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Tempio Valdese (Milano)

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Milano San Giovanni in Conca 2
Milano San Giovanni in Conca 2

Il Tempio Valdese di Milano è un luogo di culto cristiano situato nel centro storico della città, all'interno del municipio 1, sede della comunità valdese locale; l'edificio si trova in via Francesco Sforza all'incrocio con via San Giovanni in Conca, non lontano dalla Ca' Granda, sede dell'Università degli Studi di Milano, e dalla basilica di Santo Stefano Maggiore. Nel 1877 il Comune decise di ampliare l'attuale piazza Missori demolendo gran parte dell'ex chiesa di San Giovanni in Conca, affidata alla Comunità Valdese nel 1879, anno in cui venne attuato il progetto e la facciata, restaurata in stile neoromanico su progetto di Angelo Colla, arretrata di alcuni metri andando a chiudere l'aula accorciata. Il nuovo tempio fu inaugurato l'8 maggio 1881, mentre il campanile fu demolito nel 1885. Nel secondo dopoguerra "esigenze imprescindibili di viabilità" condannarono definitivamente l'edificio, che fu demolito tra il 1948 e il 1952, per realizzare l'asse viario di via Albricci-piazza Missori. Dell'antica basilica furono salvati e restaurati solo una parte dell'abside e la cripta, mentre la comunità valdese costruì un nuovo luogo di culto moderno tra il 1949 ed il 1952 lungo via Francesco Sforza recuperando gli elementi antichi e rimontando, in accordo con le indicazioni della Soprintendenza ai beni architettonici, la facciata della chiesa di San Giovanni in Conca. Il tempio valdese è situato lungo via Francesco Sforza, all'angolo con via San Giovanni in Conca. Esternamente, l'edificio è caratterizzato dalla facciata, proveniente dalla chiesa di San Giovanni in Conca, dal XIX secolo edificio di culto valdese, demolita nei primi anni del secondo dopoguerra per permettere l'apertura di via Alberto Albicci. Il prospetto, risalente al XII secolo e ripristinato nelle sue forme originarie con un restauro in stile neoromanico nel 1879, è a capanna, in mattoni rossi ai lati e pietra bianca al centro, con inserti decorativi marmorei; il portale, leggermente strombato, è decorato da una lunetta musiva raffigurante un candelabro sormontato da una candela accesa e poggiante sulla Bibbia, con intorno il motto in lingua latina Lux lucet in tenebris, simbolo del Valdismo, ed è sormontato da un rosone circolare e da una monofora cieca, ripetuti anche ai lati. L'interno della chiesa è in stile moderno ed è ad aula unica coperta con soffitto a doppio spiovente poggiante su grandi arcate a sesto acuto ed illuminato da alti finestroni rettangolari che si aprono lungo le due pareti laterali; l'ambiente termina con un'abside appena accennata che presenta una croce luminosa ed un pulpito ligneo. Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne, costruito nel 1952 dalla ditta Balbiani-Vegezzi Bossi. Lo strumento è a trasmissione elettro-pneumatica ed il suo materiale fonico è interamente racchiuso entro una cassa lignea con mostra ceciliana formata da canne di principale disposte simmetricamente in più cuspidi, con bocche a mitria. La consolle, anch'essa posta in cantoria, dispone di due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. Alberto Ribet, La Chiesa valdese di Milano, Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, 1962, ISBN non esistente. Massimiliano David, San Giovanni in Conca, Milano, Et, 1982, ISBN non esistente. Oscar Pedro Melano, Milano di terracotta e mattoni, Milano, G. Mazzotta, 2002, ISBN 88-202-1582-9. Vittore Buzzi, Claudio Buzzi, Le vie di Milano: dizionario della toponomastica milanese, Milano, Hoepli, 2005, ISBN 88-203-3495-X. Milano Chiese di Milano Monumenti di Milano Chiesa Valdese Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Tempio Valdese di Milano Chiesa Evangelica Valdese di Milano, su milanovaldese.it. URL consultato l'11 maggio 2014.

