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Viadotto Salinello

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Viadotto del salinello
Viadotto del salinello

Il viadotto Salinello dell'autostrada A14 supera la valle del fiume omonimo, in Abruzzo, tra i caselli di Teramo-Giulianova-Mosciano Sant'Angelo e Val Vibrata. Ricade nei territori comunali di Tortoreto e Mosciano Sant'Angelo. L'alto viadotto è stato spesso scenario di suicidi, anche dopo l'installazione nel 2011 di un'apposita rete di protezione. Il Viadotto è il secondo più alto d'Abruzzo dopo il Viadotto sente [1] e il quarantaseiesimo più alto d'Italia [2] Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su viadotto Salinello Caterina Palestini e Carlo Pozzi (a cura di), L'architettura in Abruzzo e Molise dal 1945 a oggi, Roma, Gangemi, 2013, p. 218, ISBN 9788849225600. URL consultato il 14 settembre 2018.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Viadotto Salinello (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Viadotto Salinello
Strada Provinciale 8 del Salinello, Unione dei Comuni della Val Vibrata

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Di Lodovico S.r.l.

Strada Provinciale 8 del Salinello 44
64018 Unione dei Comuni della Val Vibrata
Abruzzo, Italia
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Viadotto del salinello
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Luoghi vicini

Montone (Mosciano Sant'Angelo)
Montone (Mosciano Sant'Angelo)

Montone è una frazione del comune di Mosciano Sant'Angelo (TE) La frazione, costituita da un nucleo abitato e da case sparse per la campagna, è situata su una collina, al confine con il comune di Giulianova, e al censimento generale del 2001 risultava popolata da 315 abitanti. Le sue origini sono fatte tradizionalmente risalire al X secolo e in età medioevale fu sede di un'università, che si mantenne fino al 1390, quando Montone, insieme a Montecchio, Petecciano, al "Convento dei Santi Sette Fratelli" ed a Mosciano, entrarono in possesso del duca Antonio Matteo di Acquaviva. Chiesa di San Nicolò Chiesa di Sant'Anna, che in passato aveva nome di "Santa Maria ad fontem Vezzanum", situata presso una piccola fonte che dà origine ad un laghetto. Si trova a circa 1 km a nord-ovest dell'abitato, dove secondo le tradizioni locali si trovava l'antico centro abitato di Vezzano, oggi scomparso, ma oggetto di ritrovamenti (mattoni decorati ed oggetti di uso quotidiano). La chiesa nelle descrizioni settecentesche risulta essere a navata unica, con campanile a vela. All'interno si trovava un altare e piccole finestre laterali. L'edificio ospitava un quadro con cornice raffigurante Sant'Anna. Chiesa di Sant'Antonio abate, con convento dei padri celestini. Venuta in seguito in possesso del convento della Madonna dello Splendore di Giulianova. La chiesa ospita un gruppo scultoreo con l'Immacolata con sant'Antonio e san Camillo ai lati sull'altare maggiore, due dipinti con la Natività e la Sacra Famiglia e il "sarcofago del Bucciarello". Il "sarcofago del Bucciarello", in precedenza conservato nella chiesa di San Giacomo, era il monumento funebre di un certo Bucciarello, forse ufficiale al servizio del conte di Conversano, Antonio Acquaviva, insieme al padre Giacomo (Jacopo) e al fratello Roberto. Il sarcofago è sorretto da cinque colonnine, quelle alle estremità di maggiori dimensioni e con leoni stilofori, tra le quali sono stati inseriti stemmi della famiglia De Bartolomeis. Altre quattro colonnine sopra il sarcofago sostengono l'arco di copertura del monumento funebre, con un rilievo con l'Agnus Dei e figure di angioletti. Chiesa di Santa Maria Assunta, attestata nei documenti delle visite pastorali a partire dal 1582, sottoposta a diversi successivi restauri, definitivamente demolita nel 1914 e sostituita da una nuova chiesa inaugurata nel 1934, che conserva la pianta a tre navate. La chiesa conserva tre campane, opera moderna dell'artista abruzzese Francesco Patella. In origine aveva tre altari (dedicati rispettivamente alla titolare della chiesa, Maria Assunta in cielo, e allo Spirito Santo e a Santa Susanna. Nell'edificio si conservano dipinti seicenteschi anonimi. Le chiese dedicate a Santa Susanna e a San Pietro (tra Montone e Bellante) sono oggi scomparse. Si conservano inoltre alcuni tratti della cinta muraria datata al XIV secolo. Si conservano la Torre del mastio, a pianta quadrata, situata dietro la chiesa di Sant'Antonio Abate, la contemporanea "Torre dell'orologio" nel centro storico, e la "Torre di sud-ovest", di proprietà privata. Nel 2005 è stato inaugurato il "Monumento alla famiglia" a forma di porta, sul sito dell'antica porta cittadina che si apriva nel percorso delle mura tra la "Torre mastio" e la "Torre dell'Orologio". Montone è anche conosciuta per i suoi murales, presenti in varie zone della città. La festa patronale in onore di sant'Anna e San Giacomo si svolge tra il 24 e il 26 luglio, con processioni e messe, concerti bandistici e fuochi di artificio. La festa in onore di sant'Anna venne istituita nella sede diocesana dal vescovo Principio Fabriej nel corso del XVII secolo e si diffuse in seguito nelle chiese dedicata alla santa in tutta la diocesi. Ogni anno, nel mese di agosto, si svolge il Festival del Teatro di strada denominato https://sites.google.com/site/prolocomontone/tra-il-sole-e-la-luna, manifestazione della durata di 3 - 6 giorni, con artisti di strada, spettacoli, teatro ed opere di pittori e scultori moderni esposti per le vie del paese. Nel 2011 tale manifestazione ha subito uno stop per motivi economici, per poi riprendere il percorso con l'edizione del 2012. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Montone Mosciano Sant'Angelo: storia e arte, su mosciano.info. URL consultato il 24 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2011). Il sito della proloco di Montone, su prolocomontone.it.

