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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Sangiano)

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Sangiano
Chiesa di Sangiano
Chiesa di Sangiano

La chiesa di Sant'Andrea Apostolo è la parrocchiale di Sangiano, in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Besozzo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Sangiano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Sangiano)
Via Sua Santità Giovanni Ventitreesimo, Unione dei comuni del Medio Verbano

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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo

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21038 Unione dei comuni del Medio Verbano
Lombardia, Italia
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Chiesa di Sangiano
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Sangiano
Sangiano

Sangiano (Sangiàn in dialetto varesotto) è un comune italiano di 1 478 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. Confina a nord-ovest con Laveno Mombello, a nord-est con Caravate e a sud con Leggiuno. Si trova a un paio di chilometri dal Lago Maggiore e dall'Eremo di Santa Caterina del Sasso. Il toponimo dovrebbe indicare l'antica presenza sul territorio di una chiesa intitolata a san Giovanni; non a caso nei documenti più antichi il paese viene menzionato come Sangiuan, Scanzan o Sanzano, dai quali col passare del tempo si sarebbe giunti a “Sangiano”. Le fonti storiche non fanno diretto riferimento al culto di questo santo, ma parlano di una chiesa e un altare siti nel vicino territorio di Leggiuno, oltre a un battistero presso San Clemente (monte Picuz), visibile almeno fino al XVI secolo. A questa teoria se ne aggiunge un'altra formulata dall'Olivieri (Dizionario di Toponomastica lombarda), che vede nel toponimo un derivato dell'appellativo "sencia" o "singia" (dal Latino cingula), da intendersi come traslato geomorfologico per designare “striscia sottile di terreno”. La comunità di Sanzano, appartenente alla pieve di Leggiuno, fu nominata per la prima volta negli Statuti delle strade ed acque del Contado di Milano del 1346 fra le località tassate per la manutenzione della strada di Rho. Nel 1491 il duca di Milano Gian Galeazzo Sforza infeudò Sangiano, con i vicini centri di Leggiuno, Bosco e Mombello, al suo prefetto di caccia Francesco Cremona. Il feudo passò poi ai Trivulzio, quindi di nuovo ai Cremona detti Favagrossa. Infine, nel 1643, fu acquistato dai Besozzi del ramo di Bardello, che lo mantennero con il titolo di conti fino al 1811. Nel censimento del 1770 il comune contava 218 abitanti, ripartiti in 38 famiglie, e risultava diviso in tre nuclei insediativi denominati "cantoni". È documentata, all'epoca, la presenza di una casa di frati Agostiniani Scalzi. Il territorio era interamente occupato da una fitta rete di poderi sia “in monte” che a valle, coltivati a vite, gelsi e cereali o usati come pascolo. In seguito alla formazione del Regno Lombardo-Veneto, nel 1816, il paese entrò a far parte della provincia di Como, distretto XVI di Gavirate. All'Unità d'Italia, nel 1861, gli abitanti erano saliti a 478. Tra Ottocento e Novecento, periodo contraddistinto da un ragguardevole incremento demografico, si poté assistere all'espansione e all'abbellimento dell'antico abitato, con l'apertura di nuove vie e la costruzione di moderni edifici: il palazzo del municipio, l'asilo infantile e numerose ville. Una di queste, Villa Fantoni, è da alcuni decenni patrimonio pubblico, grazie al lascito dell'ultima e compianta proprietaria, la benefattrice Maria Enrichetta Fantoni. Con il suo bel parco ospita feste, mostre e manifestazioni. Nei mesi estivi molti sangianesi, soprattutto muratori, andavano all'estero in cerca di lavoro: nell'estate del 1914 erano ben 250 i sangianesi sparsi per l'Europa e 6 quelli residenti in America. In patria le industrie locali stavano ormai soppiantando le attività agricole e su 900 abitanti si contavano circa 200 fra operai e operaie. Un grande sindaco e benefattore fu, nel lontano passato, Giuseppe Besozzi (1822-1901), alla cui memoria sono oggi dedicate le Scuole elementari e la via principale del paese. Fra le famiglie "storiche" di Sangiano, oltre ai Fantoni e ai Besozzi, si ricordano nelle loro varie ramificazioni, i Bizzozzero, i Cerutti, i De Ambrosis, i Luvini, i Masciocchi, gli Ossola e i Reggiori. Il 19 novembre 1906 il cardinale Andrea Carlo Ferrari eresse Sangiano in parrocchia autonoma, smembrandola da quella di Leggiuno. Nel suo territorio sono situati tre luoghi di culto: la parrocchiale, dedicata a S. Andrea Apostolo, l'oratorio della Madonna del Rosario e, sul monte Sangiano (nel comune di Caravate), la chiesetta di S. Clemente. Dal 1º giugno 2008 le parrocchie di Arolo, Leggiuno e Sangiano sono unite nella comunità pastorale dei Ss. Primo e Feliciano. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 26 aprile 1983. Lo stemma di Sangiano è descritto come segue: Approntato dall'amministrazione comunale nei primi anni Sessanta, lo stemma ricorda nel monte il monte Picuz; nella croce le chiese romaniche dei santi Clemente e Andrea; nel covone di spighe la tradizionale vocazione agricola del paese. Il gonfalone è descritto come segue: Drappo troncato di giallo e di rosso caricato dell'arma sopra descritta ed ornato di ricchi fregi d'argento. Oratorio della Madonna del Rosario, già di S. Andrea. Fu menzionato per la prima volta nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, alla fine del XIII secolo, fra gli edifici religiosi della pieve di Leggiuno. Era presente in esso un altare dedicato a san Giacomo di Zebedeo. La chiesetta attuale è frutto di parecchie modifiche avvenute nei secoli successivi. Di particolare interesse gli affreschi dell'abside, risalenti alla fine del Cinquecento. Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo. Costruita fra il 1903 e il 1904 su progetto dell'architetto Antonio Casati in stile romanico lombardo, precedette di poco la nascita della parrocchia di Sangiano, avvenuta nel 1906. Fu consacrata dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster durante la visita pastorale del 1934. Maestoso l'interno, suddiviso in tre navate. Nel catino absidale si conserva un pregevole organo "Mascioni" a trasmissione pneumatica risalente al 1915, restaurato dalla stessa Casa organaria nel 2009. Casa Fantoni. (Via Puccini). Presente nel catasto teresiano del XVIII secolo, è senz'altro molto più antica e conserva un interessante frammento di affresco votivo con la Vergine Maria fra santi datato 1614. Villa Fantoni. (Via Besozzi). Storico immobile appartenente al Comune dal 1983. Secondo il testamento di Maria Enrichetta Fantoni (1900-1983), ultima proprietaria della villa, "tale proprietà deve restare interamente proprietà dei sangianesi, tramite esso comune, a condizione che il suo uso, oppure la sua rendita effettiva, oppure presunta, favorisca tutte quelle attività e/o associazioni pubbliche che perseguono attività rivolte al bene dei sangianesi" (Fonte: sito del Comune di Sangiano). Nel 2008, in memoria della benefattrice, è stato intitolato un tratto di strada recentemente aperto tra le vie Ronchet e IV Novembre. Antichi lavatoi. (Via IV Novembre e via Puccini). Via IV Novembre, nel centro abitato: lavatoio a pianta rettangolare in muratura, formato da due vasche rettangolari in lastroni di granito cementati (0,9 m × 1,05 m - 3,3 m × 1,8 m). Via Puccini, alle pendici del monte Sangiano: a pianta rettangolare con sei colonne in mattoni, costituito da un'unica vasca rettangolare (2,97 × 5,87 m) Monte Sangiano (532 m). Classificato come SIC (sito d'importanza comunitaria). Di particolare rilievo è la presenza, anche se ormai fortemente ridotta, dei "prati magri": aree naturalistiche ricche di numerose specie animali e vegetali. Con il suo caratteristico "Picuz" (sperone di roccia), offre una vista spettacolare sul Lago Maggiore e i laghi varesini, oltre alla possibilità di svolgere escursioni lungo i numerosi e caratteristici sentieri immersi nella natura. Alla base della parete, a 400 m circa, si trova una falesia attrezzata per l'arrampicata sportiva. Il luogo è tranquillo e offre numerose vie di difficoltà tra 3b e 6c. La roccia è un buon calcare, un po' unto su alcune vie. L'esposizione è a sud, si può arrampicare tutto l'anno. 208 nel 1751 255 nel 1805 annessione a Leggiuno nel 1809 411 nel 1853 826 nel 1901 annessione a Leggiuno nel 1927 1 123 nel 1971 1 559 il 31 dicembre 2013 Abitanti censiti Possiede una propria fermata ferroviaria posta sulla linea Milano-Luino. A seguito delle ristrutturazioni territoriali comunali avvenute durante l'età napoleonica e il fascismo, il comune è stato unito nel periodo 1809-1815 e nel periodo 1927-1963 a Leggiuno, detta Leggiuno-Sangiano nel XX secolo, comprendendo anche i soppressi comuni di Arolo, Ballarate e Cellina, oggi frazioni di Leggiuno. Il 21 luglio 2013 la cittadinanza ha festeggiato il 50º di ritorno all'autonomia. Il comune fa parte dell'Unione dei comuni del Medio Verbano. F. Parnisari - E. Porta, Memoria e fede di una comunità. Storia di Sangiano e della parrocchia di S. Andrea Apostolo nel primo centenario della fondazione (1906-2006), Sangiano, 2006. R. Corbella - M. Miozzi (a cura di), Antichi lavatoi del territorio varesino. L'acqua e la pietra, Varese, 2005, pp. 150–151. M. Della Bordella - D. Mazzucchelli, Varese e Canton Ticino - Falesie, Versante Sud, Milano, 2015 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sangiano Sito ufficiale, su comune.sangiano.va.it.

Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Maurizio
Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Maurizio

La chiesa dei Santi Giovanni Battista e Maurizio è la parrocchiale di Caravate, in provincia di Varese e diocesi di Como; fa parte del vicariato di Cittiglio. La primitiva chiesa di Caravate era la cappella di Sant'Agostino, attestata a partire già dall'VIII secolo. Verso la fine del XIII secolo fu menzionata l'ecclesia de Garavate, che era filiale della pieve di Cuvio, posta nella porzione più occidentale della diocesi di Como, al confine con le pievi di Leggiuno e di Besozzo dell'arcidiocesi di Milano. Negli atti relativi al sinodo diocesano del 1565 si legge che la chiesa di Caravate nella valle di Cuvio era retta da tre sacerdoti. Nel 1592 il vescovo Feliciano Ninguarda, compiendo la sua visita pastorale, annotò che i fedeli erano circa 410, che la parrocchiale, intitolata a San Maurizio e frequentata dalla confraternita del Corpo di Cristo, era situata su una collina, che presso il camposanto era presente un sacello-battistero dedicato a san Giovanni Battista e che entro i confini della parrocchia esistevano pure le chiese di Sant'Agostino e di Santa Maria del Sasso. Nel 1651 la parrocchia caravatese risultava compresa nel vicariato di Cuvio e nel resoconto delle chiese parrocchiali della diocesi di Como redatto nel 1773 dal vescovo Giambattista Muggiasca si legge che essa aveva un reddito totale di 886,7 lire. Il 12 luglio 1831, dopo la demolizioni delle vecchie chiese di San Maurizio e di San Giovanni Battista, iniziarono i lavori di costruzione della nuova parrocchiale, dedicata ad entrambi i santi; il progetto venne redatto da Lorenzo Bernago.Già verso la fine di quello stesso secolo l'edificio si rivelò però insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli; per questo motivo, nel 1927 iniziò un intervento di ampliamento, terminato con la consacrazione della chiesa, celebrata il 3 dicembre 1931. Il 29 gennaio 1968 la chiesa, già compresa nel vicariato di Cuvio, entrò a far parte del vicariato di Canonica. La facciata, a capanna, presenta due lesene laterali, il portale d'ingresso dotato di timpano semicircolare e il rosone ed è coronata dal timpano di forma triangolare. Opere di pregio conservate all'interno della chiesa sono il ciclo di ventitré affreschi eseguito nel 1934, le formelle in cotto della Via Crucis, realizzate nel 1963, e l'organo, costruito nel 1849 dalla ditta Giovanni Franzetti e Figli. Caravate Diocesi di Como Parrocchie della diocesi di Como Parrocchia di S. GIOVANNI BATTISTA e S. MAURIZIO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 12 novembre 2020.

