place

Manifattura Tabacchi (Cagliari)

Architetture di CagliariPagine con mappe
Sa Manifattura
Sa Manifattura

L'ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, nota anche come Sa Manifattura in sardo, è un edificio storico situato nel quartiere della Marina. Lo stabile originario venne edificato nel 1478 come parte del convento a servizio dell'ordine francescano, connesso con l'ormai scomparsa chiesa di Nostra Signora del Gesù. Ospitò inizialmente la farmacia del convento ove venivano prodotti tisane, decotti e diversi medicinali tra i quali l'uguento di Salvatore da Horta: quest'ultimo visse nella struttura fino alla sua morte avvenuta nel 1567, la sua cella è tutt'ora visitabile. Inizialmente veniva frequentato dai marinai data la sua vicinanza al porto di Cagliari, successivamente servì l'intera città. A partire dal 1591 ospitò anche una confraternita proveniente dalla Repubblica di Genova facente capo a San Giorgio e Caterina d'Alessandria, su disposizione di papa Gregorio XIV. La stessa fu però costretta ad abbandonarla nel 1717 a causa della distruzione subita conseguentemente alla spedizione spagnola in Sardegna, trovando poi posto nel XX secolo nella chiesa dei Santi Giorgio e Caterina di Monte Urpinu. Nel 1765 venne ceduto al Regno di Sardegna che lo ricostruì per una superficie di circa 22 000 m² e su tre piani, nel 1835 vi trasferì da Sassari la Manifattura Tabacchi. Vi trovarono impiego numerose sigaraie, nel 1868 poi la Regia Manifattura del Regno d'Italia concesse allo stabilimento la licenza per la produzione del Toscano. Nel 1900, successivamente alla cessione da parte dell'amministrazione comunale di alcuni terreni adiacenti alla struttura, venne ampliato con la costruzione di un nuovo opificio. Nel 1931 l'Opera nazionale del dopolavoro costruì a fianco alla Manifattura Tabacchi un teatro ampio 400 m², lo stesso divenne poi il cinema Due Palme: preso in gestione dalla Gaumont e dalla Cannon Films divenne un cinema pornografico fino alla sua chiusura, avvenuta il 1º marzo 1986. Negli anni 1920 la produzione dei sigari venne affiancata a quella delle sigarette, fino al 1967 quando venne interrotta del tutto dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Negli anni 1990 fu decretata la sua chiusura dal Ministero delle finanze, che avvenne nel 2001 a opera dell'Ente tabacchi italiani. Cinque anni più tardi la Regione Autonoma della Sardegna avviò il restauro della struttura conseguentemente alla sua acquisizione, che si concluse nel 2016. Oggi è convertita in centro culturale e ospita mostre e congressi, ispirandosi a quanto fatto a Firenze per la stazione Leopolda. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Manifattura Tabacchi La Manifattura Tabacchi, su sardegnaricerche.it. URL consultato il 27 novembre 2023. Manifattura Tabacchi, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 27 novembre 2023. Manifattura Tabacchi, su Monumenti aperti. URL consultato il 27 novembre 2023. Manifattura dei tabacchi di Cagliari, su Sistema archivistico nazionale. URL consultato il 27 novembre 2023.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Manifattura Tabacchi (Cagliari) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Manifattura Tabacchi (Cagliari)
Piazza Regina Margherita, Cagliari Bonaria

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Manifattura Tabacchi (Cagliari)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 39.213361 ° E 9.116833 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Piazza Regina Margherita
09124 Cagliari, Bonaria
Sardegna, Italia
mapAprire su Google Maps

Sa Manifattura
Sa Manifattura
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Palazzo ENEL
Palazzo ENEL

