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Cimitero austro-ungarico di Verona

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Cimitero Austro Ungarico Verona
Cimitero Austro Ungarico Verona

Il cimitero austro-ungarico di Verona è un cimitero di guerra che si trova nella periferia di Verona, vicino alla strada che conduce a Trento.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Cimitero austro-ungarico di Verona (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Cimitero austro-ungarico di Verona
Storrow Drive, Boston Fenway / Kenmore

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Storrow Drive

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Massachusetts, Vereinigte Staaten von Amerika
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Cimitero Austro Ungarico Verona
Cimitero Austro Ungarico Verona
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Luoghi vicini

Porta San Zeno (Verona)
Porta San Zeno (Verona)

Porta San Zeno è un monumentale accesso di Verona fatto erigere nel 1542 su progetto dell'architetto Michele Sanmicheli. La porta venne progettata dall'architetto veronese Michele Sanmicheli nel 1541, al ritorno dal suo viaggio nel mediterraneo orientale. Due iscrizioni situate sulla facciata anteriore e su quella posteriore della porta, recanti entrambe la data del 1542, fanno pensare che la sua costruzione fu estremamente breve, concludendosi in meno di un anno. La posizione venne stabilita ex novo, intermedia rispetto alle preesistenti porte medievali: porta Nova o di Santo Zenone, dove confluivano le strade provenienti da Brescia e dal Chievo, si trovava infatti più a nord; a sud, invece, si trovava porta San Massimo, attraversata dalla strada proveniente dall'omonima località. La porta è inserita nella cortina tra il bastione di San Procolo ed il bastione di San Zeno, in prossimità di quest'ultimo. La pianta è quadrata, articolata sul grande androne centrale voltato, nel quale si immette il passaggio carraio; lateralmente sono disposti un passaggio pedonale laterale e il vano per il corpo di guardia, mentre altri locali per il ricovero della guardia si trovano al secondo piano. La copertura è a tetto a padiglione. La porta era dotata di ponti levatoi lignei, i quali calavano sul ponte permanente di muratura che attraversava il fossato magistrale. I prospetti riprendono lo schema compositivo classico dell'arco trionfale, con fornice maggiore centrale ad arco a tutto sesto e due portali laterali quadrati. Le facciate, di laterizio e di pietra rustica, sono composte da paraste di ordine composito, da fregi e altri elementi ornamentali, come scudi, targhe, e medaglioni. Interessante è la motivazione che portò all'utilizzo dell'ordine composito abbinato al bugnato, in contrapposizione a quello dorico impiegato nella coeva porta Nuova, del medesimo architetto: questo era uno dei due principali punti di ingresso, insieme a porta San Giorgio, per i visitatori stranieri che provenivano dal passo del Brennero, ai quali si voleva manifestare due caratteristiche del buon governo veneziano, severità e garbo, due caratteristiche che, come spiegava l'architetto e teorico Sebastiano Serlio, bene erano espresse del bugnato; l'uso del capitello composito si spiega invece con il fatto che è un ordine tipicamente latino, si suggeriva così allo straniero che era arrivato in una città italiana. Si può notare una notevole somiglianza con la porta di Terraferma di Zara, sia per la composizione generale che per i dettagli. Il recupero del modello della porta di Zara, ma anche l'ampio utilizzo di materiale laterizio, più povero rispetto alla marmo utilizzato nelle altre due porte realizzate a Verona dal Sanmicheli, porta Nuova e porta Palio, sono spiegabili con la limitatezza del budget fornito dall'amministrazione veneziana per questo fabbrica e con il bisogno di terminarla in tempi molto rapidi. Paul Davies e David Hemsoll, Michele Sanmicheli, Milano, Mondadori Electa, 2004, ISBN 88-370-2804-0. Verona Monumenti di Verona Sistema difensivo di Verona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta San Zeno

