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Gurone

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Gurone, Panoramica
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Gurone (IPA: /guˈroˈne/; Gürun IPA: /güˈrun/ in dialetto varesotto) è una frazione del comune di Malnate, in provincia di Varese, in Lombardia. Dista 8,5 chilometri dal capoluogo e si affaccia sulla Valle Olona.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Gurone (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Gurone
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Gurone, Panoramica
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Luoghi vicini

Stazione di Bizzozero-Gurone
Stazione di Bizzozero-Gurone

La stazione di Bizzozero-Gurone era posta lungo la ferrovia Castellanza-Mendrisio, fu dismessa nel 1977 e serviva le località di Bizzozero e Gurone. L'impianto sorgeva a circa cinquecento metri dal capolinea della tranvia Varese-Bizzozero, attiva fra il 1907 e il 1950 ed il tragitto per i passeggeri prevedeva una camminata di circa quattrocento metri ed una ripida scalinata per raggiungere il paese di Bizzozero. L'impianto venne attivato il 31 dicembre 1915 contestualmente all'inaugurazione della tratta da Cairate-Lonate a Valmorea, avvenuta a cura della Società Anonima per la Ferrovia Novara-Seregno (FNS). L'11 dicembre 1938 il capolinea della ferrovia fu arretrato alla stazione di Malnate Olona in conseguenza degli eventi correlati con la seconda guerra mondiale e l'anno successivo lo stesso capolinea venne nuovamente arretrato fino alla Stazione di Castiglione Olona. In conseguenza di ciò il traffico passeggeri diminuì, per essere definitivamente soppresso nel 1952, lasciando alla stazione la sola funzione di scalo per le merci. Il 16 luglio 1977 la linea, e con essa la stazione di Bizzozero-Gurone, venne definitivamente soppressa. Il fabbricato viaggiatori, ormai fatiscente, fu demolito nel 1992 e ad oggi rimane integro il casello che negli anni 2010 fu gestito da Legambiente. Giovanni Cornolò, Cento anni di storia... delle Ferrovie Nord Milano, Trento, Globo Edizioni, 1979. FENIT 1946 1996, FENIT - Roma, 1996. Franco Castiglioni, Il treno in Valmorea, in I Treni, n. 101, febbraio 1990, p. 28. Giorgio Gazzola, Marco Baroni, La ferrovia della Valmorea, Regione Lombardia, 2008. Scaricabile gratuitamente su www.lavoro.regione.lombardia.it. Paolo Ladavas, Fabio Mentesana, Valle Olona Valmorea. Due nomi, una storia. La ferrovia Castellanza-Mendrisio. Editoriale del Garda, 2000. ISBN 88-85105-08-4 Bizzozero Ferrovia di Valmorea Gurone Fotografia aerea della stazione risalente al 1953 sul sito dell'Ufficio federale di topografia, su api3.geo.admin.ch.

Chiesa di Sant'Antonino Martire (Lozza)
Chiesa di Sant'Antonino Martire (Lozza)

