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Monte Urpinu

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Monte Urpinu aerial view
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Monte Urpinu è un quartiere di Cagliari di 4 863 abitanti.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Monte Urpinu (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Monte Urpinu
Via Antonio Scano, Cagliari Monte Urpinu

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Latitudine Longitudine
N 39.216444 ° E 9.129861 °
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Via Antonio Scano 44c
09129 Cagliari, Monte Urpinu
Sardegna, Italia
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Monte Urpinu aerial view
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina
Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina

La chiesa dei Santi Martiri Giorgio e Caterina dei Genovesi, sede della omonima confraternita, è una chiesa parrocchiale di Cagliari. L'edificio è situato in via Gemelli, alla base del colle, adibito a parco urbano, di Monte Urpinu, nell'omonimo quartiere. Una prima chiesa dedicata ai santi Giorgio e Caterina sorse a Cagliari alla fine del XVI secolo, come sede dell'"arciconfraternita dei santi martiri Giorgio e Caterina dei Genovesi". La confraternita, legata alla storia della fiorente comunità genovese di Cagliari, venne costituita nel 1587 dall'arcivescovo Francesco del Val ed eretta in arciconfraternita nel 1591 da papa Gregorio XIV. Inizialmente l'associazione aveva la sua sede presso una cappella della chiesa del convento di Santa Maria di Gesù (che occupava l'area dove oggi sorge l'ex Manifattura Tabacchi, in viale Regina Margherita). Per statuto i membri della confraternita dovevano avere origini liguri. La costruzione della nuova sede iniziò nel 1599, con la posa della prima pietra da parte dell'arcivescovo Alonso Lasso Çedeño. La chiesa, completata nel corso del XVII secolo, sorgeva in Sa Costa (attuale via Manno), nel quartiere Marina, con linee architettoniche richiamanti elementi del manierismo e del barocco, mentre gli interni custodivano diverse opere d'arte. La facciata era caratterizzata da un portale, incorniciato da due colonne tortili e da un fastigio curvilineo, contenente lo stemma di Genova. L'interno era ad unica navata con cappelle laterali. La volta a botte dell'aula si presentava decorata a cassettoni. La chiesa venne distrutta dai bombardamenti il 13 maggio del 1943, durante la seconda guerra mondiale. Finita la guerra, si pensò alla ricostruzione della chiesa dell'arciconfraternita dei Genovesi. Un primo progetto, risalente al 1947, prevedeva la ricostruzione dell'edificio nell'area della chiesa distrutta, in via Manno (questo terreno venne invece successivamente venduto al gruppo La Rinascente). Il progetto definitivo, da realizzarsi nella zona di Monte Urpinu, in un quartiere periferico in rapida espansione, venne ideato da Marco Piloni e Francesco Giachetti nel 1957. La chiesa divenne sede della parrocchia eretta il 23 novembre 1964 dall'arcivescovo Paolo Botto e da lui stesso venne consacrata il 23 novembre 1967. Nel 2001 venne realizzata la scalinata, prevista nel progetto del '57, che collega la chiesa alla sottostante via Scano. L'attuale chiesa, a pianta centrale, presenta esternamente otto facce, costituite da alte arcate paraboloidali, all'interno delle quali si alternano pareti in muratura e vetrate. Ciascuno degli otto "spicchi" che costituiscono l'edificio è raccordato a una lanterna, situata al centro e nella parte alta della chiesa. Il portale è sormontato dallo stemma di Genova, recante il motto LIBERTAS, recuperato dalle macerie dell'antica chiesa. L'interno è caratterizzato dalla luminosità che filtra dalle grandi vetrate colorate, in cui sono i disegni di Rolando Monti che rappresentano gli strumenti della passione di Cristo. Alle quattro vetrate, come già accennato, si alternano quattro pareti in muratura, in cui le pitture monocromatiche di Dino Fantini raffigurano vicende della vita dei santi Giorgio e Caterina, la Madonna (sopra l'arco del presbiterio) e infine i membri dell'arciconfraternita dei Genovesi mentre visionano il progetto della nuova chiesa (parete sopra l'ingresso). L'interno del tempio è ornato da opere d'arte e memorie provenienti dalla chiesa distrutta. Il presbiterio, recentemente restaurato, risulta alterato rispetto alla sistemazione originaria; non è più presente la balaustra, mentre l'altare maggiore con l'antico tabernacolo seicentesco è stato sostituito