Il palazzo ENEL è un edificio di Cagliari, sede regionale dell'omonima azienda, oggi considerato uno dei simboli della città stessa. Attualmente è sede dell'Enel (torre) e della società Terna spa, gestrice della rete elettrica nazionale ad alta tensione (corpo basso). A seguito della distruzione, avvenuta nel 1943, della centrale elettrica della Società Elettrica Sarda (SES) (edificio situato a fianco di palazzo Tirso, costruito negli anni venti e tuttora sussistente, e allora sede principale della stessa società), si decide di costruire un grattacielo, il più alto dell'isola negli anni sessanta. Dopo aver ricevuto la deroga del piano urbanistico da parte del comune, che autorizzò questo progetto, insieme a quello del palazzo del Banco di Roma in piazza Yenne, per il suo valore simbolico della rinascita dopo la guerra, la Società elettrica sarda affida nel 1947 il progetto a Gigi Ghò, architetto milanese che aveva già lavorato con Gio Ponti. L'edificio viene inaugurato nel 1961, in occasione dei cinquant'anni di attività della società. Tuttavia l'anno seguente segna già il cambio di proprietà, con la nazionalizzazione della distribuzione dell'energia e il passaggio all'Enel. L'edificio è composto da un corpo basso prospettante su viale Diaz, sulla cui facciata è ospitato un bassorilievo di Eugenio Tavolara, e una torre prospettante su via Roma. La facciata continua su via Roma si caratterizza per l'uso di una intelaiatura in cemento armato che contrasta con la parete cieca rivestita in kindler turchese smaltato del lato della torre che dà su viale Diaz. L'architettura dell'edificio all'epoca provocò un acceso dibattito, in quanto diversa da quella del resto di via Roma, per lo più ispirata allo stile liberty. Nel 2012 ha avuto luogo la ristrutturazione del corpo basso dell'edificio prospettante la via Pirastu a cura della società proprietaria Terna spa. Anche il bassorilievo di Eugenio Tavolara è stato restaurato a cura del MiBAC. Nel 2017 è stata effettuata una ristrutturazione che comprende tutte le sue parti.. AA. VV., Architetture del '900 a Cagliari, Cuec, Cagliari 2003. Franco Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del Novecento, Ilisso, 1999. Marco Lucchini, L'identità molteplice. Architettura moderna in Sardegna 1930-2008, Aisara, Cagliari 2008 Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Palazzo ENEL

Palazzo del Consiglio regionale della Sardegna
Palazzo del Consiglio regionale della Sardegna

Il Palazzo del Consiglio regionale della Sardegna, ad opera di Mario Fiorentino, si caratterizza per il forte contributo portato alla struttura da Costantino Nivola, con l'installazione di numerose sue statue e il progetto dell'assetto urbanistico dello spazio sottostante. Inaugurato nel 1988, l'edificio permette al Consiglio regionale di trovare la sua sede definitiva. Nel 1949, anno dell'istituzione della Regione autonoma della Sardegna, l'assemblea trova sede nel palazzo regio in Castello, ma ben presto si denota la necessità di uno spazio nuovo in cui fossero riuniti gli uffici e la sala delle riunioni. Nel 1963 viene scelta un'area in parte interessata dai bombardamenti del 1943 fra via Roma e via Cavour, e viene presentato un progetto di Mario Fiorentino; tuttavia il progetto viene rifiutato dal Comune di Cagliari in quanto l'edificio avrebbe impedito la visione del Castello. Con una leggera modifica al progetto, il 13 dicembre 1988 viene inaugurata la nuova sede, nonostante le numerose contestazioni espresse anche da importanti personalità (fra cui spicca il sindaco Paolo De Magistris) per il pesante impatto urbanistico di una struttura modernissima nel contesto del quartiere storico della Marina. A causa del rifiuto da parte del Comune del progetto presentato da Mario Fiorentino, vengono apportate alcune modifiche che ne hanno consentito la costruzione, come l'abbassamento del corpo centrale. Occupando uno spazio di 3.200 m², l'edificio si presenta oggi con una facciata caratterizzata da una intelaiatura in cemento armato e vetro oscurato su Via Roma, per un'altezza di sei piani, il lato su via Cavour presenta invece cinque piani, e interessante al livello architettonico si presenta l'aula consiliare, al centro della struttura e sospesa sopra a Via Sardegna, consentendone il passaggio pedonale. Caratterizza l'opera l'intervento di Costantino Nivola, che ha promosso la realizzazione della pavimentazione in granito, da lui definito lago salato, per integrare al meglio le sue opere nello spazio sottostante la struttura, a tutti gli effetti una piazza. AA.VV. Un palazzo un parlamento, Edizioni CRS, Cagliari, 2000 Sardegna Cagliari Consiglio regionale della Sardegna Via Roma (Cagliari) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo del Consiglio regionale della Sardegna Consiglio Regionale della Sardegna, su Monumenti aperti. URL consultato il 1º settembre 2023.

