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Palazzo Brancaleone Grillo

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Palazzo Brancaleone Grillo Genoa 34
Palazzo Brancaleone Grillo Genoa 34

Il palazzo Brancaleone Grillo è un edificio sito in vico delle Mele al civico 6 nel centro storico di Genova. L'edificio fu inserito nella lista dei palazzi iscritti ai Rolli di Genova. Brancaleone Grillo ambasciatore del papa e del re di Spagna, costruisce il palazzo a metà del XV secolo sul luogo dove si trovava una domus magna della famiglia. È un edificio di grandi dimensioni rispetto ai canoni della Genova tardomedievale e inedito per la scelta di ricucire le case attorno ad un cortile angolare. L'introduzione della scala loggiata, che si ripete in altri palazzi coevi (delle famiglie Doria, Spinola e Centurione), guadagnando aria e luce con un corpo più basso, mostrano l'intuito creativo e ambientale di quei magistri antelami che tanta parte hanno avuto nell'edilizia genovese. L'unitarietà dell'intervento lombardo è evidente nella cordonatura che contorna il portale, la balaustra delle scale e gli anelli delle colonne che sostengono gli archi del cortile interno. La balaustra a "colonnelli", ossia pilastrini con capitello, è un raro esempio di balaustra quattrocentesca originale. Secondo lo storico Federico Alizeri il portale con il bassorilievo raffigurante San Giorgio e il drago fu commissionato proprio in quegli anni ai fratelli Gagini. Tuttavia studi recenti di Aldo Galli hanno attribuito ai maestri caronesi, Filippo Solari e Andrea Da Ciona, il portale del palazzo di Brancaleone Grillo. Acquistato nel 1496 da Luca Spinola, entrerà nei rolli di Genova dal 1576 con Nicolò Spinola. L'espansione del piano nobile su vico delle Mele e gli affreschi degli appartamenti (in parte scialbati) ad opera di Luca Cambiaso, Nozze di Amore e Psiche e Storie di Marco Antonio e di Lazzaro Tavarone, La raccolta della manna, trasformano l'immagine del palazzo. La Madonna con putto (forse una copia) posta nel cortile e il bassorilievo in facciata con San Giovanni nel deserto che presenta a Dio la famiglia sono anteriori al XVI secolo. Nel palazzo sono state girate nel 2007 le scene del film di Silvio Soldini Giorni e nuvole, con protagonisti Antonio Albanese e Margherita Buy. Genova Grillo (famiglia) Centro storico di Genova Rolli di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Brancaleone Grillo Scheda sul sito irolli.it, su irolli.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Brancaleone Grillo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Brancaleone Grillo
Piazza del Santo Sepolcro, Genova Centro Est

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Palazzo Brancaleone Grillo Genoa 34
Palazzo Brancaleone Grillo Genoa 34
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Luoghi vicini

Palazzo Gio Battista Grimaldi (piazza San Luca)
Palazzo Gio Battista Grimaldi (piazza San Luca)

Il palazzo Gio Battista Grimaldi è un edificio sito in piazza San Luca al civico 2 nel centro storico di Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Nella stessa piazza è ubicata la chiesa di San Luca. La sua storia è legata alla piazza su cui si affaccia, piazza San Luca, dov'è la chiesa gentilizia degli Spinola e dei Grimaldi dal 1188. Nel 1332 si ricostruisce la piazza dopo oltre mezzo secolo di lotte tra le due famiglie Grimaldi (guelfi) e Spinola (ghibellini) e, un secolo dopo, la Gabella Processionum del 1414 associa l'isolato in questione ad uno Spinola. Quando nel Cinquecento il palazzo assume il carattere attuale con la chiusura dei portici medievali che coronano la piazza, è Gio Batta Grimaldi, già senatore della Repubblica di Genova, il primo ad apparire nei rolli genovesi (I bussolo); ma la successione Spinola-Grimaldi continua ancoraː è registrato nel 1588 e 1599, a nome di Agostino Grimaldi quondam Gio. Batta (III bussolo) e nel 1614 a nome di Paolo Spinola (II bussolo). Il prospetto principale sulla piazza, abbellito da poggioli a mensola e da mascheroni oltre che dal sobrio portale seicentesco con l'iscrizione "PARVO BENE", nasconde parzialmente al secondo piano tre colonnine corinzie murate. All'interno, l'atrio e la scala loggiata, che sale parallela alla facciata principale fino al terzo piano, concludono l'immagine del palazzo nobiliare cinquecentesco ricavato su volumi medievali, di cui rimane traccia sul retro dove un portale in ardesia del XVI secolo, segno di un accesso anteriore alla costruzione del palazzo e oggi inutilizzato, si affaccia sull'angusto Vico della torre di san Luca. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Gio Battista Grimaldi Scheda sul sito irolli.it, su irolli.it.