dalla sede del celebrante, sormontata dal Crocifisso ligneo del 1740 (precedentemente collocato nella seconda cappella a destra). L'opera, attribuita a un allievo di Anton Maria Maragliano, si staglia sullo sfondo delle canne dell'organo. Al centro dell'area presbiteriale si trova la mensa marmorea, consacrata dall'arcivescovo Giuseppe Mani il 26 aprile 2008. Le sei cappelle laterali ospitano alcune opere d'arte, come la piccola statua in corallo della Vergine di Adamo (terza cappella a sinistra), che la tradizione vuole rinvenuta in mare, all'interno di una conchiglia nel XVII secolo da un capitano genovese di nome Adamo. La piccola statua, molto venerata in passato, è collocata al centro di una raggiera dorata, ornata con pietre preziose, opera di Federico Melis. Nella stessa cappella, sotto la mensa dell'altare, si trova un pezzo di terra portato da Nikolajewka sul Don, dono degli Alpini in memoria dei caduti sardi nell'ultima battaglia della ritirata e di tutti i caduti. Tra una cappella e l'altra sono collocate antiche lampade lignee processionali. Altre opere sono custodite nel museo dell'arciconfraternita, nei locali adiacenti alla chiesa. Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Franco Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, Nuoro, Ilisso Edizioni, 2001, ISBN 88-87825-35-1. Chiese di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Giorgio e Caterina Sito ufficiale, su santigiorgioecaterina.it. Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Cagliari, Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, su sardegnacultura.it. URL consultato il 9 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, su Monumenti aperti. URL consultato il 9 novembre 2023.

Museo dell'arciconfraternita dei Genovesi

Il museo dell'arciconfraternita dei Genovesi si trova a Cagliari, in via Gemelli, presso la sede dell'arciconfraternita dei Santi Martiri Giorgio e Caterina dei Genovesi, adiacente all'omonima chiesa, nel quartiere Monte Urpinu. Il museo è costituito da una raccolta di testimonianze storico - artistiche legate all'arciconfraternita dei Genovesi, fondata a Cagliari alla fine del XVI secolo e tuttora esistente. Le sale al piano terra del museo ospitano dipinti, sculture, suppellettili e paramenti liturgici, custoditi in passato presso l'antica sede dell'arciconfraternita, la chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, costruita in via Manno, nel quartiere Marina, e distrutta dai bombardamenti il 13 maggio 1943. Tra i dipinti, di particolare rilievo sono: La Madonna della città, opera seicentesca di scuola genovese, raffigurante la Madonna col Bambino, tra angeli, mentre offrono a san Bernardino le chiavi della città di Genova, rappresentata ai loro piedi con le mura e la caratteristica Lanterna. Cristo e Maria offrono il rosario a santi domenicani, opera di Giovanni Bernardino Azzolino, databile tra il 1620 e il 1630. Madonna con il Bambino e i santi Giorgio e Caterina, opera seicentesca del genovese Giovanni Andrea De Ferrari, collocata sull'altare maggiore dell'antica chiesa. Tra le sculture, si conserva un'opera dell'artista ligure Giuseppe Anfosso, allievo del genovese Pasquale Navone; l'opera, giunta da Genova nel 1792, è un gruppo scultoreo in legno policromo che raffigura il Martirio di santa Caterina. Diversi sono gli oggetti d'argento custoditi nel museo, tra cui una croce astile del XVII secolo, un ostensorio del XVIII secolo, il turibolo e la navicella per l'incenso del XIX secolo. Queste ultime sono opera dell'argentiere Luigi Montaldo (1782 - 1867), nato a Genova ma trasferitosi a Cagliari nei primi anni dell'800, membro dell'arciconfraternita dei Genovesi dal 1832. Interessante anche l'esposizione delle antiche vesti liturgiche, come la pianeta del XVII secolo, con ricamate le effigi dei santi Giorgio e Caterina e lo stemma di Genova. Al primo piano sono invece custoditi alcuni importanti documenti della storia dell'arciconfraternita, tra cui il volume in pergamena del 1596, redatto in lingua italiana, contenente lo statuto dell'associazione. Cagliari Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina Sito ufficiale, su web.tiscali.it. Cagliari, Museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi, su sardegnacultura.it. URL consultato il 30 agosto 2023. Museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi, su Touring Club Italiano. URL consultato il 30 agosto 2023. Museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi, su Ministero della cultura. URL consultato il 30 agosto 2023.

