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Trecase

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Rasùlo
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Trecase (noto anche come Trecase al Vesuvio) è un comune italiano di 8 486 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania. Il suo nome è legato all'usanza secondo la quale a partire dal Cinquecento era in vigore nel territorio l'obbligo per gli abitanti del luogo di pagare le imposte fondiarie a tre case religiose, alle quali nel 1337 Roberto d’Angiò fece dono di queste terre. Comune dal 1980, in precedenza era frazione di Boscotrecase. Per la vicinanza a Torre del Greco fu il primo insediamento di contadini nel bosco di Silva mala (sec. XV). Il gonfalone è un drappo di giallo. Al 1587 risale la chiesa parrocchiale poi divenuta Santuario diocesano di Santa Maria delle Grazie e San Gennaro anche nota come la chiesa di San Gennaro, patrono della città, la più antica dell'area boschese, che conserva numerose opere d'arte. Nel Settecento e Ottocento fu luogo di villeggiatura per famiglie nobili napoletane, come si evince dalle numerose ville di delizie sparse nel territorio (villa Ducoster, Filippone, Langella, Lebano, Ruta). Abitanti censiti Vi si producono Lacryma Christi nonché albicocche, pinoli e pomodorini del piennolo. La città è servita, tramite l'omonima stazione, dalle linee ferroviarie della Napoli-Poggiomarino e della Napoli-Sorrento della Ferrovia Circumvesuviana. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Trecase CNGEI Sezione di Portici Sito Web del CNGEI di Portici - Scout Laici - Gruppo di Trecase

Estratto dall'articolo di Wikipedia Trecase (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Trecase
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Stadio Alfredo Giraud
Stadio Alfredo Giraud

Lo stadio Alfredo Giraud è un impianto calcistico di Torre Annunziata. Di proprietà comunale, ospita gli incontri calcistici interni del Savoia. In precedenza le gare di calcio fino al 1928, si svolsero presso campi aperti senza strutture fisse, quali il Campo Montagnelle e il Campo Oncino e dal 1929 a tutto il 1955 presso il Campo Formisano. Il primo progetto per la costruzione di un nuovo stadio a Torre Annunziata risale ai primi anni cinquanta, il progetto prevedeva la realizzazione di un semiovale con due tribune scoperte raccordate da una curva sul lato del piazzale. Tuttavia all'atto dell'inaugurazione avvenuta il 25 gennaio 1962 risultava pronto soltanto il settore "Distinti" con relativo settore "Ospiti", oltre a una palazzina con i servizi per il campo e gli spogliatoi. Mancavano completamente sia la tribuna principale che la curva. Nel 1982 fu intitolato ad Alfredo Giraud, padre degli ex biancoscudati Raffaele, Michele e Giovanni Giraud, nonché vicepresidente del Savoia vicecampione d'Italia nel 1924. 1999 I lavori di completamento dell'impianto sono ripresi nella seconda metà degli anni novanta, quando il Comune provvide a realizzare la Tribuna coperta (capienza 3.250 posti a sedere) con annessa tribuna stampa e la Curva Sud (capienza 3.000 posti) al di sotto della quale fu realizzato un nuovo edificio con uffici, servizi, spogliatoi e palestra. La capienza del nuovo impianto fu quindi di 12.800 posti compreso il settore Distinti e il settore Ospiti. L'inaugurazione avvenne il 15 agosto 1999 con la gara di Coppa Italia tra Savoia e Sampdoria. 2010 Nell'autunno del 2009, a seguito della carente manutenzione e da lavori non effettuati a regola d'arte nel precedente restyling, si rese necessario un nuovo intervento di ristrutturazione terminato negli ultimi giorni di agosto 2010 e costato circa 700.000 euro. In seguito a questo intervento fu leggermente modificata la struttura dello stadio: infatti il manto erboso classico fu sostituito da uno di tipo sintetico ed inoltre fu ridotta la capienza del settore Distinti, mentre nell'area circostante il terreno di gioco fu impiantata una pavimentazione in macadam, simile a quelle delle piste di atletica presenti in altri stadi italiani. Tali modifiche comportarono una riduzione da 12.800 a 10.750 posti. Nell'estate del 2014 ci fu l'adeguamento alle norme di sicurezza previste dalla Lega Pro con la numerazione dei posti a sedere e l'installazione della postazione GOS e del sistema di videosorveglianza. 