place

Chiesa di San Martino (Altopiano della Vigolana)

Chiese dedicate a san Martino di ToursChiese dell'arcidiocesi di TrentoChiese di Altopiano della VigolanaPagine con mappe
Vattaro, chiesa di San Martino 01
Vattaro, chiesa di San Martino 01

La chiesa di San Martino è la parrocchiale di Vattaro, frazione di Altopiano della Vigolana in Trentino. L'edificio risale al XIV secolo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Martino (Altopiano della Vigolana) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Martino (Altopiano della Vigolana)
Via San Martino, Altopiano della Vigolana

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa di San Martino (Altopiano della Vigolana)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.993282 ° E 11.224974 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Chiesa di San Martino

Via San Martino
38049 Altopiano della Vigolana
Trentino-Alto Adige, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q77391162)
linkOpenStreetMap (95561995)

Vattaro, chiesa di San Martino 01
Vattaro, chiesa di San Martino 01
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Bosentino
Bosentino

Bosentino (Bosentin o Bosentim in dialetto trentino) è una frazione di 827 abitanti del comune dell'Altopiano della Vigolana, nella provincia autonoma di Trento. Fino al 31 dicembre 2015 ha costituito un comune autonomo. Il paese è posto ad un'altitudine di 688 m s.l.m., sulle pendici del monte di Bosentino (o Boschét), sul margine est dell'Altopiano della Vigolana, di fronte al lago di Caldonazzo. La frazione è costituita da due abitati: Bosentino e Migazzone. Bosentino deriva probabilmente da buccina, uno strumento a fiato, oppure da buxus (dal latino arbusto). Migazzone, l'altro abitato presente nella frazione, da mugo. Le radici degli abitati di Bosentino e Migazzone affondano in epoca pre-romana, quando nell'VIII secolo vi furono infiltrazioni etrusche nella zona. Seguirono i galli cenomani e quindi i romani. Vi sono notizie storiche di un antico castelliere poi distrutto e non più ricostruito. Al periodo delle invasioni barbariche del V secolo risalgono numerose tombe barbare rinvenute nella zona e i cui corredi sono conservati nei musei di Trento. Nel 1020, insieme a Trento, Bosentino e Migazzone passarono sotto l'influenza del Principe Vescovo. Secondo la tradizione, nel luogo dove ora sorge la chiesa Madonna del Feles, all'inizio del XVII secolo ad un pastorello apparve la Vergine Maria. In quel luogo venne quindi eretta in un primo tempo un capitello votivo e nel 1729 la chiesa Madonna del Feles, più volte ampliata. Sul luogo è presente una pietra sulla quale si dice sia ancora impressa l'ombra della mano della Vergine. Nel 1805, Bosentino, Vigolo Vattaro e Vattaro si aggregarono per formare il comune di Vigolo Vattaro. Riprese ad essere un comune a sé stante dal 1946 al 2016, quando venne definitivamente assorbito nel comune dell'Altopiano della Vigolana. Stemma Lo stemma era stato approvato con deliberazione della Giunta provinciale del 22 gennaio 1988. Gonfalone Il gonfalone era stato approvato con deliberazione della Giunta provinciale del 6 luglio 1992. Santuario della Beata Maria Vergine del Feles Chiesa del Patrocinio di San Giuseppe Castel Vigolo (fortezza rinascimentale) Abitanti censiti La Sgalmerada: storica manifestazione folcloristica, nata attorno agli anni '70 per opera di Ernesto Perazzolli di Biagio Sava, Ruggero Andreatta e molte altre persone. Si tratta di una corsa non competitiva, lungo le vie di Bosentino; si calzano le "galmere", in dialetto trentino, le scarpe di un tempo e si passeggia in allegra compagnia. La Strozega: evento ricorrente in cui tutti i bambini percorrono le strade del paese trascinando barattoli legati con un filo di ferro con lo scopo di chiamare Santa Lucia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bosentino Vecchio sito del comune, su comune.bosentino.tn.it. URL consultato il 25 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2015).