La chiesa di Sant'Antonino Martire è la parrocchiale di Lozza, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Azzate. La prima citazione di una chiesa a Lozza risale al 1488, mentre dagli atti relativi alle visite pastorali compiute nei secoli XVI e XVII s'apprende che essa era compresa nella pieve foraniale di Carnago. Nella relazione della visita pastorale dell'arcivescovo di Milano Giuseppe Pozzobonelli del 1747, si legge che a servizio della cura d'anime v'erano il parroco e un sacerdote cappellano mercenario, che i fedeli ammontavano a 520 e che la parrocchiale, in cui aveva sede la confraternita del Santissimo Sacramento, aveva come filiali gli oratori della Beata Vergine Maria Immacolata Concezione, di Santa Caterina in località Gornate Superiore, di San Michele e dei Santi Nazario e Celso. Nella Nota parrocchie Stato di Milano del 1781 si legge che, al censimento dell'anno precedente, i fedeli risultavano essere 296 e che il reddito ammontava a circa 658 lire. Nel 1829 venne impartita la benedizione sulle nuove campane da installare sulle torre e nel 1845, viste le pessime condizioni in cui versava, la chiesa fu sottoposta a una radicale ristrutturazione e risistemazione. Nel 1901 l'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, compiendo la sua visita pastorale, annotò che il reddito era pari a 827 lire, che il numero dei fedeli era 886 e che la parrocchiale, compresa nel vicariato di Carnago e in cui avevano sede la confraternita del Santissimo Sacramento, la pia unione delle Figlie di Maria, la compagnia di San Luigi Gonzaga e i Terziari Francescani, aveva alle proprie dipendenze le cappelle di Santa Caterina Vergine e Martire, della Santa Croce, della Madonna Immacolata e di San Michele. In quello stesso anno iniziarono i lavori di ampliamento della chiesa, che furono poi terminati nel 1903; nel 1910 la copertura del campanile fu dotata di balaustre e di una statua come coronamento, mentre nel 1930 la facciata venne completata tramite la collocazione di quattro statue. Nel 1972, con la riorganizzazione territoriale dell'arcidiocesi, la chiesa passò dal vicariato di Carnago al decanato di Varese, per poi essere aggregata il 2 maggio 1974 al decanato di Azzate. Il 10 marzo 2022 la parrocchia entrò a far parte della comunità pastorale "Santa Teresa Benedetta della Croce", formata dalle parrocchie dei comuni di Gazzada Schianno, Lozza e Morazzone. La facciata della chiesa è suddivisa da una cornice marcapiano, dotata centralmente di un fregio con metope e triglifi, in due registri, entrambi scanditi da lesene; quello inferiore, più largo, presenta nel mezzo il portale d'ingresso, sopra il quale si legge l'iscrizione "D.O.M. SS. MARIAE V. ET B. ANTONINO M. DICATUM", e nelle due ali laterali altrettante nicchie ospitanti le statue raffiguranti Sant'Antonino e Santa Giovanna d'Arco; quello superiore, coronato dal timpano triangolare a sua volta sormontato da una croce di ferro, è caratterizzato da una serliana e da due nicchie in cui trovano posto le statue di San Pietro e di San Paolo. L'interno della chiesa, abbellito da diverse decorazioni, è composto da un'unica navata, sulla quale s'aprono le due cappelle laterali; al termine del presbiterio si sviluppa l'abside di forma semicircolare. Opere di pregio qui conservate sono le statue raffiguranti San Giuseppe e San Luigi Gonzaga, la rappresentazione di Sant'Antonino martirizzato, un lacerto d'affresco con la Madonna in trono con Gesù Bambino, gli stucchi dell'abside ritraenti i Quattro Evangelisti, l'affresco avente come soggetto il Battesimo di Cristo e quelli raffiguranti i Santi Agostino, Ambrogio, Gregorio Magno e Gerolamo e l'altare laterale della Madonna della Cintura. Lozza Arcidiocesi di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Pieve di Brebbia Parrocchia di S. ANTONINO M., su parrocchiemap.it. URL consultato il 2 marzo 2021.

Lozza
Lozza

Lozza (Lòza in dialetto varesotto) è un comune italiano di 1 232 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. In epoca romana Lozza era attraversata dalla Via Mediolanum-Bilitio, una strada romana che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Luganum (Lugano) passando da Varisium (Varese). Abitata (come l'intera zona) già dal Neolitico, Lozza venne conquistata nell'Alto Medioevo dai Longobardi e successivamente dai Franchi per entrare a far parte dell'Arcivescovado di Milano verso il 1200. In questi anni appare nei documenti ufficiali come Locotia e Locia e è annessa al feudo di Varese. Nel 1648 risulta nei possedimenti della nobile famiglia dei Castiglioni di Lozza e, nel XVII secolo, il conte Marco Fabrizio vi costruì un palazzetto di villeggiatura estiva (tuttora inserito nel tessuto urbano) che appartenne alla famiglia Castiglioni fino alla fine del XIX secolo. Agli inizi del XX secolo e con il succedersi delle grandi trasformazioni socio economiche, anche Lozza subì gli effetti dell'industrializzazione e così vi sorsero vari opifici cartari e di filatura, imprese queste favorite anche dalla costruzione della vicina Ferrovia della Valmorea che fino alla metà dello stesso secolo la serviva tramite il casello di Lozza-Ponte di Vedano. Il nome del paese ha origine da diverse lingue, anche se il concetto rimane identico: Lozza (nome latino Lotia), sembra derivi dal celtico lossa o luth, parola che indica la melma di terra e rifiuti vegetali che veniva accumulata al ciglio delle strade per marcire e fornire concime per le coltivazioni. Tuttavia potrebbe derivare dal greco luma, ovvero sudiciume, evolutosi poi nel latino lutum (fango) e quindi lotza, Lozza. Ancora oggi in lingua lombarda occidentale loegia significa terra concimata e nel dialetto parlato in Canton Ticino slozz significa fradicio e nella lingua corsa lozzu vuol dire melma. Chiesa patronale di Sant'Antonino martire Chiesa di Santa Maria in Campagna 150 nel 1751 218 nel 1805 annessione a Castiglione nel 1809 331 nel 1853 Abitanti censiti La fermata Lozza-Ponte di Vedano, attivata nel 1915, era posto lungo la ferrovia di Valmorea; privata del traffico passeggeri nel 1938, fu soppressa definitivamente l'anno successivo. Lozza fu in provincia di Como dal 1801 al 1927. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lozza Sito ufficiale, su comune.lozza.va.it.