Caravate
Caravate

Caravate (Caravaa in dialetto varesotto, AFI: [karaˈvɑː]) è un comune italiano di 2 541 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. Fa parte dell'Unione dei comuni del Medio Verbano. Il comune è bagnato dal fiume Viganella. Centro della zona occidentale della provincia di Varese, è collegato all'altezza di Gemonio con la Statale n. 394 Varese-Laveno. Caravate è un medio centro urbano protetto dalle colline digradanti verso il lago Maggiore. Il centro è collegato con le varie frazioni sparse ai piedi del San Clemente, del Picuz e del Sasso Poiano. Il paese si estende lungo le campagne bagnate dal fiume Viganella. Confina a Nord-ovest con Laveno Mombello, a Nord con Cittiglio, a Ovest con Sangiano, a Sud-Ovest con Leggiuno, a Sud con Besozzo, a Est con Gemonio. Caravate deriva dal nome celtico di persona Carevus con l'aggiunta del suffisso -ate oppure dal prelatino carabus o caravos che a sua volta deriva da karra, pietra (da caravum, mucchio di pietre) . Al nome Caravate viene anche attribuita origine preistorica, neolitica: il nome Caravate si dice provenga dall'antico Caravè (maceratoio di canapa) . Tale ricerca fu suffragata da ritrovamenti di fossili e indizi tali da far presupporre che la zona intorno al fiume Viganella fosse in realtà una grossa palude, popolata da coltivatori di canapa aventi come abitazione palafitte. Inoltre in una pergamena dell’anno 712 in cui sono elencati i possedimenti in Valcuvia del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, sono citate diverse località tra cui quella di Calariate, corrispondente all'attuale Caravate. Calariate compare anche tra gli antichi nomi della città di Gallarate (VA) e si suppone derivi il termine latino glarea, 'ghiaia', rispetto al quale mostra assordamento della consonante iniziale e epentesi di /a/ dopo /g/(*gala-rea > cala-riate). Le tracce del più remoto passato del paese parlano di genti celte, mentre molto più vive e conservate nel tessuto di Caravate sono quelle medioevali. Ad inizio del XX secolo, Caravate vantava alcune presenze di attività artigianali ed agricole, contadini, muratori, come attestano alcuni mulini tuttora funzionanti, un torchio per olio, una segheria idraulica, una fornace a fuoco continuo e fabbriche di laterizi. Aveva una discreta rinomanza anche il vino che veniva prodotto a Caravate in particolare quello dei vigneti del “Sassa” e quello ricavato dalle uve del Ronco chiamato “Pancotto”. Il paese è oggi un centro molto operoso e dinamico, ove convivono industria ed agricoltura. Caravate offre esempi di architettura sacra e tradizioni rurali (rinomata la scuderia Castelverde per cavalli da corsa). Un paese attivo e partecipe dove sono presenti numerose associazioni sportive, socio-culturali e di solidarietà che arricchiscono il calendario di eventi e manifestazioni. La vecchia chiesa di Sant'Agostino stile romanico dell'inizio XI-XII secolo. La chiesa di San Clemente, del IX-X secolo posta sul colle omonimo. La Parrocchiale dedicata ai SS. Giovanni Battista e Maurizio, edificata sopra un'alta rocca in base al disegno dell'ingegnere nob. Lorenzo Bernago, nella frazione Castello, iniziata nel 1831 e recentemente restaurata. La Chiesa di S. Maria del Sasso, le cui origini risalgono al Medioevo, in località Fornazze presso il Convento dei PP. Passionisti, è stata riconosciuta "Chiesa Giubilare" in occasione del Giubileo. La nuova chiesetta di Sant'Agostino, costruita nel 1853 nella zona centrale del paese. La Chiesa di Santa Lucia (anni sessanta) progettata dall'architetto Luciano Baldessari espressione incantevole d'arte sacra moderna: è annessa a Villa Letizia, ex Casa di Riposo per ciechi. 336 nel 1751 657 nel 1805 annessione a Gemonio nel 1809 1 015 nel 1853 2 603 nel 2011 2 605 nel 2012 2 590 nel 2013 2 585 nel 2017 2 612 nel 2018 Abitanti censiti Nel territorio comunale c'è lo stabilimento dell'azienda Colacem, produttrice di cemento, mentre l'azienda INDA, accessori per bagni, ha chiuso l'attività. F.C. Caravate (calcio) Ciclistica Caravatese (ciclismo) Omnia sport Caravate (pallavolo e basket) Giuseppe Armocida, Gianni Pozzi, Caravate: storia, arte, società, Gavirate, Nicolini, 1990 Annalisa Motta, Gianni Pozzi, San Clemente sul Monte sentinella tra due diocesi, Caravate, Pro San Clemente, 2014 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Caravate Sito ufficiale, su comune.caravate.va.it. Caravate, su sapere.it, De Agostini.