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Aviosuperficie Marchesane

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Italy provincial location map 2016
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L'aviosuperficie Marchesane è un'aviosuperficie italiana situata a Bassano del Grappa in provincia di Vicenza. L'aviosuperficie su ulm.it L'aviosuperficie su volarecon1.altervista.org

Estratto dall'articolo di Wikipedia Aviosuperficie Marchesane (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Aviosuperficie Marchesane
Via A. Nonis,

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Latitudine Longitudine
N 45.755278 ° E 11.693333 °
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36063
Veneto, Italia
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Italy provincial location map 2016
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Luoghi vicini

Parco Civiltà delle Rogge
Parco Civiltà delle Rogge

L'area rurale della “Civiltà delle Rogge”, detta comunemente parco delle Rogge, è un'area naturale protetta che si estende nei territori dei comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano e Rosà, in provincia di Vicenza, Veneto. Insiste su un territorio di circa 250 ha, di cui circa 150 ha nel comune di Rosà. Il suo carattere rurale è considerato di particolare interesse dalle comunità locali in virtù dei suoi aspetti paesaggistici, etnoantropologici e quale testimonianza di civiltà. Lo status giuridico dell'area, identificata negli strumenti urbanistici dei tre comuni e sottoposta a particolare disciplina urbanistica, è stata ed è tuttora oggetto di discussione tra gruppi locali, alcuni dei quali la vorrebbero identificata come "parco naturale di interesse locale" ai sensi dell'art. 27 della Legge regionale del Veneto 16 agosto 1984, n. 40, recante "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali". Il presupposto di tale posizione trae origine dalle delibere della Giunta della Regione del Veneto n.801/2002, 1272/2002 e 3283/2002, di approvazione dei piani urbanistici dei comuni coinvolti, le quali dispongono che tale area sia identificata quale "parco di interesse locale". Sul punto, altre posizioni evidenziano il difetto di attribuzione degli atti. L'estremo nord dell'area è delimitato dalla strada provinciale 111 (Nuova Gasparona), mentre all'estremo sud la zona è delimitata dalla strada provinciale 58 (Ca' Dolfin). Il confine est lambisce via Molino in località Baggi di Rosà, mentre il lato più ad ovest si estende lungo il confine fra Quartiere Pre di Bassano del Grappa e il comune di Cartigliano. All'interno della zona rurale, derivata in gran parte dai terreni della famiglia nobiliare Morosin, si snoda una rete di antiche rogge di irrigazione costruite nei secoli sotto varie dominazioni. L'area costituisce dunque una preziosa testimonianza dell'antica struttura fondiaria della zona. Nel territorio descritto si trovano anche una delle ultime strade romane non asfaltate rimaste in Veneto, il decumano DD IX detto Cavinón (cioè grande cavìn, parola che in lingua veneta indica un sentiero di delimitazione fra i campi), e una piccola chiesa di epoca longobarda, la chiesetta di San Giorgio. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Civiltà delle Rogge

Borgo Zucco
Borgo Zucco

Borgo Zucco è un quartiere del comune italiano di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Fa parte della prima periferia della città, localizzandosi subito a sud del Centro Storico. Con appena 0,32 km² di superficie, Borgo Zucco è il quartiere di Bassano meno esteso. Il suo perimetro definisce un'area allungata da nord a sud e stretta fra il Centro Storico, Santa Croce, Merlo, San Lazzaro, San Fortunato. A nord è delimitato da via del Cristo, a est da viale De Gasperi, a sud da via mons. Rodolfi e a ovest dall'asse strada Cartigliana-via Zilotti. Dal punto di vista urbanistico, la metà settentrionale del quartiere, a nord di viale Moro, è occupata da aree residenziali, mentre nella parte sud si trova una piccola zona industriale. Resistono ancora alcuni terreni agricoli, specie nella zona meridionale. Nella zona residenziale si trovano due parchi pubblici e un parco a proprietà parzialmente pubblica e parzialmente privata. Borgo Zucco era originariamente il nome di una piccola borgata che in passato si trovava nella campagna circostante il centro della città: la zona fa parte di uno degli antichi quartieri di Bassano, noto già nel 1262 come quartiere "de Caxerio" o "Caxero" (la x ha pronuncia sonora come ven. xe e ingl. xylophone, come testimoniato dalle successive trascrizioni italiane "casèr" con s sonora). A partire dagli anni sessanta—settanta del ventesimo secolo, la zona di Borgo Zucco si è in parte urbanizzata e, quando il comune è stato suddiviso amministrativamente in quartieri, il nome Borgo Zucco è stato esteso al nuovo quartiere. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgo Zucco