Stazione di Lozza-Ponte di Vedano

La stazione di Lozza-Ponte di Vedano era una fermata posta lungo la ferrovia Castellanza-Mendrisio, dismessa nel 1977, che serviva i comuni di Vedano Olona e di Lozza. L'impianto, che non comprendeva un fabbricato viaggiatori ma solo un casello e biglietteria, venne attivato il 31 dicembre 1915 contestualmente all'inaugurazione della tratta da Cairate-Lonate a Valmorea, avvenuta a cura della Società Anonima per la Ferrovia Novara-Seregno (FNS). L'11 dicembre 1938 il capolinea della ferrovia fu arretrato a Malnate in conseguenza degli eventi correlati con la seconda guerra mondiale e l'anno successivo la ferrovia venne ancora arretrata alla stazione di Castiglione Olona. In conseguenza di ciò il traffico passeggeri diminuì, per essere definitivamente soppresso su tutta la linea nel 1952 e lasciando alla stazione la sola funzione di luogo per l'eventuale carico e scarico delle merci. Negli anni 60 il casello fu demolito ed i passaggi a livello rimossi per permettere la costruzione della strada provinciale 57 de La Selvagna che partendo da Ponte di Vedano sale ancor oggi fino a Gazzada. Il 16 luglio 1977 l'intera linea venne definitivamente soppressa. Giovanni Cornolò, Cento anni di storia... delle Ferrovie Nord Milano, Trento, Globo Edizioni, 1979. FENIT 1946 1996, FENIT - Roma, 1996. Franco Castiglioni, Il treno in Valmorea, in I Treni, n. 101, febbraio 1990, p. 28. Giorgio Gazzola, Marco Baroni, La ferrovia della Valmorea, Regione Lombardia, 2008. Scaricabile gratuitamente su www.lavoro.regione.lombardia.it. Paolo Ladavas, Fabio Mentesana, Valle Olona Valmorea. Due nomi, una storia. La ferrovia Castellanza-Mendrisio. Editoriale del Garda, 2000. ISBN 88-85105-08-4 Ferrovia di Valmorea Lozza Vedano Olona Fotografia aerea della stazione risalente al 1953 sul sito dell'Ufficio federale di topografia, su api3.geo.admin.ch.

Stazione di Malnate Olona
Stazione di Malnate Olona

La stazione di Malnate Olona era posta lungo la ferrovia Castellanza-Mendrisio e serviva il Comune di Malnate. Fu dismessa dal servizio viaggiatori nel 1939 e fu riaperta dal 2007 al 2013 come capolinea dei treni turistici appartenenti al Club del San Gottardo (Svizzera). L'impianto venne attivato il 31 dicembre 1915 contestualmente all'inaugurazione della tratta da Cairate-Lonate alla Valmorea, avvenuta a cura della Società Anonima per la Ferrovia Novara-Seregno (FNS). L'11 dicembre 1938 il capolinea della ferrovia fu arretrato a Malnate in conseguenza degli eventi correlati con la seconda guerra mondiale. Negli anni Cinquanta del secolo scorso la ferrovia venne arretrata alla stazione di Castiglione Olona ma dalle vicine officine meccaniche Luigi Conti ex SIOME( servite da un binario dedicato) continuò a viaggiare un trattore diesel che portava le merci fino a Castiglione. Il fabbricato viaggiatori (restaurato nel 2000 da un'associazione culturale) rimane ad oggi sede dell'associazione. Nel 2007 la stazione venne riaperta con la riattivazione della tratta Cantello-Malnate per treni turistici ed in seguito fu chiusa nel 2013. Ad oggi la stazione comprende un fabbricato viaggiatori, il binario di corsa, un binario di raddoppio ed un ulteriore binario tronco. In passato esisteva anche un magazzino merci ed un secondario binario tronco che raggiungeva le adiacenti officine Conti. Giovanni Cornolò, Cento anni di storia... delle Ferrovie Nord Milano, Trento, Globo Edizioni, 1979. FENIT 1946 1996, FENIT - Roma, 1996. Franco Castiglioni, Il treno in Valmorea, in I Treni, n. 101, febbraio 1990, p. 28. Giorgio Gazzola, Marco Baroni, La ferrovia della Valmorea, Regione Lombardia, 2008. Scaricabile gratuitamente su www.lavoro.regione.lombardia.it. Paolo Ladavas, Fabio Mentesana, Valle Olona Valmorea. Due nomi, una storia. La ferrovia Castellanza-Mendrisio. Editoriale del Garda, 2000. ISBN 88-85105-08-4 Ferrovia di Valmorea Malnate Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Malnate Olona

