del rinomato vino Lacryma Christi ha reso Terzigno famosa nel mondo. Inoltre è zona di coltivazione del pomodoro "del piennolo". Accanto alle attività agricole tradizionali, col tempo hanno acquisito sempre maggior rilevanza quelle industriali. Parte delle aziende operanti nel campo dell'abbigliamento e della manifattura tessile si sono infatti trasferite a Terzigno dalla vicina San Giuseppe Vesuviano. Non mancano le attività nel campo alimentare, un'altra attività degna di nota è l'estrazione della pietra lavica, la cosiddetta "pietra vesuviana", opportunamente lavorata per l'uso in campo edilizio e nella pavimentazione stradale. Stazione di Terzigno (non più utilizzata, sulla ferrovia Cancello-Torre Annunziata) Stazione di Terzigno (Circumvesuviana), linea Napoli-Ottaviano-Sarno Stazione di Boccia al Mauro (non più utilizzata, sulla ferrovia Cancello-Torre Annunziata) Strada statale 268 del Vesuvio, uscita omonima Hanno sede nel comune diverse associazioni sportive: Gruppo podistico "ASD TERZIGNO CORRE" A.C.D. Pro Terzigno - Prima Categoria A.S.D. Atletico Terzigno - Terza Categoria A.S.D. Progetto Futsal Terzigno A.S.D. Terzigno Sport Academy Ottaviano (Italia) Scavi archeologici di Boscoreale Wikinotizie contiene notizie di attualità su Terzigno Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Terzigno Sito ufficiale, su comune.terzigno.na.it.

San Giuseppe Vesuviano
San Giuseppe Vesuviano

San Giuseppe Vesuviano è un comune italiano di 29 836 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania. Il territorio dell'attuale S. Giuseppe era una zona agricola appartenente all'antico e grande feudo di Ottajano (ora Ottaviano). Verso la fine del Cinquecento parecchi cittadini dell'abitato di Ottaviano si trasferirono a valle in prossimità di un incrocio molto trafficato formato dalla strada che da Ottaviano portava a Striano-Sarno e della strada che Avellino-Nola portava ai porti di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Infatti, per il grande traffico di carri, quegli intraprendenti cittadini ottajanesi capirono che c'era la possibilità di guadagnare e incominciarono a costruire numerose taverne e locande per il ristoro dei viandanti e a commerciare. Quindi man mano si creò un piccolo centro che fu chiamato "alli Boccia", probabilmente dal nome di una famiglia che vi possedeva un latifondo. La sua popolazione si accrebbe dopo l'eruzione vesuviana del 1631 per lo spostamento di altri numerosissimi abitanti dal centro abitato di Ottaviano. Questo avvenne perché quella città fu gravemente danneggiata dalla suddetta eruzione vesuviana e i suoi abitanti cercarono scampo nelle campagne circostanti a valle del paese e quindi più lontani dal Vesuvio. Nel 1675, dopo la costruzione della parrocchia dedicata al Santo, il rione, ormai diventato molto popolato, prese il nome di "San Giuseppe". Il primitivo rione con il passare degli anni aumentò ancora il numero di abitanti e sviluppò il commercio. Presentò quindi la richiesta di diventare comune autonomo staccandosi da Ottaviano. Questo avvenne il 19 febbraio 1893, quando, con decreto reale firmato da Umberto I, fu ufficializzata la nascita del nuovo comune di San Giuseppe. Il 23 dicembre 1894, con un ulteriore decreto reale, il comune cambiò denominazione e assunse l'attuale nome di San Giuseppe Vesuviano. Nel 1906 fu pressoché distrutto dall'eruzione del Vesuvio e interamente ricostruito. Nel 1923 fu aggiunto allo stemma comunale il motto Ex Flammis Orior. Già dal 1970, l'area comunale di San Giuseppe Vesuviano è ormai conurbata urbanisticamente, commercialmente e industrialmente con l'antico capoluogo Ottaviano e con Terzigno (altra località che fece parte fino al 1913 di Ottaviano), formando, anche se con amministrazioni comunali separate, una città di oltre 70.000 abitanti con condivisi interessi comuni. Dagli anni 60 fino agli anni 90 c'è stato un forte sviluppo del settore dell'industria tessile che ha portato il comune a diventare, insieme a Prato, il polo tessile più importante d'Italia. La città è stata meta, di una nuova e molto consistente ondata migratoria proveniente da paesi asiatici e, in particolare, dalla Cina e più di recente dal Bangladesh. Lo stemma del Comune di San Giuseppe Vesuviano è stato concesso con regio decreto dell'11 maggio 1913. Il giglio è simbolo del patrono san Giuseppe, padre putativo di Gesù. Il motto latino Ex flammis orior ("Risorgo dalle fiamme") venne aggiunto nel 1923 e ricorda la ricostruzione del paese dopo la terribile eruzione del Vesuvio del 1906. Con atto del notaio Altomando di Ottajano del 4 settembre 