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Villa Catello-Piccoli

Liberty napoletanoPagine con mappeVille di Napoli
Castello Piccoli
Castello Piccoli

Villa Catello-Piccoli, o Villa Frenna-Scognamiglio, è un edificio residenziale di Napoli ubicato in via Domenico Cimarosa, nei pressi della Floridiana e rappresenta un tardo esempio di Liberty napoletano. L'edificio venne realizzato nel 1918, come specifica la data sulla targhetta; il progetto è dell'architetto e ingegnere Adolfo Avena coadiuvato dall'ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci, che ricavò la villa dalle ristrutturazione e dalle demolizioni di un preesistente complesso edilizio, ottenendo una gradevole disposizione razionale degli interni. L'esterno assomiglia ad un piccolo fortilizio, poiché il basamento è caratterizzato da bugnato rustico, mentre la facciata laterale è caratterizzata dagli sbalzi del bugnato e, al primo piano, nel settore centrale, si apre una semplice finestra. Il piano superiore presenta finestre con decorazioni in stucco. Sulla facciata principale che prospetta lungo l'asse stradale, vi è una grossa apertura in stile catalano, che oggi segna l'ingresso ad un esercizio commerciale, e un balcone con mensola strombata.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Catello-Piccoli (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Catello-Piccoli
Via Domenico Cimarosa, Napoli Municipalità 5

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.842726 ° E 14.232166 °
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Indirizzo

Acunzo

Via Domenico Cimarosa 50
80129 Napoli, Municipalità 5
Campania, Italia
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Sito web
acunzo1964.it

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Castello Piccoli
Castello Piccoli
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Luoghi vicini

Vanvitelli (metropolitana di Napoli)
Vanvitelli (metropolitana di Napoli)

Vanvitelli è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli. Costruita secondo i progetti di Michele Capobianco, fu aperta nel 1993 ed è stata sottoposta un radicale restauro, grazie al quale lo scalo divenne parte del circuito delle stazioni dell'arte, diretto dall'architetto Capobianco e da suo figlio Lorenzo con consulenze artistiche di Achille Bonito Oliva. Le uscite sono poste ai quattro angoli di piazza Vanvitelli e in via Cimarosa. Inoltre, è presente un sottopassaggio d'interscambio che porta dalla stazione direttamente alle funicolari di Chiaia e Centrale. Il corridoio che porta alla funicolare Centrale è dotato di marciapiedi mobili. La stazione è dotata di asta di manovra essendo stata capolinea provvisorio alla prima apertura del 1993. Nel 2004 è stato effettuato un restauro ad opera di Michele e Lorenzo Capobianco, in seguito al quale la stazione è entrata a far parte delle "stazioni dell'arte". Nell'atrio si trova un'installazione di Giulio Paolini, consistente in un grande masso che sembra infrangere il recinto trasparente che lo imprigiona. I corridoi laterali sono adornati da una lunga striscia di Vettor Pisani e da fotografie delle architetture della città di Napoli di Gabriele Basilico e Olivo Barbieri. Nel mezzanino si trova un'opera di Mario Merz, rappresentante la successione di Fibonacci, che prosegue sulla parete verticale di fondo con raffigurazioni di animali preistorici. Alle pareti laterali delle scale mobili di salita sono presenti due stelle in acciaio di Gilberto Zorio. Nell'incrocio tra le scale che portano alle due banchine sono raffigurati otto cilindri, opera di Gregorio Botta. Sulle banchine sono presenti due grandi mosaici di Isabella Ducrot. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Infopoint UNICOCampania Ricevitoria con vendita di biglietti Fermata autobus Stazioni dell'arte Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vanvitelli Le stazioni ferroviarie e metropolitane di Napoli, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 2 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2013).

