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Palazzina Lixi

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Palazzina LIXI N
Palazzina LIXI N

La palazzina Lixi, detta anche palazzina Lixi-Contini, è un edificio residenziale sito a Cagliari, all'angolo tra via Settembrini e via Paoli, in una zona che nel periodo compreso tra le due guerre mondiali era nel pieno dello sviluppo edilizio che comportò, a partire dall'espansione del quartiere di Villanova, alla nascita del trafficato quartiere di San Benedetto. La palazzina prende il nome dal progettista e primo proprietario, l'ingegnere Gaetano Lixi Delogu (1899-1995), ed è molto nota per la decorazione esterna realizzata da Francesco Ciusa. La sua edificazione avviene nell'arco di due anni, tra il 1932 e il 1933. Danneggiato dai bombardamenti aerei del 1943, l'edificio è stato completamente restaurato, sia negli aspetti strutturali che decorativi, nei primi anni del dopoguerra. La costruzione, di quattro piani fuori terra ed in posizione angolare, presenta un corpo ad "elle", con facciata principale su via Settembrini e secondaria su via Paoli. Entrambe le facciate sono caratterizzate da finestre, alcune delle quali sono ornate da balconcini semicircolari aggettanti. L'elemento più evidente è l'uso del colore, distribuito in maniera uniforme sulle facciate, e dovuto in parte all'utilizzo dell'intonaco rosa (basamento, lesene, cornici delle finestre, balconcini) e in parte alla tinteggiatura. In posizione adiacente all'edificio, tra via Settembrini e via Leopardi, si estende un ampio giardino con accesso carrabile. La palazzina, la cui progettazione è dovuta al lavoro dell'ingegner Gaetano Lixi Delogu, è nota anche per l'intervento di Francesco Ciusa, il quale si occupò in particolare delle rifiniture e delle decorazioni esterne realizzate con un particolare tipo di intonaco rosa screziato da lui progettato e suoi i bassorilievi raffiguranti caravelle, fontane ed elementi geometrici, disposti sui balconcini e sulle cornici delle finestre. Tra le decorazioni spicca, in posizione centrale sulla facciata principale, la testa della Gorgona Rondanini realizzata su modelli di Bice Lixi Delogu all'atto della ricostruzione delle parti distrutte dal bombardamento del 1943. Rossana Bossaglia, Francesco Ciusa, Nuoro, Ilisso, 1990. F. Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001 Caterina Ghisu - Tullio Tidu, Lavorare con lentezza. Il restauro di Palazzo Lixi a Cagliari, luglio 2023, https://remingtonletteraturacontemporanea.wordpress.com/2023/07/03/restaurare-con-lentezza/, . Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzina Lixi

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzina Lixi (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzina Lixi
Via Luigi Settembrini, Cagliari San Benedetto

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Via Luigi Settembrini 1
09128 Cagliari, San Benedetto
Sardegna, Italia
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Palazzina LIXI N
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Luoghi vicini

San Benedetto (Cagliari)
San Benedetto (Cagliari)