Parco di Monte Urpinu
Parco di Monte Urpinu

Il parco di Monte Urpinu è un parco cittadino di Cagliari, situato nell'omonimo quartiere. È la prima area verde della città per estensione, nonché la più antica. Nel XIV secolo a.C. sul punto più elevato dell'omonimo monte fu eretto il nuraghe Bianco, attualmente rimangono soltanto poche parti della cinta muraria poiché i massi calcarei utilizzati per la sua costruzione furono riutilizzati e sono comunque poco resistenti alle intemperie. Si presentava simile al complesso di Su Nuraxi ed era uno dei nuraghi più importanti dell'isola, presentando un muro di oltre 20 m. L'archeologo Giovanni Spano riporta che il toponimo derivi dal latino mons vulpinus, il monte sul quale trova sede il parco era infatti un tempo popolato da volpi, conigli, pernici e cinghiali. Nel tempo il bosco presente si ridimensionò fino a sparire, venendo sfruttato per il suo legname. Nel 1536 il Regno di Sardegna emise infatti un'ordinanza per contrastare il fenomeno del diboscamento illegale. GIà nel 1819 Alberto La Marmora proponeva di impiantare il Pinus pinaster, nel 1870 fu effettuato un rimboschimento con esemplari della specie Pinus halepensis sull'omonimo colle, curato dall'agronomo Rafaele Pischedda e ordinato da Edmondo Sanjust di Teulada. Nel 1930 l'Aeronautica militare costruì nel parco e nello stagno di Molentargius un deposito sotterraneo di carburanti, successivamente ampliato negli anni 1980. I ventidue serbatoi di carburante erano collegati, tramite condotte, al porto (zona "Su siccu") e agli aeroporti di Decimomannu ed Elmas. Nell'agosto del 2007 il deposito viene dismesso, ed è stato possibile visitarlo nel 2017. Il 12 febbraio 1939 il Comune di Cagliari acquistò il terreno per 1 000 000 L.. Nel 1954 effettuò un secondo rimboschimento, mentre negli anni 1980 creò cinque laghi artificiali, un campo da tennis ed una strada panoramica attorno al parco, viale Europa. Nel corso del 2022 la morte di alcuni esemplari di pavone ha rivelato la presenza di un focolaio di influenza aviaria, per questo motivo sono stati abbattuti 228 esemplari di uccelli come misura precauzionale, scatenando la protesta della città. È stato riaperto dopo circa un mese ed è in corso il ripopolamento. Oggi il parco si estende per 350000 m² ed è dotato di 14 km di viali, con suggestivi punti di vista su Cagliari e il Campidano, lo stagno di Molentargius e la spiaggia del Poetto (Su Poettu), trovandosi a 98 m s.l.m.. Il viale Europa lo percorre sulla cresta in tutta la sua lunghezza. Le specie botaniche più diffuse, non tutte spontanee ma adatte al clima mediterraneo caldo e semiarido e al suolo roccioso calcareo, sono il pino d'Aleppo, l'olivastro, il carrubo, il leccio, il lentisco, l'euforbia arborea, l'alimo, l'alaterno, la fillirea, il bagolaro, il pino delle Canarie. Tra gli animali che dimorano nel parco vi sono cigni, gallinelle d'acqua, germani reali, oche, raganelle, tartarughe e pavoni. Il parco è abitato, inoltre, da una colonia di gatti recentemente dotata di cucce. Le stesse possono ospitare fino a quattro esemplari e proteggono gli animali in caso di precipitazioni. Antonio Romagnino e Ludovica Romagnino, Cagliari, collana Le guide, 3ª ed., Edizioni Della Torre, 4 giugno 2018, ISBN 978-8873434825. Monte Urpinu Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul parco di Monte Urpinu Sito ufficiale, su comune.cagliari.it. Monte Urpinu, su SardegnaTurismo. URL consultato il 24 agosto 2023. Parco urbano di Monte Urpinu, su Touring Club Italiano. URL consultato il 24 agosto 2023. Parco di Monte Urpinu, su Associazione Parchi e Giardini d'Italia. URL consultato il 24 agosto 2023.

