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Campus Tiscali

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Sede Tiscali Sa Illetta
Sede Tiscali Sa Illetta

Il Campus Tiscali è la sede della società di telecomunicazioni Tiscali fondata da Renato Soru. Progettato dallo studio Arassociati, il campus è un'opera di architettura contemporanea di Cagliari e un esempio di arte pubblica in Italia. È situato nell'area di Sa Illetta, che un tempo era un'isoletta raggiungibile soltanto in barca, tra lo stagno di Cagliari e la strada statale 195 Sulcitana, importante arteria del sud Sardegna. Nelle vicinanze si trova la chiesa di San Simone, un maneggio, la fattoria Ballero e il Porto Canale.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Campus Tiscali (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Campus Tiscali
Strada statale Sulcitana, Cagliari Sant'Avendrace-Santa Gilla

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 39.227806 ° E 9.069667 °
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Indirizzo

Vivocha

Strada statale Sulcitana
09123 Cagliari, Sant'Avendrace-Santa Gilla
Sardegna, Italia
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Sito web
vivocha.com

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Sede Tiscali Sa Illetta
Sede Tiscali Sa Illetta
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Luoghi vicini

Sa Illetta
Sa Illetta

Sa Illetta (in italiano l'Isoletta o isola di San Simone) era in origine un'isola, situata a Cagliari all'interno dello stagno di Cagliari, di cui era l'isola maggiore per estensione. Abitata in tempi antichi, appare oggi inglobata ad altre terre emerse artificiali. Si trova nel quartiere di Sant'Avendrace-Santa Gilla e fa parte del rione di Giorgino. L'isola è abitata sin dalla preistoria, anche se diventa importante quando i fenici vi impiantarono un porto, usato in seguito dai Punici e dai romani. Del periodo romano sono state rinvenute alcune cisterne. Una parte della città di Santa Igia, capitale del Giudicato di Cagliari, sorgeva sull'isola, collegata con ponte al resto della città, situata a Santa Gilla; nel 1258 fu distrutta dai Pisani e dai suoi alleati sardi. Nel XVII secolo l'isola entrò a far parte del marchesato di Las Conquistas. Fino agli anni settanta era collegata al litorale di Giorgino da una strada comunale che la attraversava per dirigersi poi verso la località Macchiareddu; all'epoca risultava in parte coltivata a oliveti e in parte ricoperta da macchia e cespugli. A seguito dei lavori per il Porto Canale è stata in gran parte sepolta da grandi riporti di terra, in particolare sul lato sudovest, e la sua superficie di terra non alterata è passata dagli originali 160 ettari a 40. Dagli anni ottanta è anche attraversata dal nuovo tratto a quattro corsie della strada statale 195 Sulcitana. Dal 2003 vi si trova il Campus Tiscali, sede dell'omonima società di telecomunicazioni. Importante emergenza storica è la chiesetta rurale di San Simone. Roberto Coroneo (a cura di), Cagliari tra terra e laguna. La storia di lunga durata di San Simone-Sa Illetta, AM&D Edizioni, 2011, ISBN 9788895462455. Sa Illetta, su FAI - Fondo per l'Ambiente italiano. URL consultato il 12 dicembre 2023.

