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Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Corsico)

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La chiesa di Sant'Antonio da Padova è una chiesa parrocchiale sita nella città di Corsico, nell'arcidiocesi di Milano. Per servire le necessità spirituali del nuovo quartiere Giorgella, nel 1970 venne istituita la nuova parrocchia di Sant'Antonio da Padova, scorporandone il territorio dalla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. La costruzione della chiesa, progettata dall'architetto Francesco Clerici con calcoli strutturali dell'ingegnere Mario Corielli, ebbe inizio nel 1975 e si concluse nel 1982. La chiesa ha pianta quadrata di 33 m di lato, con l'ingresso e l'altare posti a due angoli opposti. La copertura consiste in un grande paraboloide iperbolico in calcestruzzo armato, poggiante su due soli pilastri posti negli angoli laterali: in tal modo l'aula ecclesiale risulta essere un grande spazio libero. A sinistra della chiesa si erge il campanile, con cinque aperture circolari in corrispondenza delle cinque campane. Fra le opere d'arte conservate all'interno si segnalano una grande colomba riprodotta sul soffitto, tratta da uno schizzo di Salvatore Fiume, e sull'altare un Crocifisso in bronzo, disegnato dal pittore Fabrizio Clerici. Giorgio Zanchetti, S. Antonio da Padova, in Cecilia De Carli (a cura di), Le nuove chiese della Diocesi di Milano, 1945-1993, Milano, Vita e Pensiero, 1994, p. 228, ISBN 88-343-3666-6. Chiesa parrocchiale S. Antonio da Padova a Milano, in L'Industria Italiana del Cemento, n. 624, luglio-agosto 1988, pp. 442-459, ISSN 0019-7637. Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Pieve di Cesano Boscone Sito ufficiale, su santantoniocorsico.it. Chiesa di Sant'Antonio da Padova, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Corsico) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Corsico)
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20094
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Corsico)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Corsico)

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la parrocchiale di Corsico, in città metropolitana ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Cesano Boscone. La prima citazione di una chiesa a Corsico risale al XIII secolo ed è contenuta nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, in cui si legge che era dipendente dalla pieve di San Giovanni Battista di Cesano Boscone; tale situazione è confermata dalla Notitia cleri del 1398. Nel 1747 l'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, compiendo la sua visita pastorale, trovò che nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che era sede delle confraternite del Santissimo Sacramento e della Beata Maria Vergine della Cintura, aveva come filiali gli oratori di San Francesco a Robarello, della Natività della Beata Vergine Maria presso la cascina Guarda e di San Biagio in località Grancino e che i fedeli ammontavano a 670; circa un trentennio dopo questi ultimi risultavano saliti a 822, come attestato dalla Nota parrocchie Stato di Milano del 1781. Nel 1848 venne posta la prima pietra della nuova parrocchiale; l'edificio, disegnato da Giulio Aluisetti, fu portato a termine nel 1852. Dalla relazione della visita pastorale del 1900 dell'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari s'apprende che la parrocchiale aveva alle sue dipendenze gli oratori di San Francesco d'Assisi a Robarello, di San Biagio Vescovo in località Garancino e della Natività della Beata Vergine Maria nella contrada Guardia di Sotto. La neoclassica facciata a salienti della chiesa, che volge a ovest, è composta da tre corpi: quello centrale, suddiviso in due registri, presenta nell'ordine inferiore il portale maggiore architravato e quattro lesene ioniche sorreggenti il timpano triangolare e in quello superiore una finestra semicircolare, mentre le due ali laterali sono caratterizzate dagli ingressi secondari. L'interno dell'edificio è suddiviso in tre navate da pilastri abbelliti da lesene e sorreggenti archi a tutto sesto, sopra cui corre la trabeazione modanata, decorate con ghirlande; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di quattro gradini e chiuso dall'abside semicircolare. Corsico Arcidiocesi di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Pieve di Cesano Boscone Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Pietro e Paolo Parrocchia dei SANTI PIETRO e PAOLO, su pmap.it. URL consultato il 12 settembre 2021. Corsico - Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, su parrocchiecorsico.it. URL consultato il 12 settembre 2021.