San Benedetto è un quartiere di Cagliari di 7 921 abitanti. Risalgono agli anni '30 le costruzioni che diedero vita al primo nucleo abitativo, nei pressi della piazza principale, ubicate in aperta campagna nella strada di collegamento (l'allora via Quartu) tra Cagliari e il vicino centro di Quartu Sant'Elena. Solo vent'anni più tardi, soprattutto grazie all'imponente necessità di abitazioni da parte dei cittadini che avevano perduto le loro durante la guerra, il quartiere fu protagonista, insieme ad altri rioni della stessa città, di una rapida espansione edilizia che lo vide crescere e occupare zone sino ad allora del tutto periferiche. Ultimata in pochi anni la costruzione dei palazzi, San Benedetto assunse, sulla pianta di Cagliari, l'attuale forma poligonale, con centro nell'omonima piazza e vertici corrispondenti ad altri punti centrali della città, più o meno giovani all'epoca: piazza Repubblica, piazza Garibaldi, piazza Dante (l'odierna piazza Giovanni XXIII) e piazza Palestrina (l'odierno largo Gennari). Il quartiere, come appare evidente, ha una denominazione collegata a fattori religiosi e in particolare alla chiesa di San Benedetto, luogo di culto attiguo al convento di suore dell'Opera Buon Pastore. Fu questa la prima parrocchia del quartiere nascente e mantenne tale ruolo sino al 1957, anno coincidente con l'inaugurazione di una chiesa dalle maggiori dimensioni, rapportate a quelle del rione in continua espansione, intitolata a Santa Lucia e ubicata nella via Donizetti. Tale centro, oltre alla chiesa, ospita la casa parrocchiale, una casa famiglia, le aule per il catechismo e i campetti da pallavolo e calcio a 5. Santa Lucia rappresenta perciò un importante punto di aggregazione per giovani e adulti. In piazza Giovanni XXIII si trova poi la chiesa di San Paolo, inaugurata negli anni 1950. Anche questo quartiere contribuisce al primato di Cagliari, che da un rapporto Apat risulta, insieme a Verona, la città più verde d'Italia. La via Dante, una delle più lunghe dell'intera città, costeggia l'intero quartiere con tre file di alberi: due laterali e una centrale che separa le carreggiate. Ha a tutti gli effetti l'aspetto di un viale, ma la sua denominazione resta quella di "via" poiché all'origine era più breve e sprovvista di alberi, che furono aggiunti man mano che essa prendeva una sua forma e lunghezza. Ricche di verde anche le vie San Benedetto, Pacinotti, Paoli, Petrarca e Pergolesi, in aggiunta alle piazze Galilei, Michelangelo (ex piazza Pascoli), Palestrina e San Benedetto (la quale dai primi anni '50 diede anch'essa il suo ingente contributo al verde cittadino grazie ad una grande aiuola a forma circolare posta al centro e utile alla regolazione del traffico, ora (7/12/2011) ricostruita). Abitanti censiti A San Benedetto sono presenti scuole elementari, medie e, in gran numero, asili nido e scuole materne. Nella via Rossini sorge un edificio adibito, anni addietro, a scuola superiore e sfruttato attualmente per diversi scopi e nella stessa strada è presente la circoscrizione numero 4 (ex numero 5) di San Benedetto. Di notevole importanza, per la sua posizione, l'ufficio postale numero 10 situato nella via dalla quale assume il nome l'intero quartiere e la clinica che si trova nella via Dante. Oltre ad essi si contano, specie nelle strade consacrate allo shopping (le vie Dante, Paoli e Pergolesi) un centinaio di negozi adibiti alla vendita di capi d'abbigliamento firmati, articoli per la casa, mercerie, bar, ristoranti, locali notturni, supermercati e rivendite di alimentari al dettaglio, insieme ai grandi magazzini Oviesse e COIN. Famoso anche al di fuori dei confini nazionali (primato per estensione a livello europeo) e imponente per la sua stazza e per la posizione di dominio che occupa nel punto più alto del quartiere, il mercato di San Benedetto rappresenta forse