Chiesa di Sant'Avendrace

La chiesa di Sant'Avendrace è un luogo di culto cattolico di Cagliari, sede dell'omonima parrocchia, nell'omonimo quartiere, in viale Sant'Avendrace. I registri parrocchiali attestano l'esistenza del tempio dal XVII secolo (al '600 risale anche un disegno della chiesa, custodito nella Biblioteca Universitaria), tuttavia non si conosce la data della sua fondazione, che secondo la tradizione fu posta in essere sul luogo della morte di sant'Avendrace, vescovo di Cagliari nel I secolo. Di fatto la chiesa sorse sopra un piccolo ambiente ipogeo, che oggi ne costituisce la cripta, tradizionalmente considerato il luogo dove il vescovo si rifugiò nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni e dove, dopo la morte, sarebbe stato sepolto il suo corpo. Nella stessa cripta si trova anche una sorgente d'acqua ritenuta miracolosa. La chiesa attuale risente dei numerosi restauri e rifacimenti che l'hanno interessata nel corso dei secoli e che portarono persino all'inversione dell'asse liturgico. L'edificio si presenta semplice e di scarso interesse artistico. La facciata, preceduta da un cortile a cui si accede dal viale Sant'Avendrace, è a terminale piatto, con un campanile a vela al centro, semplice portale e una soprastante finestra quadrangolare. L'interno è a pianta rettangolare, scandito da archi diaframma ogivali tra i quali si situano le cappelle laterali. L'abside è semicircolare. L'accesso all'antica cripta, anch'essa non risparmiata da manomissioni nel XX secolo, si trova vicino all'ingresso, dove era collocato il presbiterio in origine.