Stazione di Cagliari Piazza Repubblica
Stazione di Cagliari Piazza Repubblica

La stazione di Cagliari Piazza Repubblica è una stazione ferroviaria, ed in seguito tranviaria, al servizio del comune di Cagliari. Fu il capolinea della ferrovia Cagliari-Isili nel capoluogo sardo dal 1968 al 2004, e, dopo lavori di adattamento e ristrutturazione, dal 2008 costituisce il capolinea della linea 1 della rete tranviaria di Cagliari. La stazione cagliaritana di Piazza Repubblica nacque nel secondo dopoguerra, quando prese forma l'intenzione di spostare il capolinea cagliaritano della ferrovia per Isili dall'originaria sede di viale Bonaria: l'area del principale scalo cagliaritano delle Ferrovie Complementari della Sardegna infatti era stata destinata dal piano regolatore comunale all'edificazione di un centro direzionale, inoltre il primo tratto della ferrovia intersecava alcune arterie stradali piuttosto trafficate del capoluogo sardo. Varie furono le sedi proposte per accogliere i treni a scartamento ridotto delle FCS, ma il Ministero dei trasporti pose come condizione per lo spostamento la scelta di uno scalo posto in posizione non periferica (in modo da non disincentivare l'utilizzo del treno) nonché la realizzazione dell'intervento senza costi per lo Stato. Venne quindi scelta una soluzione di compromesso, spostando i depositi, le officine e la direzione compartimentale delle FCS a Monserrato (all'epoca frazione di Cagliari), in una nuova stazione situata in prossimità della SS 554, da raccordare inoltre con una sorta di circonvallazione ferroviaria alla stazione FS cagliaritana (i lavori della ferrovia Monserrato-San Paolo non furono tuttavia mai portati a termine). Come capolinea venne invece scelta l'area compresa tra le centrali piazza Repubblica e via Dante, al progressivo chilometrico 1+165 della ferrovia, subito dopo il passaggio a livello che attraversava all'epoca la piazza. Il 1º dicembre 1968 il cambiamento di capolinea divenne operativo, e da allora i treni FCS si attestarono nel piccolo scalo di piazza Repubblica. Nel 1989 la struttura passò alle neonate Ferrovie della Sardegna, nate dalla fusione tra FCS e Strade Ferrate Sarde. Negli anni novanta la struttura iniziò a essere interessata anche a un servizio ferroviario di tipo metropolitano, che collegò la stazione con varie fermate situate nel tragitto tra piazza Repubblica e la stazione di Monserrato. Lo stesso tragitto sarà poi interessato all'inizio del nuovo millennio al progetto delle FdS per la realizzazione di una rete tranviaria per Cagliari e il suo hinterland: la prima delle linee della nuova infrastruttura a essere realizzata fu proprio quella frutto della riconversione del tratto urbano della ferrovia, tra piazza Repubblica e Monserrato. Per questo nel 2004 lo scalo di piazza Repubblica fu definitivamente chiuso al traffico ferroviario e il capolinea fu avanzato alla stazione di Largo Gennari, realizzata per svolgere le funzioni di impianto terminale sino alla chiusura al traffico ferroviario del tratto cagliaritano della linea per Isili. Con l'avvio dei lavori della tranvia l'edificio della stazione di piazza Repubblica fu demolito e al suo posto ne fu eretto uno nuovo, stavolta a più piani. Il costo complessivo degli interventi di ristrutturazione dello scalo (escluso lo spiazzo antistante l'ingresso di piazza Repubblica) fu di poco inferiore ai 780.000€. Il 17 marzo 2008 in occasione dell'apertura al pubblico della linea 1 della rete tranviaria cagliaritana fu inaugurato anche il rinnovato impianto di Piazza Repubblica, attivo da allora come terminal dei tram diretti verso Monserrato. Sempre nel 2008 le FdS vennero regionalizzate prendendo il nome di ARST Gestione FdS, per poi venire inglobate nell'ARST nel 2010, che da allora è il gestore dell'impianto. Da sottolineare inoltre che lo scalo, pur mantenendo caratteristiche di impianto di testa, è stato progettato con la possibilità di adattarlo a fermata passante, come previsto dal progetto per la realizzazione del tracciato tranviario tra lo scalo e la stazione RFI del