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Arrephorion

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L'Arrephorion (Αρρηφόριον) o Arreforio o Casa delle arrefore era un piccolo edificio situato nella parte settentrionale dell'Acropoli di Atene, a fianco del muro di Pericle. La sua costruzione è datata al 470 a.C. Venne identificato nel 1920 dall'architetto tedesco Wilhelm Dörpfeld. L'edificio forniva gli alloggi per le arrefore (arrephorae), quattro fanciulle, tra i sette e gli undici anni, ogni anno scelte tra le famiglie più distinte dall'Arconte Re. Delle quattro fanciulle, due lavoravano per un intero anno appena sotto l'acropoli per tessere il nuovo peplo per le processioni panatenaiche. Questi abiti erano portati in processione alla statua di Atena nel tempio antico, e in seguito alla distruzione di questo nell'Eretteo. Le altre due arrefore avevano il compito di portare i misteriosi vasi sacri della dea. Le Arreforie erano festività che si tenevano ad Atene nel mese di Sciroforione (giugno-luglio). A pianta quadrata di 12 m per lato, l'Arrephorion era costituito da un unico vano di 8,50 x 4,50 metri, con un portico di 4 m di lunghezza, un cortile con una uscita posteriore da una scala che lo collegava con il tempio di Afrodite nella parte inferiore della rocca dell'Acropoli attraverso alcuni passaggi sotterranei. Al centro del suo lato lungo dava accesso su una stoà di 4 m di larghezza.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Arrephorion (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Arrephorion
Παναθηναίων, Atene Πετράλωνα (3η Κοινότητα Αθηνών)

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Latitudine Longitudine
N 37.9722 ° E 23.726 °
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Indirizzo

Ακρόπολη

Παναθηναίων
105 55 Atene, Πετράλωνα (3η Κοινότητα Αθηνών)
Αποκεντρωμένη Διοίκηση Αττικής, Grecia
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Luoghi vicini

Calcoteca (acropoli di Atene)
Calcoteca (acropoli di Atene)

La Calcoteca o Chalkotheke (Χαλκοθήκη, greco per "negozio di bronzi", dalla radice greca della parola chalkos, ossia "bronzo", per indicare il materiale delle opere riprodotte) era un edificio situato sull'Acropoli di Atene utilizzato come deposito per i bronzi, le armi e i rostri delle navi, oltre che per la mobilia sacra e le offerte preziose proveniente dai santuari dell'Acropoli. Il suo nome e la funzione sono noti solo grazie alle iscrizioni del IV secolo a.C.. Un decreto ordina il censimento di tutti gli oggetti immagazzinati nella Calcoteca e l'erezione di una stele incisa con l'elenco davanti al palazzo. Sono stati identificati come appartenenti alla Calcoteca i resti di una struttura scoperta a est del santuario di Artemide Brauronia e immediatamente a sud-ovest del Partenone. Di essa sopravvivono solo poche fondazioni di calcare e trincee scavate nella roccia di fondazione. L'edificio sorgeva di fronte alla parete meridionale dell'Acropoli ed era di circa 43 m di lunghezza per 14 m di larghezza, affacciato sul lato settentrionale da un lungo portico di 4,5 m di larghezza. Per fare spazio a quel portico fu tagliata la parte più meridionale dei gradini scavati nella roccia che conducevano alla facciata occidentale del Partenone. Si ritiene pertanto il portico un'aggiunta degli inizi del IV secolo a.C., mentre la parte principale della struttura si pensa fosse pressoché contemporanea al Partenone, vale a dire della metà del V secolo a.C.. Sembra che durante la dominazione romana fosse avvenuta una importante ristrutturazione dell'edificio, come indicato da numerosi frammenti di elementi architettonici che sono decisamente romani come datazione e hanno dimensioni corrispondenti a quelli della Calcoteca.

Santuario di Artemide Brauronia
Santuario di Artemide Brauronia

Il santuario di Artemide Brauronia o Brauroneion (greco Βραυρώνιον) era un santuario che sorgeva nell'Acropoli di Atene, nell'angolo sud-occidentale del pianoro dell'Acropoli, tra la Calcoteca e i Propilei. Fu originariamente dedicato durante il regno di Pisistrato. Artemide Brauronia, divinità protettrice delle donne in gravidanza e del parto, aveva il suo santuario principale a Braurone, un demo sulla costa orientale dell'Attica, area di provenienza dello stesso Pisistrato. Dal Brauroneion ateniese ogni quattro anni partiva una processione durante la festività detta Arkteia che percorreva i 24,5 km di distanza col santuario principale. Il santuario sull'Acropoli era di insolita forma trapezoidale e non conteneva un tempio formale: la sua funzione era assolta da un portico o stoà. La stoà misurava circa 38 per 6,8 metri; si ergeva davanti alla parete sud dell'Acropoli, affacciata a nord. Agli angoli vi erano due ali laterali come avancorpi, ciascuna di circa 9,3 m di lunghezza, quella occidentale rivolta verso est e viceversa. A nord dell'ala orientale c'era un'altra corta stoà rivolta a occidente. Tutta la parte occidentale del santuario, oggi perduto, sorgeva sui resti del muro di fortificazione miceneo. Tutto ciò che rimane del paramento orientale sono fondazioni di pareti scavate nella roccia così come pochissimi elementi architettonici in calcare. Una delle ali conteneva la statua di culto in legno (xoanon) della dea. Le donne che chiedevano l'intercessione di Artemide abitualmente portavano in offerta capi di abbigliamento che venivano drappeggiati attorno alla statua. Nel 346 a.C. venne eretta una seconda statua di culto che, secondo Pausania, era opera di Prassitele. La testa di questa statua è esposta al Museo dell'Acropoli. L'ingresso al piccolo recinto sacro, vicino al suo angolo nord-est, è ancora segnato da sette gradini scavati nella roccia. Essi, e il loro recinto settentrionale, probabilmente erano stati eretti da Mnesicle durante la costruzione del Propilei. La datazione del complesso nella sua forma finale è incerta ma si presume attorno al 430 a.C., analogamente ai Propilei adiacenti.