Piazza Vanvitelli
Piazza Vanvitelli

Piazza Vanvitelli è una piazza di Napoli situata nel quartiere Vomero. È dedicata al grande architetto Luigi Vanvitelli, fra le cui opere sono da annoverare la Reggia di Caserta e il Foro Carolino. La piazza è a pianta ottagonale e in essa si incrociano due fondamentali strade del quartiere: via Alessandro Scarlatti e via Bernini, le quali individuano i due assi su cui si articola lo schema urbanistico ippodameo che struttura l'intero rione. Questo, assieme alla presenza dell'omonima stazione della metropolitana, ne fanno il cuore del quartiere e il centro della vita notturna del rione. La piazza nasce negli anni Ottanta del XIX secolo, grazie ad uno dei tanti interventi eseguiti per il Piano di Risanamento e Ampliamento. Infatti nel 1885 fu progettato il nuovo rione del Vomero che prevedeva una sistemazione ortogonale delle vie. Punto di intersezione degli assi principali del nuovo quartiere era proprio piazza Vanvitelli. Nello stesso anno partirono i lavori di costruzione, dopo la cerimonia di inaugurazione a cui assisterono i Reali d'Italia e il sindaco di allora, Nicola Amore. I lavori, intrapresi dalla Banca Tiberina furono completati in breve tempo e già nel 1889 le strade principali del quartiere furono tracciate; esse furono dedicate a 37 importanti artisti, tra cui il Vanvitelli. In piazza Vanvitelli furono costruiti ai lati della piazza quattro edifici in stile neorinascimentale, stile tipico di molte costruzioni del quartiere, in particolare della parte bassa del Vomero, tra la piazza e la certosa di San Martino, edificata tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Al centro della piazza fu inizialmente installata al centro dell'aiuola una fontana in granito e piperno, ma questa fu tolta nei primi anni del XX secolo in occasione dei lavori di posizionamento delle rotaie del tram. Al suo posto fu piantumata una palma proveniente da una colonia italiana in Africa. Il 22 dicembre 1976 fu posata dall'allora sindaco Maurizio Valenzi e dall'allora assessore ai trasporti Luigi Buccico in piazza Medaglie d'Oro (l'opposto nord di piazza Vanvitelli) la prima pietra della Metropolitana Collinare, l'odierna linea 1. Piazza Vanvitelli ebbe il suo cantiere nel 1980 e dovette subire la sua invadenza fino al 1993, anno in cui fu inaugurata la stazione Vanvitelli e la prima tratta della metropolitana. Il cantiere occupò l'intera piazza, l'adiacente via Bernini in tutta la sua lunghezza nonché le susseguenti via Mario Fiore e, successivamente, via Ugo Niutta, ovviamente tutte chiuse al traffico per l'intera durata delle opere in quanto i lavori richiedevano lo realizzazione delle sottostanti gallerie con la tecnica dello scavo "a cielo aperto" a causa dei dislivelli presenti lungo la tratta. Per non penalizzare ulteriormente la viabilità della zona, fu installato nella piazza un enorme ponte in acciaio al fine di consentire il transito alle autovetture ed ai mezzi pubblici lungo via Scarlatti, che rimase invece aperta al traffico per tutta la durata dei lavori, ed anche su via Bernini furono realizzati altri due ponti per consentire l'attraversamento di altrettante traverse alle auto (via Solimene e via Torrione S.Martino/via S.Gennaro al Vomero), a riprova di quanto le opere siano state invasive e durevoli. Nel dicembre 2009 la storica palma piantata nell'aiuola centrale (che era stata tolta per il cantiere della metropolitana e ripiantumata all'apertura della stazione) è morta dopo essere stata colpita dal cosiddetto punteruolo rosso, il parassita che ha fatto strage di palme in città, distruggendo tra l'altro le altrettanto storiche e belle file di palme in viale Gramsci e in viale Augusto. Il Comune decise allora di piantumare un'altra essenza arborea e affidò la decisione ad un sondaggio sul proprio sito. La maggioranza optò per un lauro-canfora, ma scoppiarono le polemiche per via del risultato infelice oltre che per la decisione di non ripiantumare un'altra palma. La piazza è considerata il cuore del Vomero per la sua bellezza architettonica e per l'importanza che ha per il quartiere. Dall'apertura della stazione della metropolitana, piazza Vanvitelli è divenuta un luogo di incontro di moltissimi giovani della città, in maggioranza provenienti dalla zona nord della città, collegata con il Vomero dalla stessa metropolitana. Insieme alla palma, il simbolo della piazza è l'orologio storico dell'Ente Autonomo Volturno, uno dei dodici orologi pubblici sopravvissuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale dei ventuno installati tra il 1931 e il 1933 nelle strade più importanti della città. A partire dal 2008 dieci di loro hanno ricevuto un restauro conservativo, passando dal colore verde ad un grigio metallico oltre che il ripristino dell'originario quadrante a numeri arabi che dagli anni settanta recava numerazione romana. A sud-est della piazza si apre la galleria Vanvitelli, una galleria commerciale costruita negli anni settanta a fianco ad un grande e storico bar del Vomero che oggi non c'è più: il bar Sangiuliano, che sorgeva all'angolo est tra via Scarlatti e la piazza (per la cronaca, ve ne era un altro proprio in piazza Medaglie d'Oro, fra via Niutta e Via Orsi, anch'esso non più esistente). Il miglior mezzo con cui raggiungere piazza Vanvitelli è senza dubbio la metropolitana con la già citata stazione. Ad essa si aggiunge l'ampia rete di autobus del Vomero, che consente un buon collegamento con tutte le zone del centro. A poca distanza dalla piazza, in via Domenico Cimarosa, sorge la stazione terminale alta della funicolare di Chiaia mentre in piazzetta Ferdinando Fuga, sempre nei paraggi di piazza Vanvitelli, quella della funicolare Centrale (riaperta, dopo una chiusura di quasi un anno per via della revisione generale ventennale, da luglio 2017). Proseguendo in via Scarlatti, in direzione di Castel Sant'Elmo, si arriva invece alla stazione terminale alta della funicolare di Montesanto, che collega il Vomero con il centro storico, nella piazzetta Montesanto, nei pressi di piazza Dante. Gennaro Ruggiero, Le piazze di Napoli, Roma, Tascabili economici Newton, 1998. ISBN 88-7983-846-6 Piazze di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza Vanvitelli