Lorenteggio
Lorenteggio

Lorenteggio (Lorentegg in dialetto milanese, AFI: [luˌrẽːˈted͡ʒ]), è un quartiere di Milano, posto a sud-ovest rispetto al centro, appartenente al Municipio 6. Il nome Lorenteggio deriva dal latino tardomedievale laurus (alloro), una denominazione di origine botanica comune anche ad altri quartieri come Rogoredo o Nosedo. La zona dove oggi si trova il quartiere apparteneva all'antico Comune di Lorenteggio, già Laurentiglio. Situato all'esterno delle mura spagnole, che delimitavano i confini della città, faceva parte del grande agglomerato che circondava Milano, e confinava con Sellanuova a nord, i Corpi Santi a est, Ronchetto a sud, e Corsico e Cesano Boscone a ovest. Nel 1700 il contado s'incrementò e il Comune arrivò a contare 110 abitanti nel 1751. Quando, nel 1757, Maria Teresa d'Austria ordinò un censimento sulle terre dominate, il Comune di Lorenteggio contava 4 località. Il Comune verrà poi, per ragioni di dazio, inglobato nel Comune di Milano nel 1808 su ordine del governo di Napoleone. Al censimento della Repubblica Cisalpina indetto all'inizio dell'Ottocento, la borgata contava 143 abitanti. Nel 1841 gli austriaci, che nel 1815 avevano restaurato il Comune di Lorenteggio, lo annessero al Comune di Corsico, di cui divenne una frazione. Fino alla metà del novecento la borgata agricola era costituita da numerosi complessi rurali, tra cui le cascine Arzaga, Castena, Corba, Filipona, Robarello, San Protaso, Travaglia e ville residenziali quali Villa Restocco e il Palazzo Durini Borasio conosciuto come il Palazzotto del Lorenteggio. Di tutti questi edifici, anche di notevole valore artistico sono sopravvissuti alla urbanizzazione solo la Cascina Corba, ora trasformata in ristorante. Il Palazzotto del Lorenteggio sorse sulle fondamenta di un fortino cinquecentesco in fondo all'attuale via Lorenteggio 251 ed è successivo al 1670, data in cui i Durini entrarono in possesso di un fondo già appartenuto ai Corio. Questa villa sorgeva fin dall'epoca viscontea nella località detta almeno dal 1005 Laurentiglio, ed era posizionata in zona leggermente rialzata, tant'è che fino al Cinquecento era una sorta di fortino. Un viale di accesso con cancellate successive introduce ad un giardino cintato, sul fondo del quale, in asse con i due ingressi, si presenta la robusta costruzione. Il corpo principale, a due piani, con pianta ad U ed ali molto ravvicinate, ha tutti gli angoli fortemente smussati; tutte le facciate sono in mattoni a vista […] Le due ali proseguono ancora in parte più basse (in quella verso il portico vi è la cappella pure restaurata) fino ad incastrarsi in un nuovo edificio industriale che ha distrutto tutta la lunga corte rustica, della quale evidentemente la villa padronale costituiva lo sfondo prospettico Ampi gli interni coperti da volte a velette e a crociera nel piano inferiore e a cassettoni nel piano superiore. Lorenteggio venne progressivamente inglobato e assorbito dall'espansione edilizia milanese, tanto che nel 1923 il Governo lo staccò da Corsico e, riesumando il provvedimento napoleonico, lo annesse a Milano. Nei primi decenni del novecento venne costruita la ferrovia, che costeggia il naviglio Grande, e la stazione di San Cristoforo (1909). Sempre in questi anni, la zona, specialmente l'area nota come Giambellino, diviene sede anche di diverse fabbriche, come la Osram. La prima urbanizzazione della zona avviene alla fine degli anni trenta. Il gruppo di case popolari denominato "Lorenteggio" sorge nel quadrilatero via Giambellino, Piazza Tirana, via Inganni, via Lorenteggio, via Odazio e venne ultimato nel 1944 : in particolare i caseggiati n. 138-140-142-144 di via Giambellino, seguiti poi da quelli di via Apuli, via Segneri, via Manzano, via Inganni, via Odazio. Negli anni sessanta il quartiere inizia un impetuoso processo di sviluppo edilizio, come in tutta la città, che ne rivoluzionerà definitivamente l'aspetto e fornirà nuove case per rispondere all'esigenza abitativa causata dalla