Aeroporto di Cagliari-Elmas
Aeroporto di Cagliari-Elmas

L'aeroporto di Cagliari-Elmas (IATA: CAG, ICAO: LIEE) è un aeroporto italiano situato a circa 6 km a nord-ovest della città di Cagliari, lungo la strada statale 130 in direzione del comune di Elmas a cui appartiene. Si affaccia sullo stagno di Cagliari, conurbato con l'area metropolitana del capoluogo sardo. La struttura, intitolata alla memoria del tenente Mario Mameli, è dotata di una pista in asfalto lunga 2804 m e larga 45 m, l'altitudine è di 3 m sul livello del mare, l'orientamento è RWY 14-32, le principali frequenze radio sono la 120.605 o la 122.100 MHz per la torre e la 125.430 MHz per la ground. La via di rullaggio principale "A" (alpha) è parallela alla pista, lunga circa 2400 m ed è stata in passato usata come pista ausiliaria di orientamento 14L/32R durante i lavori di rifacimento della pista di volo. L'aeroporto, gestito da SOGAER S.p.a, ha un'operatività di 24 ore al giorno con traffico di Aviazione Generale e Commerciale. Quest'ultima detiene il numero maggiore di passeggeri in transito e di movimenti dell'intera isola. Da diversi anni l'aeroporto è una base operativa di Ryanair e da fine maggio 2019 anche della low cost spagnola Volotea, in passato è stato una base operativa della compagnia Meridiana. È collegato alla stazione ferroviaria di Elmas Aeroporto dalla quale si accede allo scalo aereo mediante tapis roulant. Il primo nucleo dell'aeroporto civile di Cagliari fu inaugurato nel 1937 nelle vicinanze delle infrastrutture militari, a ridosso del molo dell'idroscalo su progetto di Giorgio Gandini. L'aeroporto fu intitolato nello stesso anno al sottotenente pilota Mario Mameli, caduto sopra il cielo di Tembien durante la battaglia di Abissinia. Nel 1937 la linea Cagliari-Roma ebbe 9.748 passeggeri, che misero la tratta al primo posto assoluto in Italia per numero di passeggeri, seguiva la Roma-Milano con 8.958 passeggeri. Sono poi occorsi oltre vent'anni prima che un nuovo terminal venisse progettato per servire i veicoli "terrestri": il 26 marzo 1958 è stata così inaugurata la seconda aerostazione, progettata da Tullio Ibba ed edificata dal Genio aeronautico. Con il passare degli anni e con l'aumento dei passeggeri, è stata progettata da Giovanni Marras una terza aerostazione, poi inaugurata nel 1980. Tale aerostazione è stata tuttavia ben presto ritenuta insufficiente per la gestione del sempre maggiore traffico che l'aeroporto si è trovato a gestire. Per questa ragione la società di gestione ha deciso la costruzione di una nuova aerostazione in grado di sostenere un traffico sino a 7 milioni di passeggeri/anno. Il progetto è stato predisposto all'interno dell'ufficio tecnico della società negli anni dal 1997 al 1999 e la nuova aerostazione è stata inaugurata nel 2004 dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2009 l'aeroporto ha registrato un incremento del 13,77% rispetto all'anno precedente, con 3.333.000 transiti contro i 2.929.000 del 2008. Al termine del 2008 ha registrato un aumento percentuale del 9,7%, rispetto al 2007 quando nell'intero arco dell'anno erano transitati 2.671.000 passeggeri. Il dato più importante riguarda i voli internazionali quando nel 2007 erano transitati 403 000 passeggeri nel 2008 si è passati a 487 000 con un aumento del 21%, invece per le tratte nazionali si è registrato un incremento dell'8,5% passando dai 2.242.000 passeggeri ai 2.434.000. Gli incrementi, costanti, hanno portato a chiudere il 2019 con