Caserma Catena
Caserma Catena

La caserma Catena, durante l'occupazione austriaca chiamata caserma erariale Catena o Aerarialcaserne Catena, è stata una caserma di fanteria situata ai limiti del centro storico di Verona, in prossimità della cinta magistrale e del mezzo bastione della Catena Superiore, il cui nucleo originario fu edificato dalla Repubblica di Venezia, poi ampliato più volte nel corso dei secoli. La caserma venne edificata tra il 1644 e il 1645 su commissione del provveditore delle Repubblica Veneta, il marchese Spinetta Malaspina. La struttura era composta da un unico corpo rettilineo, corrispondente all'attuale ala nord, che si sviluppava su due livelli, con le stanze del primo piano disimpegnate da un ballatoio coperto. Una planimetria redatta dal Filosi nel 1737 documenta che, tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento, vi fu già un primo ampliamento, in quanto vi si possono osservare due nuove ali (est e ovest) che si dispongono attorno alla corte rettangolare, mentre il fronte sud risulta ancora aperto. Il successivo ampliamento del 1761, ricordato da una lapide posta all’interno del cortile, fu progettato dall'architetto Adriano Cristofali e dall'ingegnere Antonio Pasetti e previde l’innalzamento di un piano della struttura e la parziale chiusura del fronte sud con due semi-ali contenenti le scale, distaccate nel mezzo per il passaggio d'ingresso al cortile. Con questi ulteriori lavori il grande fabbricato raggiunse la capienza complessiva di 1500 uomini. L'aspetto definitivo della caserma veneta era quello di un complesso su impianto quadrato, formato da due corpi principali disposti sui lati lunghi della corte rettangolare (est e ovest), legati da due corpi secondari di minore sezione (nord e sud). Quello settentrionale, più lungo, sporgeva dalla linea dei fianchi, mentre quello meridionale era aperto sull'ingresso, nel tratto centrale. Inoltre, altre due corti recintate erano annesse all'esterno dei corpi laterali. Nel suo assetto, per la compiuta razionalità d'insieme, la critica la riconosce come un ragguardevole modello di architettura militare settecentesca. Tra il 1828 e il 1830 il complesso fu ristrutturato e ampliato dalla k.k. Genie-Direktion Verona, in quel momento diretta dall'ingegner Johann von Hlavaty. L'edificio venne trasformato per renderlo idoneo all'acquartieramento di 975 soldati di fanteria, in camerate comuni, e 6 ufficiali, in alloggi singoli: il varco sul lato meridionale venne chiuso e l'impianto distributivo completamente ridisegnato. In particolare, per rendere più funzionali i collegamenti orizzontali e verticali, furono aggiunti corridoi loggiati sui lati esterni dei due corpi principali, che facevano capo a scale; queste logge, con robuste archeggiature su tre ordini, conferirono un carattere originale ai prospetti. Inoltre, innestata a baionetta sull’asse del loggiato orientale, fu aggiunta una nuova ala su tre livelli, con i primi due con struttura a volta in muratura e l'ultimo a solaio ligneo. Questo fabbricato riprende in pianta lo schema della caserma a corpo lineare, sia per il corridoio laterale a disimpegno delle stanze in successione, sia per la posizione centrale del vano scala. I servizi igienici furono concentrati nella testata meridionale, in prossimità dell'intersezione col più antico corpo di fabbrica. Dal 1847 al 1859, durante la costruzione del nuovo ospedale di guarnigione di Santo Spirito, la caserma venne adattata provvisoriamente all’uso di ospedale militare, con una capienza di 292 uomini, tornando poi alla funzione originaria di caserma. Sotto l'amministrazione Italiana la caserma venne ulteriormente ampliata con altri fabbricati, e venne usata fino alla seconda guerra mondiale come caserma per i bersaglieri con il nome di caserma "Alberto Riva di Villasanta". Successivamente, con l'aggiunta di numerosi capannoni, il compendio annesso fu adibito a officina per la riparazione degli automezzi militari. Il grande complesso demaniale, di cui fanno parte anche il sanmicheliano bastione di Spagna e la polveriera absburgica, è andata poi in disuso, venendo col tempo definitivamente abbandonato. Verona Monumenti di Verona Sistema difensivo di Verona Verona austriaca Torre della Catena Mezzo bastione della Catena Superiore Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Caserma Catena