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Chiesa di San Nicolò (Padova)

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Senza fonti - luglio 2017
Chiesa di San Nicolò Padova
Chiesa di San Nicolò Padova

La chiesa di San Nicolò è un edificio religioso di origine alto-medievale che si affaccia sul Selciato San Nicolò a Padova. Parrocchia almeno dal 1178, è ancora retta dal clero secolare della Diocesi di Padova. Ha come sussidiaria la rettoria di Santa Lucia e per un periodo quella di Sant'Agnese in Stra' Maggiore, chiusa al culto nel XX secolo. La Chiesa di San Nicolò è sicuramente da annoverare tra quelle più antiche della città se non tra le prime ad essere dedicate a San Nicola di Mira, probabilmente prima dell'arrivo delle reliquie nella città di Bari (1087). Alcuni scavi archeologici hanno confermato che la costruzione ha origine ben anteriore al 1088, anno in cui il Vescovo di Padova Milone donò la chiesa alle Monache di San Pietro. In un documento del 1178 il Vescovo Gerardo la cita tra le parrocchie della città. La chiesa subì rimaneggiamenti ed adeguamenti, sostanziali quelli del XIV secolo (1305) epoca in cui si inserì nel circuito della Reggia Carrarese. Nella visita pastorale del 1546 la chiesa era dotata di ben 11 altari, alcuni appartenenti ad alcune famiglie dell'aristocrazia padovana che ebbero speciali diritti sulla chiesa, come i Forzatè e i Sala (dal secolo XII, o dall'epoca carrarese). Nel seicento e nel settecento la chiesa subì vari adeguamenti architettonici che alterarono il primitivo aspetto medievale. Nell'Ottocento fu ripristinato il campanile. Sulla scia del Vaticano II (dal 1966 al 1971) la chiesa subì un lungo lavoro di restauro che si propose di riportare la struttura alle fattezze originali eliminando la gran parte del ricco patrimonio artistico di età barocca. Nella chiesa sono sepolti Giordano e Marco Forzatè ed altri componenti della famiglia padovana. Il Valery segnalava la sepoltura del Barone d'Hancarville. La Chiesa si affaccia su uno spazio utilizzato come arie cimiteriale sino all'età napoleonica. L'edificio, orientato levante-ponente è assai complesso perché circondato da una serie di costruzioni del XIII e XIV secolo. Sulla facciata decorata da archetti gotici si apre un rosone. Sporge la cappella Forzatè (1367) collegata con un'arcata al campanile gotico. Sotto l'arcata, il portale maggiore lombardesco, della seconda metà del Quattrocento, con la raffigurazione di San Nicola mitrato, il Padre Eterno e ai lati, L'Annunciazione. Sul fianco destro un complesso paramento murario gotico, decorato da arcatelle gotiche e da pitture araldiche è sovrastato da abitazioni di età medievale, come il fianco sinistro addossato al trecentesco palazzo Montorsi. Sull'intero edificio si susseguono decorazioni, stemmi e raffigurazioni araldiche. L'edicola votiva quattrocentesca che si addossava al campanile è stata demolita nel ottocento. L'interno è caratterizzato da una certa asimmetria, accentuata della quarta navata che si apre verso meridione. Arcate di varie dimensioni ed ampiezza rendono l'ambiente suggestivo. Il soffitto voltato risale al XIV secolo. Sulla cappella a destra, una pala raffigurante Sant'Agnese e proveniente dall'omonima chiesa. Nella cappella successiva è ospitato il fonte battesimale cinquecentesco, sul retro l'imponente deposito in marmo rosso veronese di Giordano e Marco Forzatè, sovrastato da un pregevole trittico rinascimentale, con cornice originale (sono raffigurati i Santi Leonardo e Giacomo con al centro la Vergine ed il Bambino) opera di un artista di scuola padovana legato al Bellini e al Parisati. Proseguendo si incontra la bella tela firmata da Giandomenico Tiepolo e datata 1777 raffigurante la Sacra Famiglia con le Sante Francesca Romana ed Eurosia, sino al 1966 pala dell'altar maggiore (l'angelo di sinistra è un'aggiunta del pittore Giovanbattista Mingardi). Il cancello di bronzo che un tempo chiudeva l'accesso al presbiterio è opera di Jacopo Gabano (1747), a cui probabilmente si doveva tutto l'impianto dell'altar maggiore. Segue poi un grande pannello ligneo lavorato ad altorilievo raffigurante San Giovanni nel deserto, San Francesco stigmatizzato, la bilocazione di Sant'Antonio e San Bernardino che guarisce un re. Nella chiesa sono presenti altri tre pannelli del genere e probabilmente decoravano gli scanni del presbiterio. Lungo le pareti i resti dei paliotti dei vecchi altari eliminati durante il restauro degli anni '60. L'abside, ripristinata, reca tracce di affreschi quattrocenteschi. La Madonna col Bambino in terracotta posta sulla destra secondo alcuni è attribuibile al lavoro di Giovanni da Pisa. L'altare è stato ricavato dalla mensa del vecchio altare barocco. Sul catino, frammenti di arredo liturgico di età romanica ed affresco quattrocentesco. Sotto, sedili e sede liturgica degli anni '70. Segue l'altare del Santissimo Sacramento ricavato dal vecchio tabernacolo. Si incontra poi una tavola raffigurante San Liberale per alcuni riferibile a Jacopo Parisati. Seguono poi alcuni lacerti di affresco (Crocifissione e Storie del Battista), lavoro di Gerardino da Reggio commissionato da Marco Forzatè nel 1374. Un esempio di arte contemporanea sono le 14 stazioni della Via Crucis, eseguite dall’artista padovano Paolo De Poli in rame smaltato nel 1968. Su una mensola in controfacciata, si trova l'organo a canne Mascioni opus 557, costruito nel 1941 in sostituzione di un precedente organo Pugina del XIX secolo e nel 1997, nell'ambito di un restauro, collocato nell'attuale posizione. Lo strumento, a trasmissione elettrica, ha due tastiere di 58 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 30. La mostra, con cassa lignea limitata al basamento, è ceciliana, con più cuspidi composte da canne di principale; la consolle mobile indipendente è situata nella navata laterale di sinistra. Chiese di Padova Diocesi di Padova Monumenti di Padova Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Nicolò a Padova S. Nicolò in Padova S. Nicolò, su Chiesa di Padova, 22 dicembre 2022. URL consultato il 4 ottobre 2023.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Nicolò (Padova) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Nicolò (Padova)
Selciato San Nicolò, Padova San Giuseppe