1622 un cittadino del luogo, Scipione Boccia, devoto del santo, donò un appezzamento di terra all'Università di Ottajano per fondarvi una chiesetta da intitolarsi a San Giuseppe. Questa chiesetta, dopo la morte di Scipione Boccia, fu ampliata dalla sua vedova Vittoria D'Ambrosio e dal figlio Principio (che per ingrandire la chiesa donarono alla suddetta Università altro terreno). Questa Chiesa fu ingrandita da un'altra edificata a lato agli inizi del XVIII secolo e ancora successivamente agli inizi del XX secolo. Durante la già citata eruzione del 1906, il tetto della adiacente cappella della congrega dello Spirito Santo crollò a causa del peso delle ceneri eiettate, con conseguenze tragiche: su 200 persone riunite in chiesa per pregare 105 rimasero uccise. Nel secondo dopoguerra, invece, il complesso architettonico rimane intatto. Grazie all'opera del fondatore, monsignor Giuseppe Ambrosio, a cominciare dai primi anni del Novecento la Chiesa ha raggiunto dimensioni imponenti, con alta cupola (1908), facciata monumentale (1926) e prezioso altare maggiore (1955). Sono vivaci i dipinti all'interno, dalla tela della Gloria di san Giuseppe (Angelo Mozzillo, 1784) alle pitture parietali (Pietro Favaro, 1983) e alle vetrate artistiche (2015). La Chiesa è stata elevata al rango di Santuario. Fondata nel 1870/1880 su ordine del vescovo di Nola venne costruita su un pezzo di terreno donato da un signore di cui si conosce solo il soprannome "Carlone".La Chiesa venne poi ampliata nel 1913, su ordine del cappellano don Gaetano Giordano. Dopo l'ufficializzazione della parrocchia nel 1924 fu nominato Rettore della Chiesa don Gaetano Ferraiolo. Alle spalle della Chiesa fu costruita la Casa Canonica e nel 1934 fu realizzato il campanile con due campane di bronzo, di cui una del peso di circa dieci quintali. Fondata nella seconda metà del Settecento, fu ufficializzata parrocchia da monsignor Michele Raffaele Camerlengo, dopo le continue richieste del popolo di Santa Maria la Scala nel 1940.Il primo Parroco fu don Guerino Bossone. All'interno della Chiesa è conservato un quadro che risale al 1793 del pittore e decoratore Angelo Mozzillo, raffigurante La Pietà, con la Vergine assisa sotto la croce ed il Cristo deposto sul grembo. Sullo sfondo, ambedue i lati, due angeli: uno porta via una scala e un altro si asciuga il volto rigato di lacrime. Ai margini si intravedono il sole velato da un'eclisse e la luna antropomorfizzata. Il quadro è stato sottoposto a un intervento di restauro conservativo-estetico nell'anno 2000. Caratteristica di questa Parrocchia è che la famiglia dei fedeli è composta anche da molti cittadini di Ottaviano, in quanto il suo territorio comprende si parte di San Giuseppe Vesuviano che di Ottaviano. Fondata nella seconda metà del Settecento da Michele I, principe de' Medici di Ottajano, per accontentare il volere dei contadini della zona molto distanti dal centro e permettere loro di ricevere i Sacramenti e officiare i Riti domenicali. Fu fatta abbellire circa un secolo dopo dalla Duchessa di Miranda (moglie del Principe Giuseppe IV de' Medici di Ottajano. In un primo tempo i Riti furono officiati dai Sacerdoti di Poggiomarino, ma dal 1910 ne hanno avuto la cura i Sacerdoti della Chiesa di San Francesco ai Casilli. Caratteristica di questa Parrocchia è che, pur essendo sita nel territorio comunale di Ottaviano, la comunità dei suoi parrocchiani è formata da fedeli cittadini che fanno parte del comune di San Giuseppe Vesuviano oltre a quelli prevalenti del comune di Ottaviano. Fu fondata nel 1561 e affidata a Don Criscillo D'Ambrosio. Venne distrutta dopo l'eruzione del 1906 e poi ricostruita. Divenne Parrocchia il 6 giugno 1954; primo parroco è nominato Don Francesco Aniello Ambrosio. La Chiesa di San Leonardo ha subito nel corso degli anni (particolarmente dopo il terremoto del 1980) diverse ristrutturazioni, tra cui l'ultima più recente conclusasi nel 2007. Fa parte della dotazione parrocchiale una tela attribuita ad Angelo Mozzillo raffigurante la Madonna con Bambino tra San Leonardo di Noblac e San Remigio di Reims. Villa Vesuviana del '700, abbandonata ed in pessime condizioni di conservazione. Palazzo tardo-ottocentesco, sito in via Passanti edificato dalla famiglia Auricchio, famosa ditta casearia. Scuola per l'infanzia costruita dalla Croce Rossa Italiana con le offerte per i danni prodotti dall'eruzione del 1906; l'Asilo Infantile fu inaugurato il 3 settembre 1910 con l'intervento di S.A.R. la duchessa Elena d'Aosta. Recentemente restaurato è sede di una scuola cittadina. Situato in Piazza Garibaldi fu