capoluogo sardo. Lo scalo cagliaritano di Piazza Repubblica fu realizzato con le caratteristiche di stazione di testa nel lato nord ovest dell'omonima piazza del capoluogo sardo. La stazione fu costruita troncando la curva che, in direzione viale Bonaria, immetteva nel passaggio a livello di piazza Repubblica e per i servizi all'utenza fu costruito un piccolo fabbricato a un piano (più terrazzo) a pianta rettangolare, il cui ingresso si trovava in via Dante, mentre un secondo ingresso in piazza Repubblica fu chiuso con due serrande, davanti alle quali fino ai lavori di ristrutturazione per la tranvia erano ancora presenti gli spezzoni delle vecchie rotaie che portavano all'originario capolinea di viale Bonaria. La gestione del traffico ferroviario avveniva in loco, ad opera del locale Dirigente Movimento. La stazione durante l'attività ferroviaria presentava una banchina alle estremità laterali dei due binari, prive di copertura, a cui se ne aggiunse una terza in un secondo momento tra i due binari. Tutte le banchine erano collegate tra loro dietro il fine corsa dei binari. Con i lavori di ristrutturazione della stazione a metà anni 2000 il vecchio fabbricato viaggiatori fu abbattuto, e sostituito da uno nuovo, con pianta a L, esteso su più piani e realizzato con uno stile minimalista, atto ad ospitare anche alcuni uffici per la gestione dell'infrastruttura tranviaria. Lo scalo mantiene tuttavia la configurazione a due binari tronchi, mentre le banchine sono state ristrutturate e dotate di una pensilina metallica centrale sorretta da una serie di portali larghi quanto le banchine esterne dell'impianto. Dal punto di vista delle relazioni ferroviarie la stazione, al momento della chiusura a tale tipo di esercizio, ospitava i treni delle Ferrovie della Sardegna diretti lungo la linea per Isili, di cui era il capolinea meridionale. Inoltre dalla metà degli anni novanta la stazione fu capolinea del servizio ferroviario metropolitano delle FdS, che permetteva di raggiungere varie fermate urbane a Cagliari e Monserrato nonché le stazioni di Pirri e quella capolinea di Monserrato. Dal 2008 lo scalo è capolinea meridionale della linea 1 della rete tranviaria di Cagliari, i cui tram effettuano relazioni aventi come altro estremo la fermata di Monserrato Policlinico. La stazione sia prima che dopo la riconversione tranviaria comprendeva in un locale accessibile dal muro di recinzione sul lato est i servizi igienici, ed era inoltre dotato di una biglietteria a sportello e di una area di attesa per i passeggeri. Tali caratteristiche permangono anche dopo la riapertura per l'impiego tranviario del 2008, con in aggiunta la presenza di una biglietteria automatica. Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Sala d'attesa Servizi igienici Dinanzi all'ingresso della stazione sul lato di via Dante è presente una fermata in cui effettuano sosta i servizi di autolinee extraurbane dell'ARST, oltre che le linee filoviarie 30 e 31 del CTM. Varie autolinee urbane di quest'ultima società osservano inoltre fermata nelle vicinanze dell'impianto, all'altro capo della piazza Repubblica e nella vicina via Alghero. Fermata filobus (via Dante stazione Metrò, linee 30 e 31) Fermata autobus Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0. Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978. Cagliari Ferrovia Cagliari-Isili Rete tranviaria di Cagliari Stazione di Cagliari (FCS) Stazione di Monserrato

Chiesa di San Benedetto (Cagliari)
Chiesa di San Benedetto (Cagliari)