il simbolo e il luogo più noto in riferimento al rione. La sua costruzione fu resa necessaria per la contemporanea demolizione del vecchio mercato civico situato nel largo Carlo Felice. Esso fu inaugurato il 1º giugno 1957 e vanta una superficie di circa 8000 metri quadrati, distribuiti su due piani adibiti alla vendita, ciascuno, di diversi prodotti. Il piano terra offre svariate qualità di pesci, crostacei, molluschi e altri prodotti marini, mentre il primo piano propone carni, frutta, verdura, pane, salumi, formaggi e dolci tipici sardi. L'edificio esternamente è circondato da numerose bancarelle che si occupano del commercio di prodotti nettamente differenti da quelli reperibili al mercato, come capi d'abbigliamento, stoviglie e oggetti per la casa, piante e fiori. Per questi motivi le vie Cocco Ortu e Tiziano, che costeggiano tale luogo, sono rinomate per la loro caoticità, specie durante le ore mattutine, durante le quali il commercio è in piena attività al mercato. Il quartiere vanta, tra le sue vie, alcune famose in tutta la città per i servizi particolari che offrono al pubblico: Via Dante, la più estesa in lunghezza (più di 1 chilometro) è ricca di negozi, alcuni divenuti storici ormai, incentrati soprattutto sulla vendita di abbigliamento più o meno costoso, giocattoli, profumi e cosmetici, gioielli, banche, parruccherie, paninoteche e bar aperti anche sino a notte inoltrata. Di notevole importanza la clinica "Villa Elena", situata quasi al termine della via e famosa soprattutto per il suo reparto natività. Via Paoli, seppur con minor estensione, presenta una tipologia simile alla strada precedente e vanta ben due profumerie e, insieme ai negozi d'abbigliamento, quelli dedicati alla vendita di articoli da disegno e pittura e per la telefonia. Via Pergolesi ha un aspetto simile alla via Paoli, risulta però più ampia in larghezza. I suoi negozi esposti sulla strada, alternati più di frequente con portoni di abitazioni, sono specializzati nella vendita di abbigliamento femminile e per bambini di altà qualità, insieme a quelli dedicati ai generi alimentari o ai cosmetici. Via San Benedetto è la strada storica del quartiere, la prima ad aver preso forma laddove si trovava esclusivamente campagna. Qui sorgevano convento e chiesa e, intorno ad essi, si svilupparono abitazioni e negozi di vario genere, soprattutto fast food, bar e pizzerie da asporto. Per la sua importanza nel collegamento tra le città di Cagliari e Quartu Sant'Elena, tale via veniva ricordata dalla gente in passato col nome di via Quartu. Lo stesso discorso non si può affrontare per le restanti strade del quartiere, poiché nate in un'epoca moderna senza ricalcare precedenti sentieri di collegamento con rispettive denominazioni. È attraversato dai mezzi di trasporto pubblici CTM (autobus delle linee 1, 3, 6, 29, M; filobus numero 30 e 31 e navetta CEP-Mercato San Benedetto), ARST e da autobus di altre aziende, i quali sfruttano la posizione strategica del quartiere come collegamento tra Cagliari e alcuni comuni dell'hinterland, in primis quello di Quartu Sant'Elena. In origine, invece, nella piazza San Benedetto transitava uno dei tram cittadini che viaggiava su binari ormai eliminati perché inutilizzati col tempo. Lo stesso mezzo di trasporto, anni addietro, limitava la sua tratta all'adiacente via Paoli, poiché evidentemente non si riscontrava il bisogno primario di raggiungere una zona all'epoca quasi deserta. Attraverso il quartiere si estende parte della rete che collega Cagliari col comune di Monserrato tramite la linea 1 della Rete tranviaria di Cagliari, di cui è presente in esso la stazione terminale, situata in piazza Repubblica, oltre alla fermata Gennari e agli incroci tra auto e tram, regolati da semafori, nella via Puccini e nel largo Gennari Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Benedetto