inaugurato il 26 giugno 1938 con una cerimonia solenne, che vide l'intervento dell'allora Principe ereditario Umberto di Savoia, del Vescovo di Nola Monsignor Camerlengo, del Prefetto di Napoli e di altre personalità civili e militari. Realizzato dallo scultore Nagni ed eretto dalla impresa edile Vincenzo Nappo, esso si trova in piazza Garibaldi. Per fargli posto fu spostato nel cimitero consortile di Ottaviano il Monumento alle Vittime dell'eruzione del 1906, inaugurato il 31 agosto 1913 e ora, asportandolo da quel sito in cui era stato posto dal 1938, è stato collocato quasi davanti al municipio, in piazza Elena d'Aosta. Abitanti censiti La popolazione straniera legalmente residente è molto forte. Infatti al 31 dicembre 2020 era percentualmente pari circa al 18% dell'intera popolazione. Essi hanno aperto, specie i cinesi e i bengalesi, numerose attività commerciali principalmente nella conurbata frazione dei Casilli. Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2020 la popolazione straniera era di 5 223 persone. La popolazione straniera più numerosa residente al 31 dicembre 2020 era. Bangladesh 1840 Cina 1153 Marocco 735 Ucraina 647 Romania 189 Polonia 163 Algeria 101 Pakistan 97 Festa popolare delle canzoni, delle musiche, dei carri folcloristici e dei cortei. L'edizione del 1953 fu presentata come Piedigrotta Sangiuseppese della Stampa Democratica, in quanto si vollero unire alla festa della musica e della canzone anche i festeggiamenti per il “Mese Della Stampa” (settembre). A questa edizione collaborarono poeti e scrittori come Enzo Bonagura, Luigi Vinci, Giuseppe Casillo, Agostino Nappo, Enrico Buonafede, Felice Genta e Gaetano Lama. Nel comune di San Giuseppe Vesuviano, sono ancora presenti testimonianze di una delle manifestazioni più note e discusse della tradizione musicale contadina vesuviana e di una vasta area che abbraccia il casertano, l'agro-nocerino, la costiera amalfitana: il "canto e ballo del tamburo" (comunemente definito tammurriata) è una forma musicale caratterizzata dal: ritmo binario del tamburo (dal quale trae il nome); il canto (strutturato, per lo più, in versi endecasillabi) e dal ballo in coppia. Famiglie di suonatori sono presenti in località Zabatta. Da alcuni anni un gruppo di giovani appassionati, residenti nei comuni di Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, sulla scia di alcune campagne di ricerca, effettuate tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, ha avviato un'attività di ricerca e di raccolta sul campo di tali patrimoni immateriali. È dal 2007 infatti che in occasione dei festeggiamenti di San Leonardo l'omonima parrocchia, sita in questa frazione a cavallo tra i due comuni, organizza la "Grande Festa della Tammorra Vesuviana", nei primi giorni di novembre. Piano del Principe, di circa 70 abitanti, conserva i resti di un castello. L'economia si basa sulla produzione di nocciole. Casilli Nappi Santa Maria la Scala (anticamente chiamato Falangone). San Leonardo (condivisa con la vicina Ottaviano). San Giuseppe Vesuviano, posta alle falde del Vesuvio, è servita dalla strada statale 268 del Vesuvio. Le stazioni di San Giuseppe, di Casilli e di San Leonardo si trovano sulla ferrovia Napoli-Ottaviano-Sarno e sono servite dalle corse da/per Napoli svolte dall'Ente Autonomo Volturno. Un altro impianto ferroviario, denominato stazione di San Giuseppe Vesuviano, sorgeva lungo la dismessa ferrovia Torre Annunziata-Cancello. La Football Club Sangiuseppese era una società calcistica di San Giuseppe Vesuviano, esistita dal 1936 fino al 2008, quando un gruppo di imprenditori ne rilevò il titolo. Dopo due anni la Lega Nazionale Dilettanti ha riconosciuto ufficialmente il nuovotà e alla squadra di giocare a Mugnano di Napoli. Da allora la squadra di San Giuseppe Vesuviano è scomparsa dalla scena calcistica. A partire dal 2011 nasce la Polisportiva San Giuseppe Vesuviano, anche detta Sangiuseppese la cui sezione calcio riparte dalla promozione e attualmente disputa il campionato di prima categoria 2023-2024 girone C. Nel Calcio a 5, San Giuseppe Vesuviano è rappresentata dal Real San Giuseppe, la squadra, fondata nel 2011, milita in Serie A e disputa le proprie gare al PalaCoscioni di Nocera Inferiore. Luigi Iroso, Album di famiglia : storia di San Giuseppe Vesuviano nel feudo di Ottajano, da Enrico Orsini a Fabrizio Maramaldo, dai Gonzaga ai Medici, San Giuseppe Vesuviano, 2003. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Giuseppe Vesuviano Sito ufficiale, su comune.sangiuseppevesuviano.na.it. San Giusèppe Vesuviano, su sapere.it, De Agostini.

