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Calosso

CalossoPagine che utilizzano TimelinePagine con mappeSenza fonti - centri abitati del PiemonteSenza fonti - settembre 2013
Calosso from San Marzano Oliveto
Calosso from San Marzano Oliveto

Calosso (Calòss in piemontese) è un comune italiano di 1 112 abitanti della provincia di Asti nel territorio storico dell'Astesana, in Piemonte. Sorge su un'alta collina il cui nome deriva dal gentilizio romano Callocius o Callucius, come indicato dall'Olivieri nel 1965. Si trova poco lontano dai comuni di Canelli e Costigliole d'Asti, fra le valli del Nizza e del Tinella. Con i suoi 399 metri di altitudine sul livello del mare è il paese più alto della diocesi di Asti, e costituisce un eccezionale belvedere su tutta l'Astesana e sulle vicine Langhe.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Calosso (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Calosso
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Calosso from San Marzano Oliveto
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Luoghi vicini

Chiesa di Nostra Signora di Loreto (Costigliole d'Asti)
Chiesa di Nostra Signora di Loreto (Costigliole d'Asti)

La chiesa di Nostra Donna di Loreto di Costigliole d'Asti è un edificio costruito nel XIX secolo, sul sedime di due chiese precedenti, la prima romanica e la seconda rinascimentale-barocca. È situata nella zona più alta del paese definita tradizionalmente "la rocca" di fronte al castello ed è la chiesa parrocchiale della comunità costigliolese. La prima chiesa venne costruita nel periodo medievale ed era in stile romanico; le dimensioni erano molto ridotte e l'interno presentava pochi arredi. Tra il 1580 ed il 1595, il parroco Marco Antonio Asinari decise di ampliare l'edificio in stile barocco-rinascimentale e nei secoli seguenti le famiglie Verasis ed Asinari cofeudatarie di Costigliole arricchirono l'edificio con arredi ed opere d'arte. All'abbellimento della chiesa contribuirono anche le sei compagnie parrocchiali. Alla fine del XVIII secolo, l'edificio era notevolmente decaduto necessitando di opere per il consolidamento e nella notte dell'11 novembre 1811, a causa di molte infiltrazioni d'acqua, gran parte della chiesa crollò. Il parroco Lorenzo Pola in accordo con il consiglio comunale, affidò la ricostruzione all'architetto Carlo Ceroni che terminò i lavori nel 1816. La chiesa è di notevoli proporzioni (40 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 16 di altezza nella navata centrale) e presenta una facciata a due corpi sovrapposti, termina con un timpano e presenta un rosone centrale. La navata centrale presenta in controfacciata una balconata su cui è situato un organo opera di Carlo Bossi costituito da circa duemila canne. La cantoria in legno intagliato è opera di Francesco Novaro "Brassiè", noto artista che svolse anche attività presso la corte sabauda. La volta della navata presenta affreschi di Lorenzo Peretti che raffigurano alcune scene dell'Antico e Nuovo Testamento (Mosè con le tavole della legge, l'ascensione di Cristo, l'incoronazione della Madonna, l'adorazione del Santissimo Sacramento) oltre a scene della vita dei Santi (la gloria di sant'Ignazio di Loiola, Santa Polissena, San Siro) Dietro l'altare maggiore è presenta una tela raffigurante la titolare della chiesa, la vergine di Loreto, dipinta da Prospero Clori nel 1720 e commissionata dai conti Verasis come indicano gli stemma della famiglia presente sulla tela e sulla cornice marmorea realizzata su progetto di Filippo Juvarra. Nella parte bassa, sempre dietro l'altare è presente il coro ligneo stile impero realizzato nel 1824 dall'astigiano Giuseppe Conti. L'altare maggiore in marmo, con paliotto in legno intagliato e dorato, è stato disegnato anch'esso da Juvarra e commissionato dal ramo Asinari di San Marzano nel 1718. Le navate laterali presenta opere del pittore astigiano Michelangelo Pittatore e di Lorenzo Peretti. La chiesa custodisce anche i sepolcreti di due esponenti della famiglia Verasis e quello del marchese Filippo Antonio Asinari di San Marzano, diplomatico dei Savoia. La sacrestia, realizzata tra il 1784 ed il 1785 presenta l'opera L'Annunciazione di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e l'Assunta e i Santi Giovanni Evangelista e Secondo di Asti, opera del trinese Giovanni Crosio. P.Prunotto, La Parrocchiale Nostra Donna di Loreto a Costigliole d'Asti, Itinerario di fede e d'arte, a cura dell'Associazione "Confraternita di San Gerolamo", Costigliole dìAsti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Nostra Signora di Loreto

Castello di Costigliole d'Asti
Castello di Costigliole d'Asti

Il castello di Costigliole d'Asti è un castello di origine medievale, ristrutturato durante i secoli. Fa parte del circuito "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Nel 1041 fu riconosciuto da Arrigo III quale possesso della Chiesa di Asti, poi passò alla giurisdizione di Bonifacio del Vasto e nel 1198 fu occupato da Asti, dando ai cittadini vere norme statutarie che ebbero vigore per molto tempo (Codice Malabaila). Dopo il 1255 il castello divenne sede di guerra contro Carlo I d'Angiò e poi contro Guglielmo VII del Monferrato e fu poi conteso nelle lotte interne tra guelfi e ghibellini. Nel 1315 i ghibellini furono scacciati da Asti e, grazie al castellano Sandrono Asinari, riuscirono a occupare il castello. Nel 1620 Amelio Asinari nominò erede la figlia Ottavia, moglie di Giovanni Antonio Verasis, il quale fu nominato nel 1621 conte di metà di Costigliole, con l'obbligo di assumere nome ed arma degli Asinari. Ottavio III acquistò nel 1658 i diritti sull'altra metà, apportando molte modifiche alle strutture. Nel 1775, si festeggiò il re Vittorio Amedeo III che visitò il castello e nel 1821 ospitò il marchese Carlo Asinari ed altri liberali, prima dell'esilio dovuto ai moti costituzionali. Nel mese di luglio 1854 vi giunse, sposa di Francesco Verasis, Virginia Oldoini, contessa di Castiglione. Attualmente l'ala nord è di proprietà comunale, mentre l'ala sud è di proprietà di una nota famiglia discendente dai Medici del Vascello. Costruito sul vertice della rocca di Costigliole, di pianta quadrangolare di 60 metri di lato, con un'altezza di 25 metri e con le quattro torri che arrivano a 28 metri, è uno dei castelli più imponenti dell'Astigiano. Una lapide posta sul frontone di una porta secondaria ricorda i lavori compiuti da Corrado Asinari nel 1582. A ponente, una grande porta si apre su una scala, opera di Filippo Juvarra, che varia a seconda del piano a cui si accede. Il lato ovest ha un portale d'ingresso su una scalinata bilaterale, munita di parapetto e piastrini, con lo stemma marmoreo della famiglia Asinari. A sud è presente un giardino pensile e la facciata si espone con due torrette medievali centrali, tra le quali primeggia il ponte levatoio. Sulla facciata, tra le finestre del penultimo piano, svettano due statue marmoree rappresentanti Aurelio e Giorgio Verasis Asinari in vesti di guerrieri. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Costigliole d'Asti