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Chiesa di San Nicolò Padova
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Teatro Verdi (Padova)
Teatro Verdi (Padova)

Il Teatro Nuovo oggi Teatro Verdi è il principale teatro padovano. L'edificio, commissionato da una società di nobili padovani, venne realizzato dall'architetto padovano Giovanni Gloria su progetto dell'architetto Antonio Cugini di Reggio. Nel 1751 venne inaugurato con un melodramma di Metastasio e fu chiamato "Teatro Nuovo e della Nobiltà". Nel 1847 fu ristrutturato al suo esterno da Antonio Monte su disegno di Giuseppe Jappelli. Nel 1884 fu rimodernato internamente dall'architetto milanese Achille Sfondrini che aveva progettato il Teatro dell'Opera di Roma. La volta, che rappresenta la Danza delle Ore fu dipinta da Pietro Paoletti e rifatta successivamente da Giacomo Casa. L'inaugurazione avvenne l'8 giugno 1884 con l'attuale nome. Le musiche per l'apertura del teatro rimodernato sono dovute al musicista patavino Angelo Tessaro. Originariamente il Teatro era affiancato dallo stretto vicolo dei Subiotti; dal 1958 questo assetto venne sconvolto con l'apertura di Corso Milano. Vennero inoltre demolite alcune case addossate all'edificio, rivelando tre grandi finestre ogivali che servivano a dare luce al palcoscenico. Il Verdi è la sede operativa del Teatro Stabile del Veneto e sede del terzo anno dell'Accademia Teatrale "Carlo Goldoni". In passato è stato sede unica dell'Accademia d'Arte drammatica "Palcoscenico". Carmelo Alberti (a cura di), Il Teatro Verdi di Padova 1992-2010. Storia, cronache e immagini (PDF), Venezia, Marsilio, 2010, ISBN 978-88-317-08425. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teatro Verdi https://padova.italiani.it/scopricitta/il-teatro-verdi-di-padova-nel-teatro-stabile-del-veneto/ Sito ufficiale, su teatrostabileveneto.it. (EN) Teatro Verdi, su Structurae.