Boccia al Mauro
Boccia al Mauro

Boccia al Mauro ('O Mauro in napoletano) è la maggiore frazione del comune campano di Terzigno, nella città metropolitana di Napoli. Dall'epoca altoimperiale fino a quella medievale, nella pianura orientale del Vesuvio includente anche la stessa Boccia al Mauro, sorgeva un vasto bosco acquitrinoso chiamato Silva mala. Il paese, così come tutto il territorio comunale terzignese, ha fatto parte del comune di Ottaviano fino al 1913, anno in cui Terzigno fu elevato a comune autonomo per scorporo. Boccia al Mauro, situata lungo la strada provinciale che collega la frazione boschese di Passanti (2 km sud) con Terzigno (2 km nord), fa parte dell'area vesuviana e sorge in una pianura alle immediate pendici orientali del Vesuvio. Tra le altre località più vicine ad essa vi sono Boscoreale (3,5 km sud-ovest), Cangiani (4 km est), San Giuseppe Vesuviano (4 km nord), Poggiomarino (4,5 km nord-est), Pompei (5 km sud), Scafati e la sua frazione San Pietro (entrambe a 5,5 km sud), Boscotrecase (6 km sud-ovest) e Torre Annunziata (6,5 km sud-ovest). La frazione sorge a breve distanza dalla Strada statale 268 del Vesuvio, e lo svincolo più vicino ad essa, a circa 2 km est, è quello di "Terzigno". Boccia era altresì servita dall'omonima stazione ferroviaria, attivata nel 1940, fino all'avvenuta chiusura della linea Cancello-Torre Annunziata, nell'ottobre 2014. L'attuale stazione più vicina, a 2 km, è quella di Terzigno, sulla linea Circumvesuviana Napoli-Ottaviano-Sarno. Zona rossa del Vesuvio Scavi archeologici di Boscoreale Boccia al Mauro su italia.indettaglio.it

Chiesa di San Leonardo (Ottaviano)
Chiesa di San Leonardo (Ottaviano)

La Chiesa di San Leonardo è una Chiesa Parrocchiale situata nel Comune di San Giuseppe Vesuviano (Italia). Fu fondata nel 1560 con il titolo di san Leonardo e sant'Ambrogio. Viene nominata per la prima volta il 29 Settembre 1561, nella Visita Pastorale del vescovo di Nola mons. Antonio Scarampi. Primo cappellano fu don Criscillo D'Ambrosio, a cui si attribuisce anche la fondazione dell'edificio. Venne distrutta quasi interamente dopo l'eruzione del Vesuvio nel 1906 e poi ricostruita. Con bolla del 6 giugno 1954, il vescovo di Nola mons. Adolfo Binni la eleva a Parrocchia con il titolo di san Leonardo di Noblac, Abate; Primo parroco fu nominato don Francesco Aniello Ambrosio. La Chiesa di San Leonardo ha subito nel corso degli anni diverse ristrutturazioni, tra cui l'ultima più recente conclusasi nel 2007. La Chiesa di San Leonardo presenta una navata unica. Fa parte della dotazione parrocchiale una tela attribuita ad Angelo Mozzillo raffigurante la Madonna con Bambino tra san Leonardo di Noblac e san Remigio di Reims, oggi custodita presso il museo diocesano. Caratteristica di questa Parrocchia è che, pur essendo la Chiesa di San Leonardo sita nel territorio comunale di San Giuseppe Vesuviano, la comunità dei suoi parrocchiani è formata da fedeli cittadini che fanno parte sia del comune di Ottaviano (in modo prevalente) sia del comune di San Giuseppe Vesuviano. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Leonardo