Chiesa di San Gennaro al Vomero
Chiesa di San Gennaro al Vomero

La chiesa di San Gennaro al Vomero è una delle chiese storiche di Napoli erette nel quartiere Vomero. L'edificio è ubicato nelle immediate vicinanze di piazza Vanvitelli, una delle piazze principali del quartiere. La chiesa trae le proprie origini nel 1884, periodo in cui fu necessaria la costruzione di una nuova struttura di culto, poiché la vicina chiesa di Santa Maria del Soccorso all'Arenella non riusciva più a soddisfare, da sola, le esigenze dei fedeli: uno dei motivi principali è che oramai si presentava troppo decentrata. La costruzione della chiesa fu possibile soprattutto grazie all'intervento di re Umberto I che concesse l'erezione di quattro nuove parrocchie, tra cui questa in questione. Nel corso della sua storia è stata restaurata due volte a causa di crolli e lesioni provocati da due terremoti, quello del 1930 e quello del 1980. La chiesa è puramente neoclassica ed è opera di Luigi Bottino, figlio di quel Giuliano Bottino che era stato un celebre architetto della Real Casa dei Borbone. L'interno è a croce latina e ad unica grande navata con sei cappelle contraddistinte da paraste corinzie binate e sormontate da cornici con volte a botte a motivi floreali a stucco; la navata, che si incrocia con l'abside, è sovrastata da un'alta cupola. La controfacciata è caratterizzata da una cantoria dell'inizio del XX secolo, in legno intagliato, ed anche da un grande e pregevole organo in legno dipinto, intagliato a metallo a fusione. All'interno della chiesa sono collocate anche acquasantiere, fonte battesimale e altari in marmi policromi (oltre a quello maggiore) del XIX-XX secolo, creati da maestranze napoletane; vi sono conservate altre opere d'arte dello stesso periodo. La navata e il presbiterio, inoltre, sono abbelliti da 12 grandi lampadari di vetro di Murano. Da ricordare anche il crocifisso della mensa. L'altare maggiore del XVIII secolo è composto da marmi policromi, da cherubini in marmo bianco e da un tabernacolo dello stesso periodo in metallo argentato. Infine, la mostra d'altare del XIX secolo possiede, inquadrato da due coppie di colonne corinzie, il busto di San Gennaro in legno intagliano e dipinto, del XVIII secolo. Le opere d'arte che contiene al suo interno sono ben più antiche e provenienti dal vecchio monastero di Santa Patrizia all'Anticaglia: si tratta di quattro dipinti su tavola. Napoli Vomero Rione Antignano Chiese di Napoli San Gennaro Chiesa di San Gennariello al Vomero Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini (Napoli) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Gennaro al Vomero Sito web della parrocchia di San Gennaro al Vomero, su sangennaroalvomero.it.