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Palazzo Giusti del Giardino

Palazzi di Verona
Palazzo Giusti del Giardino (4)
Palazzo Giusti del Giardino (4)

Palazzo Giusti del Giardino è un edificio civile che sorge nel quartiere di Veronetta a Verona, contraddistinto dall'omonimo Giardino Giusti, uno dei più noti giardini all'italiana del tardo Rinascimento, facente parte della rete dei Grandi Giardini Italiani.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Giusti del Giardino (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Giusti del Giardino
Via San Zeno in Monte, Verona Veronetta

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.443611 ° E 11.007222 °
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Indirizzo

Giardino Giusti

Via San Zeno in Monte
37129 Verona, Veronetta
Veneto, Italia
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Sito web
giardinogiusti.com

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Palazzo Giusti del Giardino (4)
Palazzo Giusti del Giardino (4)
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Luoghi vicini

Veronetta

Veronetta è un quartiere di Verona, collocato sulla riva sinistra dell'Adige rispetto al centro storico. Il quartiere è abitato da 10 235 persone.La Veronetta ospita quello che fu il primo nucleo abitativo della città. Ospita infatti i resti del teatro romano e il forte austriaco noto come Castel San Pietro, sul colle di San Pietro che domina la città come una grandiosa quinta scenografica. Dopo il terremoto del 3 gennaio 1117, che distrusse quasi tutta la città, anche in Veronetta si cominciò a ricostruire: furono innalzate nuove mura, che inclusero le chiese di S. Stefano, S. Giovanni in Valle e S. Maria in Organo. Nel quartiere furono costruite anche altre chiese, come S. Siro e SS. Nazaro e Celso. Nel XVI secolo fu innalzata Porta Vescovo, che delimita ancora oggi la parte orientale del quartiere. Nel 1801, con l'arrivo napoleonico in Italia, la città fu divisa in due: la riva sinistra dell'Adige, Veronetta appunto, fu attribuita agli Austriaci, la destra ai Francesi. E fu allora che nacque l'uso di chiamare la parte dominata dagli Austriaci con il nome di Veronetta, dal francese «Veronette», inizialmente con uso dispregiativo. La città fu riunita solo nel 1805, sotto la sovranità della Francia. Con la riconquista austriaca, Veronetta fu provvista di vari magazzini militari per le truppe dell'Impero austro-ungarico. Fu proprio dopo l'abbandono degli Austriaci e l'inondazione del 1882 che Veronetta cadde in miseria, e finì per essere un quartiere povero. Solo nel 1973, con un apposito piano, si iniziò a riabilitare il quartiere. Oggi Veronetta è anche quartiere universitario, poiché sede principale dell'Università degli Studi di Verona.

Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)
Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)

La chiesa dei Santi Nazaro e Celso è un luogo di culto cattolico di Verona situato nel quartiere di Veronetta, sulla strada che conduce a porta Vescovo. L'origine è collocabile intorno al VII secolo quando un primo, semplice edificio monastico sorto in epoca longobarda venne realizzato ai piedi del prospiciente monte Castiglione. Parte di questo sacello, originariamente dedicato a San Michele Arcangelo, sopravvive tuttora con i suoi affreschi e i suoi pavimenti musivi. Si trattava probabilmente di un martyrion dedicato alla venerazione delle reliquie dei Santi Nazaro e Celso. Accanto a questo primo edificio vi era una chiesa fatta costruire dai monaci durante la dominazione longobarda, forse in stile romanico, di cui nulla oggi è rimasto se non prove della sua esistenza nel Versus de Verona (fine del VIII secolo) e nell'iconografia rateriana (prima metà del X secolo). La prima menzione archivistica della comunità monastica annessa risale a un documento del 1035, mentre fonti successive raccontano di un monastero in crescita grazie ad alcuni beneficium. Con un diploma del 24 maggio 1111 passò sotto la protezione diretta dell'imperatore Enrico V di Franconia in un vero e proprio rapporto vassallatico. Nel XIII secolo Ezzelino III da Romano, da poco entrato a Verona, spogliò la comunità dei monaci dei propri vasti possedimenti ed esiliò l'abate, in quanto preoccupato del suo crescente potere e della sua avversione. Con il successivo avvento degli scaligeri il monastero riebbe le sue proprietà ma si evitò di riconfermargli il potere politico di un tempo. Dopo oltre un secolo di declino, nel 1444, papa Eugenio IV dispose che la comunità benedettina veronese venisse unita con la più ricca abbazia di Santa Giustina di Padova: ciò dette ai monaci un nuovo slancio che permise loro nel 1464 di demolire la precedente chiesa romanica e iniziare la costruzione dell'edificio odierno, la cui consacrazione avvenne il 19 gennaio 1483. Nel 1767 venne soppresso il monastero benedettino e i beni acquisti dalla Repubblica di Venezia per poi essere in parte ceduti quattro anni dopo alle monache benedettine di San Daniele, le quali apportarono alcuni restauri. L'editto di Napoleone del 1810 sciolse definitivamente il monastero, che venne demolito per lasciare posto alla sola chiesa. L'attuale edificio venne realizzato in un misto di stile gotico e rinascimentale. Il portale, inserito in una sobria facciata, è raggiungibile attraversando il sagrato, racchiuso da un alto muro che lo separa dalla strada. L'interno è diviso in tre navate, che conducono a un transetto che si interpone tra il piedicroce e il presbiterio. Sul fianco di ogni navata laterale sono collocati cinque altari, ognuno dei quali è arricchito dalla presenza di una pala d'altare sovrastata da una lunetta, dipinte da celebri pittori veronesi, tra cui Antonio Badile, Orlando Flacco, Battista del Moro e Domenico Brusasorzi. La volta del presbiterio e il catino absidale vennero affrescati da Paolo Farinati, che realizzò anche le due tele poste ai lati del coro. Al termine del braccio destro del transetto si apre la cappella di San Biagio, completata nel 1508 per ospitare le reliquie dei martiri San Biagio e Santa Giuliana, giunte qui nel 1174. La cappella è riccamente decorata da un ciclo pittorico a cui lavorarono, tra gli altri, Falconetto, Domenico e Francesco Morone, Paolo Morando, Bartolomeo Montagna, Francesco Bonsignori, Girolamo dai Libri e Moretto.