Vattaro
Vattaro

Vattaro (Vatàr in dialetto trentino) è una frazione di 1 202 abitanti del comune di Altopiano della Vigolana, in provincia di Trento. Fino al 31 dicembre 2015 ha costituito un comune autonomo. Vattaro è situato su un terrazzo morenico a 697 metri di altitudine, ai piedi del Doss del Bue e del massiccio della Vigolana. Nell'abitato di Pian dei Pradi è presente una stazione di rilevamento privata, i cui dati possono essere consultati on line. I ritrovamenti archeologici, non particolarmente abbondanti, ma significativi, attestano il popolamento dell’area dall'età del ferro. Le prime notizie documentarie riguardanti i dintorni di Vattaro risalgono alla fine del XII-inizio XIII secolo d.C. e sono relative alle vicende militari che interessarono il castello di Vigolo Vattaro. La prima notizia di Vattaro risale invece al 1208, quando in un documento è menzionato un Martino figlio di Branco da Vattaro, che consegnò al principe vescovo di Trento beni che erano stati di sua proprietà, ricevendoli poi in feudo. L’area era soggetta a poteri diversi: se dal punto di vista politico era inclusa nel principato vescovile di Trento, dal punto di vista ecclesiastico era soggetta alla diocesi di Feltre e tale rimase fino al 1785. Il territorio era anche incluso nella giurisdizione, "Pretura" della città di Trento.Quel che rimane degli archivi comunali testimonia frequenti liti di confine tra le diverse comunità, ad esempio quella del 1381 tra Vattaro e Bosentino, che venne registrata su quasi venti metri di pergamena. Il 4 maggio 1945 soldati tedeschi in ritirata uccisero 7 partigiani. L'eccidio di Vattaro è ricordato da una lapide. Stemma Lo stemma era stato approvato con D.P.G.R. n. 3349 dell'8 aprile 1988. Lo stemma comunale riprendeva elementi di quello della famiglia Bortolazzi. Probabilmente esisteva uno stemma più antico, che rimandava agli elementi caratteristici dell'economia locale. Uno stemma metallico con degli abeti e una mucca era infatti presente fino a pochi anni fa sull'edificio che un tempo ospitava la sede comunale e oggi ospita gli ambulatori medici. Gonfalone La chiesa di San Martino: sorge ad est dell'abitato, un tempo in posizione molto decentrata. Una chiesa è documentata fin dal 1390, ma l'edificio medievale fu interamente ricostruito tra il 1547 e il 1585. L'attuale costruzione è il risultato di due successivi interventi di ristrutturazione e ampliamento risalenti al 1714-1736 (costruzione della volta e ampliamento del presbiterio) e al 1832-1836 (prolungamento della navata verso ovest e costruzione della facciata). La chiesa di San Rocco, che sorge al centro del paese, è stata edificata tra il 1683 e il 1686 da Apollonio Somalvico di Brienno, su commissione della nobile famiglia locale dei Bortolazzi, a servizio della loro residenza estiva. È stata acquistata insieme a quest'ultima dal municipio di Vattaro nel 1920. La Cappella dell'Annunziata è stata eretta nel 1931. Sulla parete di fondo è presente un dipinto a tempera di Marco Bertoldi del 1993 che ha sostituito la decorazione preesistente, danneggiata dall'umidità. Vattaro conserva un interessante centro storico dominato da Villa Bortolazzi, residenza estiva della ricca famiglia, caratterizzato all'esterno da una torricella cilindrica con giro di feritoie. Custodisce all'interno un importante ciclo di affreschi di Erasmo Antonio Obermüller (il "pistoiese") risalente ai primi anni del '700. Di notevole interesse è anche Palazzo Malfatti, residenza estiva degli alti prelati durante il Concilio di Trento. Sul dosso soprastante Vattaro doveva essere costruito nel corso dell''800 un forte militare collegato a quelli vicini (Forte Tenna, ad esempio). Tale struttura rimase allo stadio progettuale. Durante il primo conflitto mondiale sul territorio vennero realizzate delle strutture