Chiesa di San Benedetto (Cagliari)
Chiesa di San Benedetto (Cagliari)

La chiesa di San Benedetto è un edificio religioso della città di Cagliari. Si trova nel centralissimo quartiere di San Benedetto, nella zona est della città, che prende il nome proprio da questa chiesa e che si sviluppò a partire dalla prima metà del XX secolo, dall'espansione del quartiere storico di Villanova. La chiesa sorge lungo un'importante arteria cittadina, la via San Benedetto, ma l'ingresso principale si trova su una traversa, la via Verdi. Il tempio e l'attiguo convento vennero fondati nel 1643, per volere del nobile di origine genovese don Benedetto Nater che, in segno di devozione a san Francesco, volle donarli ai frati cappuccini.La chiesa venne intitolata a san Benedetto da Norcia, santo di cui il Nater portava il nome. Il convento ospitò i novizi dei cappuccini; tra questi, nel 1721, anche Vincenzo Peis, il futuro sant'Ignazio da Laconi.Il convento venne chiuso nel 1855, in seguito alla legge di soppressione degli ordini religiosi; utilizzati per gli impieghi più disparati, chiesa e convento caddero presto in rovina.Nel 1923 il sacerdote mons. Virgilio Angioni ottenne dal comune di Cagliari l'autorizzazione di rimettere in sesto e utilizzare il complesso di San Benedetto, come sede dell'Opera del Buon Pastore, un'istituzione caritatevole da lui fondata.Intanto cominciavano a essere edificati nell'area intorno alla chiesa, fino ad allora in aperta campagna, i primi palazzi di quello che sarebbe diventato uno dei più importanti quartieri della città moderna.Nel 1933 San Benedetto divenne parrocchia succursale della collegiata di San Giacomo a Villanova e, nel 1946, prima chiesa parrocchiale della neo parrocchia di San Benedetto. Era una sede provvisoria, date le modeste dimensioni dell'edificio e il numero sempre in crescita degli abitanti del nuovo quartiere; infatti, nel 1957 si inaugurò la nuova parrocchiale, la chiesa di Santa Lucia.La chiesa è tuttora aperta al culto, officiata dai padri gesuiti; il convento è abitato dalle suore del Buon Pastore. La chiesa di San Benedetto si presenta con il prospetto principale, caratterizzato dal portale in stile gotico, sovrastato da due piccoli oculi. La facciata è chiusa da terminale piatto con merlatura, soluzione quest'ultima, tipica di molte chiese in stile gotico aragonese della provincia di Cagliari, come le parrocchiali di Sestu e Assemini L'interno, come l'esterno, è semplice, a una navata voltata a botte, con due cappelle sul lato destro; nella prima cappella è un altare marmoreo, sotto il quale si trova una scultura lignea del Cristo morto, del XVII secolo. Dietro il presbiterio, nell'antico coro dei frati, oggi cappella privata delle suore, si trova una pala raffigurante la Crocifissione, del XVII secolo, opera del pittore Pantaleo Calvi. Vi si trova inoltre la tomba del venerabile monsignor Angioni, meta della devozione dei fedeli. Il sacerdote quartese monsignor Virgilio Angioni (1878 - 1947) fu anche modesto pittore: nella chiesa di San Benedetto sono sue due opere nella cappella privata delle Suore del Buon Pastore, ovvero quella raffigurante il Buon Pastore e l'altra raffigurante il Crocifisso.Inoltre dipinse una buona copia del trittico, conservato nel tesoro della Cattedrale, attribuito al fiammingo Rogier van der Weyden, collocata nella cappella della Sacra Spina al posto dell'originale, esposto in Duomo solo nell'occasione del 15 agosto. Nel convento, una volta noviziato dei cappuccini, si può ancora visitare la piccola cella, trasformata in cappella, in cui visse Fra Ignazio; adiacente si trova una scala di collegamento con i piani superiori. Nel primo pianerottolo, dentro una nicchia, vi è una piccola statua della Madonna, detta della Consolazione, copia dell'originale in alabastro oggi conservata nel Santuario di Sant'Ignazio.Come vuole la leggenda, tale statua avrebbe parlato a Fra Ignazio, dopo che questi l'ebbe invocata per ricevere aiuto nel portare una pesante brocca d'acqua lungo la scala, essendo il frate di costituzione debole. La Madonna, tramite la statua, avrebbe risposto, pronunciando parole di conforto. La lapide posta a ricordo dell'evento recita: Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Cagliari Chiese di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Benedetto Chiesa di San Benedetto, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Biografia di mons. Angioni in santiebeati.it, su santiebeati.it. Parrocchia di S. Benedetto, Cagliari, su parrocchiasanbenedettocagliari.it. Chiesa di San Benedetto, su Monumenti aperti. URL consultato il 10 novembre 2023. Chiesa di San Benedetto, su Catalogo generale del patrimonio culturale italiano.