forte immigrazione dal Mezzogiorno di quegli anni. Attualmente il quartiere è ancora oggetto di diversi cambiamenti, in particolare interventi di recupero delle aree ex-industriali, dove sono previsti prevalentemente interventi edilizi di tipo residenziale. L'oratorio di San Protaso al Lorenteggio è stato probabilmente edificato nell'XI secolo dai Monaci Benedettini di San Vittore al Corpo, per dare un luogo di preghiera ai contadini del borgo, anche se mancano documenti ufficiali in merito. Il complesso è dedicato a San Protaso, VIII vescovo di Milano e martire, sepolto nella Basilica stessa. Di stile romanico-lombardo, con tetto a capanna e soffitto a cassettoni, non è in linea con la via Lorenteggio, ma probabilmente con la strada che dalle mura cittadine andava verso ovest. La sua collocazione attuale ha una particolarità che lo rende unico: sorgere nello spartitraffico della trafficatissima via Lorenteggio. Ha resistito mille anni a vari tentativi di abbattimento ed è quindi considerato un baluardo della storia del quartiere. Si dice che il Barbarossa nel 1162 si ritirò in preghiera nell'oratorio per chiedere la vittoria sui Milanesi, e ottenutala risparmiò la chiesina dalla distruzione in segno di gratitudine. Vi abitò per qualche tempo (1364) il cappellano della vicina San Cristoforo sul Naviglio, servì come cappella alle suore Angeliche di San Paolo, ordine fondato nel 1530 dalla contessa Torelli, che abitavano presso la vicina cascina infine in epoca napoleonica venne usato come deposito di armi e si smise quindi di usarlo come luogo sacro, farà da fienile e deposito di attrezzi. Nel XIX secolo pare che vi si riunissero Federico Confalonieri e i Carbonari per organizzare i moti rivoluzionari (1820), arrivando da un cunicolo che la collegava la Pusterla di Sant'Ambrogio (o, si dice, forse addirittura il Castello Sforzesco) alla chiesetta. Il cunicolo è stato chiuso all'inizio del secolo scorso senza che si sia potuto appurare dove conduca. A fine ‘800 si riprese a usare l'Oratorio come luogo di culto, fino al 1937 quando in zona sorse la chiesa di San Vito in via Vignoli, dopo di che venne abbandonato al più completo degrado. Negli anni '50 l'Oratorio, abitato ormai solo dalle lucertole, fu soprannominato la gesetta di lusert (chiesetta delle lucertole), e il milanese Piero Mazzarella le dedicò una canzone. L'Oratorio rischiò più volte di essere demolito durante l'urbanizzazione della zona: nel 1923, quando il comune autonomo del Lorenteggio fu inglobato nel Comune di Milano, e a metà anni '50 quando, acquistato dal Comune il terreno dove sorge, doveva essere demolito per ampliare Via Lorenteggio. Gli abitanti della zona si opposero, sebbene fosse ormai ridotto a un rudere, e l'oratorio fu salvato e inserito nello spartitraffico che divide i due sensi di marcia di via Lorenteggio. Negli anni ‘80 è stato restaurato, sia all'esterno che all'interno, dove sono presenti affreschi di varie epoche, dal medioevo al barocco. È di proprietà del Comune di Milano, e viene aperto solo in rare occasioni, per concerti o per le feste di via: in queste occasioni vengono organizzate visite guidate per raccontare la sua storia ai numerosi visitatori. Quartiere IACP Lorenteggio Il Quartiere IACP Lorenteggio è un complesso di edilizia residenziale pubblica, costruito tra il 1938 e il 1944 dall'IFACP. La progettazione urbanistica fu diretta dall'architetto Giovanni Broglio, mentre quella dei singoli edifici fu opera degli architetti Guido Baselli, Piero Della Noce, Alberto Morone, Fausto Natoli e Tullio Tolio Quartiere Villa Magentino Il quartiere Villa Magentino è un quartiere direzionale e residenziale, che si trova tra Via Redaelli, Via Rondoni, Via Donati e Via D'Alviano, costruito intorno al 1966 secondo un progetto planivolumetrico di Francesco Cetti Serbelloni, con la consulenza estetica di Luigi Caccia Dominioni Arzaga (Arzaga in dialetto milanese) è un quartiere compreso all'interno del Lorenteggio. Nonostante non facesse parte dell'antico