Palazzo Salvago Pinelli
Palazzo Salvago Pinelli

Il palazzo Salvago, o palazzo Salvago Pinelli, è un edificio storico italiano, sito in via San Luca al civico 12, nel centro storico di Genova. Le sue parti sono sottoposte a vincolo da parte della Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria sin dal 1953. Il palazzo fu edificato fra il XIII e il XVI secolo dalla famiglia dei Salvago, già proprietaria di altri edifici signorili in Genova, fra i quali il Palazzo Salvaghi. Ricostruito nel corso del XVIII secolo, passò alla famiglia Pinelli. Secondo Ennio Poleggi, fu residenza cittadina del conte Agostino Pinelli (Pinello), proprietario della villa di Carbonara. Lo storico settecentesco Carlo Giuseppe Ratti nel 1780 descrisse il palazzo come di proprietà del «Sig. Giuseppe Pinello» (Giuseppe Pinello Salvago) e lo definì «tutto di nuovo fabbricato» - ovvero ristrutturato - facendo menzione, inoltre, della presenza di una «medaglia dipinta ultimamente da Giuseppe Galeotti, che terminatala poco dopo morì», e segnalando i numerosi quadri «a olio d'eccellenti maestri, come Rubens, del Vandik, del Guercino, del Ribera, e del Castiglione». Nel 1818, l'Anonimo Genovese lo definì come ancora di proprietà del marchese Giuseppe Pinello. Nel 1846 Federico Alizeri lo indica di proprietà del conte Agostino Pinelli, ed enumera anche le numerosissime opere pittoriche di rilievo internazionale che erano conservate al suo interno: Nel 1929 è descritto da Castagna e Masini come palazzo «con portone marmoreo [...] adorno di uomini selvaggi armati di bastoni scolpiti in tutto rilievo sulle lesene e di vasi e festoni sul cornicione», dettagliando anche gli interni, con note sull'«atrio e cortile retti da colonne doriche di marmo; nicchione in fondo al cortile, con statua di Cesare, e sfingi, satiri ed iscrizione relativa ai restauri del 1778; al primo piano affreschi di Giuseppe Galeotti». Nel corso della seconda guerra mondiale, fu severamente danneggiato dai bombardamenti su Genova e nuovamente restaurato nell'immediato dopoguerra. Ristrutturato negli anni 2000, è ciclicamente aperto alle visite nel corso delle iniziative culturali relative ai Palazzi dei Rolli. L'edificio moderno è frutto dell'accorpamento di più strutture, in particolare in seguito ai severi danni successivi alla seconda guerra mondiale. Mantiene tuttavia alcune caratteristiche e opere della struttura antica originaria, in particolare negli ingressi: il portale marmoreo, ornato da una coppia di statue di serveghi con bastoni, a rappresentazione della stessa famiglia Salvago che lo edificò. Subito all'interno si apre un elegante cortile-ninfeo con colonne doriche collegate e soffitti a volta, con una statua di Cerere e conchiglia, in sostituzione dell'originale di un Cesare, e scaloni marmorei laterali. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Salvago Palazzo Salvago Pinelli, su catalogo.beniculturali.it, Ministero della cultura. Riccardo Balestrieri (a cura di), Paris Maria Salvago. Il palazzo di città, su Urania Ligustica. Palazzo Pinelli Gentile, su Fonti per la storia della critica d'arte, Università di Genova.