a supporto del vicino fronte che correva sull'Altopiano di Folgaria; si conservano ad esempio i sostegni di una teleferica ad uso militare. Ritrovamenti archeologici di età romana e precedente hanno interessato l'intera zona e in particolare Bosentino. Di qui infatti passava la Via Claudia Augusta. Abitanti censiti Le strutture scolastiche, che precedentemente erano un asilo infantile e una scuola elementare gestite dall'Istituto Comprensivo di Vigolo Vattaro, sono state spostate al vicino paese di Bosentino per questioni di spazio. La scuola elementare, dedicata allo scrittore Antonio Fogazzaro, è stata spostata nel 2011 nel vicino paese di Bosentino a causa dell'insufficienza degli spazi disponibili all'interno del Palazzo Bortolazzi, che la ospitava. Le ipotesi e i progetti relativi all'ampliamento dell'edificio storico o alla costruzione di un nuovo edificio occupano il dibattito politico locale da almeno una quindicina di anni. È presente un punto di lettura gestito dalla Biblioteca Intercomunale. È presente un teatro di proprietà comunale, con circa 150 posti a sedere. Oltre al centro abitato di Vattaro, nella frazione si trova anche la località di Pian dei Pradi, un centro abitato sviluppatosi a partire da un unico maso, Maso Pradi. Il paese ha goduto di una florida economia turistica, soprattutto come località di villeggiatura estiva degli abitanti della vicina città di Trento. Oggi questa tradizione continua grazie alla presenza di numerose strutture ricettive. L'abitato è attraversato dalla strada statale che porta al Valico della Fricca. Durante il ventennio fascista si ebbe l'accorpamento di Vattaro e Bosentino a Vigolo Vattaro, e di Centa San Nicolò a Caldonazzo, nel 1928; le singole entità amministrative furono poi ricostituite nel 1947. Nel 1988 si ebbe un distacco di territori, che vennero aggregati al comune di Centa San Nicolò. Il comune di Vattaro è stato soppresso il 31 dicembre 2015 per costituire, mediante fusione con i comuni limitrofi di Bosentino, Centa San Nicolò e Vigolo Vattaro, il nuovo comune di Altopiano della Vigolana. La principale squadra di calcio è il G.S.D. Vattaro che milita nel girone C trentino di 1ª Categoria. Il paese è dotato di un campo da calcio con annessi spogliatoi e di un campo sintetico per calcio a 5, oltre che di un campo da tennis in cemento che si trova nella frazione di Pian dei Pradi. Sul territorio della frazione si trova anche un maneggio. Molti i percorsi per camminata nordica, escursionismo, mountain biking e le ippovie inserite nel circuito dei "60 km della Vigolana". Nel corso degli anni sono state smantellate diverse strutture sportive: uno skilift, due campi da tennis in terra battuta, un campo da pallavolo, una pista per lo sci d'erba. I nomi locali dei comuni di Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro, Vigolo Vattaro, Lydia Flöss, Provincia autonoma di Trento, 2002 ISBN 88-86602-48-0 Le chiese di Vigolo Vattaro e Vattaro, Annachiara Visintainer, Trento, TEMI, 1996 Vattaro in mountain bike : 10 itinerari sull'altopiano della Vigolana, Silvano Rizzi, Vattaro (TN), Comune di Vattaro Vattaro, Vigolo e Bosentino nel corso dei secoli, Corrado Bassi, Trento, Argentarium, 1972 Sguardo al passato : Vattaro, Vigolo e Bosentino nel corso dei secoli, Corrado Bassi ; a cura di Alcide Giacomelli, Trento, Edizioni31, 2008 Cronistoria dei fatti di Vattaro del 4 maggio 1945 : riassunto di dichiarazioni rilasciate da M. Giulio Vescovi, Trento, Associazione nazionale partigiani d'Italia, 1968 Guida storico-archivistica del Trentino, Albino Casetti, 1961, sub voce, pp. 990-991 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vattaro http://www.vigolana.com/ https://web.archive.org/web/20100706124012/http://www.trentinocultura.net/doc/soggetti/soprintendenza/BOSENTINO_profilo_storico.pdf