comune di Lorenteggio, il quartiere di Arzaga è legato al primo ed è spesso considerato parte integrante di questo. La Cascina Arzaga era una cascina, oggi demolita, che sorgeva all'interno del comune dei Corpi Santi di Porta Vercellina, nelle vicinanze del confine con Lorenteggio. Fino al 1966 (anno della sua demolizione) in via Arzaga sorgeva l'omonima cascina. Aveva origini quattrocentesche ed era riccamente decorata con il fronte in mattoni e due ali in pietra. Era formata da due cortili comunicanti fra loro. Il primo aveva un corpo di fabbrica disposto ad U con la casa padronale e gli alloggi dei contadini. Vi si accedeva dal grandioso portale d'ingresso ad arco a sesto acuto. Sullo sfondo la chiesetta che riproduceva in scala la chiesa di San Carlo al Lazzaretto. Il secondo cortile anch'esso porticato ospitava le stalle e i fienili. Sotto i portici una grande vasca scolpita in granito con due bocche di leone da cui sgorgava l'acqua faceva da abbeveratoio. A cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta la zona compresa tra la via Soderini, via Arzaga e viale San Gimignano venne scelta da numerose famiglie di origine iraniana e fede ebraica per trasferirsi a Milano. In quegli anni vennero edificati nuovi stabili signorili, la maggior parte dei quali presenta ampie zone verdi e molto spesso campi da tennis e piscine privati. In zona sono presenti la Scuola della Comunità Ebraica di Milano e la Scuola Giapponese di Milano, oltre all'oratorio sefardita-persiano Noam e alla Residenza per Anziani Arzaga gestita dalla Comunità Ebraica di Milano (che ha sede nell'edificio adiacente). Il Quartiere Giambellino (o semplicemente Il Giambellino, Quarter Giambellin in dialetto milanese) è un quartiere parallelo, sia topologicamente che storicamente, al Lorenteggio, con cui oggi da molti è identificato come una parte di un'unica entità comunemente citata sulle mappe come quartiere Giambellino-Lorenteggio (o viceversa Lorenteggio-Giambellino). Il Giambellino, che prende il nome dalla via omonima essendo l'arteria principale che ne percorre tutta la lunghezza, è un quartiere variegato e dalle molteplici identità: il Giambellino è oggi uno dei quartieri più multietnici di Milano. All'interno del quadrilatero compreso tra via Francesco Gonin, via Giordani, via Lorenteggio e via Inganni, sorgono le sedi di alcune società attive nel settore della tecnologia, mentre nel distretto finanziario si trovano aziende che si occupano di prodotti di lusso e, ovviamente, della finanza. Linea M1: stazioni di Bande Nere, Gambara Linea M4 (in costruzione): stazioni di San Cristoforo, Segneri, Gelsomini, Frattini, Tolstoj e Bolivar Linea S9: stazione di San Cristoforo Il quartiere del Lorenteggio è attraversato longitudinalmente dal tratto iniziale della strada statale 494 Vigevanese che collega Milano a Vigevano. All'interno del quartiere, questa strada assume il nome del quartiere. Parallela alla Via Lorenteggio, a sud di questa, corre la Via Giambellino, un'importante strada radiale, il cui nome viene spesso utilizzato per indicare il quartiere al posto di Lorenteggio. A est, il quartiere è lambito dalla circonvallazione esterna (della 90/91). Presso il quartiere di Arzaga, in Piazzale Giovanni delle Bande Nere, si trova l'inizio della strada provinciale che collega Milano ad Abbiategrasso. Il Lorenteggio è servito dalla stazione di San Cristoforo che si trova alla confluenza tra la ferrovia Milano-Mortara e la cintura sud. È gestita da RFI ed è servita da treni suburbani (linea S9) e regionali, gestiti da Trenord, la stazione entro il 2023 verrà completamente riqualificata con la costruzione di un ponte ciclo pedonale che collegherà i due versanti del naviglio: Piazza Tirana con il quartiere Restocco. Inoltre, all'interno del quartiere di Arzaga, si trovano le stazioni Bande Nere e Gambara (sul confine con i limitrofi quartieri della Maddalena e di Molinazzo) della linea M1 della metropolitana di Milano. Varie linee di autobus, gestite da