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Tempio Valdese (Milano)
Via San Giovanni in Conca, Milano Municipio 1

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20122 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Milano San Giovanni in Conca 2
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Luoghi vicini

Sede direzionale AEM
Sede direzionale AEM

La sede direzionale AEM è un edificio storico di Milano che ospita gli uffici dell'ex Azienda Elettrica Municipale (AEM, ora A2A), sito nel centro della città in corso di Porta Vittoria al civico 4. L'edificio venne progettato nell'immediato dopoguerra dall'architetto Antonio Cassi Ramelli, come sede dell'Azienda Elettrica Municipale (AEM). Il nuovo edificio inglobò alcune parti dell'antico Luogo Pio Trivulzio, semidistrutto dai bombardamenti del 1943, che già dal 1910 ospitava gli uffici dell'AEM. La costruzione iniziò nel 1947 e si concluse l'anno successivo. Il complesso occupa un intero isolato, delimitato da corso di Porta Vittoria e dalle vie Francesco Sforza, San Giovanni in Conca e della Signora. L'ingresso principale prospetta sul corso di Porta Vittoria, sull'ala dell'edificio costruita ex novo; le parti restanti, al contrario, inglobano alcuni frammenti della costruzione preesistente, sopravvissuti agli eventi bellici. L'ala di nuova costruzione ha pianta in forma di “L”, che delimita un piccolo spazio verde, struttura portante in calcestruzzo armato, e conta cinque piani fuori terra. Le facciate sono bipartite fra un basamento rivestito in marmo e il volume superiore, in intonaco tinteggiato in colore giallo-ocra, analogamente all'adiacente palazzo Sormani. Le finestre dei piani superiori sono inquadrate in una griglia rivestita in pietra, secondo un disegno che denuncia influenze perretiane. I corpi laterali presentano facciate di disegno più semplice, per la necessità di integrare i frammenti sopravvissuti della costruzione preesistente, ma anche perché la sezione ristretta delle strade su cui prospettano obbliga ad una visione di scorcio. Gli interni vennero progettati con spazi ampi, suddivisibili a piacere mediante pareti mobili; sul tetto fu prevista una terrazza panoramica con vista sulle guglie del Duomo, che tuttavia venne chiusa al pubblico dopo pochi anni. Elisabetta Susani (a cura di), Cassi Ramelli. L’eclettismo della ragione, Milano, Jaca Book, 2005, ISBN 88-16-60339-9. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla sede direzionale AEM Palazzo direzionale sede dell’AEM, su lombardiabeniculturali.it.

Biblioteca comunale centrale di Milano
Biblioteca comunale centrale di Milano

La Biblioteca Comunale Centrale di Milano (conosciuta come Biblioteca Sormani) è la principale sede del sistema bibliotecario comunale del capoluogo meneghino, situata in corso Porta Vittoria 6. La biblioteca è ospitata all'interno di Palazzo Sormani, da cui uno dei nomi con cui è conosciuta la biblioteca. La Biblioteca Comunale Centrale di Milano fu fondata alla fine del XIX secolo all'interno di Palazzo Marino, dove rimase fino al 1909, quando venne trasferita nel Palazzo dei Giureconsulti. Dopo essere stata ospitata per un breve periodo all'interno del Museo civico di storia naturale di Milano, nel 1914 fu trasferita nel Castello Sforzesco. Rimase all'interno del Castello Sforzesco fino al 10 marzo 1956, quando venne inaugurata l'attuale sede di Palazzo Sormani. La biblioteca ha una vasta collezione di volumi, il catalogo ne conta più di 650.000; si occupa di tutti i campi del sapere ed è quindi una biblioteca di carattere generale, anche se mantiene una gran quantità di testi nell'ambito delle scienze umanistiche, giuridiche e artistiche. I giornali rilegati catalogati con segnatura Q PER e i periodici in cartaceo sono conservati presso il deposito staccato di via Quaranta 43, deposito ora accessibile solo su prenotazione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biblioteca centrale comunale di Milano Sito ufficiale, su milano.biblioteche.it. Sito ufficiale, su milano.biblioteche.it. Sito ufficiale, su milano.biblioteche.it. Biblioteca comunale centrale di Milano, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico. Biblioteca comunale centrale di Milano, su Sistema archivistico nazionale, Istituto centrale per gli archivi.

