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Cappella di San Biagio (Verona)

Cappelle di Verona
Santi Nazaro e Celso cappella di San Biagio (1)
Santi Nazaro e Celso cappella di San Biagio (1)

La cappella di San Biagio, situata all'interno della chiesa di San Nazaro e Celso a Verona, fu costruita per volontà della confraternita di San Biagio a partire dal 1488 per custodire le reliquie del santo omonimo, vescovo di Sebaste in Armenia, giunte qui nel 1174 a seguito di un barone tedesco. La cappella fu progettata dall'architetto Beltrame Iarola coadiuvato da Giovanni Maria Falconetto, con quest'ultimo che si occupò anche di gran parte della decorazione pittorica. La solenne traslazione delle reliquie avvenne in occasione della Pasqua del 1508 ma la consacrazione della cappella si tenne più tardi, il 31 gennaio 1529, in una cerimonia presieduta da Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Tutte le pareti della cappella sono affrescate da alcuni tra i più importanti pittori veronesi del Cinquecento, tra i quali, oltre a Falconetto, vi furono Bartolomeo Montagna, Paolo Morando (detto il Cavazzola), Domenico Morone e Girolamo dai Libri. Nell'abside poligonale è ospitata una pala d'altare di Francesco Bonsignori e un pregevole altare sopraelevato con l'arca dei Santissimi Biagio e Giuliana, opera di Bernardino Panteo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Cappella di San Biagio (Verona) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Cappella di San Biagio (Verona)
Via Francesco Rismondo, Verona Veronetta

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Santi Nazaro e Celso

Via Francesco Rismondo
37129 Verona, Veronetta
Veneto, Italia
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Santi Nazaro e Celso cappella di San Biagio (1)
Santi Nazaro e Celso cappella di San Biagio (1)
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)
Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)

La chiesa dei Santi Nazaro e Celso è un luogo di culto cattolico di Verona situato nel quartiere di Veronetta, sulla strada che conduce a porta Vescovo. L'origine è collocabile intorno al VII secolo quando un primo, semplice edificio monastico sorto in epoca longobarda venne realizzato ai piedi del prospiciente monte Castiglione. Parte di questo sacello, originariamente dedicato a San Michele Arcangelo, sopravvive tuttora con i suoi affreschi e i suoi pavimenti musivi. Si trattava probabilmente di un martyrion dedicato alla venerazione delle reliquie dei Santi Nazaro e Celso. Accanto a questo primo edificio vi era una chiesa fatta costruire dai monaci durante la dominazione longobarda, forse in stile romanico, di cui nulla oggi è rimasto se non prove della sua esistenza nel Versus de Verona (fine del VIII secolo) e nell'iconografia rateriana (prima metà del X secolo). La prima menzione archivistica della comunità monastica annessa risale a un documento del 1035, mentre fonti successive raccontano di un monastero in crescita grazie ad alcuni beneficium. Con un diploma del 24 maggio 1111 passò sotto la protezione diretta dell'imperatore Enrico V di Franconia in un vero e proprio rapporto vassallatico. Nel XIII secolo Ezzelino III da Romano, da poco entrato a Verona, spogliò la comunità dei monaci dei propri vasti possedimenti ed esiliò l'abate, in quanto preoccupato del suo crescente potere e della sua avversione. Con il successivo avvento degli scaligeri il monastero riebbe le sue proprietà ma si evitò di riconfermargli il potere politico di un tempo. Dopo oltre un secolo di declino, nel 1444, papa Eugenio IV dispose che la comunità benedettina veronese venisse unita con la più ricca abbazia di Santa Giustina di Padova: ciò dette ai monaci un nuovo slancio che permise loro nel 1464 di demolire la precedente chiesa romanica e iniziare la costruzione dell'edificio odierno, la cui consacrazione avvenne il 19 gennaio 1483. Nel 1767 venne soppresso il monastero benedettino e i beni acquisti dalla Repubblica di Venezia per poi essere in parte ceduti quattro anni dopo alle monache benedettine di San Daniele, le quali apportarono alcuni restauri. L'editto di Napoleone del 1810 sciolse definitivamente il monastero, che venne demolito per lasciare posto alla sola chiesa. L'attuale edificio venne realizzato in un misto di stile gotico e rinascimentale. Il portale, inserito in una sobria facciata, è raggiungibile attraversando il sagrato, racchiuso da un alto muro che lo separa dalla strada. L'interno è diviso in tre navate, che conducono a un transetto che si interpone tra il piedicroce e il presbiterio. Sul fianco di ogni navata laterale sono collocati cinque altari, ognuno dei quali è arricchito dalla presenza di una pala d'altare sovrastata da una lunetta, dipinte da celebri pittori veronesi, tra cui Antonio Badile, Orlando Flacco, Battista del Moro e Domenico Brusasorzi. La volta del presbiterio e il catino absidale vennero affrescati da Paolo Farinati, che realizzò anche le due tele poste ai lati del coro. Al termine del braccio destro del transetto si apre la cappella di San Biagio, completata nel 1508 per ospitare le reliquie dei martiri San Biagio e Santa Giuliana, giunte qui nel 1174. La cappella è riccamente decorata da un ciclo pittorico a cui lavorarono, tra gli altri, Falconetto, Domenico e Francesco Morone, Paolo Morando, Bartolomeo Montagna, Francesco Bonsignori, Girolamo dai Libri e Moretto.

Veronetta

Veronetta è un quartiere di Verona, collocato sulla riva sinistra dell'Adige rispetto al centro storico. Il quartiere è abitato da 10 235 persone.La Veronetta ospita quello che fu il primo nucleo abitativo della città. Ospita infatti i resti del teatro romano e il forte austriaco noto come Castel San Pietro, sul colle di San Pietro che domina la città come una grandiosa quinta scenografica. Dopo il terremoto del 3 gennaio 1117, che distrusse quasi tutta la città, anche in Veronetta si cominciò a ricostruire: furono innalzate nuove mura, che inclusero le chiese di S. Stefano, S. Giovanni in Valle e S. Maria in Organo. Nel quartiere furono costruite anche altre chiese, come S. Siro e SS. Nazaro e Celso. Nel XVI secolo fu innalzata Porta Vescovo, che delimita ancora oggi la parte orientale del quartiere. Nel 1801, con l'arrivo napoleonico in Italia, la città fu divisa in due: la riva sinistra dell'Adige, Veronetta appunto, fu attribuita agli Austriaci, la destra ai Francesi. E fu allora che nacque l'uso di chiamare la parte dominata dagli Austriaci con il nome di Veronetta, dal francese «Veronette», inizialmente con uso dispregiativo. La città fu riunita solo nel 1805, sotto la sovranità della Francia. Con la riconquista austriaca, Veronetta fu provvista di vari magazzini militari per le truppe dell'Impero austro-ungarico. Fu proprio dopo l'abbandono degli Austriaci e l'inondazione del 1882 che Veronetta cadde in miseria, e finì per essere un quartiere povero. Solo nel 1973, con un apposito piano, si iniziò a riabilitare il quartiere. Oggi Veronetta è anche quartiere universitario, poiché sede principale dell'Università degli Studi di Verona.