Museo d'arte dello Splendore
Museo d'arte dello Splendore

Il Museo d'Arte dello Splendore (MAS) è un museo di Giulianova, situato all'interno del complesso del Santuario della Madonna dello Splendore, che raccoglie opere d'arte dal XIII secolo fino all'età contemporanea. Inoltre ospita mostre temporanee ed eventi di carattere culturale, come concerti, presentazioni di libri, performance teatrali, conferenze e convegni. Il Museo d'arte dello Splendore è stato inaugurato il 27 luglio 1997 per volontà del frate cappuccino Padre Serafino Colangeli, nella struttura che, dal 1938 al 1965, ospitava uno studentato. Dal 2002 è divenuto una fondazione pubblico-privata, attualmente costituita dalla fondazione Piccola Opera Charitas e dal Comune di Giulianova. La Regione Abruzzo lo ha riconosciuto come museo di prima categoria. Il museo si estende su tre piani, per un totale di circa 1200 m² e i suoi contenuti sono così organizzati: il piano terra ospita, come deposito aperto, la Collezione d'arte dei Frati Cappuccini d'Abruzzo; le opere sono collocate nel museo a partire dal 2010, a seguito dei danni provocati dal terremoto del 2009 al complesso di Santa Chiara dell'Aquila, da cui esse provenivano; il secondo piano, inaugurato il 14 dicembre 1997, ha ospitato fino al 17 dicembre 2019 la Collezione Bindi, lascito di Vincenzo Bindi (1852-1928) al comune di Giulianova; la collezione originale comprende 377 opere di pittura di artisti legati alla città di Napoli, in particolare della Scuola di Posillipo, e di pittori abruzzesi. Le opere vanno dal XVII secolo al 1920, con particolare riguardo alla pittura del periodo tra il 1820 e il 1870. Attualmente le otto sale sono adibite alle mostre temporanee; il terzo piano, aperto il 4 ottobre 1998, ospita la sala conferenze, adibita a concerti, conferenze, convegni, presentazioni di libri ed eventi culturali, oltre che all'esposizione di mostre temporanee. Il primo piano, che non fa parte del Museo, è sede del Convento dei Frati Cappuccini. La Collezione d'arte dei Frati Cappuccini d'Abruzzo, ospita opere di Giulio Cesare Bedeschini e seguaci, di artisti della scuola di Pompeo Cesura e della scuola di Giacinto Brandi, di Bernardino Ciferri, di Carl Ruthart, Padre Alfonso da Torino di Sangro e Jusepe de Ribera. Il museo possiede una collezione permanente che include pitture, sculture e grafiche di artisti contemporanei, tra i quali Mimmo Paladino, Francesco Messina, Aligi Sassu, Georges Rouault, Simon Benetton. Il museo, fin dalla sua fondazione, ospita mostre di artisti contemporanei. Giulianova http://www.museodellosplendore.it/