Chiesa di Sant'Eulalia (Cagliari)
Chiesa di Sant'Eulalia (Cagliari)

La chiesa collegiata di Sant'Eulalia è la chiesa parrocchiale del quartiere della Marina, nel centro storico di Cagliari. Ubicata al centro del quartiere in posizione elevata rispetto all'edificato circostante, la chiesa è preceduta da un'ampia scalinata. Il tempio venne edificato dagli aragonesi in stile gotico - catalano intorno al 1370, probabilmente sopra la chiesa duecentesca di Santa Maria del Porto, e intitolato alla martire Eulalia, patrona della città di Barcellona. Nel 1620 l'arcivescovo di Cagliari Francisco de Esquivel insignì del titolo di collegiata la parrocchia di Marina, che tra il XVII e il XVIII secolo venne riammodernata in stile barocco e arricchita di numerosi arredi marmorei. La chiesa venne pesantemente rimaneggiata nel corso del XX secolo. Gli ultimi restauri, compiuti tra gli anni novanta del XX secolo e i primi anni del XXI secolo, hanno riportato l'interno della chiesa alla bellezza originaria, liberando le volte gotiche dai pesanti intonaci che le ricoprivano. La facciata della chiesa è a capanna, decorata da archetti pensili trilobati. Al centro, sopra il portale, si apre il rosone, opera di rara bellezza, tra i migliori che si possano ammirare in Sardegna (simile al rosone della parrocchia di Guspini), meglio apprezzabile dall'interno. Affianca la facciata un alto campanile, risalente a fasi costruttive diverse, quattro - cinquecentesca per quanto riguarda la canna quadra, settecentesca per la torretta ottagonale che la sovrasta, coperta inizialmente da un cupolino, sostituito nel novecento dall'attuale cuspide. Sul fianco destro, in cui si notano i frutti dei brutti rifacimenti della prima metà del novecento, si apre un ingresso laterale, sopra il quale, nella lunetta ogivale, è ospitata una statuina della Madonna col Bambino, forse reperto della antica chiesa di Santa Maria del Porto. L'interno di Sant'Eulalia si sviluppa in un'ampia navata centrale a cui si aggiungono le due navatelle laterali, costituite dagli spazi di intercomunicazione tra le cappelle laterali. Le volte delle due campate e del presbiterio, risalenti probabilmente al XVI secolo, sono a crociera stellata e costituiscono l'elemento architettonico più interessante del tempio. Le cappelle, quattro per lato, ospitano interessanti opere d'arte, arredi marmorei e dipinti; di particolare rilievo l'altare seicentesco della Madonna Addolorata (prima cappella a destra), l'altare settecentesco di Santa Eulalia ornato da una tela di Pietro Angeletti (seconda cappella a destra), la tela raffigurante l'Ultima Cena, del 1864, una delle ultime opere di Giovanni Marghinotti (prima cappella a sinistra), la statua di Santa Lucia, opera settecentesca in legno policromo di Antonio Lonis (seconda cappella a sinistra). Tra la terza e la quarta cappella a destra si trova il pulpito marmoreo in stile barocco, opera del XVIII secolo. Il presbiterio, adeguato alle nuove esigenze liturgiche solo da pochi anni, ospita il vecchio altare maggiore, opera di scarso interesse, del 1919. Dietro il presbiterio si sviluppa un ambiente, coperto da cupola, detto coro, nella cui parete di fondo si ammira la tela ottocentesca di Antonio Caboni, copia dell'Ultima cena di Leonardo da Vinci. Il coro ospita l'organo collocato nel 1926 dalla ditta "Giuseppe Tronci e Leopoldo Del Sere" di Lucca che prima dei recenti restauri era ubicato nella tribuna di controfacciata. Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Francesca Segni Pulvirenti e Aldo Sari, Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale, Nuoro, Ilisso, 1994. ISBN 88-85098-31-2 Maria Grazia Scano, Pittura e scultura dell'Ottocento, Nuoro, Ilisso, 1997. ISBN 88-85098-56-8 Roberto Milleddu, Gli Organi della Chiesa di Santa Eulalia a Cagliari: Quattro Secoli di Attività Organaria e musicale nel Quartiere Della Marina, Cagliari, AIPSA Editore, 2002. ISBN 88-87636-21-4. Marina (Cagliari) Chiese di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Sant'Eulalia Sito ufficiale, su mutseu.org. Chiesa di Sant'Eulalia, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Area archeologica di Sant'Eulalia, su Sardegna Virtual Archaeology. URL consultato il 28 agosto 2021. Museo del Tesoro e area archeologica di Sant'Eulalia, su SardegnaTurismo - Sito ufficiale del turismo della Regione Sardegna, 20 novembre 2015. URL consultato il 28 agosto 2021. Area archeologica di Sant’Eulalia, su idese.cultura.gov.it. URL consultato l'11 dicembre 2023. S. Eulalia, su Touring Club Italiano. URL consultato l'11 dicembre 2023.