La chiesa di San Benedetto è un edificio religioso della città di Cagliari. Si trova nel centralissimo quartiere di San Benedetto, nella zona est della città, che prende il nome proprio da questa chiesa e che si sviluppò a partire dalla prima metà del XX secolo, dall'espansione del quartiere storico di Villanova. La chiesa sorge lungo un'importante arteria cittadina, la via San Benedetto, ma l'ingresso principale si trova su una traversa, la via Verdi. Il tempio e l'attiguo convento vennero fondati nel 1643, per volere del nobile di origine genovese don Benedetto Nater che, in segno di devozione a san Francesco, volle donarli ai frati cappuccini.La chiesa venne intitolata a san Benedetto da Norcia, santo di cui il Nater portava il nome. Il convento ospitò i novizi dei cappuccini; tra questi, nel 1721, anche Vincenzo Peis, il futuro sant'Ignazio da Laconi.Il convento venne chiuso nel 1855, in seguito alla legge di soppressione degli ordini religiosi; utilizzati per gli impieghi più disparati, chiesa e convento caddero presto in rovina.Nel 1923 il sacerdote mons. Virgilio Angioni ottenne dal comune di Cagliari l'autorizzazione di rimettere in sesto e utilizzare il complesso di San Benedetto, come sede dell'Opera del Buon Pastore, un'istituzione caritatevole da lui fondata.Intanto cominciavano a essere edificati nell'area intorno alla chiesa, fino ad allora in aperta campagna, i primi palazzi di quello che sarebbe diventato uno dei più importanti quartieri della città moderna.Nel 1933 San Benedetto divenne parrocchia succursale della collegiata di San Giacomo a Villanova e, nel 1946, prima chiesa parrocchiale della neo parrocchia di San Benedetto. Era una sede provvisoria, date le modeste dimensioni dell'edificio e il numero sempre in crescita degli abitanti del nuovo quartiere; infatti, nel 1957 si inaugurò la nuova parrocchiale, la chiesa di Santa Lucia.La chiesa è tuttora aperta al culto, officiata dai padri gesuiti; il convento è abitato dalle suore del Buon Pastore. La chiesa di San Benedetto si presenta con il prospetto principale, caratterizzato dal portale in stile gotico, sovrastato da due piccoli oculi. La facciata è chiusa da terminale piatto con merlatura, soluzione quest'ultima, tipica di molte chiese in stile gotico aragonese della provincia di Cagliari, come le parrocchiali di Sestu e Assemini L'interno, come l'esterno, è semplice, a una navata voltata a botte, con due cappelle sul lato destro; nella prima cappella è un altare marmoreo, sotto il quale si trova una scultura lignea del Cristo morto, del XVII secolo. Dietro il presbiterio, nell'antico coro dei frati, oggi cappella privata delle suore, si trova una pala raffigurante la Crocifissione, del XVII secolo, opera del pittore Pantaleo Calvi. Vi si trova inoltre la tomba del venerabile monsignor Angioni, meta della devozione dei fedeli. Il sacerdote quartese monsignor Virgilio Angioni (1878 - 1947) fu anche modesto pittore: nella chiesa di San Benedetto sono sue due opere nella cappella privata delle Suore del Buon Pastore, ovvero quella raffigurante il Buon Pastore e l'altra raffigurante il Crocifisso.Inoltre dipinse una buona copia del trittico, conservato nel tesoro della Cattedrale, attribuito al fiammingo Rogier van der Weyden, collocata nella cappella della Sacra Spina al posto dell'originale, esposto in Duomo solo nell'occasione del 15 agosto. Nel convento, una volta noviziato dei cappuccini, si può ancora visitare la piccola cella, trasformata in cappella, in cui visse Fra Ignazio; adiacente si trova una scala di collegamento con i piani superiori. Nel primo pianerottolo, dentro una nicchia, vi è una piccola statua della Madonna, detta della Consolazione, copia dell'originale in alabastro oggi conservata nel Santuario di Sant'Ignazio.Come vuole la leggenda, tale statua avrebbe parlato a Fra Ignazio, dopo che questi l'ebbe invocata per ricevere aiuto nel portare una pesante brocca d'acqua lungo la scala, essendo il frate di costituzione debole. La Madonna, tramite la statua, avrebbe risposto, pronunciando parole di conforto. La lapide posta a ricordo dell'evento recita: Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Cagliari Chiese di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Benedetto Chiesa di San Benedetto, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Biografia di mons. Angioni in santiebeati.it, su santiebeati.it. Parrocchia di S. Benedetto, Cagliari, su parrocchiasanbenedettocagliari.it. Chiesa di San Benedetto, su Monumenti aperti. URL consultato il 10 novembre 2023. Chiesa di San Benedetto, su Catalogo generale del patrimonio culturale italiano.