Santuario della Madonna dello Splendore
Santuario della Madonna dello Splendore

Il santuario della Madonna dello Splendore è un importante edificio di culto a Giulianova, con l'annesso convento, la fontana miracolosa e il Museo d'arte dello Splendore e la Biblioteca "Padre Candido Donatelli". Il santuario è una delle principali attrazioni religiose e artistiche della città, ed è meta di numerosi pellegrinaggi. Nel 1559 fuori le mura di Giulianova i Cappuccini ebbero un primo luogo in donazione degli Acquaviva, costruendo una chiesa dedicata a san Michele Arcangelo, dove oggi si trova la "casa Maria Immacolata". Il santuario sorse nel luogo dell'apparizione della Vergine il 22 aprile 1557, secondo la tardiva storia redatta dopo la metà del Seicento dal monaco celestino Pietro Capullo. In realtà, studi storici hanno chiarito come il monaco cronista abbia scambiato la data della costruzione dell'antico portico, eretto per la fine della guerra del Tronto, con quella dell'apparizione; dato anche che il santuario appare nei documenti come eretto già negli anni venti del Cinquecento, l'apparizione sarebbe da riferire alla fine del Quattrocento, in contemporanea alla fondazione di Giulianova per volere di Giulio Antonio I Acquaviva d'Aragona. Nel settembre del 1847, con decreto di Ferdinando II delle Due Sicilie e con rescritto della Santa Sede, ottenuto dal vescovo di Teramo monsignor Berrettini, i cappuccini presero dimora nell'antica abbazia dei monaci celestini da questi lasciata nel marzo 1807, a seguito della soppressione napoleonica. Soppressa anche la comunità dei cappuccini nel 1866 per le leggi piemontesi, il santuario non fu mai del tutto abbandonato, grazie anche alla fondazione della Confraternita della Madonna dello Splendore nel 1826. Giacché l'antico monastero nel frattempo era divenuto Ospedale civile, tornati i Cappuccini e ospitati in alcune stanze, il 7 marzo 1927 fu acquistato un sito adiacente al santuario e il 28 agosto fu posta la prima pietra del nuovo convento, che nel 1938 fu costituito sede dello studentato del liceo classico, rimastovi fino al 1965. La chiesa barocca, ornata per volere dei duchi Acquaviva, venne completamente stravolta tra il 1937 e la metà degli anni Cinquanta del Novecento. Ad oggi restano i quattro dipinti che erano posti sugli altari laterali, opere di Giacomo Farelli con i Misteri della Vergine. Negli anni 1968-71 il convento ha ospitato un piccolo seminario serafico; nel triennio 1989-92 con interventi di bonifica e ristrutturazione degli ambienti attorno alla "sorgente della Madonna", è stato riedificato un tempietto votivo circondato da ambiente verde. Interventi di largo respiro negli anni 1990-2000, riservando alla fraternità dei cappuccini alcuni ambienti, hanno ristrutturato i piani superiori per ospitare il Museo d'arte dello Splendore, e la vecchia legnaia accolse la biblioteca del convento. Lungo la via Bertolino è stata realizzata una Via Crucis monumentale con sculture in bronzo dell'artista Ubaldo Ferretti, allievo di Pericle Fazzini; nel 2001 fu sostituito il vecchio organo con uno più monumentale di A. Girotta. L'interno della chiesa, completamente spogliato della elegante decorazione barocca seicentesca, è oggi a croce latina, ed è decorato con grandi pitture murali, eseguite nel 1954 da Alfonso Tentarelli su progetto di padre Giovanni Lerario; sull'altare maggiore vi è custodita la venerata e miracolosa statua della "Madonna dello Splendore", scultura lignea policromata della Madonna col Bambino benedicente, di autore ignoto, della prima metà del XV secolo, proveniente con tutta probabilità