un traffico record di 4.747.806 passeggeri. Pur essendo relativamente recente l'introduzione di rotte operate da compagnie aeree low cost, ultimamente Cagliari sta ampliando sempre di più il ventaglio di possibilità di volare a poco prezzo. La prima fu EasyJet, aprendo un volo giornaliero per Londra Luton nel 2004 (dal 2010 per Londra-Stansted). In seguito è arrivata la HLX, poi trasformata in TUIfly, per effettuare collegamenti tutto l'anno con tre città tedesche, Monaco, Stoccarda e Colonia, ceduti nel novembre 2009 alla Air Berlin, la quale un anno dopo ha deciso di chiudere tutte e tre le rotte. Ultima per ordine di tempo è stata Ryanair, con due rotte di cui una nazionale, Pisa, e l'altra europea, Girona; in seguito alla risposta positiva da parte dei passeggeri alle nuove rotte man mano attivate, nel 2009 la compagnia ha deciso di aprire una propria base nell'aeroporto e avviare numerosi collegamenti verso l'Italia e l'Europa. Al fine di mitigare i rischi per la popolazione nelle aree di decollo e di atterraggio, vigono le norme del Piano di rischio aeroportuale (PRA) adottato ai sensi del Codice della navigazione italiano. Il terminal è disposto su tre livelli e dispone dei seguenti servizi al passeggero. Servizi Accessibilità per portatori di handicap Ascensori e scale mobili Biglietteria con sportello, Biglietteria Autobus/Treno Cappella cattolica Check-in veloce Deposito bagagli Polizia di frontiera Pronto soccorso Punto informazioni e prenotazione Sala d'attesa Sale riunioni Servizi Igienici Telefono pubblico Ufficio doganale Collegamenti Autobus Autonoleggio Taxi Parcheggio Stazione ferroviaria Svago Bar e fast food Ristorante Shopping e duty free Edicola Wi-Fi gratuito Vedi la query Wikidata di origine. Autonoleggio Biglietteria aerea Ufficio informazioni e promozione turistica Internet point e wifi gratuito Farmacia Pronto soccorso Passeggeri a ridotta mobilità Sale riunioni Bancomat Bar e fast food Ristorante Ufficio postale Shopping e duty free Autobus Parcheggio Stazione ferroviaria esterna Dal 9 giugno 2013, l'aeroporto dispone di una propria fermata ferroviaria, servita da Trenitalia, facilmente raggiungibile dal terminal tramite due tapis roulant o a piedi. I treni collegano l'aeroporto con le principali città sarde: Cagliari (con tempo di percorrenza di 5 minuti e frequenza elevata), Iglesias (40 minuti), Carbonia (55 minuti), San Gavino (20 minuti), Oristano (40 minuti), Macomer (1 ora e 30 minuti), Sassari (2 ore e 53 minuti). La stazione è servita anche dal servizio ferroviario metropolitano di Cagliari. L'aeroporto è altresì collegato alla Strada statale 391 di Elmas ed alla Strada statale 130 Iglesiente. Nella mattinata dell'11 ottobre 2002 la pista è stata chiusa per due ore a causa di un'invasione di lumache e chiocciole. Tutti i voli sono stati dirottati su altri aeroporti. Per liberare la pista sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco con gli idranti, rimuovendo circa cinque quintali di molluschi. Aeroporti più trafficati in Italia Elenco degli aeroporti italiani Società di Gestione Aeroporto di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'aeroporto di Cagliari-Elmas Wikivoyage contiene informazioni turistiche sull'aeroporto di Cagliari-Elmas Sito della Boeing con informazioni sull'aeroporto, su boeing.com. URL consultato il 22 maggio 2005 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2005). Sito della società di gestione dell'aeroporto di Cagliari, su sogaer.it.

