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Gattico-Veruno

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Veruno veduta
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Gattico-Veruno (Gàtich e Vrum in piemontese) è un comune italiano sparso di 5 219 abitanti della provincia di Novara in Piemonte, istituito il 1º gennaio 2019 con la Legge Regionale n. 26 del 21 dicembre 2018 mediante fusione dei comuni di Gattico e Veruno. La sede comunale si trova nella località di Gattico.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Gattico-Veruno (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Gattico-Veruno
Via Vallone, Gattico-Veruno

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Via Vallone
28013 Gattico-Veruno
Piemonte, Italia
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Veruno veduta
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Gattico-Veruno)
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Gattico-Veruno)

La chiesa dei Santi Cosma e Damiano è la parrocchiale di Gattico, frazione-capoluogo del comune sparso di Gattico-Veruno, in provincia e diocesi di Novara; fa parte della unità pastorale di Gattico. La primitiva chiesa dei Santi Cosma e Damiano venne costruita nel XV secolo; l'edificio fu ampliato nel 1580, mentre nel 1630 si provvide a realizzare il campanile riutilizzando dei materiali provenienti dalla soppressa pieve di San Martino. La parrocchiale venne interessata da un intervento di rifacimento all'inizio del XIX secolo; nel 1904 la chiesa fu abbellita da un rilievo in terracotta con soggetto la Madonna col Bambino e nel 1958 si procedette all'installazione sulla cupoletta del campanile della statua raffigurante la Madonna Immacolata. La simmetrica facciata a salienti della chiesa, rivolta a sudovest, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da lesene; quello inferiore presenta centralmente il portale maggiore, protetto dal protiro che è sorretto da colonnine, e ai lati gli ingressi secondari e due finestre, mentre quello superiore, affiancato da volute, è caratterizzato da una serliana e coronato dal timpano triangolare. Accanto alla parrocchiale sorge il campanile in pietra a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto protetta da balaustra ed è coronata dalla cupoletta poggiante sul tamburo. L'interno dell'edificio è suddiviso in tre navate da pilastri, abbelliti da lesene sorreggenti degli archi a tutto sesto, sopra i quali corre la trabeazione modanata e aggettante su cui si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, delimitato da balaustre e chiuso dall'abside semicircolare. Gattico-Veruno Diocesi di Novara Parrocchie della diocesi di Novara Regione ecclesiastica Piemonte Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Cosma e Damiano Parrocchia di SS. COSMA E DAMIANO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 14 dicembre 2022.

Chiesa di San Giovanni Battista (Comignago)
Chiesa di San Giovanni Battista (Comignago)

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Comignago, in provincia e diocesi di Novara; fa parte dell'unità pastorale di Gattico. Anticamente sulla collina che domina l'abitato di Comignago sorgevano un castello e una cappella, quest'ultima risalente al XII secolo. Nel Trecento il castello fu definitivamente distrutto, lasciando così spazio per l'ampliamento del luogo di culto. La nuova parrocchiale venne edificata nel Seicento e il campanile fu realizzato inglobando un'antica torre del fortilizio; nel secolo successivo si provvide a costruire la scalinata d'accesso alla chiesa, voluta dall'allora parroco don De Giorgi. La facciata a capanna, rivolta a occidente, è suddivisa da una cornice marcapiano aggettante in due registri, entrambi tripartiti da quattro lesene; quello inferiore è caratterizzato dal portale d'ingresso, protetto dal protiro le cui colonnine sorreggono degli archi a tutto sesto, mentre quello superiore, coronato dal timpano triangolare, presenta al centro un'ampia specchiatura e ai lati due nicchie. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coronata dalla cupoletta poggiante sul tamburo. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali introdotte da archi a tutto sesto e le cui pareti sono scandite da lesene con capitelli composite sorreggenti la cornice modanata e aggettante sopra la quale si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, ospitante l'altare maggiore e chiuso dalla parete di fondo piatta. Comignago Parrocchie della diocesi di Novara Regione ecclesiastica Piemonte Diocesi di Novara Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giovanni Battista Parrocchia di S. GIOVANNI BATTISTA, su parrocchiemap.it. URL consultato il 13 dicembre 2022.