San Benedetto (Cagliari)
San Benedetto (Cagliari)

San Benedetto è un quartiere di Cagliari di 7 921 abitanti. Risalgono agli anni '30 le costruzioni che diedero vita al primo nucleo abitativo, nei pressi della piazza principale, ubicate in aperta campagna nella strada di collegamento (l'allora via Quartu) tra Cagliari e il vicino centro di Quartu Sant'Elena. Solo vent'anni più tardi, soprattutto grazie all'imponente necessità di abitazioni da parte dei cittadini che avevano perduto le loro durante la guerra, il quartiere fu protagonista, insieme ad altri rioni della stessa città, di una rapida espansione edilizia che lo vide crescere e occupare zone sino ad allora del tutto periferiche. Ultimata in pochi anni la costruzione dei palazzi, San Benedetto assunse, sulla pianta di Cagliari, l'attuale forma poligonale, con centro nell'omonima piazza e vertici corrispondenti ad altri punti centrali della città, più o meno giovani all'epoca: piazza Repubblica, piazza Garibaldi, piazza Dante (l'odierna piazza Giovanni XXIII) e piazza Palestrina (l'odierno largo Gennari). Il quartiere, come appare evidente, ha una denominazione collegata a fattori religiosi e in particolare alla chiesa di San Benedetto, luogo di culto attiguo al convento di suore dell'Opera Buon Pastore. Fu questa la prima parrocchia del quartiere nascente e mantenne tale ruolo sino al 1957, anno coincidente con l'inaugurazione di una chiesa dalle maggiori dimensioni, rapportate a quelle del rione in continua espansione, intitolata a Santa Lucia e ubicata nella via Donizetti. Tale centro, oltre alla chiesa, ospita la casa parrocchiale, una casa famiglia, le aule per il catechismo e i campetti da pallavolo e calcio a 5. Santa Lucia rappresenta perciò un importante punto di aggregazione per giovani e adulti. In piazza Giovanni XXIII si trova poi la chiesa di San Paolo, inaugurata negli anni 1950. Anche questo quartiere contribuisce al primato di Cagliari, che da un rapporto Apat risulta, insieme a Verona, la città più verde d'Italia. La via Dante, una delle più lunghe dell'intera città, costeggia l'intero quartiere con tre file di alberi: due laterali e una centrale che separa le carreggiate. Ha a tutti gli effetti l'aspetto di un viale, ma la sua denominazione resta quella di "via" poiché all'origine era più breve e sprovvista di alberi, che furono aggiunti man mano che essa prendeva una sua forma e lunghezza. Ricche di verde anche le vie San Benedetto, Pacinotti, Paoli, Petrarca e Pergolesi, in aggiunta alle piazze Galilei, Michelangelo (ex piazza Pascoli), Palestrina e San Benedetto (la quale dai primi anni '50 diede anch'essa il suo ingente contributo al verde cittadino grazie ad una grande aiuola a forma circolare posta al centro e utile alla regolazione del traffico, ora (7/12/2011) ricostruita). Abitanti censiti A San Benedetto sono presenti scuole elementari, medie e, in gran numero, asili nido e scuole materne. Nella via Rossini sorge un edificio adibito, anni addietro, a scuola superiore e sfruttato attualmente per diversi scopi e nella stessa strada è presente la circoscrizione numero 4 (ex numero 5) di San Benedetto. Di notevole importanza, per la sua posizione, l'ufficio postale numero 10 situato nella via dalla quale assume il nome l'intero quartiere e la clinica che si trova nella via Dante. Oltre ad essi si contano, specie nelle strade consacrate allo shopping (le vie Dante, Paoli e Pergolesi) un centinaio di negozi adibiti alla vendita di capi d'abbigliamento firmati, articoli per la casa, mercerie, bar, ristoranti, locali notturni, supermercati e rivendite di alimentari al dettaglio, insieme ai grandi magazzini Oviesse e COIN. Famoso anche al di fuori dei confini nazionali (primato per estensione a livello europeo) e imponente per la sua stazza e per la posizione di dominio che occupa nel punto più alto del quartiere, il mercato di San