Stazione di Elmas Aeroporto
Stazione di Elmas Aeroporto

La stazione di Elmas Aeroporto è una fermata ferroviaria posta sulla linea Cagliari-Golfo Aranci, a servizio dell'aeroporto di Cagliari-Elmas. Oltre a collegare l'aeroporto del capoluogo sardo, è impiegata nell'ambito del servizio ferroviario metropolitano di Cagliari. La fermata è stata attivata nel giugno 2013, con l'intento di collegare direttamente lo scalo aereo cagliaritano alla città, fino ad allora raggiungibile solamente con il trasporto su gomma, privato o pubblico tramite le navette dell'ARST. L'unico collegamento ferroviario presente nei dintorni dell'aeroporto era infatti quello con la stazione di Cagliari Elmas, che però è situata all'interno del nucleo urbano dell'omonimo comune dell'hinterland cagliaritano, in prossimità di una delle estremità della pista dell'aeroporto ma distante dall'aerostazione. Nel 2005 vennero stanziati i primi fondi dalla Regione Sardegna e dal CIPE e nel settembre 2009 venne aggiudicata la gara d'appalto. Tuttavia, seppur fissati per inizio 2010 i lavori non presero il via.. Servì un'interrogazione parlamentare per svelare il motivo del ritardo: il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Castelli comunicò infatti che si dovette procedere alla bonifica di tutto il terreno circostante, dato che l'area era in passato occupata dai capannoni dell'ex FAS (Ferriere Acciaierie Sarde). I lavori partirono nel 2010, e terminarono a inizio 2013. Il 5 giugno si tenne l'inaugurazione, mentre la fermata iniziò ad essere servita dai treni con il cambio orario del successivo 9 giugno. La fermata è situata alla progressiva chilometrica 6+610, ed è dotata di due binari, entrambi di corsa, serviti da banchine. L'impianto è privo di edifici specifici per l'attività ferroviaria ed è impresenziato. Nella fermata di Elmas Aeroporto fermano tutti i treni regionali e regionali veloci in partenza o diretti alla stazione di Cagliari, relazioni espletate da Trenitalia. Tali treni permettono il collegamento con i vari centri raggiunti dalla Dorsale Sarda, oltre che con quelli del Sassarese e del Sulcis-Iglesiente, raggiunti rispettivamente tramite le diramazioni per Porto Torres, per Iglesias e per Carbonia. Nello scalo effettuano fermata inoltre i convogli del servizio ferroviario metropolitano di Cagliari. L'impianto, gestito da Rete Ferroviaria Italiana, è dotato di 2 banchine (con annesse pensiline e posti a sedere) poste in posizione periferica ai binari, collegate tra loro da un sottopassaggio con scale e rampe pedonali, prive di barriere architettoniche e con accesso per i disabili. A tal proposito l'accessibilità è garantita sia ai disabili motori, che a quelli visivi e uditivi. Lo scalo ferroviario, classificato commercialmente da RFI in categoria "silver", è privo di una biglietteria, ma è presente una emettitrice automatica di biglietti. L'area ferroviaria è dotata inoltre di un impianto di videosorveglianza. Sala d'attesa Biglietteria automatica La fermata è costruita a ridosso dell'aeroporto di Cagliari-Elmas: il collegamento con l'aerostazione è assicurato da 2 tappeti mobili coperti (ciascuno di circa 70 metri), che uniscono il sottopassaggio della stazione con il piazzale antistante l'aeroporto, in prossimità del parcheggio multipiano. A disposizione dei viaggiatori è presente anche un percorso pedonale all'aperto. Aerostazione (Cagliari-Elmas) Aeroporto di Cagliari-Elmas Cagliari Elmas Servizio ferroviario metropolitano di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Elmas Aeroporto