Stazione di Cagliari Piazza Repubblica
Stazione di Cagliari Piazza Repubblica

La stazione di Cagliari Piazza Repubblica è una stazione ferroviaria, ed in seguito tranviaria, al servizio del comune di Cagliari. Fu il capolinea della ferrovia Cagliari-Isili nel capoluogo sardo dal 1968 al 2004, e, dopo lavori di adattamento e ristrutturazione, dal 2008 costituisce il capolinea della linea 1 della rete tranviaria di Cagliari. La stazione cagliaritana di Piazza Repubblica nacque nel secondo dopoguerra, quando prese forma l'intenzione di spostare il capolinea cagliaritano della ferrovia per Isili dall'originaria sede di viale Bonaria: l'area del principale scalo cagliaritano delle Ferrovie Complementari della Sardegna infatti era stata destinata dal piano regolatore comunale all'edificazione di un centro direzionale, inoltre il primo tratto della ferrovia intersecava alcune arterie stradali piuttosto trafficate del capoluogo sardo. Varie furono le sedi proposte per accogliere i treni a scartamento ridotto delle FCS, ma il Ministero dei trasporti pose come condizione per lo spostamento la scelta di uno scalo posto in posizione non periferica (in modo da non disincentivare l'utilizzo del treno) nonché la realizzazione dell'intervento senza costi per lo Stato. Venne quindi scelta una soluzione di compromesso, spostando i depositi, le officine e la direzione compartimentale delle FCS a Monserrato (all'epoca frazione di Cagliari), in una nuova stazione situata in prossimità della SS 554, da raccordare inoltre con una sorta di circonvallazione ferroviaria alla stazione FS cagliaritana (i lavori della ferrovia Monserrato-San Paolo non furono tuttavia mai portati a termine). Come capolinea venne invece scelta l'area compresa tra le centrali piazza Repubblica e via Dante, al progressivo chilometrico 1+165 della ferrovia, subito dopo il passaggio a livello che attraversava all'epoca la piazza. Il 1º dicembre 1968 il cambiamento di capolinea divenne operativo, e da allora i treni FCS si attestarono nel piccolo scalo di piazza Repubblica. Nel 1989 la struttura passò alle neonate Ferrovie della Sardegna, nate dalla fusione tra FCS e Strade Ferrate Sarde. Negli anni novanta la struttura iniziò a essere interessata anche a un servizio ferroviario di tipo metropolitano, che collegò la stazione con varie fermate situate nel tragitto tra piazza Repubblica e la stazione di Monserrato. Lo stesso tragitto sarà poi interessato all'inizio del nuovo millennio al progetto delle FdS per la realizzazione di una rete tranviaria per Cagliari e il suo hinterland: la prima delle linee della nuova infrastruttura a essere realizzata fu proprio quella frutto della riconversione del tratto urbano della ferrovia, tra piazza Repubblica e Monserrato. Per questo nel 2004 lo scalo di piazza Repubblica fu definitivamente chiuso al traffico ferroviario e il capolinea fu avanzato alla stazione di Largo Gennari, realizzata per svolgere le funzioni di impianto terminale sino alla chiusura al traffico ferroviario del tratto cagliaritano della linea per Isili. Con l'avvio dei lavori della tranvia l'edificio della stazione di piazza Repubblica fu demolito e al suo posto ne fu eretto uno nuovo, stavolta a più piani. Il costo complessivo degli interventi di ristrutturazione dello scalo (escluso lo spiazzo antistante l'ingresso di piazza Repubblica) fu di poco inferiore ai 780.000€. Il 17 marzo 2008 in occasione dell'apertura al pubblico della linea 1 della rete tranviaria cagliaritana fu inaugurato anche il rinnovato impianto di Piazza Repubblica, attivo da allora come terminal dei tram diretti verso Monserrato. Sempre nel 2008 le FdS vennero regionalizzate prendendo il nome di ARST Gestione FdS, per poi venire inglobate nell'ARST nel 2010, che