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Chiesa di Santa Maria Assunta a Puglia

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La chiesa di Santa Maria Assunta a Puglia è una chiesa di Arezzo che si trova in località Puglia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Santa Maria Assunta a Puglia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Santa Maria Assunta a Puglia
Puglia il rio, Arezzo

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.502841 ° E 11.881557 °
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Puglia il rio
52100 Arezzo
Toscana, Italia
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Luoghi vicini

Ceciliano (Arezzo)
Ceciliano (Arezzo)

Ceciliano (già Cicigliano) è una frazione del comune di Arezzo, in Toscana. È convenzionalmente divisa in Ceciliano, la parte del paese (in alto) a ovest della ferrovia, e Casenuove di Ceciliano (in basso), la parte a est della ferrovia. Il territorio della frazione è stato frequentato sin dall'epoca preistorica, come dimostrano vari ritrovamenti risalenti al Paleolitico e al Neolitico. Di particolare interesse la scoperta presso Ceciliano di un complesso industriale musteriano del Paleolitico medio di tipo "La Quina". Il borgo venne fondato nel I secolo a.C. quale villa di campagna di Tito Pomponio Attico e, nel 1018, prese il nome di Ceciliano, toponimo da annoverare tra gli esempi di prediali romani, forse in ricordo della figlia di Pomponio Attico o dalla famiglia romana che lo possedette in seguito, discendente della gens Caecilia. Fino agli anni settanta, benché distasse solo tre chilometri dal centro cittadino di Arezzo, era un vero e proprio paese di campagna, con campi coltivati a orzo e grano nella parte bassa, mentre nella parte alta, vicino alla chiesa, si trovavano stalle di vacche chianine. Negli anni ottanta l'espansione edilizia ha inglobato la frazione nella periferia aretina facendogli così perdere le precedenti caratteristiche di paese di campagna. Chiesa di San Romano, chiesa parrocchiale della frazione, è documentata per la prima volta in un diploma di Ugo e Lotario del 941. La località ospita anche la sede della televisione privata locale Teletruria che nel 2008 si è spostata dal centro di Arezzo nella parte bassa di Ceciliano ovvero a Casenuove di Ceciliano lungo la SR71. Ceciliano è la prima frazione che si incontra dirigendosi dal capoluogo verso nord sulla strada statale 71 Umbro Casentinese Romagnola. La frazione è collegata inoltre con il capoluogo a sud e la valle del Casentino a nord anche dalla linea ferroviaria Arezzo-Stia che vi ha una fermata – Ceciliano-Puglia – che serve anche la vicina località di Puglia. Nel paese è presente anche una locale squadra di calcio: la US Ceciliano, che con alterne avventure, milita tra la terza categoria e la seconda.