Calceranica al Lago
Calceranica al Lago

Calceranica al Lago (Calzerànega in dialetto trentino, Plaif in cimbro, Kalkrein in tedesco) è un comune italiano di 1 388 abitanti in provincia di Trento. Calceranica al Lago è un paese dell'Alta Valsugana, nella regione autonoma Trentino-Alto Adige. Sorge sulle rive del Lago di Caldonazzo. Il Torrente Màndola, che nasce dal massiccio della Vigolana, divide il paese a metà: Màndola (Villa sinistra) e Calceranica (Villa destra). L'etimologia del nome è data da una leggenda, secondo la quale il nome deriverebbe da un incontro casuale tra un uomo che battezzava i paesi e un paesano che saliva dal lago con in mano una calza piena di rane: Calze-rane-ga (El g'ha na calza de rane ossia ha una calza di rane). Vi furono numerosi ritrovamenti archeologici, di epoca preistorica ma soprattutto romana. A circa 1 km da Calceranica, lungo la strada per la frazione Campregheri, si trovano i resti di antichissimi forni fusori risalenti all'età del Bronzo finale (900-1200 a.C.). In un altro sito i fratelli Ferrari di Calceranica, mentre lavoravano un campo, portarono alla luce un'ara sepolcrale che conteneva avanzi di uno scheletro umano. Il reperto di maggior pregio storico-archeologico è l'ara di Diana risalente al I-II secolo. Calceranica è nominata nel 1184 in una bolla di papa Lucio III e, insieme alle ville di Caldonazzo e Brenta, formava una comunità. Il nome in cimbro Plaif, ancora utilizzato nella zona di Luserna per indicare Calceranica, deriva da uno dei primi nomi della località, registrata come La Pieve. Kalkrein invece è la derivazione tedesca di Calceranica e la si trova fino alla fine del primo conflitto mondiale, all'interno delle tabelle degli orari dei treni della Valsugana. Durante il periodo della colonizzazione bavarese del 1200, voluta dal Principato vescovile di Trento nella figura di Federico Vanga, si registrano alcuni insediamenti di masi di queste popolazioni, abili minatori attivi nella zona del Calisio/Kalisberg, soprattutto verso la zona del lago e della località Valcanover di Pergine Valsugana. Nel maggio del 1916 in paese venne piazzato un cannone navale di grosso calibro (chiamato Lange Georg) in supporto alla Strafexpedition, utilizzato per bombardare a sorpresa il comando italiano sull'altopiano di Asiago, grazie alla lunga gittata che gli permetteva di coprire agevolmente i 25 km di distanza. Nella zona venne posto anche un campo di prigionia per prigionieri italiani. Al termine del primo conflitto mondiale il paese venne annesso al Regno d'Italia. Nel 1947 il paese divenne comune autonomo, dopo che, con la legge del 1928, era stato aggregato a Caldonazzo. Dal 1957 si chiama Calceranica al Lago. Una prima proposta dello stemma venne presentata nel 1865. Nel 1964 venne riproposta assieme al gonfalone e quindi approvata con deliberazione del consiglio comunale n. 5 del 26 marzo 1964. Dopo una ricerca storica condotta dalla Commissione araldico-genealogica regionale per il Trentino lo stemma venne modificato con deliberazione consiliare n. 6 del 4 febbraio 1994 nel modo seguente: Stemma Gonfalone Chiesa di Santa Maria Assunta, prima pieve tra le chiese di Caldonazzo, Levico, Vigolo Vattaro e Centa San Nicolò; insieme a quella di Borgo è la più antica della Valsugana, anteriore al 1027. Venne restaurata nel 1208, riedificata tra il 1531-1581 e ampliata fra il 1614 e il 1656. La Pieve (510 m s.l.m.) è una chiesa intitolata a S. Maria Assunta, con cinque altari e due cappelle laterali ben poste e mantenute. Si tratta di un edificio gotico-rinascimentale: ha la cella campanaria gotica, il campanile dal basamento romanico e il fastigio barocco. La chiesa venne costruita prima del 1208 e riconsacrata nel 1537, ciò è confermato da una scritta posta sull'architrave del portale maggiore. L'interno è a tre navate; l'altare maggiore, marmoreo, è opera di Giovanni Sartori (1750); nella cappella di destra un tempo intitolata a S. Agostino, vi è l'altare marmoreo con il gruppo in gesso policromo della Crocifissione, opera di Ferdinando Demetz di Ortisei (1885). Nella cappella di sinistra, dedicata a S. Apollonia, vi è il preziosissimo altare dello Scapolare, del 1625-1640, opera di S. Boninsegna, con la pala di G. Fiorentino del 1642. Gli altri due altari, entrambi marmorei eretti da Pietro Barbieri di Piovene, sono dedicati rispettivamente alla Madonna del Rosario (1842-43), con simulacro ottocentesco e pala di Leonardo Campochiesa (1853), e