2019 Dal gennaio 2019, lo stadio Giraud è stato interessato da un intervento infrastrutturale, ricadente nel piano di ristrutturazione degli impianti sportivi della Campania interessati dalle gare delle Universiadi del 2019. Il comune di Torre Annunziata è stato sovvenzionato dal comitato promotore con la somma di 700 000 euro. Lo stadio può ospitare fino a 10.750 spettatori, suddivisi nei seguenti settori: Per motivi di sicurezza e contenimento dei costi di gestione la capienza effettiva è bensì limitata a 4 800 spettatori. Oltre alle gare casalinghe del Savoia, più di 15 campionati di Serie C, il campionato di Serie B 1999-2000 e tre edizioni di Coppa Italia, del 1997-1998, 1999-2000 e 2000-2001, l'impianto ha ospitato i seguenti eventi calcistici: L'impianto è servito dai seguenti collegamenti: Chrystian Calvelli, Giuseppe Lucibelli; Raffaele Schettino, Savoia storia e leggenda dall'Oncino al Giraud, Gragnano, Stampa Democratica '95, dicembre 2000. ISBN non esistente Sport in Campania Torre Annunziata XXX Universiade Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Alfredo Giraud Sito ufficiale, su stadiogiraud.net. URL consultato il 19 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2012). Sito MONDO Produttore erba sintetica Profilo su World Stadiums, su worldstadiums.com. URL consultato l'11 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2012). Mappa stadio su wikimapia, su wikimapia.org.

Chiesa della Santissima Trinità (Torre Annunziata)
Chiesa della Santissima Trinità (Torre Annunziata)

La chiesa della Santissima Trinità è un edificio di culto cattolico di Torre Annunziata, situata in via Gino Alfani nel quartiere Gambardella, facente parte del 13º decanato dell'Arcidiocesi di Napoli. Vi si celebra il culto della Santissima Trinità. Nel 1829 nel quartiere Oncino, all'epoca facente parte del comune di Boscotrecase, tale Sabato De Felice, fece costruire sulla Strada Regia, una cappella dedicata alla SS. Trinità, la cui pianta rettangolare misurava 18x36 palmi napoletani, pari a circa 9,5 metri per 4,8. Fu aperta al culto nel mese di dicembre dello stesso anno con il permesso del Cardinale di Napoli Luigi Ruffo Scilla. Per le spese di amministrazione il De Felice elargì una rendita di 20 ducati. Il 27 febbraio 1877 in seguito all'accorpamento del quartiere Oncino al Comune di Torre Annunziata, il canonico presbitero Rosario Frungillo decise che la cappella divenisse succursale della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Trecase, da cui dipese fino ad allora. Fu permessa la somministrazione dei sacramenti del Battesimo, Eucarestia ed Estrema unzione, registrandone gli avvenimenti per poi trascriverli nel registro parrocchiale. In seguito alla riunione del Consiglio Comunale del 28 ottobre 1881, data la difficoltà dei fedeli di seguire i riti religiosi, il sindaco Ciro Ilardi chiese all'Arcivescovo di Napoli Guglielmo Sanfelice di istituire una nuova Parrocchia, avente sede nella Cappella della SS. Trinità, oppure di aggregare il territorio al Santuario dello Spirito Santo, ma la richiesta non ebbe alcun seguito. Nel consiglio comunale del 30 ottobre 1924 si decise di riproporre la richiesta al Cardinale Alessio Ascalesi, che la Rettoria della SS. Trinità venisse eretta in Parrocchia autonoma, richiesta accolta il 22 marzo 1926 con l'emessione della Bolla di istituzione della nuova Parrocchia, sotto il titolo di Sant'Alfonso nella Cappella della SS. Trinità. Affinché la nuova Parrocchia potesse funzionare c'era bisogno del