Valrovina
Valrovina

Valrovina è una frazione di Bassano del Grappa in provincia di Vicenza. Sorge ai piedi dell'Altopiano dei Sette Comuni, in un territorio collinare ricco in sorgenti ed attraversato da alcuni torrenti. L'omonima parrocchia dipende dalla diocesi di Vicenza. Il toponimo si lega al latino ruina, in riferimento alle devastazioni causate in passato dai disastri naturali. Valrovina è una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra l'XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260. Il suo nome è documentato per la prima volta nel 1175 in una citazione notarile in cui in un corposo elenco di bassanesi compare "Martinelus de Valruina" (Verci, Codice Eceliniano, pag. 452). Nel 1262 ritroviamo una citazione del nome in riferimento alla chiesa "San Ambrosii di Valleruina" di questo villaggio. Anticamente apparteneva al territorio della Federazione dei Sette Comuni come "Contrada Annessa". Fino al 1812 si hanno notizie della "Vicinìa di Valrovina" a cui facevano capo: Silàn, Calùga, Contrà, Cima il Collo, Campièn, Fagarè, Ròvole, Rùbbio. Scrive il Maccà nel 1812: "È colonnello, ossia contrada annessa ai Sette Comuni, e gode le stesse immunità, provilegi, esenzioni, e comodità, che godono essi. Oggidì, pianta il tabacco per l'appaltatore pubblico, il quale dà a quelli che tabaccano le loro porzioni." Valrovina, dopo lo scioglimento della Federazione dei Sette Comuni, divenne Comune, Rubbio (la parte nord-ovest) una sua frazione in cui manteneva un cappellano: nel 1938 fu accorpata al Comune di Bassano del Grappa con la zona di Rubbio e i secolari boschi e alpeggi di Vallerana. Significativa è la Festa del Maron (tipico frutto della zona) che si svolge dal 1974, nel mese di ottobre. Pare esistesse già nel XIII secolo. Di certo è attestata nel Quattrocento, quando era dotata di un proprio cimitero e di un proprio rettore, benché dipendente dalla pieve di Sant'Eusebio di Angarano. Le rimase affiliata anche dopo l'istituzione della parrocchia, nel 1475. Nel corso dei secoli l'edificio fu più volte rinnovato. L'attuale parrocchiale venne costruita tra il 1867 ed il 1876 su progetto di Angelo Tescari. L'edificio fu restaurato nel 1970-71, concluso con la consacrazione del vescovo ausiliare di Vicenza Carlo Fanton del 3 ottobre di quell'anno. Vi sono conservate opere di grande valore artistico. L'altare maggiore, in legno dorato, è dei Marinali (1685). In una nicchia si trova la Madonna del Rosario con il Bambino e i santi Ambrogio, Antonio, Rocco e Sebastiano, opera cinquecentesca di Francesco dal Ponte; attorno sono disposte quindici tavolette dipinte raffiguranti i misteri del Rosario. È attribuita a Jacopo dal Ponte la Madonna tra i santi Rocco e Sebastiano e provengono sempre dall'ambito dei dal Ponte la Crocifissione (XVI secolo) e il San Valentino in gloria (XVII secolo). Pregevole anche un'icona di anonimo raffigurante una Madonna con Bambino (XV secolo). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valrovina