Palazzo Liviano
Palazzo Liviano

Il palazzo Liviano è un edificio padovano del XX secolo, situato nella zona del vecchio capitaniato della città: fu infatti costruito incorporando nella sua struttura i resti dell'antico palazzo del Capitanio. Intitolato in onore dello storico Tito Livio, oggi ospita la Scuola di Scienze Umane, Sociali e del Patrimonio culturale ed il Dipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell'Arte, del Cinema e della Musica dell'Università di Padova ed il Museo di scienze archeologiche e d'arte. È inoltre collegato con la Sala dei Giganti, antica struttura affrescata che ospita oggi concerti e convegni. Si trova attualmente nella parte occidentale di piazza Capitaniato, antico cortile della Reggia Carrarese ristrutturato al tempo della dominazione veneziana, quando vi fu costruita la sede di uno dei due capitani veneziani che governavano Padova. Il palazzo fu edificato su iniziativa di Carlo Anti, rettore dell'Università di Padova dal 1932 al 1943, che in tale periodo fece ristrutturare molti dei palazzi dell'ateneo invitando a Padova alcuni tra i maggiori artisti nazionali. Struttura dallo spiccato stile metafisico, il Liviano fu costruito dall'architetto milanese Gio Ponti, che si occupò anche di diversi particolari dell'arredamento interno. L'affresco eseguito nell'atrio da Massimo Campigli tra il 1937 e il 1940, in collaborazione con sua moglie Giuditta Scalini, raffigura l'archeologia, patrimonio della cultura italiana. Un altro affresco, situato sulla sinistra della fascia mediana della parete maggiore, raffigura Campigli, Ponti, Anti e Scalini, vestita con abiti maschili e con le carte dei progetti in mano. Nel 2009 gli affreschi del palazzo sono stati restaurati. La scultura dell'atrio che raffigura Tito Livio chinato e in atteggiamento riflessivo, fu realizzata da Arturo Martini nel 1942. Nel 1937 fu allestito al terzo piano del palazzo il Museo di Scienze Archeologiche e d'Arte. Nei sotterranei del Liviano sono presenti anche dei rifugi antiaerei, che non sono mai stati utilizzati. Il 22 aprile 1978, il Professor Ezio Riondato fu ferito da un colpo di pistola ad una gamba mentre entrava in classe al Liviano. L'attentato venne rivendicato dai Comitati Comunisti Combattenti. Sul luogo dell'attentato è ora presente una targa in ricordo. Il palazzo è direttamente collegato alla celebre Sala dei Giganti, dove si tengono convegni e concerti. Questo salone, cui si accede tramite una scalinata posta sul fianco dell'attuale palazzo Liviano, deve il suo nome ai suoi affreschi che rappresentano in grandezza naturale eroi e grandi personaggi dell'antichità. Il tema degli affreschi, che sono del primo Cinquecento, riprende quello degli affreschi precedenti che decoravano una sala oggi perduta dell'antica Reggia Carrarese. Gli affreschi originali furono ispirati da un'opera del Petrarca, a quel tempo ospite dei signori di Padova. Il Museo di Scienze Archeologiche e d'Arte, collocato al terzo piano del palazzo, conserva importanti testimonianze scultoree dell'antichità e rinascimentali. Di rilievo i ritrovamenti archeologici che risalgono al tempo degli etruschi, dei greci e dei romani. Università degli Studi di Padova Palazzo Maldura Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Liviano Palazzo Liviano e Sala dei Giganti, unipd.it

Chiesa di Sant'Agnese (Padova)
Chiesa di Sant'Agnese (Padova)