da allora è il gestore dell'impianto. Da sottolineare inoltre che lo scalo, pur mantenendo caratteristiche di impianto di testa, è stato progettato con la possibilità di adattarlo a fermata passante, come previsto dal progetto per la realizzazione del tracciato tranviario tra lo scalo e la stazione RFI del capoluogo sardo. Lo scalo cagliaritano di Piazza Repubblica fu realizzato con le caratteristiche di stazione di testa nel lato nord ovest dell'omonima piazza del capoluogo sardo. La stazione fu costruita troncando la curva che, in direzione viale Bonaria, immetteva nel passaggio a livello di piazza Repubblica e per i servizi all'utenza fu costruito un piccolo fabbricato a un piano (più terrazzo) a pianta rettangolare, il cui ingresso si trovava in via Dante, mentre un secondo ingresso in piazza Repubblica fu chiuso con due serrande, davanti alle quali fino ai lavori di ristrutturazione per la tranvia erano ancora presenti gli spezzoni delle vecchie rotaie che portavano all'originario capolinea di viale Bonaria. La gestione del traffico ferroviario avveniva in loco, ad opera del locale Dirigente Movimento. La stazione durante l'attività ferroviaria presentava una banchina alle estremità laterali dei due binari, prive di copertura, a cui se ne aggiunse una terza in un secondo momento tra i due binari. Tutte le banchine erano collegate tra loro dietro il fine corsa dei binari. Con i lavori di ristrutturazione della stazione a metà anni 2000 il vecchio fabbricato viaggiatori fu abbattuto, e sostituito da uno nuovo, con pianta a L, esteso su più piani e realizzato con uno stile minimalista, atto ad ospitare anche alcuni uffici per la gestione dell'infrastruttura tranviaria. Lo scalo mantiene tuttavia la configurazione a due binari tronchi, mentre le banchine sono state ristrutturate e dotate di una pensilina metallica centrale sorretta da una serie di portali larghi quanto le banchine esterne dell'impianto. Dal punto di vista delle relazioni ferroviarie la stazione, al momento della chiusura a tale tipo di esercizio, ospitava i treni delle Ferrovie della Sardegna diretti lungo la linea per Isili, di cui era il capolinea meridionale. Inoltre dalla metà degli anni novanta la stazione fu capolinea del servizio ferroviario metropolitano delle FdS, che permetteva di raggiungere varie fermate urbane a Cagliari e Monserrato nonché le stazioni di Pirri e quella capolinea di Monserrato. Dal 2008 lo scalo è capolinea meridionale della linea 1 della rete tranviaria di Cagliari, i cui tram effettuano relazioni aventi come altro estremo la fermata di Monserrato Policlinico. La stazione sia prima che dopo la riconversione tranviaria comprendeva in un locale accessibile dal muro di recinzione sul lato est i servizi igienici, ed era inoltre dotato di una biglietteria a sportello e di una area di attesa per i passeggeri. Tali caratteristiche permangono anche dopo la riapertura per l'impiego tranviario del 2008, con in aggiunta la presenza di una biglietteria automatica. Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Sala d'attesa Servizi igienici Dinanzi all'ingresso della stazione sul lato di via Dante è presente una fermata in cui effettuano sosta i servizi di autolinee extraurbane dell'ARST, oltre che le linee filoviarie 30 e 31 del CTM. Varie autolinee urbane di quest'ultima società osservano inoltre fermata nelle vicinanze dell'impianto, all'altro capo della piazza Repubblica e nella vicina via Alghero. Fermata filobus (via Dante stazione Metrò, linee 30 e 31) Fermata autobus Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0. Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978. Cagliari Ferrovia Cagliari-Isili Rete tranviaria di Cagliari Stazione di Cagliari (FCS) Stazione di Monserrato