Regio Assenso che fu emanato il 2 febbraio 1928, con la nomina a parroco del reverendo Salvatore Farro, che vi rimase fino al 3 luglio 1968, giorno della sua morte. Nel 1940, in seguito alla decisione di costruire una nuova strada, che unisse il corso Umberto I con l'arenile tramite la Rampa Nunziante, fu necessario abbattere la chiesa di vicoletto Trinità. La nuova strada fu intitolata ad Italo Balbo e nel dopoguerra a Gino Alfani. Dopo la demolizione la parrocchia fu provvisoriamente trasferita in un fabbricato di corso Umberto I, ma il 14 settembre 1943 fu distrutta da un bombardamento aereo. In seguito al catastrofico evento, Monsignore Farro ottenne l'autorizzazione del Cardinale Alfonso Castaldo, per ricostruirla, a spese dello Stato, su via Balbo ma a causa della guerra ancora in corso i lavori furono sospesi e ripresi alla fine del conflitto. La nuova chiesa, ancora incompleta, fu benedetta e riaperta al culto nel 1951. Il 2 ottobre 1955, durante la visita alla Parrocchia del Cardinale Marcello Mimmi, Arcivescovo di Napoli, si decise di intitolare la chiesa solo alla SS. Trinità, in quanto a Torre Annunziata c'era già una parrocchia dedicata a Sant'Alfonso. Il 22 ottobre 1970 con decreto del Presidente della Repubblica fu riconosciuta la personalità giuridica della Chiesa parrocchiale della SS. Trinità in Torre Annunziata. Dell'originaria struttura costruita nel 1829 da Sabato De Felice, all'angolo di via Gino Alfani si vedono alcuni resti. Ricostruita nel 1950 in seguito ai bombardamenti, ha subito danni a causa del terremoto del 1980. È strutturata su un'unica navata con finestroni colorati, sull'altare maggiore è posta una tela settecentesca che raffigura la Trinità. La facciata, in stile semplice, è affiancata da un campanile. Giovanni Di Martino, Carlo Malandrino, Torre Annunziata tra vicoli e piazze: storia di territorio e urbanesimo, Fuorni (SA), D'Amelio Editore, 1986. Fioravante Meo, Salvatore Russo, Torre Annunziata Oplonti (dalle origini ai giorni nostri), Torre Annunziata, Ed. Libreria Rosati, 1995. Storia della Chiesa della Santissima Trinità, su chiesadinapoli.it. Chiesa della Santissima Trinità, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Torre Annunziata
Torre Annunziata

Torre Annunziata (Torr'Annunziata in napoletano) è un comune italiano di 40 065 abitanti situato nella città metropolitana di Napoli, in Campania. Si estende nell'insenatura più interna del golfo di Napoli in uno stretto lembo di terra cinta tra il Vesuvio e il mare: è infatti municipalità della Zona rossa del Vesuvio, importante centro balneare e membro del Parco regionale del fiume Sarno, che ne delimita il confine meridionale con la sua foce. Fin dalla fondazione ha fatto della pesca, del commercio, del turismo e della produzione della pasta le principali attività, tanto da essere detta Capitale dell'arte bianca, per la massiccia produzione che toccò il picco nel primo dopoguerra, con oltre sessanta tra mulini e pastifici, di cui restano in attività, tra i più noti e premiati al mondo, i marchi Voiello e Setaro. È dal periodo della prima rivoluzione industriale, un importante centro produttivo, prima nel settore metalmeccanico e siderurgico, e, ad oggi, nautico e farmaceutico, oltre che portuale, accogliendo il terzo porto della regione per estensione. È inoltre sede dello Stabilimento militare Spolette, già Reale Fabbrica d'Armi sotto il regno delle due Sicilie, e oggi gestita dal Ministero della Cultura. Sorge sui resti dell'antica Oplontis, città residenziale imperiale e patrizia, sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79, di cui conserva l'attiva stazione termale e il sito archeologico, dal 1997 riconosciuto come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Chiesa di Santa Teresa di Gesù
Chiesa di Santa Teresa di Gesù