Stazione di Comignago
Stazione di Comignago

La stazione di Comignago è una stazione ferroviaria della linea Santhià-Arona, al servizio dell'omonimo comune, priva di traffico dal 2012. La stazione entrò in funzione il 4 gennaio 1906, con l'apertura del secondo tratto fra Borgomanero e Arona della linea Santhià-Arona. In origine era dotata di tre binari. Il movimento era svolto in regime di giunto telefonico mediante il quale il Dirigente Unico coordinava il personale addetto al movimento della stazione nell'effettuazione di incroci e precedenze. Nel 1987, con l'introduzione sulla linea ferroviaria del sistema di Controllo centralizzato del traffico, la stazione venne dotata di apparato ACEI, che sostituì i precedenti impianti per la manovra degli enti del piazzale comandati manualmente dal personale. Tale sistema ha permesso il controllo a distanza, mediante Dirigente Centrale Operativo. La gestione degli impianti, in origine affidata alle Ferrovie dello Stato, nel 2000 passò alla neocostituita Rete Ferroviaria Italiana. La stazione risulta senza traffico dal 17 giugno 2012, per effetto della sospensione del servizio sulla linea. La stazione è dotata di due binari passanti, di cui il secondo di corretto tracciato e il primo per gli incroci e precedenze con i deviatoi percorribili a 30 km/h. L'impianto era telecomandato a distanza con il sistema CTC, mediante il Dirigente Centrale Operativo con sede a Torino Lingotto. In direzione Santhià è posto il binario di scalo per i treni merci inutilizzato, dotato di un magazzino merci in stato di abbandono. Il fabbricato viaggiatori, a due piani, fu chiuso all'utenza in occasione dell'automatizzazione degli impianti. La stazione era in ultimo servita da treni regionali di Trenitalia fino al 17 giugno 2012, giorno in cui l'esercizio ferroviario è sospeso per decisione della Regione Piemonte e sostituito da autocorse. Mario Matto, Santhià e la ferrovia, una storia che dura da 150 anni, Editrice Grafica Santhiatese, Santhià 2006. ISBN 88-87374-95-3. Comignago Ferrovia Santhià-Arona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Comignago

Comignago
Comignago

Comignago (Cumiagh in piemontese e in lombardo) è un comune italiano di 1 218 abitanti della provincia di Novara in Piemonte. Comignago è un paese della Provincia di Novara situato nei pressi del Vergante, vicino alla parte meridionale piemontese del Lago Maggiore. Il centro sorge in un'area collinare facilmente coltivabile, ricca di acque e, per questo, in passato popolata da diversi mulini. Nel corso dei secoli il territorio è stato un'importante zona di transito tra il Lago Maggiore e il Lago d’Orta. Il toponimo Comignago deriva da “Cominia”, una famiglia romana conosciuta a Roma all'epoca dei Tarquini che – nel periodo della colonizzazione della zona gallo-ligure – si insediò a Comignago facendo costruire nel centro del paese una residenza che, in seguito, diventerà l'abbazia di Santo Spirito. Molte sepolture sono riconducibili a un periodo che va dal I secolo a.C. al IV secolo d. C. e, quindi, testimoniano anche un primo stanziamento pre-romano di tipo gallo-ligure. In seguito alla caduta dell'Impero Romano la zona passò sotto la giurisdizione dei monaci. In questi anni del Medioevo la prima pergamena che parla di Comignago è datata 1046. Nel 1413 Comignago viene aggregato al feudo di Borgo Ticino assegnato ai Visconti. In seguito, nel 1447 il duca Filippo Maria Visconti consegna il feudo a Vitaliano Borromeo. A Comignago ebbe per secoli residenza la nobile famiglia Zaffira, che possedeva un palazzo detto Castello su un poggio a dirimpetto della Chiesa di S. Giovanni Battista. Lo stemma adottato dal comune è partito semitroncato: il primo d'argento, alla torre di rosso, cimata da una banderuola bifida di nero e fondata sulla pianura di verde; nel secondo d'azzurro, all'agnello d'argento che riposa sulla pianura di verde, con in bocca una lista d'argento recante il motto in lettere maiuscole di nero: VINCIT OMNIA HUMILITAS; il terzo di rosso, al liocorno d'argento, inalberato, accompagnato da venticinque fiammelle sparse, d'oro. Il gonfalone è un drappo rettangolare partito di azzurro e di bianco. La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista venne costruita nel XVII secolo sulla base di una precedente cappella di origine medievale. Sulla base di quanto riportato nei manoscritti medievali, nel 1282 i frati dell'Ordine degli Umiliati – che abitavano l'Abbazia – fecero costruire la torre del complesso, che fungeva da campanile. Da quando l'Ordine degli Umiliati fu soppresso nel 1571, fino alla fine del 1700 l'Abbazia appartenne: al Cardinale Scipione Borghese, ad Agostino Cusani e Carlo Francesco Durini ad Aloisio Omodei e a Lorenzo Raggi. Nel 1798 i beni e il complesso monasteriale furono venduti alla famiglia degli attuali proprietari. L'abitato di Comignago, specie nella parte a nord, è ricco di acque che di tanto in tanto riaffiorano a livello del suolo con fontanili o piccoli torrenti. Tali condizioni hanno permesso la costruzione, in passato, di almeno quattro mulini: Molino Vaglio, Molino del Croso, il Mulinetto e il Mulinazzo. I mulini, sono ora adibiti ad abitazioni private. Belen Rodriguez e il marito Stefano De Martino scelsero Comignago e l'Abbazia di Santo Spirito per celebrare il loro matrimonio. Abitanti censiti Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. La Stazione di Comignago, posta lungo la ferrovia Santhià-Arona, fu attivata il 16 gennaio 1905 e dal 2012 risulta senza traffico per effetto della sospensione del servizio sulla linea imposta dalla Regione Piemonte. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Comignago Sito ufficiale, su comune.comignago.no.it. Comignago, su sapere.it, De Agostini.