Chiesa di San Luca (Genova)
Chiesa di San Luca (Genova)

La chiesa di San Luca è un luogo di culto cattolico situato nell'omonima piazza del centro storico di Genova, nel quartiere della Maddalena. La sua comunità parrocchiale fa parte del vicariato "Centro storico" dell'arcidiocesi di Genova. La decorazione interna e le opere d'arte di Domenico Piola, Filippo Parodi e del Grechetto sono tra le più alte realizzazioni del barocco genovese. Il parroco ha il titolo di prevosto di san Luca e Abate di S. Defendente. La chiesa fu fondata nel 1188 da Oberto Spinola, importante uomo politico di quel periodo, più volte console, su un terreno di proprietà del genero Oberto Grimaldi. La zona dove sorse la chiesa era stata inglobata da pochi anni all'interno della cerchia muraria cittadina. Era all'epoca una zona agricola attraversata dalla via di accesso a Genova da ponente (il cosiddetto "carrubeus rectus", l'attuale asse formato da via San Luca, via di Fossatello e via del Campo) lungo la quale iniziarono a sorgere i primi insediamenti residenziali, tra i quali alcuni edifici della famiglia Grimaldi. Oberto Spinola ottenne dal papa Gregorio VIII che la chiesa fosse dichiarata parrocchia gentilizia delle due famiglie (Spinola e Grimaldi). Secondo la tradizione fu consacrata dall'arcivescovo Bonifacio nel 1191 e papa Celestino III nel 1197 la esentò dal pagamento del tributo alla vicina abbazia di S. Siro. Nel 1485 fu eretta in collegiata e prevostura da papa Innocenzo VIII; papa Sisto V nel 1589 la confermò come parrocchia gentilizia delle famiglie Spinola e Grimaldi, ma poiché versava in condizioni di degrado e risultava inadeguata rispetto ai requisiti previsti dal Concilio di Trento, nella prima metà del Seicento ne fu decisa la completa riedificazione in forme barocche, iniziata nel 1626 e portata a compimento nel 1650. Il progetto fu a lungo attribuito al lombardo Carlo Mutone, decoratore e stuccatore, autore in realtà solo delle decorazioni e del disegno della facciata. Il recente il ritrovamento presso l'Archivio di Stato di Genova del contratto di appalto rogato dal notaio Genesio Celle nel febbraio del 1626, avente a testimoni i rappresentanti delle due famiglie, Luca Grimaldi e Leonardo Spinola, ha consentito di attribuire il progetto all'architetto Bartolomeo Bianco. Al contratto sono allegati un dettagliato elenco dei lavori con le modalità di esecuzione, le planimetrie e i disegni dei prospetti della nuova chiesa. La chiesa fu nuovamente consacrata nel 1627 da Vincenzo Spinola, vescovo di Brugnato. Durante la seconda guerra mondiale, i bombardamenti dell'agosto 1943 causarono gravi danni alle coperture ed in particolare alla cupola, la cui armatura lignea affogata nella muratura rimase carbonizzata per l'incendio provocato dalle bombe e fu sostituita nell'immediato dopoguerra da cordonature in calcestruzzo armato. Tra il 1947 e il 1950 furono restaurati, per mano di Luigi Gerolamo Leggero (1892-1978), gli affreschi della cupola, dell'abside e del presbiterio. In epoca più recente, infiltrazioni d'acqua causate da carenze di manutenzione hanno provocato nuovi danni agli affreschi e alle decorazioni marmoree. I restauri condotti dal 2000 al 2004 hanno riportato ancora una volta all'antico splendore il ciclo pittorico della volta della cupola e i gruppi scultorei. La chiesa di San Luca, tuttora parrocchia gentilizia della famiglia Spinola, a seguito di accordi firmati con la curia arcivescovile il 9 febbraio 2009, è di proprietà della Fondazione Spinola, che ha l'onere del mantenimento della struttura e delle spese ordinarie, d'intesa con la parrocchia, che si occupa del culto e delle attività parrocchiali. La Fondazione Spinola, che ha contribuito ai restauri dei primi anni duemila, ha sede nell'antico loggiato della chiesa, ristrutturato nel 2010. La fondazione promuove progetti di riqualificazione sociale e culturale nel centro