ATM, due di filobus e una di tram, collegano Lorenteggio ai quartieri limitrofi, al centro di Milano e a tutti i quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Inoltre è in fase di realizzazione la linea M4 che prevede di collegare la stazione di San Cristoforo all'aeroporto di Linate con una metropolitana leggera sotterranea. Sono previste sei fermate a servizio del quartiere: oltre a San Cristoforo, Segneri, Gelsomini, Frattini, Tolstoj e Bolivar. Gabriele Pagani, L'antico comune di Lorenteggio. Dal Borgo medioevale all'attuale quartiere Vicende, tradizioni, storie, personaggi, Pagg. 224, 2011, ISBN 978-88-95383-35-4. Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano, Hoepli, 2001, p. 384, ISBN 88-203-2913-1. Comuni aggregati a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lorenteggio Comunità del Giambellino, su giambellino.org. ASCOLOREN Associazione Commercianti del Lorenteggio, su lorenteggio.com. Lorenteggio, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. ricerca tre passi al Lorenteggio, su icsviazuara.org. URL consultato il 29 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2008). storia Zona 6, su zona6.it. URL consultato il 29 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010). Atletico Giambellino, la squadra di calcio del Giambellino, su atleticogiambellino.com. URL consultato il 9 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2016). Cineteca dei Ragazzi, su cinetecadeiragazzi.org.

Giardino Gonin Giordani
Giardino Gonin Giordani

Il giardino Gonin Giordani è un parco della città di Milano. Prende il nome da due vie che lo fiancheggiano, ed è un parco di tipologia abbastanza diversa dal consueto, per la sua pianta lunga e stretta, ed essendo stato progettato e costruito con particolare riguardo alle esigenze "sportive" dei suoi frequentatori. Sorge su un'area dismessa da attività industriali (Ponteggi Dalmine e SCAC) nella parte sudoccidentale di Milano. Come nel caso dell'Iveco, ex OM, si agì in base a un programma di ristrutturazione urbanistica (PRU) e il comune acquisì, per uso pubblico, un'area di superficie pari alla metà della metratura interessata. Si tratta di una striscia di terreno che inizia a nord in via privata Bisceglie, all'altezza di via Anna Kuliscioff, e arriva in prossimità della stazione di San Cristoforo, vicino al Naviglio Grande, dopo avere incrociato le vie Lorenteggio e Pietro Giordani, che oggi sottopassa. È larga tra i cinquanta e cento metri e termina con un'appendice più larga verso est. Per la sua conformazione topografica, il parco si configura come un lungo boulevard verde che fiancheggia le costruzioni di edilizia residenziale, convenzionata e sovvenzionata con alberatura contenuta e vialetti che si snodano tra macchie di arbusti. Tra le specie, ricordiamo il carpino bianco, la farnia, il frassino maggiore, il leccio, l'orniello, il pioppo cipressino e, ancora, il nocciolo turco, il nocciolo e l'alloro. Le attrezzature sportive sono divise con due campi da calcetto nel settore nord, due da pallavolo/basket nella parte intermedia e un anello asfaltato rosso che funge, di volta in volta, da pista di pattinaggio, di atletica o da velodromo nello slargo meridionale; alla stessa estremità c'è un'area attrezzata per i giochi; due invece, minuscoli, gli spazi recintati per i cani. Jogging lungo tutti i vialetti e una pista ciclabile accompagna, dal lato strada, il parco da nord a sud. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Liliana Casieri, Lina Lepera, Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, Comune di Milano, settore ecologia, GAV, 1989. Alma Lanzani Abbà, Pia Meda, Alberi a Milano, Milano, CLESAV, giugno 1985, ISBN 978-88-7064-118-9. AA. VV. La magia delle piante, 1987, Segrate, Milano, Roland ed Elfie E. Wolf editore. Parchi di Milano Parco ex OM Parco Maserati Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giardino Gonin Giordani Scheda del Giardino Gonin Giordani, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.