Parco naturale dei Lagoni di Mercurago
Parco naturale dei Lagoni di Mercurago

Il parco naturale dei Lagoni di Mercurago, noto anche semplicemente con il nome di Parco dei Lagoni, è un'area naturale protetta situata sul versante occidentale del Lago Maggiore in una zona collinare del Piemonte, tra i comuni di Arona, Dormelletto, Comignago e Oleggio Castello. Dal 1980 il parco è un'area naturale protetta e nel 2011 è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, rientrando tra i 111 siti palafitticoli preistorici localizzati attorno alle Alpi. Il Parco comprende una serie eterogenea di ecosistemi: la zona umida, ricca di stagni, torbiere e paludi, rappresenta il vero cuore pulsante del parco; nei prati e nei pascoli si coltiva e si pratica l'allevamento di cavalli da corsa, il tutto in un contesto poco urbanizzato e ricco di boschi e brughiere. Il Parco naturale si estende su di una superficie di circa 473 ettari circa, sulle ampie colline moreniche - vecchie di oltre diecimila anni - che circondano la parte piemontese del Lago Maggiore. Tale area naturale, che si sviluppa su più comuni del novarese, è poco lontana dal centro di Arona e ha come accesso principale Mercurago (frazione di Arona). La natura, che domina incontrastata nel Parco, non è stata scalfita da quelle attività umane residuali esistenti che, pertanto, si sono integrate in maniera esemplare. L'accesso principale al Parco dei Lagoni è quello della sede e del centro visite, in via Gattico 6 a Mercurago, frazione di Arona. L'area è annunciata da una serie di cartelli segnaletici (marroni con scritta bianca) e da stemmi con il martin pescatore. Con l'istituzione dell'area naturale protetta, nel 1980, si è riusciti a preservare una flora che tutt'oggi è ancora ricca di specie vegetali più o meno rare, tipiche di alcune zone umide. Tra queste, infatti, si possono annoverare la castagna d'acqua, le tife, mazzasorda, la cannuccia di palude, le ninfee, i carici e i mughetti. Il tutto in un contesto, quello del Parco dei Lagoni, ricco di boschi caratterizzati dalla presenza di querce, castagni, betulle, frassini, e di conifere. Molti sono anche i funghi presenti nel sottobosco. Importante nota è in ultimo costituita dal fatto che è stata rinvenuta una particolare specie di fungo: il Crepidotus roseornatus, unico esemplare presente in Italia. Nel corso degli anni il Parco dei Lagoni, protetto dalle politiche di edificazione e urbanizzazione, è riuscito a dare asilo a diverse specie di animali, tra i quali: mustelidi, rapaci, roditori, anfibie (rana rossa, rana verde, raganella e rospi) e oltre 113 specie di uccelli migratori e stanziali. Accanto a questa fauna di tipo "spontaneo" sono collocati i pascoli e i maneggi allestiti, alcuni decenni fa, da Federico Tesio come centri per l'allevamento di cavalli. Il Parco dei Lagoni, inoltre, rappresenta un interessante insediamento preistorico e archeologico. Nel corso degli anni, infatti, sono stati rinvenuti diversi insediamenti, risalenti all'età del bronzo e alcune domus romane. Nel 1860, nella torbiera del Lagone, sono stati rinvenuti - per la prima volta in Italia - i resti di alcune palafitte (impalcati di legno e pali sprofondati nel limo e nella torba). Oltre alle palafitte, nel tempo, sono stati recuperati una piroga scavata in un tronco, vasi di ceramica, resti di ruote di carri agricoli e di un carro da combattimento, spilloni per capelli, pugnali, una spada e una punta di lancia in bronzo. Il territorio è gestito dall'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore ed è protetto insieme al Parco naturale della Valle del Ticino, alla Riserva naturale speciale Fondo Toce, alla Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto e, infine, alla Riserva naturale orientata di Bosco Solivo. Nella zona è stato istituito il Sito di interesse comunitario SIC Lagoni di Mercurago (IT1150002). Aree naturali protette del Piemonte Elenco delle riserve naturali regionali italiane Siti di interesse comunitario del Piemonte Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto Riserva naturale speciale Fondo Toce Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi Villaggio delle Macine Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco naturale dei Lagoni di Mercurago Sito ufficiale, su parcoticinolagomaggiore.it. URL consultato il 15 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015). Parco naturale dei Lagoni di Mercurago su www.parks.it, portale dei parchi italiani