storico e organizza concerti di musica classica contemporanea all'interno della chiesa. La facciata che si apre su piazza San Luca, in realtà un piccolo slargo lungo l'omonima via, presenta una struttura a salienti. La parte centrale è suddivisa in due fasce sovrapposte da un cornicione riccamente decorato con bassorilievi e idealmente sorretto da due lesene corinzie lisce: nella parte inferiore della facciata si apre il portale, con timpano marmoreo, mentre in quella superiore vi è una finestra a lunetta semicircolare. In corrispondenza della crociera, si trova una cupola con lanterna. Sul retro della chiesa si eleva il piccolo campanile a torre. Della chiesa originaria resta solo l'iscrizione in latino sopra il portale d'ingresso, che riporta la data di fondazione: Nell'anno 1188, nel mese di ottobre, Oberto Spinola e i figli Guidone, Ingone, Oberto, Guglielmo, Nicola, Giovanni e Bonifacio questa chiesa fondarono. L'interno della chiesa ha pianta a croce greca con l'unica navata leggermente allungata e terminante con un'abside semicircolare. L'altare maggiore in marmo è opera di Daniello Solaro (1649), autore anche dei numerosi ornamenti in marmo che arricchiscono il tempio. Le volte e le pareti della chiesa presentano un ciclo di affreschi, realizzati nell'ultimo decennio del Seicento da Domenico Piola con la collaborazione del figlio Paolo Gerolamo e del quadraturista Antonio Maria Haffner, autore delle cornici e delle architetture dipinte. La serie degli affreschi raffigura l'Incoronazione della Vergine nella volta della cupola, Giaele, Giuditta, Giobbe e il Figliol Prodigo nei peducci, storie di S. Luca nel presbiterio e nel coro (San Luca pittore ritrae la Vergine e San Luca predica al popolo) e figure allegoriche di Virtù a monocromo nella controfacciata e nel transetto. Nella volta della navata San Luca battezza i neofiti e Cena in Emmaus. Oltre agli affreschi citati, la chiesa conserva altre opere importanti, come il gruppo marmoreo dell'Immacolata con angeli di Filippo Parodi (1649), in marmo bianco di Carrara, che campeggia sull'altare maggiore, il gruppo ligneo del Cristo deposto (1680), anche questo del Parodi (con decorazione policroma del Piola), la Natività, capolavoro di Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto (il dipinto, realizzato nel 1645, fu definito dal Ratti "la più bell'opera che di lui abbiamo"), il Crocifisso ligneo di Francesco Fanelli (1609) e un reliquiario a tabernacolo quattrocentesco, appartenente alla vecchia chiesa, collocato nel retro dell'abside ed accessibile dal corridoio della sagrestia. L'organo a canne della chiesa è stato costruito nel 1960 dalla Fabbrica Organi Ruffatti di Padova. A trasmissione elettrica, la sua consolle, separata dal corpo fonico, ha due tastiere e pedaliera. Alessandra Toncini Cabella, Chiese e parrocchie gentilizie a Genova. Arte, aristocrazia, devozione, Genova, De Ferrari, 2001, ISBN 8871723260. Nadia Pazzini Paglieri e Rinangelo Paglieri, Chiese in Liguria, Genova, Sagep, 1990, ISBN 8870583619. Giornale degli studiosi di lettere, scienze, arti e mestieri, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1870. Guida d’Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009. Descrizione di Genova e del Genovesato, Genova, Tipografia Ferrando, 1846. Carlo Giuseppe Ratti, Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura, scultura ed architettura, ecc., Genova, Ivone Gravier, 1780. Arcidiocesi di Genova Wikiquote contiene citazioni sulla chiesa di San Luca a Genova Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Luca a Genova Chiesa di San Luca, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Le chiese gentilizie del centro storico di Genova, su chiesadigenova.it. URL consultato il 27 marzo 2023. Chiesa di San Luca, su Fondazione Spinola. Hans von Weissenfluh, Chiesa di San Luca, Genova, Chiesa di San Luca, Genova. Foto a 360°, su hvweb.net.