Giardini della Guastalla
Giardini della Guastalla

I giardini della Guastalla sono un parco di Milano. Affacciati su via Francesco Sforza, di fronte all'Università Statale di Milano e a fianco dell'Ospedale Maggiore, sono tra i meno estesi (solo 12.000 m2 di superficie), ma anche alcuni fra i più antichi giardini pubblici di Milano. L'omonimo collegio della Guastalla nasce a Milano nel 1555 a opera di Paola Lodovica Torelli, contessa di Guastalla. Nata nel 1499 e rimasta vedova a soli 29 anni, si trasferì a Milano dopo aver venduto il suo feudo ai Gonzaga. Fondò quindi un monastero, dedicandosi all'educazione di "fanciulle nobili ma decadute" che, senza dote o altri mezzi, sarebbero finite altrimenti in convento o su una cattiva strada. La sede originaria del collegio si trova dietro l'Ospedale Maggiore di Milano in un grande palazzo con giardino, attuale sede del giudice di pace. Nel 1937 il Comune di Milano decise di espropriare il palazzo, e il collegio venne trasferito a Monza. Quando il parco fu aperto al pubblico, il 10 agosto 1939, era unito al parco di palazzo Sormani. Nel 2012 il gruppo "Il Pagante" scelse il Guastalla come location per registrare il videoclip di "Entro in pass", il loro primo singolo. I giardini della Guastalla ospitano al loro interno, al posto dell'originario laghetto, una pregevole vasca peschiera seicentesca, in stile barocco, formata da due terrazzamenti comunicanti tramite scale e arricchita da balaustre in granito bianco. Tra gli altri elementi si possono trovare un'edicola, sempre seicentesca, contenente il gruppo di statue in terracotta policroma della Maddalena penitente confortata da angeli, e un tempietto neoclassico del Cagnola. Vi è un'area giochi per i bambini e ai cani sono riservate due piccoli spazi cintati. Situata invece all'esterno del giardino, all'angolo di via San Barnaba e via della Commenda, una pregevole fontana barocca. Particolarmente curiosa una catalpa bignonioides ‘Walt’, albero dei sigari dal tronco molto contorto e monumentale e dalla chioma asimmetrica, quasi una scultura vegetale, mentre un gruppo di vetusti faggi ombreggia l'area gioco all'ingresso da via Guastalla. Tra gli altri alberi, segnaliamo: ippocastano, carpino, acero, frassino, tiglio, liquidambar, bagolaro, magnolia, platano, noce nero, molti di grandi dimensioni. Franco Fava, Storia di Milano, Milano, Libreria Milanese, 2005, ISBN 88-7955-035-7. AA. VV., Quando Milano era Milano, 2006ª ed., Milano, Meravigli, 2006, ISBN 88-7955-184-1. Alma Lanzani Abbà, Pia Meda, Alberi a Milano, fotografie di Gabriele Lanzani et al; illustrazioni di Silvia Rovati, Milano, CLESAV - Vooperativa Libraria Editrice per le Scienze Agrarie, Alimentari e Veterinarie, giugno 1985. Liliana Casieri, Lina Lepera; Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, supervisione botanica: Pia Meda; supervisione farmacognostica: Massimo Rossi; Illustrazioni e impaginazione: Linke Bossi, Consonni, Montobbio, Comune di Milano, settore ecologia, GAV. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Paolo Cottini Giardini di Lombardia, 1994, Varese, Edizioni Lativa. Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su giardini della Guastalla Giardino della Guastalla, su comune.milano.it. URL consultato il 20 marzo 2018.