Oleggio Castello
Oleggio Castello

Oleggio Castello (Olesc Castel [u'lɛʃ] in piemontese) è un comune italiano di 2 201 abitanti della provincia di Novara in Piemonte. Il paese si fonda topograficamente in un incrocio di alcune provinciali provenienti dai paesi vicini con la Strada statale 142 Biellese, del quale risulta diviso in due; per inciso la suddetta Regionale segna l'esatto punto di inizio del Vergante (assimilabile alle prealpi) dalla pianura padana: il paese risulta perciò per metà in pianura e per metà lievemente in collina. Fortunata anche la posizione, poiché dista pochi chilometri da Arona, noto centro turistico del Lago Maggiore; negli ultimi anni ha visto crescere notevolmente la sua popolazione proprio per la felice posizione e per l'accoglienza dei paesani. Venne probabilmente fondato dai Celti, poi conquistato dai Romani e infine popolato dai Longobardi, che ne lasciarono il nome antico Olegio qui dicitur Longobardorum. Un ramo della famosa famiglia milanese dei Visconti fu legato fin dal XIV secolo a questo paese e al suo castello (con l'esponente più famoso Giovanni Visconti da Oleggio, signore di Bologna e marchese di Ancona), ramo tutt'oggi esistente e che ottenne il titolo ereditario di marchese nel maggio 1946 con Aldo Visconti di Oleggio Castello. La dignità di comune affonda nella notte dei tempi, salvo un periodo fra il 1928 e il 1947 nel quale venne fuso coi comuni di Paruzzaro e Montrigiasco, con capoluogo a Paruzzaro. Al momento della scissione nel 1947, Montrigiasco rimase frazione, e rimase sotto Paruzzaro fino al 1960, anno in cui diventò frazione di Arona. Il paese poggia la sua economia locale su alcune piccole fabbriche nei dintorni, in prevalenza nel comune del vicino Paruzzaro. Oggi è sostanzialmente un pacifico centro residenziale. Castello Dal Pozzo, antico castello di origine medievale rimodellato nel XIX secolo in stile neogotico Tudor. Abitanti censiti Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Giancarlo Andenna, Castelli di Invorio Inferiore, di Invorio Superiore, di Oleggio Castello e di Paruzzaro, in Da Novara tutto intorno, Andar per castelli, Novara, Milvia, 1982, pp. 392-394. Ospitato su Calameo. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oleggio Castello Sito ufficiale, su comune.oleggiocastello.no.it.