Chiesa di San Domenico (Cagliari)
Chiesa di San Domenico (Cagliari)

La chiesa di San Domenico è una chiesa di Cagliari. Sorge in piazza San Domenico, nel quartiere di nome Villanova. La chiesa è officiata dai frati Domenicani, che abitano il vicino convento. L'antica chiesa di san Domenico, gioiello dell'architettura gotico-catalana a Cagliari, venne quasi del tutto distrutta durante i bombardamenti del 1943. Sopra i suoi resti, che oggi costituiscono la cosiddetta Cripta di San Domenico, venne eretta, tra il 1952 e il 1954, l'attuale chiesa in stile moderno ad opera dell'architetto Raffaello Fagnoni. La chiesa è annunciata da un alto e severo campanile e dalla singolare cupola ellissoidale, che sorge di fronte alla facciata e di poco staccato da essa. La caratterizzazione esterna dell'edificio è data dal paramento, in blocchi a vista di calcare bianco di Bonaria. Il prospetto principale, in cima a una scalinata che collega la chiesa alla piazza antistante, è a terminale piatto, con tre portali alti e ristretti nella parte inferiore e un finestrone orizzontale che caratterizza la parte superiore. L'interno è a pianta rettangolare, con navata unica e presbiterio anch'esso a pianta rettangolare ma più stretto rispetto all'aula. Dalle pareti laterali partono i costoloni in cemento armato che vanno ad incrociarsi sulla volta, ricordando l'andamento delle volte a crociera stellata, vanto dell'antica chiesa gotica di San Domenico. L'area presbiteriale, con l'altare maggiore e il coro dei frati, è innalzata rispetto al pavimento dell'aula tramite uno scalone; la parete di fondo del presbiterio è dominata dalle canne dell'organo, costruito dalla ditta Balbiani Vegezzi Bossi di Milano negli anni 1950, e da un mosaico a grandi tessere di ceramica raffigurante san Domenico. L'aula è segnata, nel senso longitudinale, da tre gradini per lato che danno vita a due pseudo-navate contigue alla navata centrale, che così risulta depressa rispetto ad esse. Sulla pseudo-navata laterale sinistra era stato eretto originariamente un pulpito a pianta esagonale sorretto da un pilastro tronco conico svasato verso l'alto; l'accesso al pulpito era reso possibile grazie ad una scala metallica amovibile; le superfici del pulpito erano interamente rivestite da tessere di un mosaico con fondo oro e figure di santi; alla fine degli anni '60 il pulpito venne rimosso con una decisione presa, verosimilmente, dal rettore pro-tempore del convento. Di quegli anni è anche la nicchia, ubicata a metà della parete di sinistra della chiesa, creata per ospitare la preziosa statua seicentesca della Madonna del santo Rosario. Le dimensioni della nicchia, tuttavia, si dimostrarono insufficienti per ospitare degnamente la satua, collocata stabilmente sulla portantina processionale, viene esposta ai fedeli alternativamente nella chiesa superiore o in quella inferiore, a seconda delle stagioni. Negli anni novanta la chiesa superiore ha subito delle modifiche per adeguare la stessa alle mutate norme sulla celebrazione della santa messa, secondo quanto previsto dalla Chiesa madre; le modifiche hanno comportato, nel presbiterio, la distruzione dello snello altare di progetto (che aveva un originale tabernacolo in legno di mogano a forma tronco conica) con la creazione di una mensa costituita da un distonico e tozzo parallelepipedo affiancato da due leggii, altrettanto tozzi e distonici, rivestiti in un lastrame di granito grigio e che, come detto, mal si adattano al marmo in calcare di Trani presente in tutte le pavimentazioni interne della chiesa, oltre che allo stile ed al gusto dell'architetto progettista. Un ulteriore discrasia stilistica fu compiuta, con l'intervento sopra descritto, con la creazione di altri due tozzi altari-parallelepipedi in granito grigio sulle pareti di fondo delle due pseudo-navate laterali. Nonostante questi interventi la chiesa superiore di san Domenico rappresenta, forse, l'unico intervento di qualità realizzato a Cagliari nel secondo dopoguerra. Della chiesa inferiore gotico catalana, come detto, è rimasta intatta la sola cappella della Madonna del santo rosario, ubicata nel fianco sinistro ed in prossimità del presbiterio; è andato tuttavia disperso il retablo ligneo seicentesco che ospitava la statua della Madonna, oltre a numerosi quadri e formelle alcune delle quali sono ancor oggi presenti nella chiesa e nel convento. Franco Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del ‘900, Ilisso, Nuoro, 2001. ISBN 88-87825-35-1 Chiese di Cagliari Cripta di San Domenico Villanova (Cagliari) Ordine dei Frati Predicatori Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Domenico Sito ufficiale, su dominicanes.it.

Chiesa di San Cesello
Chiesa di San Cesello

La chiesa di San Cesello è una chiesa di Cagliari situata in via San Giovanni, nel quartiere Villanova. La piccola chiesa venne eretta nel 1702 per essere sede del gremio dei bottai, fino ad allora ospitato nella chiesa di Sant'Antonio. La chiesa sorse vicina alla porta Cabaňa o Cavagna (dal nome di un tipo di cesta usata dai contadini) che collegava Villanova alle vicine campagne, luogo identificato dalla tradizione popolare come il sito in cui vennero martirizzati nel IV secolo il soldato Lussorio insieme a due bambini di nome Cesello e Camerino, in seguito tutti e tre canonizzati. La chiesa dei bottai venne però dedicata al solo Cesello, per motivi che non si conoscono. Dal 1951 il tempio è affidato alla congregazione delle suore sacramentine (adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento), che vivono la clausura nel piccolo edificio adiacente alla chiesa. L'aspetto della chiesa di San Cesello è quello di una chiesa campestre, con facciata a terminale piatto sormontata da un campanile a vela, portale con arco ogivale e un piccolo oculo. L'interno è ugualmente semplice, a pianta rettangolare, navata unica e volta a botte. Il presbiterio, sopraelevato, è dominato da un ricco altare ligneo settecentesco in stile barocco. La tela ospitata nella parte destra dell'altare è particolarmente interessante perché vi è rappresentata la porta Cavagna, demolita nel XIX secolo, così come doveva presentarsi nel XVIII secolo. Nel 2022, a seguito del trasferimento delle monache sacramentine verso nuove destinazioni, l'Arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi, in data 25 dicembre, tenuto conto del can. 1215 del Codice di diritto canonico, ha eretto la chiesa in rettoria, nominando Rettore don Matteo Vinti, a norma dei canoni 556-563 del Codice di diritto canonico.