al Sacro Cuore (1844-45) con simulacro in legno policromo opera del gardenese Ferdinando Stuflesser (1919). Chiesa di Sant'Ermete, nel rione Màndola. Risalente al VI-VII secolo, sorta su un delubro di Diana. È un edificio romano-gotico e ha un presbiterio poligonale. Sulla porta rinascimentale di sinistra vi è lo stemma dei Trapp con l'iscrizione latina che ne attesta il restauro avvenuto nel 1512. Verso la piazza c'è un protiro cinquecentesco; nei pressi un cippo di centuriazione romano. Il campanile protoromanico ha una cuspide in muratura, che ricorda i trulli di Alberobello. La volta dell'abside è a costoloni e il soffitto ligneo. L'altare contiene una pregevole pala di Carlo Pozzi (1632). All'interno è custodita l'ara votiva pagana dedicata a Diana, risalente al II secolo, sulla quale è impressa l'iscrizione DIANAE ANTHUS COS.V.C. ACTOR EX V.F. (A Diana, Anto (nome dell'offerente) per conto (actor) dell'illustre console (Cos. Viri Clarissimi)…fece in adempimento di un voto). La stele, di calcare bianco ammonitico e di modeste dimensioni, ha richiamato l'attenzione e stimolato la ricerca di molti studiosi. Fra i primi a darne notizia c'è il bresciano Michelangelo Mariani (1673), lo storico valsuganotto Giuseppe Andrea Montebello (seconda metà del Settecento) e Theodor Mommsen (1837-1903) che così la registra nel C.I.L. Corpus Inscriptionum Latinarum: Vol. V, n. 5048, pag. 52: "Calceranicae (Valsugana) in templo S. Hermetis in muro exteriore meridiem versus" (si trova a Calceranica in Valsugana nel tempio di S. Ermete, murato nella parete esterna verso sud). Chiesa della Beata Maria Vergine del Rosario, parrocchiale, situata alla Màndola. Si tratta di un edificio in cemento armato con la pianta a forma di croce a tau e il tetto a più elementi. È stata costruita nel 1968-1969 e le prime funzioni religiose iniziarono ad essere celebrate nel 1970. Casa Galina, casa vacanze edificata all'inizio degli anni Sessanta su progetto dell'architetto trentino Giovanni Leo Salvotti De Bindis, sulle rive del Lago di Caldonazzo; le strutture portanti furono realizzate mediante una tecnica sperimentale, ricoprendo di calce a presa lenta l'intelaiatura metallica zincata ed elettrosaldata allo scopo di renderla autoportante; la casa, sollevata dal suolo con l'ausilio di quattro pilastri, fu successivamente abbandonata e col tempo si è ridotta in condizioni di rudere, completamente ricoperta dalla vegetazione. Abitanti censiti Tradizionale è la sagra di San Pietro e San Paolo, durante la quale si tengono alcuni giochi popolari (il tiro alla fune e l'albero della cuccagna) e in piazza viene fritto il pesce. In passato si usava fare la processione dei fulminati, in onore di due persone uccise il 30 luglio 1865 da una folgore caduta sulla chiesa, durante una sacra funzione. Calceranica al Lago è un antico paese di pescatori; nel piccolo territorio comunale si coltivano soprattutto mele, frutti di bosco, uva e castagne. Giulio Ferrari, fondatore delle omonime Cantine Ferrari, è nativo del paese ed ha introdotto in Italia la produzione di spumante con metodo classico proprio utilizzando l'uva coltivata nei dintorni. Calceranica al Lago è ora un centro turistico estivo frequentato soprattutto per la spiaggia lacustre. A partire dalla metà del 900 si sono sviluppate la lavorazione industriale della plastica e l'artigianato del legno e dell'acciaio (carpenteria meccanica e costruzioni meccaniche). Nell'800 vantava una buona industria della seta con due filande. Fino al 1964 era operativa una miniera di pirite; nominata per la prima volta in un atto del XVI secolo come miniera di rame e ferro (si ricavano anche piccole quantità di oro ed argento), è stata rilevata ed industrializzata nel 1929 dalla Montecatini per la produzione di acido solforico. La denominazione del comune fino al 1957 era Calceranica. Nel 1928 il comune viene soppresso e i suoi territori aggregati al comune di Caldonazzo; nel 1947 il comune viene ricostituito (Censimento 1936: pop. res. 732). Nel 1988 distacco di territori aggregati al comune di Centa San Nicolò (Censimento 1981: pop. res. 11). La squadra locale, il Calceranica calcio a 5, gioca in Serie D trentina. Aldo Gorfer, Le valli del Trentino: Trentino orientale, ed. Manfrini, Trento, 1977, pp. 848 ss. Ferruccio Martinelli, Calceranica e la sua antichissima Pieve, 2013 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calceranica al Lago Sito ufficiale, su comune.calceranica.tn.it.