Villa Pallavicini Gardino
Villa Pallavicini Gardino, nota anche come Palazzo Gardino, è una storica dimora nobiliare italiana, sita nel comune di Genova. Si trova a Sampierdarena, anticamente comune autonomo e luogo di villeggiatura per le famiglie benestanti e dal 1926 integrato nel territorio del capoluogo ligure. Collocata sull'immediato litorale del Mar Ligure, la villa venne edificata nel XVI secolo su commissione della famiglia Pallavicini, che in questa zona aveva un nutrito gruppo di ville familiari, quasi tutte scomparse. Sebbene non si conosca la data esatta e il progettista, di questo complesso di ville, oltre alla Pallavicini Gardino, ai secoli ne sopravvissero solo due: la Villa Pallavicino, restaurata nel 2021, e la villa di cosa di Belvedere, mentre finirono distrutte quella di vico Cibeo, di via Dottesio e di Salita San Barborino. La villa, come uso all'epoca, era dotata di un ampio giardino, significativamente ridotto già nella prima metà dell'Ottocento per la costruzione della nuova ferrovia Genova-Ventimiglia. Ancora ben visibile nelle mappe del cartografo Vinzoni di metà Settecento, si spingeva sino a via Dondero, sia con coltivaizoni sia come giardino all'italiana. Ma fu con l'edificazione della cosiddetta "nuova strada Reale da Genova a Torino" - poi via Buranello - che andò infine del tutto perduto. Fino a quando San Pier D'Arena restò comune autonomo e l'area non si era sviluppata industrialmente, il litorale sampierdarenese era comunemente utilizzato dalle famiglie nobili o più abbienti come località di villeggiatura. Fu soprattutto dopo lo sbancamento del colle di San Benigno che cambiò radicalmente la topgrafia dell'area, rivoluzionata poi nel Novecento dallo sviluppo edizilizio industriale e civile, e dalla creazione del porto, che allontanò definitivamente l'edificio dalla linea di costa. La villa si ritrovò pertanto al centro di un'area prevalentemente dedicata a uffici e al centro della viabilità del casello autostradale di Genova Ovest, della Sopraelevata Aldo Moro e più avanti anche di Lungomare Canepa. Nel 1946 fu acquistata dalla ditta di legnami Fratelli Gardino Spa, che già la occupavano dal 1920 e avevano realizzato sui terreni a monte un deposito di legnami, trasferito altrove nel 2002, quando i terreni vennero venduti per costruire il centro direzionale di san Benigno. Nei decenni successivi la villa ebbe funzioni diverse, commerciali e civili. Fu oggetto di un restauro conservativo nel 1996 che ridisegnò gli spazi interni per destinarli ad appartamenti, ma non fu possibile trovare una destinazione d'uso definitiva, e cadde in disuso. Nel 1963, intanto, la soprintendenza per i beni archeologici della Liguria aveva sottoposto la villa a vincolo architettonico. Nei primi anni 2000 la famiglia Gardino vendette la villa a una società immobiliare, ma nei successivi venticinque anni l'edificio finì nuovamente in sostanziale disuso e dergado. Solo nel 2022 iniziò una completa opera di ristrutturazione degli esterni, terminati nel 2023, quando l'edificio venne posto in vendita per 2,3 milioni di euro, dopo essere stato periziato nel 2014 oltre tre milioni di euro. In ragione dell'importante costo, il comune non manifestò interesse, pur esistendo un progetto di conversione a centro direzionale approvato dalla soprintendenza e un progetto di collocazione della villa all'interno di un nuovo Parco della Lanterna. La villa presenta una struttura architettonica tipica dello stile monumentale di Galeazzo Alessi, molto popolare fra le famiglie nobili liguri fra il Cinquecento e il Settecento, con un impianto cubico regolare e un tetto a padiglione. Johann Christoph Volckamer nel 1708 nella propria mappa indica la villa come di proprietà dei Pallavicini, e riporta l'esistenza di una torre, che aveva probabilmente funzioni difensive, vista l'esposizione costiera e la frequente attività di pirati e predoni sulle coste liguri almeno sino al Seicento. Nel 1757 anche il cartografo Matteo Vinzoni riportava la presenza di una torre sul lato destro della villa, e attribuiva la villa ad Alessandro Pallavicino. La facciata meridionale, rivolta verso al mare, era molto vicina alla costa e perciò edificata lievemente oltre la linea della spiaggia. Sulla facciata sono presenti sette ampie finestre simmetriche al sopra dell'ingresso, dov'è visibile lo stemma della famiglia, uno scudo con una barra in rilievo, a simboleggiare una corona, e altri cinque elementi, rigati, in rilievo, a contorno della forma dello scudo. Il decreto di vincolo di tutela architettonica descrive la villa come una «importante opera di architettura gentilizia ligure del sec. XVI, con stemma marmoreo della famiglia Pallavicino e grande cornicione sorretto da mensole binate, scalone nobile in ardesia, con volte a botte profilate sulle rampe e a crociera sui pianerottoli». Gli interni, come in altre ville nobiliari cinquecentesche, presentano un piano terreno con ammezzato, un piano nobile con ammezzato, e un locale sottotetto adibito a cucine, quest'ultimo elegantemente decorato e affrescato, mentre i certamente fastosi decori degli altri piani sono andati perduti nei vari rimaneggiamenti secolari. I piani sono fra loro collegati con un ampio scalone a tre rampe in ardesia. AA.VV., Ville del ponente e della Val Polcevera, Genova, Sagep, 1986. Alessandro Mancuso, 70 ville antiche a san Pier d'Arena, Golden Press, 2012, ISBN 9788889558805. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su villa Pallavicini Gardino Villa Pallavicini Gardino, su catalogo.beniculturali.it, Ministero della cultura. Palazzo ex Pallavicino ora Gardino, su Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Ministero della Cultura.
Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Pallavicini Gardino (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).Villa Pallavicini Gardino
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