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Caserma Garibaldi

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Caserma Garibaldi
Caserma Garibaldi

La caserma Garibaldi (già quartiere militare di San Giovanni a Carbonara) è un edificio storico di Napoli, originariamente realizzato per essere destinato ad usi militari, che sorge all'angolo tra via Foria e via Cesare Rosaroll (già tratto dell'originario corso Garibaldi). Fu realizzata attorno alla metà del XIX secolo adoperando il convento degli agostiniani di San Giovanni a Carbonara. Nella struttura furono inglobate anche due torri rinascimentali che univano le cortine difensive settentrionale e orientale e che furono ristrutturate e ampliate in altezza. Il tratto di mura che le due torri contenevano fu sostituito da un nuovo corpo di fabbrica che costituisce la facciata principale della caserma. Ospitò nel periodo borbonico la scuola militare, un collegio destinato ai figli dei militari distintisi per le loro azioni e destinati a diventare sottufficiali, i migliori potevano accedere al Real Collegio Militare della Nunziatella per diventare ufficiali, poi accolse anche due reggimenti di fanteria e in seguito il Reggimento Real Marina. La caserma ha ospitato reparti delle Forze Armate anche in seguito all'unità d'Italia, quando ebbe la denominazione di caserma Garibaldi (dal momento che al suo fianco scorreva il tratto finale del corso Garibaldi, tratto in seguito denominato via Cesare Rosaroll) prima di essere utilizzata dall'amministrazione della giustizia. Inserita oggi nell'ambito di un progetto di riqualificazione ambientale ed architettonica che coinvolge tutta la zona circostante, l'ex-caserma, appena i giudici di pace saranno trasferiti al centro direzionale, dovrebbe diventare una “cittadella culturale”, dove localizzare la nuova sede della sovrintendenza archeologica e realizzare ampi spazi espositivi e museali, provvedendo alla valorizzazione dei giardini che si estendono a ridosso di essa per complessivi 7.740 m2. Nello specifico il progetto prevederebbe la creazione del “Museo Angioino” nell'ala alle spalle dell'ingresso principale e la collocazione degli uffici all'interno del corpo centrale che dà su via Foria, nonché il disvelamento ed il recupero del tracciato aragonese e l'istituzione di un Istituto di storia del cinema e dell'industria cinematografica, con annesso centro di documentazione e videoteca sul Mezzogiorno. Nel nuovo complesso, una volta terminato ed inaugurato, dovrebbe trovare spazio anche la biblioteca dell'Istituto italiano per gli studi filosofici, composta da 300 000 volumi e sita finora in palazzo Serra di Cassano. Mura di Napoli Palazzi di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla caserma Garibaldi "Il parco delle mura aragonesi" - Via Foria tra passato, presente e futuro, su centroforia.com. URL consultato il 4 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2007).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Caserma Garibaldi (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Caserma Garibaldi
Vicoletto Colonne a Ponte Nuovo, Napoli San Lorenzo

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N 40.85686 ° E 14.259752 °
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Caserma G.Garibaldi (Uffici Giudiziari)

Vicoletto Colonne a Ponte Nuovo
80137 Napoli, San Lorenzo
Campania, Italia
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Caserma Garibaldi
Caserma Garibaldi
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Luoghi vicini

