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Stazione marittima di Napoli

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Stazione Marittima di Napoli (2008) 009
Stazione Marittima di Napoli (2008) 009

La stazione marittima di Napoli si trova sul molo Angioino del porto della città e ne ospita il terminal portuale.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione marittima di Napoli (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione marittima di Napoli
Molo Angioino, Napoli San Ferdinando

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.838183 ° E 14.258543 °
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Indirizzo

Centro vaccinale presso la Stazione Marittima

Molo Angioino
80133 Napoli, San Ferdinando
Campania, Italia
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Stazione Marittima di Napoli (2008) 009
Stazione Marittima di Napoli (2008) 009
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Luoghi vicini

Palazzo dell'Immacolatella
Palazzo dell'Immacolatella

Il palazzo dell'Immacolatella (propriamente edificio della Deputazione della Salute) è uno dei palazzi di interesse storico-artistico di Napoli; è sito nella zona portuale. La struttura monumentale è locata tra la calata del Piliero e la calata di Porta di Massa. Il palazzo fu fatto costruire da Carlo di Borbone negli anni quaranta del XVIII secolo, in occasione della risistemazione del fronte a mare tra il molo grande e il castello del Carmine, al fine di ospitare la sede della Deputazione della Salute. Originariamente collocato di fronte al porto piccolo (il mandracchio) su un molo e collegato tramite due ponti che racchiudevano il piccolo bacino, dopo l'Unità d'Italia gli è stato aggiunto un prolungamento dinanzi l'entrata e per i lavori di ampliamento dell'area portuale si è ritrovato inglobato nella nuova colmata della calata Porta di Massa. L'architetto a cui è stato affidato il progetto è Domenico Antonio Vaccaro, il quale creò un effimero apparato barocco di pianta ottagonale. L'edificio è caratterizzato dalla statua della Vergine Maria, che svetta alla sommità dell'edificio e che gli dà il nome più conosciuto. Attribuita tradizionalmente allo stesso Vaccaro, la statua è invece opera dello scultore Francesco Pagano, il quale ha scolpito anche alcuni simbolismi sempre presenti sulla sommità. Per un breve periodo del XIX secolo è stato affiancato dalla fontana del Gigante, nota anche come fontana dell'Immacolatella proprio per questa sua collocazione. La struttura è stata radicalmente restaurata nel biennio 2019-2021.

Palazzo dei Telefoni (via Depretis)
Palazzo dei Telefoni (via Depretis)

Il palazzo dei Telefoni (detto anche centrale dei telefoni di Stato) è un palazzo monumentale di Napoli, ubicato in via Agostino Depretis; esso fa parte della trilogia dei palazzi dei telefoni realizzati in città intorno agli anni venti: quello di piazza Nolana e quello di via Crispi. Nel 1922 Camillo Guerra che era ingegnere del Genio Civile ebbe l'incarico di costruire un terzo palazzo dei telefoni in via Depretis, poco distante dal palazzo della Borsa progettato dal padre Alfonso. L'edificio fu realizzato tra il 1923 e il 1925 secondo le linee neobarocche presenti anche negli altri due palazzi da lui progettati. Il palazzo fu in buona parte distrutto durante il terrificante bombardamento alleato avvenuto il 4 agosto 1943. Robert Capa immortalò le macerie della facciata del palazzo, erroneamente indicate come quelle del palazzo delle poste. Il palazzo fu riprogettato nel 1944 dallo stesso Guerra che rivoluzionò l'architettura dell'edificio: l'esterno cambiò totalmente aspetto, abbandonando le prime sembianze neobarocche, e ne assunse uno molto funzionalista riscontrabile nei palazzi che avevano cambiato il vecchio rione San Giuseppe (il rione Carità) negli anni trenta, tra i quali c'era anche la Casa del Mutilato, altra opera dell'ingegner Guerra che dimostra molti punti di affinità con il nuovo edificio, che non perse tuttavia la precedente monumentalità. I lavori di ricostruzione furono eseguiti nel periodo tra il 1945 e il 1946, circa vent'anni dopo la realizzazione del primo edificio. L'originale aspetto neobarocco del palazzo è tuttora riscontrabile sulla facciata posteriore, non coinvolta nei danni causati dalla guerra e preservata dal progetto di ricostruzione. Tale facciata aggetta sulla retrostante via dei Griffi.