dalla città medievale di Castel San Flaviano. Il 15 agosto 1914 con solenne cerimonia sul capo della Madonna fu posta una corona d'argento laminato d'oro, cesellata dalla famiglia Migliori, proprietaria di una nota manifattura di corallo. Intorno al 1950 la statua è stata inserita in una raggiera, simbolo della luce divina, posta sopra un tronco d'albero per rievocare l'olmo su cui apparve. Nella sacrestia notevole è la pala cinquecentesca della Vergine col Bambino in Gloria tra santi Pietro, Paolo, Dorotea e Francesco, secondo alcuni opera di Paolo Veronese, mentre secondo gli ultimi studi una copia seicentesca, facente parte della galleria ducale e donata dalla duchessa Giulia Colonna, e il bel tabernacolo ligneo con inseriti d'ebano realizzato tra il 1720 e il 723, attribuito ai maestri cappuccini Fra' Serafino da Nembro, Fra' Michele della Petrella Tifernina e Fra' Stefano da Chieti, proveniente dal Convento di San Michele soppresso dai francesi all'inizio dell'Ottocento, oggi Casa "Maria Immacolata". Del pittore Giacomo Farelli sono i quadri olio su tela presenti nel coro, rappresentanti L'Immacolata Concezione - L'Annunciazione dell'Angelo - Natività di Gesù - Assunzione di Maria in cielo. Gli interventi di recupero e valorizzazione avviati nel 1986, oltre ad aver interessato la facciata, ricostruita in stile neo-romanico secondo il progetto degli anni trenta, con portico d'accesso ad arcate a tutto sesto, a capanna con rosone centrale. L'acqua della fontana miracolosa è stata canalizzata e raccolta in apposite vasche nei giardini del convento, dove è stato realizzato un tempietto impreziosito da mosaici artistici e bassorilievi in marmo raffiguranti scene del Vecchio e Nuovo Testamento; il piccolo belvedere è adornato dalle statue bronzee di san Michele che schiaccia la serpe di Satana, e di san Francesco d'Assisi, rappresentato con le braccia alzate per glorificare Dio. L'ampliato piazzale di accoglienza è dominato da una grande statua in bronzo del Cristo, dove campeggia la scritta "EGO SUM VIA VERITAS ET VITA". Gli eventi dell'apparizione vengono narrati dalla Cronaca redatta dal monaco Capullo negli anni settanta del Seicento. Il contadino, dopo aver accumulato della legna sulla collina a Nord di Giulia, si riposò all'ombra di un olmo e mentre dormiva una luce abbagliante lo investì. La Madonna col bambino gli apparve assisa sull'albero, comunicandogli di aver scelto la città di Giulia come luogo per la sua venerazione e di recarsi presso i governanti perché sul colle fosse costruita una chiesa. Bertolino così si recò nel palazzo ducale e la corte Acquaviva lo cacciò bruscamente; nonostante i dubbi, il contadino si convinse a tornare al Palazzo dopo una seconda apparizione mariana durante la quale la Vergine gli promise che sarebbe stato creduto. Stavolta, alle parole del veggente un membro della corte prese a malmenarlo, ma la Madonna paralizzò la mano dell'aguzzino togliendogli anche la parola. Stupefatti dall'accaduto, il governatore con la corte, il clero e tutto il popolo, guidati da Bertolino in solenne processione, si recarono verso il luogo delle apparizioni, dove la Vergine apparve di nuovo raggiante di luce sull'olmo e fece scaturire una sorgente di acqua miracolosa ai piedi dell'albero, oggi in corrispondenza dell'altare maggiore. Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Edizioni Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Santuario Maria Santissima dello Splendore Sito ufficiale, su madonnadellosplendore.it. Santuario della Madonna dello Splendore, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.