Museo Cappeller
Museo Cappeller

Il Museo Cappeller è un piccolo museo naturalistico situato a Cartigliano, in provincia di Vicenza, all'interno del parco faunistico Cappeller. Istituito nel settembre 2009 in occasione del bicentenario della nascita del naturalista Charles Darwin (1809-1882), è gestito dalla Fondazione Museo Cappeller. Il Museo Cappeller è strutturato in due sale: la prima è interamente dedicata all'evoluzione dell'uomo e la seconda, ulteriormente suddivisa in 6 sezioni, in cui sono esposte collezioni di esemplari tassidermizzati. "È un viaggio attraverso i continenti, seguendo le rotte che Darwin percorse con il brigantino Beagle, per scoprire gli animali che li popolano". Alfred Wegener (1880-1930) riuscì a spiegare il perché molti fossili di animali si potevano trovare in continenti anche molto lontano tra loro. Infatti, il geofisico e meteorologo teorizzò che, circa duecento milioni di anni fa, esistesse un unico continente, la Pangea, il quale era circondato da un unico oceano, il Panthalassa. Il viaggio alla scoperta dell'origine inizia con il più antico primate conosciuto, vissuto 70-65 milioni di anni fa, simile all'attuale tupaia; risalgono infatti a quell'epoca i resti fossili di un animale, Purgatorius, poco più grande di uno scoiattolo, che viveva sugli alberi e aveva caratteristiche anatomiche intermedie tra gli Insettivori e i Primati odierni. Da questo primate si originarono le antiche proscimmie aventi caratteristiche (lunghe braccia, pollice opponibile, polpastrelli sensibili, ecc.) che li resero agilissimi acrobati nelle foreste. Parco faunistico Cappeller Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo Cappeller Sito ufficiale, su museocappeller.it.

Angarano
Angarano

Angarano (Angaràn in veneto) è un quartiere del comune di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Il toponimo viene comunemente esteso anche alle zone limitrofe, come Sant'Eusebio. Benché oggi si presenti come un'appendice di Bassano estesa a ovest del Brenta, per lungo tempo Angarano ha rappresentato una comunità a sé stante con una propria identità storica. Qui vi era già un insediamento paleoveneto precedente all'arrivo dei romani, da cui invece ha derivato il nome (fundus Ancharianus) e acquistò importanza nel medioevo come feudo dell'omonima famiglia. A nord del centro, nei pressi della pieve di Sant'Eusebio, sorgeva un fortilizio che ebbe una certa importanza in epoca ezzeliniana; fu distrutto nel 1312 durante la guerra tra Padova e Cangrande della Scala. Sotto Napoleone rappresentò un comune autonomo inquadrato nel dipartimento del Bacchiglione e nel cantone di Marostica. L'ente venne soppresso nel 1812 per divenire frazione di Bassano. Nell'ambito della prima guerra mondiale dalla fine del mese di maggio 1916 fino al 30 luglio successivo il campo di aviazione era sede della 28ª Squadriglia. Citata per la prima volta nell'inventario dei beni del Comune di Vicenza del 1262, potrebbe essere sorta all'inizio dello stesso secolo accanto a un ospizio gestito dall'Ordine della Santissima Trinità. Un'iniziativa simile si dovette verificare per la chiesa della Santissima Trinità di Schio e non è un caso se entrambe si trovavano lungo la via pedemontana che collegava il Piave a Verona. Subì una prima ricostruzione a partire dal 1460, finanziata grazie a vari lasciti testamentari. Nel 1521 fu visitata dal vescovo Francesco Soderini, il quale notò che i lavori di rifacimento non era ancora stati conclusi. Nel 1740 si iniziò un'altra riedificazione su progetto dell'architetto Giovanni Miazzi e fu consacrata il 26 luglio 1761. Già dipendenza della pieve di Sant'Eusebio, la chiesa divenne parrocchiale nel 1878. Delle opere qui conservate, si ricorda la pala con la Santissima Trinità di Jacopo Bassano. Nota anticamente come San Donato in capite pontis per la vicinanza al ponte di Bassano, ci è nota a partire dal 20 ottobre 1227, quando papa Gregorio IX la confermò all'Ordine dei frati minori assieme al convento annesso. Nel 1337 i monaci si trasferirono nella chiesa di San Francesco, nel centro di Bassano, e da allora la chiesa attraversò un periodo di abbandono. Risalgono al XV secolo diversi lasciti per finanziare la manutenzione dell'edificio. Passato in tempi recenti alla diocesi di Vicenza, il complesso ha subito un'importante opera di recupero. Nella chiesa è esposta la Madonna con i santi Michele e Donato di Francesco Bassano il Vecchio, mentre nel loggetta esterna del convento si trova una statua di Sant'Antonio, unica nel suo genere perché il santo non tiene il Bambino tra le braccia, ma un libro in cui sono riportati i Sequeri a lui stesso attribuiti. Una tradizione ricorda come questo luogo ospitò l'incontro tra i santi Antonio e Francesco. Sussiste ancora la cella dove il frate padovano si sarebbe ritirato a pregare. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Angarano Angarano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Palazzo Bonaguro

