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Via Pallone

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Verona, Province of Verona, Italy panoramio (35)
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Via Pallone è un'importante strada situata nel centro storico di Verona, sorta lungo le cortina difensiva comunale. Il toponimo "Pallone" deriva dalla presenza, fino alla metà del XIX secolo, dello sferisterio cittadino, luogo dedicato all'antico gioco del pallone. Questo sport fu molto praticato a Verona, almeno dal Cinquecento fino all'inizio del Novecento. La prima sede documentata del gioco fu un'area sulle Torricelle, vicino a castel San Pietro, fino a quando nel 1610 la città concesse uno spazio nel Campo Marzio. Solo nel 1768-1769 venne appositamente adibito il terreno "al Crocefisso", sull'attuale via Pallone, dove si insediò definitivamente il gioco. Con l'occasione furono costruite anche due tribune per gli spettatori, una delle quali riservata alla nobiltà, addossate alle mura comunali. Il 16 settembre del 1786, il celebre scrittore Wolfgang von Goethe ebbe modo di assistere a un derby tra quattro veronesi e quattro vicentini, lasciandone una suggestiva descrizione nel suo Viaggio in Italia. Egli si mostrò sorpreso che il gioco non si svolgesse all'interno dell'Arena di Verona, «che tanto si presterebbe» a tale scopo. In effetti, nel 1823 il gioco si spostò nell'anfiteatro romano ma con scarso successo, in quanto la tradizione delle commedie offerte dal popolare teatrino di legno all'interno dell'anfiteatro era ormai troppo radicata. Lo sferisterio di via Pallone ospitò di nuovo le gare con una certa frequenza fino al 1847, dopodiché gli incontri divennero più rari. Gli appassionati del gioco, per vari motivi anche di natura politica, furono costretti a cercare altri spazi: ancora nel 1902, una selezione di professionisti provenienti da diverse città si esibì nel fossato nei pressi di porta Nuova, attirando un gran numero di tifosi. Sul lato sinistro di via Pallone si apre un ampio varco nelle mura cittadine, che dà accesso a via del Pontiere; accanto all'apertura sorge una torre scaligera risalente alla fine del XII secolo. Al civico 24 della via, invece, è stato collocato il portale sanmicheliano di palazzo Fiorio Dalla Seta, originariamente situato nei pressi di ponte Nuovo e demolito nel 1893 per consentire la costruzione dei muraglioni. Pierpaolo Brugnoli, Strade di Verona, vol. 3, Roma, Newton & Compton, 2004, SBN IT\ICCU\BVE\0390201. Urbanistica di Verona Monumenti di Verona Storia di Verona Mura comunali di Verona

Estratto dall'articolo di Wikipedia Via Pallone (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Via Pallone
Via Pallone, Verona Veronetta

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Mura comunali di Verona
Mura comunali di Verona

Le mura comunali di Verona sono parte della cinta difensiva a sud del centro storico; rimangono visibili lungo via Pallone. Le mura, che hanno ospitato anche cinque caserme durante la dominazione asburgica, sono uno straordinario reperto storico dell'architettura militare veronese caratterizzate da doppia cinta muraria comunale-ezzeliniana-scaligera-viscontea, ma anche da un sistema logistico di edifici militari realizzato dalla Repubblica di Venezia già nel corso del XVI secolo, probabilmente dal 1421, poi continuamente modificato e integrato. Il sistema di fabbricati militari, simile a un grande arsenale a sviluppo lineare, fu chiamato arsanata o aresanata, nome che forse richiama i lavori di risanamento e consolidamento delle mura preesistenti, recuperate per le nuove strutture. La complessa successione di edifici si estendeva lungo l'Adigetto dalla Rocchetta della Bra alla Torre della Paglia, sulla riva dell'Adige. Essi avevano diverse destinazioni: caserma, ospedale, polveriera, tezone, mulino da polvere, granai, forni, scuderie, vari magazzini per munizioni da bocca e da guerra. Il nuovo insieme urbanistico militare faceva inoltre capo, a occidente, su Castel Vecchio, direttamente collegato alla Rocchetta della Bra, e all'arsanata, anche mediante la strada compresa tra le due cinte murarie dell'Adigetto. Il culmine architettonico e il centro ideale del grande sistema arsanata-Castel Vecchio diverrà il Palazzo della Gran Guardia, edificato nel primo Seicento e rimasto incompiuto, destinato all'Accademia dei Filotimi, per lo studio dell'arte marziale, a sede di rappresentanza dei Provveditori di Terraferma e delle autorità militari venete e a luogo per le riviste delle truppe nella grande loggia terrena, durante la stagione avversa.