Benedetto rappresenta forse il simbolo e il luogo più noto in riferimento al rione. La sua costruzione fu resa necessaria per la contemporanea demolizione del vecchio mercato civico situato nel largo Carlo Felice. Esso fu inaugurato il 1º giugno 1957 e vanta una superficie di circa 8000 metri quadrati, distribuiti su due piani adibiti alla vendita, ciascuno, di diversi prodotti. Il piano terra offre svariate qualità di pesci, crostacei, molluschi e altri prodotti marini, mentre il primo piano propone carni, frutta, verdura, pane, salumi, formaggi e dolci tipici sardi. L'edificio esternamente è circondato da numerose bancarelle che si occupano del commercio di prodotti nettamente differenti da quelli reperibili al mercato, come capi d'abbigliamento, stoviglie e oggetti per la casa, piante e fiori. Per questi motivi le vie Cocco Ortu e Tiziano, che costeggiano tale luogo, sono rinomate per la loro caoticità, specie durante le ore mattutine, durante le quali il commercio è in piena attività al mercato. Il quartiere vanta, tra le sue vie, alcune famose in tutta la città per i servizi particolari che offrono al pubblico: Via Dante, la più estesa in lunghezza (più di 1 chilometro) è ricca di negozi, alcuni divenuti storici ormai, incentrati soprattutto sulla vendita di abbigliamento più o meno costoso, giocattoli, profumi e cosmetici, gioielli, banche, parruccherie, paninoteche e bar aperti anche sino a notte inoltrata. Di notevole importanza la clinica "Villa Elena", situata quasi al termine della via e famosa soprattutto per il suo reparto natività. Via Paoli, seppur con minor estensione, presenta una tipologia simile alla strada precedente e vanta ben due profumerie e, insieme ai negozi d'abbigliamento, quelli dedicati alla vendita di articoli da disegno e pittura e per la telefonia. Via Pergolesi ha un aspetto simile alla via Paoli, risulta però più ampia in larghezza. I suoi negozi esposti sulla strada, alternati più di frequente con portoni di abitazioni, sono specializzati nella vendita di abbigliamento femminile e per bambini di altà qualità, insieme a quelli dedicati ai generi alimentari o ai cosmetici. Via San Benedetto è la strada storica del quartiere, la prima ad aver preso forma laddove si trovava esclusivamente campagna. Qui sorgevano convento e chiesa e, intorno ad essi, si svilupparono abitazioni e negozi di vario genere, soprattutto fast food, bar e pizzerie da asporto. Per la sua importanza nel collegamento tra le città di Cagliari e Quartu Sant'Elena, tale via veniva ricordata dalla gente in passato col nome di via Quartu. Lo stesso discorso non si può affrontare per le restanti strade del quartiere, poiché nate in un'epoca moderna senza ricalcare precedenti sentieri di collegamento con rispettive denominazioni. È attraversato dai mezzi di trasporto pubblici CTM (autobus delle linee 1, 3, 6, 29, M; filobus numero 30 e 31 e navetta CEP-Mercato San Benedetto), ARST e da autobus di altre aziende, i quali sfruttano la posizione strategica del quartiere come collegamento tra Cagliari e alcuni comuni dell'hinterland, in primis quello di Quartu Sant'Elena. In origine, invece, nella piazza San Benedetto transitava uno dei tram cittadini che viaggiava su binari ormai eliminati perché inutilizzati col tempo. Lo stesso mezzo di trasporto, anni addietro, limitava la sua tratta all'adiacente via Paoli, poiché evidentemente non si riscontrava il bisogno primario di raggiungere una zona all'epoca quasi deserta. Attraverso il quartiere si estende parte della rete che collega Cagliari col comune di Monserrato tramite la linea 1 della Rete tranviaria di Cagliari, di cui è presente in esso la stazione terminale, situata in piazza Repubblica, oltre alla fermata Gennari e agli incroci tra auto e tram, regolati da semafori, nella via Puccini e nel largo Gennari Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Benedetto