Colonna del Verziere
Colonna del Verziere

La Colonna del Verziere (indicata anche come croce di San Martiniano) è un monumento manieristico-barocco di Milano, situato in Largo Augusto, costituito da un'elaborata colonna in granito di Baveno sovrastata da una statua di Cristo. Prende il nome dal Verziere (o Verzée), l'antico mercato ortofrutticolo che aveva sede attorno al luogo in cui sorge. La confraternita della Croce di Porta Tosa, dedicata a san Martiniano, esistente già nel 1579 nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo, stabilì di realizzare nello spiazzo prima del ponte di Porta Tosa una colonna votiva secondo i voleri dell'arcivescovo Carlo Borromeo. Nel 1580 si iniziò la raccolta di offerte per la realizzazione e si richiese un preventivo per la colonna. Vennero intanto poste le fondamenta del monumento, inserendo una tavoletta in marmo con la data 1581. A causa di disaccordi con i fornitori della colonna (forse dovuti a un guasto ellittico presente nel fusto, tuttora presente) ci fu un primo ritardo; alla ripresa dei lavori, forse per una controversia con l'autorità civile, ci fu la distruzione di parte delle opere realizzate per volere di Danese Figliodoni († 1591), senatore e all'epoca Grancancelliere di Milano. La confraternita seppellì le parti superstiti in attesa di potere procedere con i lavori. A seguito di una richiesta della confraternita il Senato di Milano concesse di poter completare la colonna; di fronte a nuove opposizioni, si ottenne un privilegio reale del 22 novembre 1607, osteggiato però dal governatore Pedro Enríquez de Acevedo. Nel marzo 1611 il nuovo governatore Juan Fernández de Velasco concesse subito quanto richiesto e la confraternita si attivò per far completare il monumento, incaricando l'ingegnere Aurelio Trezzi. Venne completata la base e si passò all'innalzamento della colonna il 9 luglio 1611. A ottobre dello stesso anno fu aggiunto sulla sommità anche il capitello. La statua del Redentore con croce, opera di Giovanni Battista Vismara, fu collocata solo nel 1673, sotto la direzione dell'architetto Giovanni Domenico Richini. Nel 1727 ci fu un restauro del basamento e nello stesso periodo furono tolti i cancelli in ferro che circondavano la colonna. Nel 1784 vennero soppresse le diverse confraternite, comprese le compagnie della Santa Croce a Milano. Nel 1786 la maggior parte delle colonne votive, considerate di intralcio alla circolazione, fu eliminata; nella relazione redatta dall'architetto Leopoldo Pollack era indicato il mantenimento della colonna del Verziere, con alcune modifiche alla base. Il 6 aprile 1848, dopo le Cinque giornate si fece voto di erigere un monumento a Porta Tosa, luogo dove era stata maggiore la lotta contro gli austriaci. Le vicende belliche resero però impossibile la realizzazione. Tra agosto e settembre 1858 la colonna del Verziere si inclinò sensibilmente, forse in seguito a problemi al piedistallo in conseguenza di un incidente nell'innalzamento della colonna nel 1611. Dopo alcuni studi, il monumento venne smontato, rinvenendo la tavoletta del 1581. Il Consiglio comunale il 14 ottobre 1859 decise il suo restauro che venne completato nel marzo 1860. Il 18 dello stesso mese, anniversario delle Cinque giornate, la colonna fu solonnemente consacrata come Colonna della Vittoria. In occasione dell'anniversario successivo, 18 marzo 1861, vennero inaugurate le targhe in bronzo con i nomi di 352 caduti del 1848. Una lapide in bronzo ricorda inoltre la dedicazione del 1860. Le celebrazioni in ricordo del 18 marzo 1848 si tennero presso la colonna fino al 1894. Il 18 marzo 1895 fu inaugurato il monumento alle Cinque Giornate. Nel 1927 la statua del Redentore in ceppo fu sostituita da una copia in bronzo ottenuta da un calco dell'originale. Nel 2017 la colonna è stata temporaneamente smantellata e rimossa per permettere la costruzione del Manufatto Augusto, importante cantiere per la costruzione della nuova Linea M4 della Metropolitana di Milano. Durante i lavori di smantellamento, è stato scoperto che il basamento nascondeva all'interno una colonna più antica di quella visibile. Un'ipotesi è che si tratta della "Ruvida Colonna" ricordata dallo storico Serviliano Latuada. P. Ghinzoni, La colonna di Porta Vittoria a Milano, Milano, 1887. S. Latuada, Descrizione di Milano, II, Milano, 1737, pp. 23-25. C. Romussi, La Colonna di Porta Vittoria, in Le Cinque Giornate. 1848, Milano, 1894, pp. 223-226. Colonne votive di Milano Monumento alle Cinque Giornate Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su colonna del Verziere