Via Foria
Via Foria

Via Foria (AFI: /foˈria/) è una storica via di Napoli che delimita a nord il nucleo antico della città di Napoli. Parte da piazza Cavour e scende sino a Piazza Carlo III. Famosa per la numerosa presenza di caratteristiche botteghe di antiquariato, la strada è lunga un chilometro esatto, attraversando i quartieri Stella, San Carlo all'Arena e San Lorenzo. Foria deriva dalla corruzione di Forino (con cui si chiamava la strada dal XVIII secolo, mentre in precedenza la si indicava come strada di San Carlo all'Arena), cioè il principe di Forino che costruì l'omonimo palazzo, il primo di un nucleo di costruzioni nella zona. La strada di Forino era niente altro che un grande lavinaio (un collettore di acque) che correva nei pressi della cortina settentrionale delle mura cittadine che fino all'epoca aragonese partendo da Caponapoli lambivano piazza Cavour e degradavano verso il Castel Capuano lungo il carbonarius, l'odierna via Carbonara. Questo fossato accoglieva tutte le acque torrentizie (la cosiddetta lava) provenienti dalle colline sovrastanti come la Stella, il Moiariello, l'Infrascata, la Veterinaria e dai valloni della Sanità e dei Vergini. In particolare la lava dei Vergini era la più temuta e anche la più micidiale per via delle tante vittime che fece. Il fenomeno della lava terminò nel 1871 con la regolarizzazione delle acque piovane tramite collettore (anche se si ebbero molti anni più avanti alcuni straripamenti dovuti a cattiva manutenzione). Nel XVI secolo Don Pedro di Toledo amplia le mura a nord; ne consegue da queste parti lo spostamento di porta San Gennaro e la costruzione della porta di Costantinopoli. Nel XVII secolo lungo la strada si costruiscono alcuni edifici come la chiesa di San Carlo all'Arena e il palazzo Caracciolo di Forino. Il boom edilizio avviene nel XVIII secolo, grazie anche alla lastricazione avvenuta precisamente tra il 1767 e il 1768: il palazzo Forino aveva degli splendidi giardini, parte dei quali furono espropriati a cittadini che cominciarono la costruzione dei loro edifici privati. Palazzo Forino, pur avendo perso parte dei suoi splendidi giardini, ebbe in compenso una ristrutturazione barocca che è quella visibile tuttora. Di questo periodo sono la maggior parte dei palazzi che si ergono in via Foria e anche molte chiese come il rifacimento di quella di Sant'Antonio Abate. Tra il 1810 e il 1812 Gioacchino Murat provvede a sistemare ulteriormente la via nonché il riempimento dei restanti fossati: i lavori di rettificazione vengono affidati a Stefano Gasse e a Gaetano Schioppa. Dal 1811 al 1814 si lavora per costruirne un prolungamento fino a Poggioreale (la strada nuova del campo) con progetto di Giuliano De Fazio sotto la supervisione di Luigi Malesci. Restaurata la monarchia borbonica, si costruisce tra il 1846 e il 1849 un mercato di commestibili all'angolo con via Duomo su progetto di Francesco De Cesare, sul luogo della cosiddetta villa dei pezzenti, una passeggiata costruita nei primi del secolo, ma andata in rovina (da qui il nomignolo). Per circa cinquant'anni adibito alla vendita di alimentari, nel XX secolo fu sede di mercato di fiori fino al 1958, quando sarà abbattuto per fare posto ad un enorme edificio-torre, realizzato dall'imprenditore edile Mario Ottieri, che rovina la lineare altezza dei preesistenti edifici. Si procede sempre su progetto del De Cesare, coadiuvato da Giuseppe Settembre, ad aprire la strada della Pietatella (oggi via Domenico Cirillo), collegamento con via Carbonara, a partire dal 1845 fino al 1856. AA.VV., Napoli nobilissima, vol. IX, fasc. VII, Berisio Editore. Rocco Civitelli, Via Foria. Un itinerario napoletano, Dante & Descartes, 2006. Cesare De Seta, Napoli tra Barocco e Neoclassicismo, Electa Napoli, 2002. Romualdo Marrone, Le strade di Napoli, Newton Compton, 2004. Strade di Napoli Wikiquote contiene citazioni di o su via Foria Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su via Foria

Chiostro dei Miracoli

Il chiostro dei Miracoli è uno dei chiostri storici di Napoli; è situato nel centro storico, nell'omonimo complesso religioso. Facente parte del monastero di Santa Maria della Provvidenza, fu edificato per volontà di Giovan Camillo Cacace che investì, quasi tutti i suoi averi monetari, nella costruzione di una cittadella religiosa per le francescane. Colpito dalla peste del 1656, le sue volontà furono comunque prese a cuore ed esaudite dall'ordine dei governatori del Pio Monte della Misericordia, il quale, immediatamente provvidero all'acquisto di un vecchio monastero. Esso fu ristrutturato secondo i dettami scritti nel testamento del Cacace, infatti, venne dotato di spazi ampi, austeri ed ariosi. Il vecchio monastero, che già era dotato di un piccolo chiostro, non venne distrutto o modificato da Francesco Antonio Picchiatti; questi, preferì costruirne un altro ben più grande e con 36 vaste arcate. Due lati del nuovo chiostro furono aperti a loggia, mentre, un fabbricato a due piani adibito a dormitorio, sovrastava i restanti corridoi. I lavori di ristrutturazione ed ingrandimento cominciarono nel 1663 e si conclusero nel 1675 (anno in cui il complesso fu affidato a Maria Agnese Caracciolo). In questo periodo, i suoi giardini erano molti coltivati, soprattutto l'area antistante la chiesa; in seguito, per via del terreno mal odorante (a causa del concime utilizzato) ben presto gli abitanti della zona si ribellarono a tal punto che le religiose furono costrette a sradicare tutti gli ortaggi. In seguito, il terreno fu donato ai cittadini che lo trasformarono in una piazza. Nel 1808, per via della soppressione degli ordini, il complesso fu riadattato ad orfanotrofio militare e i suoi pregevoli giardini coltivavano aranci, cedri, ecc.. Nel 1813, per volontà di Carolina Bonaparte, regina di Napoli e sorella di Napoleone, il chiostro grande fu adibito ad Educandato femminile Real Casa Carolina. In tempi recenti i chiostri sono stati utilizzati per luoghi di ricreazioni di alcuni edifici scolastici della zona. Oggi, risulta che il chiostro piccolo è usato come palestra, mentre, il chiostro grande, che attende la sua destinazione di uso, ha perso parte della sua struttura architettonica.