Chiesa di San Francesco di Paola (Cagliari)
Chiesa di San Francesco di Paola (Cagliari)

La chiesa di San Francesco di Paola, anticamente detta San Francesco al Molo, è un luogo di culto cattolico di Cagliari. Sorge in via Roma, nel quartiere Marina. Il tempio, officiato dai frati Minimi, è dedicato al santo, compatrono della città dal 1907, a cui venne attribuito il miracolo di aver liberato Cagliari dalla siccità del 1739. In quella occasione la Municipalità fece un voto, sciolto annualmente con una celebrazione che si svolge nella chiesa e con una processione a mare il 13 del mese di maggio.. Il terreno vicino al porto, dove ancora oggi sorge la chiesa, venne concesso ai frati dell'Ordine dei Minimi, che arrivarono in Sardegna nel 1625. Prima della fine del XVII secolo i frati eressero la chiesa e il loro convento. L'attuale facciata, in stile neoclassico, venne eretta nel 1932. La parte inferiore del prospetto è dotata di un portico a tre archi a tutto sesto, allineato ai portici dei palazzi che sorgono in questo tratto della via Roma e che formano l'elegante passeggiata. Un timpano, sostenuto da quattro colonne con capitelli corinzi, chiude la parte superiore della facciata. L'interno è costituito da un'unica navata, con volta a botte scandita da archi traversi. L'imposta della volta è percorsa da una cornice aggettante, retta dalle asciutte paraste delle pareti laterali. Tre le paraste si inseriscono gli altari laterali, alcuni lignei e altri marmorei, in stile barocco, contenenti pregevoli tele e sculture sei - settecentesche. Sul fondo dell'aula si trova l'area presbiteriale, sopraelevata (sotto si trova l'antica cripta sepolcrale dei frati) e chiusa da una balaustra marmorea. L'imponente e sontuoso altare maggiore è opera dello scultore Giovanni Battista Spazzi, che lo realizzò intorno al 1793; nella nicchia centrale è ospitata una statua lignea settecentesca del santo titolare. Sulla lunetta della parete di fondo e sulla volta del presbiterio sono dipinti la Canonizzazione di San Francesco da Paola e il Padre Eterno in gloria con la Colomba dello Spirito Santo, opere realizzate dal pittore cagliaritano Bacicia Scano agli inizi del XX secolo. Marina (Cagliari) Chiese di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Francesco di Paola Chiesa di San Francesco di Paola, su www-archivio.sardegnaturismo.it. URL consultato il 29 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2018). Chiesa di San Francesco da Paola, su Catalogo generale del patrimonio culturale italiano. URL consultato l'11 dicembre 2023.