Case di Trento
Case di Trento

Case di Trento è una frazione del comune italiano di Giulianova, nella provincia di Teramo, in Abruzzo. Il borgo nacque nella prima metà del XVIII secolo, quando venne costruita una cappella a servizio di un nucleo poderale che si stava andando a formare, in memoria del concilio di Trento. La località prese così il nome di Case di Trento, anche se non raramente la si ritrova menzionata come Case di Trenta. Lo sviluppo maggiore della frazione si ha avuto però nel corso del XIX secolo. Fino al 1987 era presente anche una scuola elementare, ad oggi utilizzata solo all'occorrenza per l'allestimento del seggio elettorale locale. La chiesa principale della frazione è dedicata alla Santissima Trinità e venne costruita in origine come cappella nella prima metà del XVIII secolo, per ricordare la controriforma. Storicamente sede parrocchiale, venne successivamente annessa alla parrocchia di Maria Santissima degli Angeli di Mosciano Sant'Angelo. L'edificio presenta una facciata a capanna in laterizio, con un colonnato che va a formare il portico che precede il portone d'ingresso. Sulla parte superiore della facciata si trova scolpita la scritta «SS. Trinitas Unus Deus» e, immediatamente sopra, una nicchia ad arco a tutto sesto contenente la statua di Maria. La lunga navata è frutto di vari ampliamenti e interventi di ristrutturazione operati durante i secoli. Sul retro svetta un piccolo campanile a vela dotato di due campane. A circa 1 km dal centro urbano c'è un Ex-Tiro al piattello ormai dismesso da anni, voluto nel 1987 dall'amministrazione comunale di Giulianova.

Museo civico archeologico Torrione la Rocca
Museo civico archeologico Torrione la Rocca

Il torrione la Rocca è un monumento di Giulianova che attualmente ospita la sezione archeologica dei musei civici della cittadina. Il torrione fa parte del rione della “Rocca”, posto nel punto più elevato di Giulianova e che conserva i resti della roccaforte, realizzata alla fondazione della città negli anni '70 del quattrocento da parte del duca Giulio Antonio I Acquaviva d'Aragona. La roccaforte presentava originariamente otto torrioni circolari collegati da mura a scarpa protette da fossati, secondo gli schemi di architettura militare finalizzati a far resistere le muraglie ai colpi delle armi da fuoco. Il torrione della Rocca è uno dei tre torrioni che sono sopravvissuti al corso del tempo, dato che il recinto murario è andato quasi interamente perduto a causa del cedimento di diversi punti della struttura, insieme al torrione di Porta Napoli e quello inglobato nella fabbrica tardo ottocentesca di Palazzo Re. Dal 3 Marzo 2001 il torrione ospita la sede della sezione archeologica del Polo Museale Civico, dove sono conservati i reperti della città romana di Castrum Novum Piceni, fondata dai romani attorno al 290 a.C. alla foce del fiume Batinus, l’odierno Tordino, a sud della città. Il Torrione fu costruito in tecnica mista di pietrame e laterizio. Faceva parte di un quadrilatero irregolare di circa 200 x 270 m inclinato verso il mare, con i lati minori perpendicolari alla linea costiera ed i maggiori allungati lungo i lati del crinale. Come parte integrante della cinta difensiva, il torrione presenta le caratteristiche teorizzate da Leon Battista Alberti, con una base ampia e costituita da grandi pietre e con i profili inclinati, per far sì che i proiettili di artiglieria vengano deviati, superando le vulnerabilità delle strutture squadrate medievali. Da questo punto di vista, lo schema difensivo giuliese presentava tutte le caratteristiche tipiche di altre strutture abruzzesi di età aragonese. Il torrione presentava in origine una merlatura, attualmente sostituita con una balaustra. Le aperture in laterizio, corrispondenti alle antiche feritoie, sono state realizzate quando la torre venne utilizzata come civile abitazione. All'interno, i due ambienti circolari, con un diametro di poco più di 6 m e un'altezza di circa 5 metri, presentano due volte differenti: quella inferiore presenta una crociera centrale che si innesta con delle unghiature angolari, mentre quella superiore è a cupola. Mario Bevilacqua, Giulianova, Electa Napoli, 2002. Sandro Galantini, Giulianova monumentale, in Guida turistico-culturale di Giulianova, Comune di Giulianova, 2007. Giulio Antonio I Acquaviva d'Aragona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su museo civico archeologico Torrione la Rocca Polo museale civico: museo archeologico torrione "la Rocca", su visitgiulianova.com. URL consultato il 29 maggio 2024. Torrione "La Rocca" - Giulianova (TE), su abruzzoturismo.it. URL consultato il 29 maggio 2024.