Necropoli di Tuvixeddu
Necropoli di Tuvixeddu

La necropoli di Tuvixeddu (AFI: /tuvi'ʒɛɖu/ ) è la più grande necropoli punica ancora esistente. Si estende all'interno della città di Cagliari, su tutto il colle omonimo, ed è compresa fra il rione cresciuto lungo il viale Sant'Avendrace e quello di Via Is Maglias. L'area archeologica è molto vasta, originariamente occupava una superficie di circa 80 ettari: infatti, dalla laguna di Santa Gilla si estendeva fino a Via Is Maglias e da Viale Sant'Avendrace fino a viale Merello. Sull'origine del nome si possono ipotizzare due significati derivanti entrambi dal sardo campidanese tuvu, che significa sia "calcare marnoso" ma anche buco, cavità. Il primo potrebbe indicare dunque la natura geologica del colle, Tuvixeddu "colle di tufo piccolo", e Tuvumannu - il colle orograficamente adiacente e più grande -"colle di tufo grande". Il secondo significato potrebbe essere messo in relazione al paesaggio antropico indotto dall’attività di cava che avrebbe creato uno scoscendimento maggiore ad oriente e una cavità minore a ponente. Dunque "piccola cavità" (Tuvixeddu) e "grande cavità" (Tuvumannu). Più difficoltoso ipotizzare per Tuvixeddu, anche se riportato, un riferimento alle piccole cavità dei pozzi d’accesso alle tombe a camera cartaginesi, poiché il toponimo è registrato sempre al singolare e mai al plurale. Il sito è frequentato dall'uomo sin dal Neolitico come dimostrano i ritrovamenti di strumenti in selce e ossidiana e di ceramiche e fondi di capanne della cultura di Ozieri. Tra il VI ed il III secolo a.C. i Cartaginesi scelsero il colle per seppellirvi i loro morti: tali sepolture erano raggiungibili attraverso un pozzo scavato interamente nella roccia calcarea e profondo dai due metri e mezzo sino a undici metri. All'interno del pozzo una piccola apertura introduceva alla camera funeraria o cella sepolcrale. Le camere funerarie erano, in alcuni casi, finemente decorate, e sono state trovate all'interno anfore altrettanto decorate; inoltre sono state rinvenute delle ampolle dove si mettevano delle essenze profumate, chiamate lacrimatoi. Di particolare interesse, tra le tombe puniche, la Tomba dell'Ureo e la Tomba del Combattente (chiamata anche del Sid), decorate con palme e maschere tuttora ben conservate, e la Tomba della ruota, scavata da Ferruccio Barreca. Alle pendici del colle di Tuvixeddu si trova anche una necropoli romana, che si affacciava sulla strada che, all'uscita della città, diventava la a Karalibus Turrem (oggi il viale Sant'Avendrace), dove si trova il sepolcro di Atilia Pomptilla, noto come la grotta della Vipera. La necropoli romana è prevalentemente composta da tombe a fossa e a camera, incinerazione, arcosolio e colombari. Dopo la distruzione della città di Santa Igia intorno alla seconda metà del XIII secolo da parte dei Pisani e dei loro alleati sardi, molti dei suoi abitanti fuggirono verso la città di Villa di Chiesa, nell'Iglesiente, altri superstiti si stanziarono nell'attuale viale Sant'Avendrace, alle pendici del colle: così buona parte delle case si addossarono a Tuvixeddu, utilizzando ognuna di queste un accesso alle tombe. Ancora oggi, in caso di demolizione delle vecchie case del quartier spesso si trovano tombe con evidenti segni di uso abitativo (alcune grotte riutilizzate a scopo abitativo si possono vedere dietro al liceo classico Siotto sito in Viale Trento). Il colle di Tuvixeddu non venne mai valorizzato, e nel XX secolo divenne la cava di una cementeria dell'Italcementi, che ne ha terminato l'estrazione solamente negli anni settanta. Negli anni cinquanta (fra il 1953 e il 1956) venne realizzata una strada interna di collegamento (chiamata Canyon) fra via Is Maglias e via Falzarego, allo scopo di facilitare il trasporto su camion della roccia estratta. Tale percorso ha decretato la fine dell'unità fisiografica della collina venendo a creare due aree: Tuvixeddu che si affaccia su viale San'Avendrace e Tuvumannu che si riporta a via Is Maglias. Così con i lavori di cava molte tombe andarono irrimediabilmente distrutte, anche se ne vennero trovate altre. Inoltre durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale le tombe vennero usate dagli abitanti della zona come rifugi antiaerei, e i più anziani le usarono come abitazioni per non dover correre ogni volta nel colle. Nell'immediato dopoguerra vennero abitate da chi aveva perso la casa durante i bombardamenti. Nel colle della cementeria oggi rimane soltanto la torre per la fabbricazione della calce (demolita nel 2016) e un capannone che si trova accanto alla nuova ala della scuola media intitolata al canonico Giovanni Spano. Risale a inizio Novecento la villa Mulas (oggi in stato di abbandono). Costruita sulla sommità del colle dai proprietari della cava, possiede un parco con varie specie di alberi tra cui pini e cipressi. Nei primi anni 2000 partirono i lavori per realizzazione di un complesso edilizio di circa 400 unita abitative tra Tuvixeddu e Tuvumannu. In tale intervento era prevista anche la sistemazione a parco archeologico e naturalistico di una modesta area già