Provincia di Arezzo
Provincia di Arezzo

La provincia di Arezzo è una provincia italiana della Toscana di 333 017 abitanti. È quarta tra le province toscane sia per il numero di abitanti sia per quanto riguarda la superficie. Confina con l'Emilia-Romagna (provincia di Forlì-Cesena e provincia di Rimini) a nord-est, con la provincia di Firenze a nord-ovest, con le Marche (provincia di Pesaro e Urbino) e con l'Umbria (provincia di Perugia) a est e con la provincia di Siena a sud-ovest. La provincia amministra anche una piccola exclave situata all'interno dei confini della provincia di Rimini, le cui località sono frazioni del comune di Badia Tedalda. La provincia di Arezzo deriva dal vecchio Compartimento di Arezzo del Granducato di Toscana, nato nel 1826 con l'unione di comuni già parte del Compartimento di Firenze e del Compartimento di Siena. Con l'annessione al Regno d'Italia, nel 1860, vennero ceduti alla provincia di Siena i comuni di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Sarteano, Sinalunga e Torrita di Siena. Nel 1927 vennero invece ceduti alla provincia di Perugia i comuni di Monte Santa Maria Tiberina e Monterchi, quest'ultimo tornato nel 1939 alla provincia di Arezzo in seguito alle proteste della popolazione. Dal 1º gennaio 2014, i comuni della provincia variano da 38 a 37, in quanto si costituisce il nuovo ente di Pratovecchio Stia dalla fusione di Pratovecchio e Stia, in Casentino. Dal 1º gennaio 2018, i comuni della provincia variano da 37 a 36, in quanto si costituisce il nuovo ente di Laterina Pergine Valdarno dalla fusione di Laterina e Pergine Valdarno, in Valdarno. La Provincia di Arezzo è tra gli enti decorati al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della Medaglia d'oro al valor militare per la propria attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale: La provincia di Arezzo è un territorio ricco di borghi risalenti a differenti epoche storiche: Numerosi borghi di origine medievale come Anciolina, Anghiari, Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Chiassaia, Gropina, Il Borro, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Poggio di Loro, Pratovalle, Rocca Ricciarda, Roveraia, borgo fantasma che oggi è in stato ruderale, San Clemente in Valle, San Giovanni Valdarno e San Giustino Valdarno. Borghi di origine seicentesca come Casamona. È attraversata dal fiume Arno dalla sorgente fino a San Giovanni Valdarno, mentre a est è attraversata dal tratto iniziale del fiume Tevere che dal confine provinciale nord scorre verso sud quasi parallelamente alla dorsale appenninica. La provincia ha quattro vallate principali: il Valdarno, la Val di Chiana, la Valtiberina e il Casentino. Il rilievo più elevato è il Monte Falco (1.658 m s.l.m.), situato nell'estremità settentrionale della provincia nella valle del Casentino. Appartengono alla provincia di Arezzo i seguenti 36 comuni: I comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Cortona, Monte San Savino, Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Sansepolcro possiedono il titolo di città. A Pratovalle, frazione del comune di Loro Ciuffenna, vivevano gli antenati del noto cantautore Renato Zero, il cui vero nome è Renato Fiacchini, infatti la presenza della famiglia Fiacchini nel paese è documentata già nel 1841. Antiche unità di misura della provincia di Arezzo Loro Ciuffenna Pratovalle Renato Zero Toponimi latini dei comuni della provincia di Arezzo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su provincia di Arezzo Sito ufficiale, su provincia.arezzo.it.

Circondario di Arezzo
Circondario di Arezzo

Il circondario di Arezzo era l'unico circondario in cui era suddivisa l'omonima provincia. Il circondario di Arezzo venne istituito nel 1860. Venne soppresso nel 1927 come tutti i circondari italiani. Nel 1863, la composizione del circondario era la seguente: mandamento I di Anghiari comune di Anghiari mandamento II di Arezzo (Città) parte dei comuni di Capolona; Subbiano; Arezzo mandamento III di Arezzo (Campagna) parte dei comuni di Capolona; Subbiano; Arezzo mandamento IV di Bibbiena comuni di Bibbiena; Castelfocognano; Chitignano; Chiusi in Casentino; Talla mandamento V di Castiglion Fiorentino comune di Castiglion Fiorentino mandamento VI di Cortona comune di Cortona mandamento VII di Foiano della Chiana comuni di Foiano della Chiana; Marciano mandamento VIII di San Giovanni Val d'Arno comuni di Cavriglia; San Giovanni Val d'Arno mandamento IX di Lucignano comune di Lucignano mandamento X di Monte San Savino comuni di Civitella in Val di Chiana; Monte San Savino mandamento XI di Monterchi comuni di Monterchi; Monte Santa Maria Tiberina mandamento XII di Montevarchi comuni di Bucine; Castiglion Fibocchi; Castiglione Ubertini; Laterina; Montevarchi; Pergine mandamento XIII di Pieve Santo Stefano comuni di Caprese; Pieve Santo Stefano mandamento XIV di Poppi comuni di Castel San Nicolò; Montemignaio; Ortignano; Poppi; Raggiolo mandamento XV di Pratovecchio comuni di Pratovecchio; Stia mandamento XVI di Sansepolcro comune di Sansepolcro mandamento XVII di Sestino comuni di Badia Tedalda; Sestino mandamento XVIII di Terranuova Bracciolini comuni di Castelfranco di Sopra; Loro Ciufenna; Pian di Scò; Terranuova Bracciolini