Duomo di Giulianova
Duomo di Giulianova

Il duomo di San Flaviano è la principale chiesa di Giulianova (TE). Esempio di architettura rinascimentale, è consacrato a San Flaviano, le cui spoglie raggiunsero fortunosamente le coste giuliesi poco prima del 450. È monumento nazionale dal 1902. Edificato negli anni settanta del XV secolo il duomo è stilisticamente influenzato dall'architettura toscana e umbra del tempo. La tipologia militaresca ravvisabile nella straordinaria ampiezza delle mura (2 metri circa), nelle lesene di rinforzo agli angoli, nei beccatelli e nelle caditoie che ornano i lati, pone l'edificio per imponenza come il primo esempio nell'Abruzzo adriatico, dunque vero e proprio esperimento progettuale. Ha forma ottagonale, come solito nella simbologia di riferimento ai santuari mariani, ed era in principio isolato dal resto delle abitazioni (che dal XVI/XVII secolo vi si collegano nel lato meridionale), ancora a conferma del tentativo di rispettare i canoni di una costruzione ideale. A sormontarla una cupola, poggiante su un tamburo, dall'intradosso emisferico ed estradosso slanciato a congiungersi alla lanterna ottagonale. La calotta è rivestita di embrici semicircolari in cotto (un tempo in Maiolica azzurra con effetto rifrangente, che la rendeva un voluto punto di riferimento visibile dal mare a notevole distanza). L'interno, praticamente spoglio dopo i restauri del 1926 e del 1948 (questi ultimi ad opera di Arnaldo Foschini) volti al ripristino della spazialità quattrocentesca, erano stati decorati, in età tardorinascimentale e barocca con affreschi e ornamenti (come paraste e decorazioni a conchiglia). Altre opere ora non più presenti sono una croce processionale di Nicola da Guardiagrele e il reliquario in argento con i resti del santo, rimpiazzate nella seconda metà del Novecento da pregevoli dipinti e sculture di artisti contemporanei (fra cui spiccano i nomi del giuliese Venanzo Crocetti, di Renato Coccia e di Aligi Sassu). Posta al di sotto della collegiata, una cripta, dalla impegnativa copertura voltata ad ombrello e con volta anulare impostata su piloni albertiani. Sorta per contenere i resti del patrono e di alcune personalità giuliesi. Il campanile a vela ospita un concerto di 4 campane, fuse dalla Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone nel 1961.. Il duomo è sede della parrocchia arcipretale di San Flaviano. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su duomo di San Flaviano Sito ufficiale, su giulianovaweb.it. Duomo di Giulianova, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Duomo di Giulianova, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.