riportata alla luce negli anni '60 dalla Soprintendenza Archeologica. Solo nel 2014 sono stati portati a termine i lavori di sistemazione a parco con un intervento dell'amministrazione comunale di Cagliari. All'interno del progetto del 2000 era prevista anche la costruzione di un museo per la preservazione dei reperti e della storia del colle, tuttavia i lavori si fermarono nel 2007 a causa di un blocco decretato dalla giunta regionale, allora guidata da Renato Soru. Ciò ha causato non poche polemiche tra associazioni di ambientalisti. Nel 1997, per la prima volta, la necropoli venne aperta al pubblico in occasione della I edizione di "Monumenti Aperti", grazie alla proposta avanzata dall'Associazione di Volontariato turistico culturale "Amici di Sardegna" che, a proprie spese, rese possibile l'apertura del sito. Per l'occasione collaborò all'anche l'Istituto Professionale di Stato Sandro Pertini di Cagliari. Circa 5.000 persone visitarono il sito nel corso di un fine settimana. Nel maggio 2014, la necropoli è stata aperta definitivamente al pubblico in occasione della XVIII edizione di Monumenti aperti. Oggi è visitabile tutti i giorni dell'anno dalla mattina alla sera/notte. L'attività clandestina dei tombaroli nella necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu è stata denunciata da numerose associazioni culturali. Nel 1994 alcuni giovani speleologi denunciarono alle autorità competenti l'uso improprio e dannoso della collina e della necropoli da parte di sbandati, satanisti, senzatetto e predatori di reperti archeologici. Molte tombe e sepolcri, secondo studiosi esperti, sono state distrutte con l'impiego delle mine esplosive. Questa cavità si trova a pochi metri dai confini artificiosi di Tuvixeddu, sotto l'edificio che ospita una scuola superiore. Fino a pochi anni fa non era visibile perché nascosta da caseggiati disabitati e fatiscenti, abbattuti per la definitiva costruzione della via. I Cartaginesi la utilizzarono come serbatoio per l'acqua, come fecero in seguito anche i Romani. Durante i bombardamenti offrì rifugio alle popolazioni della città, e nel dopoguerra venne abitata dai senza tetto. Ad una profondità variabile tra i 20 e i 60 metri, sotto la cima del colle Tuvixeddu si sviluppa una fitta rete di cunicoli e gallerie sotterranee scavate dalle cave dell'Italcementi nel secondo dopoguerra. Questi tunnel, abbondantemente studiati da varie associazioni speleologiche sarde hanno intercettato, nella loro originaria fase di scavo risalente al 1950 alcuni tratti di acquedotti romani e innumerevoli tombe cartaginesi. Sia queste cavità sotterranee, come altre presenti nella collina, sono state depredate dai tombaroli. Uno studio di Claudia Viganó et al. (2017) ha analizzato il DNA antico di un individuo sepolto nella necropoli di Tuvixeddu circa 2000 anni fa. L'uomo era portatore della mutazione cod39, che causa l'anemia mediterranea, e possedeva aplotipi paterni e materni che indicano un'origine autoctona. Tuvixeddu - Un colle da salvare, dossier a cura del circolo di Cagliari di Legambiente, 1993. Tuvixeddu. La necropoli occidentale di Karales, Della Torre, Cagliari 2000, ISBN 88-7343-323-5. Tuvixeddu. Tomba su tomba, Sovrintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, Cagliari 1998. Roberto Copparoni, Angelo Pili, Marcello Polastri, Tuvixeddu vive, Artigianarte, I edizione 1997 e ristampa nel 2013 Cagliari, IT\ICCU\CAG\0029495. Roberto Copparoni (a cura di), Carta turistica di Tuvixeddu, con testi tradotti in inglese da Annalisa Pirastu, Associazione di volontariato Amici di Sardegna Cagliari, giugno 2014 Marcello Polastri (a cura di) Cagliari, la città sotterranea: grotte, cisterne, necropoli e cavità segrete, Edizioni Sole, Cagliari 2001. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tuvixeddu Sito ufficiale, su comune.cagliari.it. Necropoli di Tuvixeddu, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 28 agosto 2023. Necropoli Tuvixeddu, su FAI - Fondo per l'Ambiente italiano. URL consultato il 28 agosto 2023. Necropoli di Tuvixeddu, su Touring Club Italiano. URL consultato il 28 agosto 2023. Ministero della cultura, Necropoli punico-romana di Tuvixeddu (area ad uso funerario necropoli), su Catalogo dei beni culturali italiani. URL consultato il 28 agosto 2023. Lo speciale Tuvixeddu sul sito della Regione Autonoma della Sardegna, su regione.sardegna.it. Il documentario "Tuvixeddu 2012", su youtube.com. La Grotta della Vipera su SardegnaMappe, su sardegnamappe.it. Portale sulle esplorazioni sotterranee a Tuvixeddu, su sardegnasotterranea.org. Video documentaristici su Tuvixeddu, su m.youtube.com. Siti speleo-archeologici sulla Sardegna, su sardegnasotterranea.org. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2013). Puntata televisiva di Scoprire, trasmissione televisiva su Tuvixeddu, su youtube.com. La necropoli di Tuvixeddu a Cagliari raccontata da Maria Antonietta Mongiu, su raiplayradio.it, 24 ottobre 2021. URL consultato il 31 ottobre 2021. "Tuvixeddu 2012", documentario a cura di Francesco Accardo e Alessandro Congiu per l'Urban Center Cagliari, Cagliari 2012.