Campoluci
Campoluci

Campoluci è una frazione del comune italiano di Arezzo, nell'omonima provincia, in Toscana. La località di Campoluci è identificata probabilmente come lo stesso tratto di piana vicina all'Arno in cui ebbe luogo la battaglia di Arezzo del 284 a.C. in cui i romani furono sconfitti dai Galli Senoni e in cui trovò la morte Lucio Cecilio Metello Denter (secondo Polibio, console, mentre per Tito Livio "praetor"). Infatti i Galli, dopo la sconfitta nella Terza Guerra Sannitica (a cui avevano preso parte, oltre a Sanniti e Galli, anche Etruschi ed Umbri) durata dal 298 al 290 a.C., tentarono di riprendere terreno muovendo verso l'Etruria nel tentativo di sollevare una nuova insurrezione delle popolazioni italiche contro Roma. Gli Etruschi però, restarono fedeli all'alleanza ed ai trattati di pace stipulati con Roma nel 294 a.C., mentre giungeva in loro soccorso Lucio Cecilio Metello Denter a capo di due legioni. La battaglia, che appunto si svolse ad Arezzo, fu vinta dai Galli Senoni mentre l'esercito romano fu sbaragliato, Lucio Cecilio Metello Denter fu ucciso, insieme a sette tribuni militari e tredicimila soldati. Solo nell'anno successivo i romani riuscirono a sottomettere definitivamente i Galli Senoni, ponendo fine alle loro mire espansionistiche in Italia Centrale, e celebrando questa fine delle ostilità con la fondazione di una colonia in quella che era stata la capitale dei Galli in Italia, Sena Gallica, odierna Senigallia. L'origine del nome viene fatta risalire all'originale campus Lucii ("campo di Lucio") a memoria di Lucio Cecilio Metello Denter, console romano (pretore, secondo Tito Livio) che qui trovò probabilmente la morte durante la battaglia di Arezzo tra Romani e Galli Senoni del 284 a.C. È stata inoltre formulata una seconda ipotesi circa l'etimologia del toponimo, secondo cui potrebbe essere ricollegata a lucus (bosco sacro), in quanto la centuriazione romana che interessò i luoghi contigui non toccò Campoluci, forse a prova del fatto che l'area rivestiva una certa importanza sacra, appunto. Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruita nel 1755 e dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è la chiesa parrocchiale. La facciata, tipicamente settecentesca, presenta un portale sormontato da una finestra squadrata. La pianta interna è ad una sola navata, con affreschi settecenteschi raffiguranti le quattro virtù cardinali nella parte della cupola, venuti alla luce dopo l'ultimo restauro, sotto affreschi posteriori di epoca novecentesca. L'edificio ha probabilmente sostituito la precedente chiesa dedicata a San Pietro di Nofio o Noffio, toponimo forse di origine altomedievale ed oscuro a noi Chiesa di San Bartolomeo, risalente al X secolo. È situata in una posizione rialzata rispetto al paese, in un nucleo di abitazioni chiamato adesso Le Greppe o Le Greppie, ma in passato denominato La Corte o Le Corti, nome che riconduce senz'altro alla curtis del periodo altomedievale, ovvero l'insieme di campi coltivati, case dei coloni e dimore, dove il signore viveva ed esercitava la sua autorità di controllo sul territorio e sulle attività rurali ad esso connesso. Tale modello, denominato "curtense", rappresentò il passaggio decisivo dal tipo di divisione e gestione economica del territorio agricolo della villa romana alla signoria fondiaria di tipo feudale. La chiesa, purtroppo in stato di rovina, presenta delle modifiche romaniche del XII secolo, mentre già nel XV secolo risultava fatiscente, tanto da essere abbandonata nello stesso periodo. Molto interessante è un prezioso oggetto proveniente dalla chiesa e attualmente custodito al Museo statale d'arte medievale e moderna, un pluteo (balaustra che di solito serviva a dividere il presbiterio dalla cantoria) in arenaria, raffigurante due pavoni (nella tradizione simbolica cristiana indicavano l'immortalità e la Resurrezione di Cristo), che si abbeverano ad un kantharos, coppa di origine greco-romana caratterizzata da due alte anse verticali, e divenuta in epoca protocristiana simbolo di purificazione. Alberto Nocentini, Agli inizi della Toponomastica Aretina in “Atti e Memorie della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze di Arezzo”, vol. LXV, Lama (PG), Editrice Le Balze, 2003-2004, pp. 123-136. Gaetano De Sanctis, Storia dei Romani, vol. 2, Firenze, La Nuova Italia, 1960, pp. 357-358. Angelo Tafi, Immagine di Arezzo. La città oltre le mura medicee e il territorio comunale, Cortona, Calosci, 1985. Arezzo Lucio Cecilio Metello Denter Bosco sacro Etruschi Galli Senoni Battaglia di Arezzo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Arezzo) Museo statale d'arte medievale e moderna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Campoluci https://web.archive.org/web/20160811142540/http://parrcampoluci.altervista.org/joomla/component/content/article/39-home/46-parrocchia-di-campoluci-dei-santi-pietro-e-paolo, sito della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Campoluci. http://www.amarantomagazine.it/news_dett.php?id=275, chiesa di S. Bartolomeo. http://www.museistataliarezzo.it/museo-arte-medievale, Museo statale d'arte medievale e moderna, Arezzo.

Stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco
Stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco

La stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia relativa alla città di Arezzo. La stazione meteorologica è situata nell'Italia centrale, in Toscana, presso l'aeroporto Molin Bianco di Arezzo a 248 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 43°27′34.81″N 11°50′44.5″E43°27′34.81″N, 11°50′44.5″E. Oltre a svolgere funzioni di assistenza alla navigazione aerea, la stazione effettua osservazioni orarie sullo stato del cielo (nuvolosità in chiaro) e su temperatura, precipitazioni, umidità relativa, pressione atmosferica con valore normalizzato al livello del mare, direzione e velocità del vento. In base alle medie climatiche del trentennio 1971-2000, le più recenti attualmente in uso, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di 4,6 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di 22,2 °C; mediamente si contano 63 giorni di gelo all'anno e 42 giorni annui con temperatura massima uguale o superiore a 30 °C. Nel trentennio esaminato, i valori estremi di temperatura sono i +40,3 °C del luglio 1983 e i -20,2 °C del gennaio 1985. Le precipitazioni medie annue si attestano a 802 mm (valore maggiore della media 1961-1990), mediamente distribuite in 87 giorni, con minimo relativo in estate, picco in autunno e massimo secondario in primavera. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 70,7% con minimo di 63% ad agosto e massimo di 79% a dicembre; mediamente si contano 36 giorni annui con episodi nebbiosi. Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati nel trantennio 1971-2000 e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare relativo al medesimo trentennio. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, ancora in uso per l'Organizzazione meteorologica mondiale e attualmente definita Climate Normal (CLINO), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +4 °C; quella del mese più caldo, luglio e agosto, è di +21,6 °C ma con elevatissima escursione termica giornaliera. Mediamente, si contano 63 giorni di gelo all'anno. Nel medesimo trentennio, la temperatura minima assoluta ha toccato i -20,2 °C nel gennaio 1985 (media delle minime assolute annue di -9,0 °C), mentre la massima assoluta ha fatto registrare i +40,5 °C nel luglio 1962 (media delle massime assolute annue di +35,7 °C). La nuvolosità media annua fa registrare il valore di 4,5 okta giornalieri, con minimo di 3 okta giornalieri a luglio e massimi di 5,1 okta giornalieri a gennaio, ad aprile, a novembre e a dicembre. Le precipitazioni medie annue, di poco superiori ai 700 mm e concentrate mediamente in 83 giorni, si presentano con un picco autunnale ed un massimo secondario in primavera inoltrata. L'umidità relativa media annua si attesta a 72% con minimo di 66% ad agosto e massimo di 79% a dicembre. In base alle medie climatiche 1951-1980, effettivamente elaborate a partire dal 1957, la temperatura media del mese più caldo, luglio, si attesta a +21,1 °C, mentre la temperatura media del mese più freddo, gennaio, fa registrare il valore di +4,3 °C. Nel trentennio esaminato, la temperatura massima più elevata di +40,5 °C risale al luglio 1962, mentre la temperatura minima più bassa di -17,8 °C fu registrata nel gennaio 1968. Nella tabella sottostante sono riportate le temperature massime e minime assolute mensili, stagionali ed annuali dal 1957 ad oggi, con il relativo anno in cui si queste si sono registrate: la minima assoluta ha toccato i -20,2 °C nel gennaio 1985, mentre la massima assoluta ha fatto registrare i +40,5 °C nel luglio 1962. Di seguito sono riportate le temperature estreme decadali registrate dal 1957 in poi, con la relativa data in cui si sono verificate. Arezzo Stazione meteorologica Clima della Toscana Dati in tempo reale, medie climatiche e previsioni del tempo per la stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco, su meteoam.it.