Stadio Rubens Fadini
Stadio Rubens Fadini

Lo stadio "Rubens Fadini" è lo stadio comunale di Giulianova (TE). Ospita le partite casalinghe del Giulianova ed ha una capienza di 4.347 posti. Costruito nel 1923 e inaugurato nel 1924, all'inizio era uno spiazzo chiamato Campo della Fiera, ed ha di certo rappresentato nel corso degli anni uno dei maggiori punti di forza della compagine abruzzese, che ha sempre potuto contare su di un pubblico a ridosso del campo. A tal proposito fu popolarmente denominato "Lu callarò" (il calderone), poiché quando era pieno, si diceva ribollisse. Lo stadio, dopo aver abbandonato nel dopoguerra il nome Castrum, risalente al periodo fascista, assume il nome più generico di Comunale. Fu nel novembre 1951 che assunse la denominazione attuale di "Rubens Fadini", in ricordo del giocatore perito, insieme con gli altri atleti dell'indimenticabile Grande Torino, nella nota tragedia di Superga del 4 maggio 1949. La tribuna centrale viene costruita nel 1954, negli anni sessanta fu coperta e ai lati vennero edificati due settori di tribuna laterale. Nel 1970 iniziarono i lavori per il settore distinti così come sono oggi. Invece nel 1985 fu abbattuta la vecchia tribuna, rimpiazzata da una totalmente coperta nel 1986. La costruzione della Curva Ovest avviene nel 1994 e inaugurata nell'incontro contro il Livorno del campionato 1994-1995. Nel settembre 2021, esternamente lo stadio, è stato realizzato un grande Murale opera dell'artista Marco Tentarelli e dedicato ad alcuni personaggi storici del calcio giuliese, tra cui il presidente Tiberio Orsini, Danilo Di Vincenzo, Renato Curi, Giovan Battista Fabbri, Emilio Della Penna, Roberto Vernisi, Adelmo Capelli. In alto alla struttura è stato ritratto il logo originale. Nel maggio 2024, nei locali attigui allo Stadio Fadini e per il Centenario del Club, è stato inaugurato un museo sulla storia del calcio giuliese. Lo stadio venne intitolato a Rubens Fadini in onore di uno dei grandi calciatori della formazione del Grande Torino, purtroppo scomparso nella Tragedia di Superga, da un'estrazione a sorte scaturita da un'urna, in cui un ragazzo del posto scelto a caso, estrasse un bussolotto con il nome del calciatore. Successivamente, la decisione fu presa e diramata all'ingresso delle tribune, tramite un megafono, alla presenza di autorità politiche, religiose e militari, e un compagno di squadra di Rubens Fadini ai tempi del Venezia, il giuliese Giannino Di Teodoro, tenne un discorso di commiato all‘indirizzo dello sfortunato giocatore ferrarese scomparso. Incontro amichevole contro il Teramo dell'11 novembre 1951 (2-1). Lo stadio contiene 4.347 posti (di cui 2700 omologati) ed è così suddiviso: Tribuna (Centrale, Laterale Est e Laterale Ovest): 790 Distinti (settore ospiti): 375 Distinti (tifosi di casa): 710 Curva Est (già settore ospiti): inagibile Curva Ovest (tifoseria di casa): 825 Disabili: 6 posti TOTALE 2700 posti omologati. Di questi, le due tribune laterali e la tribuna centrale godono di copertura, mentre gli altri settori sono scoperti. Il tifo locale si concentra tutto in Curva Ovest (dal 1994, anno di costruzione della curva, precedente prendeva posto nel settore Distinti), mentre gli ospiti vengono fatti sistemare nei Distinti Est. La Curva Est è inagibile dal 2010. Nell'estate 2021 lo stadio è stato sottoposto ad ampi lavori di manutenzione riguardante tutti i settori, gli spogliatoi e il manto erboso, inoltre nel 2024 è stato messo a norma il settore distinti. Posti a sedere totali: 4.347 (omologati 2.700) Larghezza campo: 68,00 m Lunghezza campo: 105,00 m Fondo: Erba Copertura campo: Scoperto Nel 1973 il Giulianova di Fabbri affrontò il Genoa. Le formazioni: Giulianova: Candussi, Carloni, Giorgini, Bertuccioli, Agostinelli, Caucci, Vernisi, Curi, Santonico, Alessandrini, Conte. All.: Fabbri. Genoa: Lonardi, Manera, Ferrari, Derlin, Benini, Garbarini, Perotti, Piccioni, Listanti, Simoni, Corradi. All.: Silvestri. Nel 