Gaggiolo (torrente)
Gaggiolo (torrente)

Il torrente Gaggiolo, chiamato anche Lanza, Ranza, Morea o Clivio è un torrente del Canton Ticino e della Lombardia, affluente di sinistra dell'Olona. Nasce a quota 800 metri dalle pendici meridionali del Monte San Giorgio, nel comune svizzero di Mendrisio (quartiere Meride) con il nome di Gaggiolo ed attraversa la Valle Porina e successivamente i quartieri di Mendrisio di Tremona ed Arzo prima di entrare nel territorio italiano ed assumere il nome di Clivio, per poi proseguire attraverso i territori dei comuni di Clivio, Saltrio, Viggiù e Cantello, tutti in Provincia di Varese. All'altezza della frazione Gaggiolo del comune di Cantello, rientra brevemente in territorio elvetico, nel comune di Stabio, riassumendo il nome di Gaggiolo e sul punto esatto dove è ubicata la recinzione confinale, a circa 2 metri di altezza sulla verticale del corso d'acqua è posta una rete metallica che delimita i due stati. Le acque proseguono il loro corso entrando nel territorio della provincia di Como e nella Valle Morea (da cui uno dei suoi nomi) ed attraversano i comuni di Bizzarone, Rodero e Cagno prima di entrare nella provincia di Varese, attraversare di nuovo il comune di Cantello e confluire infine nel fiume Olona che raggiunge in località Folla di Malnate. Nel tratto tra Bizzarone e Malnate, assume il nome di Lanza ma è anche chiamato Ranza od Anza. I suoi maggiori tributari sono il Porcino, il Rio dei Gioghi, il Ripiantino, il Valmeggia ed il Riale Renone. La qualità delle acque del fiume è di grado accettabile. Solo alla foce, le acque sono di grado scadente. La fauna ittica comprende la trota fario, il vairone, lo scazzone e la trota iridea. Nel territorio italiano, lungo una buona parte del torrente esiste ancora il tracciato della ferrovia della Valmorea (oggi sospesa) e che un tempo collegava la città di Mendrisio con Castellanza.

Schianno
Schianno

Schianno (S’ciànn in dialetto varesino) è una frazione parte del territorio comunale di Gazzada Schianno in provincia di Varese: si trova ad est del centro abitato, verso Lozza. Costituì un comune autonomo fino al 1927. Schianno è citato per la prima volta in un documento del 852 proveniente dal Monastero di Sant’Ambrogio di Milano e poi indicato come “Sgiano” negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano nel 1346. Schianno fu poi compreso nel feudo della Fraccia superiore di Varese prima dei Girami (1538), poi dei Visconti (1538), feudo donato nel 1647 ai Visconti Borromeo ed infine ereditato nel 1750 dai Visconti Borromeo Arese. Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 300 abitanti, nel 1786 Schianno entrò per un quinquennio a far parte nella Provincia di Gallarate poi divenuta Provincia di Varese. Alla proclamazione del Regno d'Italia napoleonico nel 1805 risultava avere 364 abitanti. Nel 1809 il municipio fu soppresso a seguito del decreto 4 novembre 1809 b), che lo aggregò all'allora comune di Bizzozero tornando in seguito autonomo nel 1816 con il Regno Lombardo-Veneto, al ritorno degli austriaci. L'abitato crebbe poi discretamente, tanto che nel 1853 risultò abitato da 589 anime, salite a 646 nel 1871, con un andamento positivo che continuò in tutta la seconda metà del XIX secolo, tanto che nel 1921 si registrarono 987 residenti. Nonostante ciò, però, nel 1927 il fascismo decise la definitiva soppressione del comune, unendolo a Gazzada, nel nuovo comune di Gazzada Schianno Lombardia Beni Culturali - Schianno, su lombardiabeniculturali.it.