La Chiesa di Santa Teresa di Gesù anche nota come Chiesa di Santa Teresa e di San Pasquale, è un edificio di culto cattolico di Torre Annunziata, situato in Piazza Ernesto Cesaro nel quartiere Terravecchia, facente parte del 13º decanato dell'Arcidiocesi di Napoli. Dedicata anche a Santa Maria di Costantinopoli, è conosciuta anche come chiesa di San Pasquale per la presenza dei Frati Alcanterini fino al 1866. Unitamente al convento fu costruita dalla famiglia Piccolomini, feudatari di Terravecchia di Boscotrecase nel 1639 e donata all'ordine dei Carmelitani scalzi il 3 aprile 1645. In seguito ad una lite tra la famiglia Balzano ed il Conte di Celano Giovanni Piccolomini, l'intera struttura fu restituita a quest'ultimo che, il 22 maggio 1651 la donò al figlio Ambrogio, padre dell'Ordine degli Olivetani. Con la soppressione degli ordini religiosi operata da Giuseppe Bonaparte il 13 febbraio 1807, il convento passò al Regio demanio e la chiesa fu lasciata alla popolazione per gli esercizi spirituali, ma nel 1811 anch'essa divenne proprietà demaniale ed adibita a laboratorio di fuochi per il Regio Esercito. Con la restaurazione borbonica, il Re Ferdinando II restituì la chiesa ai padri alcanterini nel 1844 ed il convento nel 1849, oltre ad un aiuto economico pari a 3000 ducati dal comune di Torre Annunziata. Fu riconsacrata nel 1853 dal Cardinale di Napoli Sisto Riario Sforza. Nel dicembre del 1867 il convento, in seguito alla legge eversiva n. 3036 del 1866, fu soppresso e trasformato in Ospedale. I pochi frati francescani rimasti occuparono solo un piccolo spazio della struttura per scomparire poi del tutto nel 1911. Nel 1932 fu richiesto all’amministrazione dell’Ospedale Civile di Torre Annunziata, l’acquisto di 150 mq di terreno per costruire un conventino sul lato destro della chiesa, sviluppato su tre piani, posto tra la parrocchia ed il palazzo Monaco del settecento. Il 15 maggio 1934 alla presenza del Cardinale Alessio Ascalesi, fu posta la prima pietra del convento e consegnato ai frati nel 1936. Filiana della Santuario dello Spirito Santo, fu elevata a parrocchia nel 1964 dal Cardinale Alfonso Castaldo. Nel 2010 il convento fu chiuso e gli ultimi tre frati rimasti furono trasferiti in altre strutture campane. Il 14 ottobre 2019 il Cardinale Crescenzio Sepe firmò il decreto che affidò la chiesa in solidum con la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Allargata nel XIX secolo, la chiesa, a pianta rettangolare, è formata da una sola navata di 28,2 x 9,4 metri. Addossati alle pareti vi sono 14 pilastri lisci di ordine corinzio con relativo cornicione. Il presbiterio si raggiunge salendo tre scalini, nell'abside, il trono è sormontato nel suo catino da una pala del '600 di autore ignoto, raffigurante Santa Teresa d'Avila che ottiene dalla Madonna lo spegnimento dell'incendio causato dall'eruzione del Vesuvio del 1631. A sinistra e a destra ci sono due cappelle larghe circa 4 metri fra le quali vi sono due arcate di circa 2 metri e cinque colonne rettangolari. Nella prima cappella a sinistra c'é una nicchia con la statua di San Francesco alla cui destra trova posto il Battistero. Nella seconda cappella vi sono tre nicchie con le statue di San Giuseppe col Bambino, dell'Immacolata e del Sacro Cuore. Nella prima cappella a destra ci sono le statue del Bambin Gesù, di Sant'Antonio con il Bambino e di Giovan Giuseppe della Croce. Nella seconda cappella le statue di Santa Rita, San Pasquale e dell'Addolorata. Nel convento è conservato un quadro del '700 raffigurante la glorificazione di S. Teresa d’Avila, di autore ignoto, ai piedi della santa si notano i committenti forse Giovanni Piccolomini, ed Eleonora Loffredo principessa di Maida. Carlo Malandrino, Torre Annunziata tra storia e leggenda, Napoli, Ed. Loffredo, 1970. Giovanni Di Martino, Carlo Malandrino, Torre Annunziata tra vicoli e piazze: storia di territorio e urbanesimo, Fuorni (SA), D'Amelio Editore, 1986. Fioravante Meo, Salvatore Russo, Torre Annunziata Oplonti (dalle origini ai giorni nostri), Torre Annunziata, Ed. Libreria Rosati, 1995. Giovanni Di Martino, Salvatore Russo, Torre Annunziata: la vocazione industriale e il canale conte di Sarno, Torre Annunziata, D'Amelio, 1983. Vincenzo Amorosi, Cristiano Soldaini, Visioni oplontine, Torre Annunziata tra chiese, strade e ville, Tricase (LE), Youcanprint, 2016, ISBN 978-88-92613-97-3. Chiesa di Santa Teresa di Gesù, su chiesadinapoli.it. Chiesa di Santa Teresa di Gesù, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Santuario Maria Santissima del Buon Consiglio