1975 ci fu un'amichevole di lusso fra il Milan di Gianni Rivera (il quale però non fu schierato) ed i padroni di casa. Il Milan schierava in porta il giuliese Franco Tancredi, in seguito ceduto alla Roma. Le formazioni titolari furono le seguenti: Giulianova: Restani, Perazzini, Giorgini, Bertuccioli, Tancredi, Caucci, Ciccotelli, Bernardini, Iachini, Tartari, Grop. All.: Corelli. Milan: Tancredi, Sabadini, Citterio, Zecchini, Bet (61' Allievi), Busnardo (31' Collovati), Gorin (51' Sartori), Biasiolo, Bigon, Lorini, Ferraris (46' Skoglund). All.: Giagnoni. Nel 1989 la Juventus di Zoff, Cabrini e Altobelli, giocò al Fadini un'altra storica amichevole. L'incontro contro i locali, disputato in notturna e in uno stadio gremito, vide la vittoria dei bianconeri per 4-2. Nelle file juventine giocò anche il giovane giuliese Federico Giampaolo, il quale fornì un assist ad Altobelli. Le formazioni: Giulianova: Pisano (D'Arcangelo), Tribuiani, Netti, Iaconi (Statuto), De Angelis (Casimirri), Marco Giampaolo, Ruffini (Pinciarelli), Voltattorni, Faraone, Minincleri (Bonomo), Damiani (Di Giannatale). All.: Oddo. Juventus: Tacconi (Bodini), Bruno, Cabrini, Galia (Napoli), Brio, Tricella (Favero), Mauro (Magrin), Rui Barros (Buso), Altobelli, Zavarov (Federico Giampaolo), De Agostini (Marocchi). All.: Zoff. Nel 1999 il Fadini ha ospitato, con diretta RAI, il match dell'Italia Under-21 contro la Bielorussia Under-21. La formazione di quell'anno, che avrebbe vinto i successivi europei, era guidata da Marco Tardelli, e possedeva giocatori che sarebbero diventati campioni di livello internazionale. L'undici azzurro titolare era composto da: Christian Abbiati, Alessandro Grandoni, Luca Mezzano, Marco Zanchi, Cristiano Zanetti, Gennaro Gattuso, Gennaro Scarlato, Roberto Baronio, Nicola Ventola, Andrea Pirlo e Gianluca Zambrotta. Nel 2002 ci fu il bis, con il match degli azzurrini contro i pari età della Turchia. Quella volta, sotto le direttive di mister Claudio Gentile, c'erano, tra gli altri, Marco Amelia, Cristian Zaccardo, Daniele Bonera, Paolo Cannavaro ed Angelo Palombo. Due volte gli azzurrini di Sergio Vatta furono ospiti al Fadini, per le qualificazioni e per la fase finale del Campionato europeo Under-19, che si giocò in Grecia e vide l'Italia arrendersi solo in finale, alla Spagna. I convocati a quella spedizione furono: De Sanctis, Baronio, Zauri, Ambrosini, Margiotta, Giubilato, Farabegoli, Stancanelli, Longo, Pesaresi, Scarlato, Buffon, C. Zanetti, Pirlo, Cernicchi, Di Donato, Magnani, Mutarelli e Totti. Dal 23 al 29 ottobre 2009 il Fadini ospita il torneo di qualificazione al Campionato europeo Under-17, gruppo 9. Vengono disputati i seguenti incontri: Italia-Moldavia 5-0, Moldavia-Norvegia 0-0, Norvegia-Italia 2-0. Il girone è completato dalla Grecia. Lo stadio è stato campo neutro dei seguenti eventi sportivi: Pescara - Como 2-0 (30 ottobre 1994, Serie B 1994-1995); Castel di Sangro - Chievo 0-4 (22 marzo 1998, Serie B 1997-1998); Hatria - Notaresco 1-3 (12 maggio 2007, finale Play-Off Eccellenza Abruzzo 2006-2007); Pescara - Sorrento 1-1 (26 aprile 2009, Lega Pro Prima Divisione 2008-2009); Pescara - Pistoiese 2-0 (10 maggio 2009, Lega Pro Prima Divisione 2008-2009); Castelnuovo - Santegidiese 1-1 (12 maggio 2019, finale play-off Promozione Abruzzo 2018-2019). Lo stadio Rubens Fadini ha ospitato i seguenti concerti: Pooh, estate 1980; Luciano Ligabue, primi anni '90; Antonello Venditti, 6 agosto 2005, Campus Live Tour; Caparezza, 30 giugno 2006 (piazzale retrostante lo stadio); Ivano Fossati, 9 agosto 2006; Premiata Forneria Marconi, 3 agosto 2007. Cesare Marcello Conte, Walter De Berardinis, Sandro Galantini, Il calcio a Giulianova dalle origini al 1960, a cura di Sandro Galantini, Pescara, Paolo de Siena editore, 2004. Maurizio Franchi, 1971-1996 - 25 anni di vittorie, Giulianova, Digiprint Group, 2004. Rubens Fadini Giulianova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Rubens Fadini