Chiesa di San Giovanni in Valle
Chiesa di San Giovanni in Valle

La chiesa di San Giovanni in Valle è un luogo di culto cattolico situato nell'omonima via di Verona. Una delle più antiche chiese di Verona, sorse sul luogo di una necropoli pagana e di un tempio romano. Poco o nulla si conosce dell'edificio primitivo, tuttavia alcuni elementi, quali la sua collocazione nell'area in cui sorgeva il castrum di Teodorico il Grande (nel vallo del castello, da cui il nome), suggeriscono che in principio potesse essere la cattedrale ariana di Verona, in contrapposizione con la cattolica chiesa di Santo Stefano. In ogni caso di questa prima chiesa rimane solo parte dell'attuale cripta, in quanto il resto dell'edificio fu gravemente danneggiato dal terremoto che colpì Verona nel 1117. Già nel 1120 incominciò la ricostruzione di quello che sarà poi l'attuale edificio in stile romanico, mentre nel 1164 si ebbe la sua consacrazione per mano del vescovo di Verona Ognibene. Durante il Medioevo vi risiedeva anche una collegiata di chierici. Nel 1300 si decise di ampliare l'aula dell'edificio allungando la navata di una campata, il preesistente nartece venne quindi inglobato nella chiesa e la facciata ricostruita ex novo. Nel corso dei secoli successivi l'edificio non subì altre rilevanti trasformazioni, tuttavia venne profondamente danneggiato durante un bombardamento della seconda guerra mondiale; al termine del conflitto, quindi, fu interessato da un profondo restauro. L'edificio chiesastico, che è uno dei capolavori del romanico maturo veronese, è caratterizzato da una pianta basilicale suddivisa in tre navate dall'alternarsi di pilastri e colonne, mentre lo sviluppo verticale si ha su tre livelli: un presbiterio rialzato, l'aula e la cripta inferiore. Di notevole pregio gli eleganti capitelli scolpiti posti a coronamento delle colonne. Le pareti, una volta interamente affrescate, oggi presentano solo alcuni lacerti di pitture rovinate dal tempo e dall'umidità. Nella cripta, accanto all'altare maggiore, sono custoditi due sarcofaghi di grande valore: uno risalente al IV secolo presenta una scultura a bassorilievo su tre lati a due ordini sovrapposti con narrate storie dei Vecchio e Nuovo Testamento e in cui la tradizione vuole siano collocate le reliquie degli apostoli Simone il Cananeo e Giuda Taddeo; l'altro, più antico (II o III secolo), è un sarcofago strigilato di epoca pagana con raffigurati al centro due coniugi in una conchiglia sovrastanti una scena rurale e con ai lati due figure di filosofi trasformate successivamente in santi cristiani. Il complesso è completato da un campanile, romanico per la parte inferiore e rinascimentale per quella superiore, da un chiostro di cui rimane una sola ala, e dalla canonica che una volta era la sede della collegiata e che oggi è uno degli edifici civili più antichi che si possono trovare in città.