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Museo Antoniano

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Basilica of Saint Anthony of Padua courtyard 2
Basilica of Saint Anthony of Padua courtyard 2

Il Museo Antoniano, annesso alla basilica del Santo a Padova, è un'esposizione permanente di oggetti storico-artistici legati alla vita e al culto di sant'Antonio di Padova.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Museo Antoniano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Museo Antoniano
Piazza del Santo, Padova Sant'Osvaldo

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N 45.401361 ° E 11.880069 °
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Indirizzo

Basilica di sant'Antonio Di Padova

Piazza del Santo 11
35123 Padova, Sant'Osvaldo
Veneto, Italia
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Basilica of Saint Anthony of Padua courtyard 2
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Luoghi vicini

Basilica di Sant'Antonio di Padova
Basilica di Sant'Antonio di Padova

La Pontificia Basilica Minore di Sant'Antonio di Padova è uno dei principali luoghi di culto cattolici della città di Padova, in Veneto. Conosciuta a livello mondiale come Basilica del Santo, o più semplicemente come il Santo, è una delle più grandi chiese del mondo ed è visitata annualmente da oltre 6,5 milioni di pellegrini, che ne fanno uno dei santuari più venerati del mondo cristiano. Non è comunque la cattedrale della città, titolo che spetta al duomo. In essa sono custodite le reliquie di sant'Antonio di Padova e la sua tomba. La piazza del Santo, antistante, ospita il monumento equestre al Gattamelata di Donatello. Donatello realizzò anche le sculture bronzee (Crocifisso della basilica del Santo, statue e formelle di varie dimensioni) che Camillo Boito ha collocato sull'altare maggiore da lui progettato. Ha la dignità di basilica pontificia. Con i Patti lateranensi la proprietà e l'amministrazione del complesso antoniano, già della città di Padova (dalle origini) che le gestiva attraverso l'ente laicale della Veneranda Arca di Sant'Antonio (dal 1396), furono cedute alla Santa Sede pur rimanendo territorialmente parte dello Stato italiano. L'attuale delegato pontificio è l'arcivescovo Diego Giovanni Ravelli, arcivescovo titolare di Recanati e maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Il governo pastorale e la gestione amministrativa della basilica di Sant'Antonio sono regolati dalla costituzione apostolica Memorias Sanctorum di papa Giovanni Paolo II del 12 giugno 1993, la quale definisce i compiti e le relazioni tra la delegazione pontificia, i frati francescani e il sopravvissuto ente Veneranda Arca di Sant'Antonio. La basilica è retta dai francescani dell'Ordine dei frati minori conventuali. Dal 2021 è inclusa dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità nel sito dei cicli di affreschi del XIV secolo di Padova.

Loggia e Odeo Cornaro
Loggia e Odeo Cornaro

La Loggia e l'Odeo Cornaro erano parte di un più ampio complesso di edifici e giardini fatto costruire da Alvise Cornaro nella prima metà del XVI secolo, nel vasto parco della sua residenza di via del Bersaglio (oggi via Melchiorre Cesarotti) a Padova, a pochi passi dalla Basilica di Sant'Antonio. Del progetto originario rimane un cortile rettangolare di circa 32 per 18 metri: la Loggia ne occupa l'intero lato corto e l'Odeo si affaccia al centro del lato lungo. In corrispondenza dell'attuale ingresso sorgeva un tempo l'abitazione padronale, poi distrutta e sostituita nel XIX secolo da un altro edificio. Nel seicento, durante e dopo gli studi universitari, abitò in questa casa Elena Lucrezia Corner di cui Alvise Corner era il trisnonno. Il Cornaro volle la Loggia per realizzare la propria idea di teatro umanistico, inteso sia come spazio fisico e architettonico ispirato a modelli classici greco-romani, sia come rappresentazione di pièces letterarie antiche e moderne. La Loggia, progettata dall'architetto e pittore Giovanni Maria Falconetto nel 1524, assolveva alla funzione di frons scenae del teatro. Dal giardino antistante il padrone di casa e i suoi amici umanisti assistevano agli spettacoli degli artisti più in voga al tempo, primo fra tutti Angelo Beolco detto il Ruzante, uno degli amici più fidati del Cornaro. L'Odeo fu costruito a dieci anni di distanza dalla Loggia ed è dotato di un'acustica particolarmente curata: era lo spazio destinato alla musica e alle recitazioni poetiche e, dal 1540, divenne la sede dell'Accademia degli Infiammati.