Palazzo Bonaguro è un edificio storico del XV secolo situato vicino al Ponte vecchio nel quartiere di Angarano a Bassano del Grappa, nella provincia di Vicenza nel Veneto. È una delle quattro sedi dei musei civici di Bassano. L'edificio ha avuto origine nel XV secolo ed è appartenuto alla famiglia veneziana dei Veggia fino agli inizi del XVII secolo. Il palazzo era articolato in un complesso padronale dotato di colombara (colombaia) e protetto da un muro di cinta. Gli antichi proprietari costruirono inoltre uno scenografico giardino ricco di statue allegoriche, percorsi prospettici, fontane, secondo il gusto cinquecentesco che conferirono al podere una veste monumentale. La proprietà era situata in terre coltivate a vigneti e frumento ben rappresentato nelle statue. All'abbellimento del palazzo, in virtù dei gusti e delle disposizioni delle varie famiglie che l'hanno posseduto dal XVII al XX secolo hanno contribuito i Querini, i Correr, gli Albertoni e i Giaconi Bonaguro. Dal 1969 appartiene al Comune di Bassano che lo utilizza in occasione di mostre o altri eventi culturali. All'interno del palazzo, imponente e di struttura simmetrica, sono disposti grandi saloni centrali sovrapposti, raccordati con scale e circondati da circuiti di stanze, mentre nella parte interrata vi sono cantine con volte in laterizio. Alcuni elementi decorativi appartengono alla tradizione locale bassanese, come le cordonature delle finestre dai profili arcuati, le fasce in cocciopesto e le serliane del piano nobile, mentre altri elementi sono riconducibili alla tradizione veneziana, come la grande scala con i portali di accesso alla stessa, alcuni elementi della facciata nord, le statue dell'esedra e l'edicola – fontana. Fin dalle origini, l'interno, dell'edificio era ampiamente affrescato, con incrementi decorativi avvenuti nel Cinquecento, testimoniati dalla raffigurazione di un banchetto di dame e gentiluomini, secondo il celebre tema proposto in quell'epoca da Paolo Veronese. Di epoca più recente, riconducibile all'Ottocento, si può ammirare il decoro a soffitto in una stanza del secondo piano raffigurante medaglioni con teste maschili e femminili. Agostino Brotto-Pastega, Il Bonaguro, ossia il palazzo dei mercanti veneziani Veggia in terra vicentina, Bassano del Grappa, 1994 Michela Zonta, Palazzo Veggia-Bonaguro: progetto di recupero, Venezia, Universita degli studi, 1996 Palazzo Sturm Palazzo Bonaguro, su Musei di Bassano del Grappa, Comune di Bassano del Grappa (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).