Santuario Maria Santissima del Buon Consiglio

Il Santuario-Parrocchia "Maria Santissima del Buon Consiglio" di Torre del Greco (Città metropolitana di Napoli) figura tra i santuari mariani della regione Campania più recentemente istituiti. È sede delle attività del presbiterio del XIII decanato dell'Arcidiocesi di Napoli (che comprende i comuni di Torre del Greco, Trecase, Boscotrecase e parte di quello di Torre Annunziata) nonché delle attività per la formazione degli operatori pastorali laici. Il santuario è ubicato in località Santa Maria la Bruna, nella periferia sud-orientale della città di Torre del Greco, e più precisamente nel quartiere di Leopardi (che deve il proprio nome al poeta Giacomo Leopardi che, in questo territorio, trascorse l'ultimo periodo della sua vita). La fondazione e la realizzazione dell'intero complesso, che ebbe inizio il 25 maggio 1902, si devono al sacerdote don Raffaele Scauda (originario di Torre Annunziata) che volle quest'opera per aiutare l'infanzia abbandonata del luogo che, a quei tempi, rappresentava una delle forme di povertà sociale più urgente. La piccola struttura originaria, corrispondente all'attuale sagrestia, fu completata nel 1906, anno in cui fu portata la tela della Madre del Buon Consiglio, dipinta da un anonimo napoletano, che diede il titolo alla chiesa. La marchesa Eleonora De Cillis Carafa D'Andria, dalla grande sensibilità spirituale, affiancò l'opera di don Raffaele Scauda con l'impiego dei suoi beni. Nel 1926, fu costruita la chiesa grande per accogliere i numerosi pellegrini che accorrevano sempre più numerosi e fu ampliata anche la struttura adiacente per accogliere i bambini orfani e/o abbandonati. Durante la seconda guerra mondiale il tempio e l'annesso orfanotrofio furono distrutti: era il 15 settembre 1943. Rimase intatta solo la parete su cui era posta l'effigie della Madonna. Affinché si potesse ricostruire il tempio e ridar vita alle opere caritative annesse, don Raffaele Scauda girò i paesi limitrofi per raccogliere fondi, meritando l'appellativo di "facchino della Madonna". La ricostruzione terminò nell'anno 1954. Fin dagli inizi don Raffaele ebbe come riferimento ed amico il beato Bartolo Longo, fondatore del santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, il quale incoraggiò molto l'opera del nascente santuario, specialmente le iniziative di carità in favore dei bambini. L'orfanotrofio accolse per tutto il periodo bellico e post-bellico centinaia di orfanelle che trovarono accoglienza e formazione. Tutto questo fu realizzato anche grazie all'aiuto della congregazione delle Suore di Sant'Antonio (fino al 1934) e di quella delle Suore Stimmatine (dal 1935 in poi). Don Raffaele Scauda morì il 2 giugno 1961. L'opera di carità a favore degli orfani si espresse in una serie di attività che, oltre all'istruzione scolastica, contribuì anche al loro inserimento nel mondo del lavoro grazie alla creazione di laboratori artigianali e di corsi di formazione. Essendo mutati i tempi e le modalità assistenziali, la realtà dell'orfanotrofio cessò di esistere agli inizi degli anni ottanta. Oggi, il santuario realizza e promuove numerose iniziative avviate dalla Caritas diocesana. Marisa Betrò, Nel nome della Madre. Il santuario e le opere del Buon Consiglio a Torre del Greco, ACM 2006. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul santuario del Buon Consiglio ]