La chiesa di Sant'Agnese è un edificio di origine medievale che fu luogo di culto sino al 1927. Si affaccia sulla Stra' Maggiore ora via Dante Alighieri a Padova. Fu parrocchiale, poi rettoria dipendente dalla chiesa di San Nicolò. Utilizzata come autorimessa sino alla fine degli anni novanta del Novecento. Ristrutturata, è ora una galleria d'arte contemporanea. Della chiesa si hanno notizie sin dal XII secolo. Menzionata in documenti del 1202, acquisì il titolo di parrocchiale. La struttura, forse duecentesca, subì lavori di restauro ed ampliamento dagli inizi del XVI secolo. In seguito alla riorganizzazione delle parrocchie attuata dopo l'emanazione delle leggi ecclesiastiche napoleoniche, agli inizi dell'Ottocento, la chiesa perse il titolo parrocchiale e il suo territorio fu assorbito dalla parrocchia di San Nicolò. Divenne rettoria che sopravvisse sino al 1927 quando si chiuse al culto. Portate le opere d'arte a San Nicolò e al palazzo episcopale, nel 1949 fu sconsacrata dal Vescovo Agostini e ceduta a privati ed in seguito trasformata in autorimessa Dante fino agli anni '80. Con la chiusura dell’attività, la chiesa versò per anni in stato di degrado. Oggi la chiesa di Sant'Agnese dopo otto anni di restauro è stata riaperta al pubblico (marzo 2023) ed è un centro per l'arte e la cultura, nonché la sede della Fondazione Alberto Peruzzo. La navata è oggi uno spazio dedicato a mostre temporanee, mentre la sacrestia ospita una selezione della collezione permanente della Fondazione. Al piano inferiore, nell’Ipogeo, è presente un’area storica permanente che raccoglie una serie di reperti ritrovati nel corso dei restauri – tra cui importanti frammenti d’affresco del Trecento (ancora in fase di studio da parte della Soprintendenza), alcuni sepolcri e un tratto di strada romana in basoli di trachite. Il progetto architettonico del restauro a cura dello studio Borchia di Padova ha ricevuto, in occasione dell'11 edizione della Biennale Internazionale Barbara Capocchin, Menzione d'onore Premio Regionale in quanto riconosciuto come un esempio corretto per un intervento nel centro della città di Padova. Nella chiesa è sepolto l'abate Gasparo Patriarchi che nel 1775 compilò il Vocabolario Veneziano e Padovano. La chiesa si innalza con la facciata - orientata a levante - verso la Stra' Maggiore (odierna Via Dante), mentre la fiancata a settentrione, dove si aprono alcune finestre alla palladiana, si allunga verso via sant'Agnese: un tempo vi si addossava un portico, poi demolito. Il portale d'ingresso in facciata è una deperita opera di Giammaria Mosca, lavoro su pietra tenera dei primissimi anni del XVI secolo. Sopra sta una nicchietta con la statua della titolare. Fino al XVI secolo tutta la facciata era decorata a fresco, successivamente in una nuova fase di ammodernamento gli affreschi furono staccati e impiegati come materiale di riempimento tra due livelli di pavimento. Più di 5000 frammenti vennero ritrovati nel sottosuolo e la ricomposizione, ha permesso di ricostruire, seppure parzialmente, alcune parti di architettura illusionistica, panneggi, aureole, capelli e mani, che comparati a livello stilistico con frammenti hanno rivelato la notevole qualità esecutiva e la stringente affinità stilistica con la pittura di Guariento, al quale sono state attribuite per la prima volta anche le pareti della Cappella Carrarese e l’abside della chiesa degli Eremitani a Padova. Il prezioso il campanile, originale e rimasto integro assieme alla navata della chiesa durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale del 1944 è un esempio straordinario di costruzione romanica del XIII secolo. Dopo il XVI secolo all'interno dell'edificio sacro (lungo 15 metri e largo 7) vennero apportate delle modifiche gli apparati decorativi. Vi erano alcuni grandi teleri di Francesco Minorello raffiguranti le storie della santa titolare ora esposti al Palazzo Episcopale. C'era pure la pregevole pala d'altare di Giandomenico Tiepolo Sacra Famiglia con le Sante Francesca Romana ed Eurosia poi portata a San Nicolò; sugli altri altari vi erano lavori di Giulio Cirello. Nella chiesa c'era pure un antico organo, ampliato secondo i canoni ceciliani da Domenico Malvestio: fu inaugurato da Oreste Ravanello e Luigi Bottazzo nell'agosto del 1899. Oggi si trova nella parrocchiale di Valle San Giorgio, a Baone. Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova, in Padova 1780 Stamperia del Seminario Giannantonio Moschini, Guida per la città di Padova, Atesa editrice AA.VV., Padova Basiliche e chiese, Neri Pozza Editore Giuseppe Toffanin, Le strade di Padova, Newton e Compton Editori Giuseppe Toffanin, Cento chiese padovane scomparse, Editoriale Programma AA.VV., Padova, Medoacus Fondazione Alberto Peruzzo, Una nuova Sant'Agnese. Il recupero di una chiesa del XII secolo e un nuovo centro per l’arte, Skira editore, 2022 Chiese di Padova Diocesi di Padova Monumenti di Padova Fondazione Alberto Peruzzo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Agnese