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Sanbàpolis

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Sanbàpolis Campo sportivo
Sanbàpolis Campo sportivo

Sanbàpolis è un centro polifunzionale di Trento. Di proprietà dell'Opera Universitaria, ospita un palazzetto dello sport, un teatro, una palestra di roccia, sale fitness e uffici.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Sanbàpolis (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Sanbàpolis
Via della Malpensada, Trento San Bartolomeo

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N 46.046244 ° E 11.133107 °
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Indirizzo

Studentato San Bartolameo

Via della Malpensada
38128 Trento, San Bartolomeo
Trentino-Alto Adige, Italia
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Sanbàpolis Campo sportivo
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Luoghi vicini

Stazione di Trento San Bartolameo
Stazione di Trento San Bartolameo

La stazione di Trento San Bartolameo (prima del 14 dicembre 2008, stazione di San Bartolameo) è una fermata ferroviaria della ferrovia della Valsugana, posta tra la fermata di Trento Santa Chiara e la stazione di Villazzano. È una delle undici stazioni situate all'interno del territorio comunale di Trento. La fermata fu istituita il 9 dicembre 2007 con l'introduzione del cambio d'orario per il 2008. La denominazione originaria dell'impianto, San Bartolameo, riprende quella del quartiere San Bartolomeo. È collocata nei pressi dell'omonimo studentato universitario: un villaggio adibito all'alloggio degli studenti dell'Università degli Studi di Trento. Il 14 dicembre 2008, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) cambiò il nome dell'impianto in Trento San Bartolameo. La fermata si trova in posizione sopraelevata rispetto agli appartamenti universitari, lungo il versante est di quello che è conosciuto come "colle di Villazzano". L'architettura ricalca lo stile impiegato per la vicina stazione di Santa Chiara. Il marciapiede è lungo 150 m. L'accesso al binario passante è permesso tramite rampe di scale. L'impianto ferroviario è servito dai treni regionali che hanno come destinazioni Trento, Borgo Valsugana Est, Bassano del Grappa, Venezia e Padova. Trovandosi all'interno del comune di Trento, è raggiungibile dal centro cittadino utilizzando i biglietti e le tariffazioni del trasporto urbano. Trento Valsugana Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Trento San Bartolameo

San Bartolomeo (Trento)
San Bartolomeo (Trento)

San Bartolomeo è un quartiere che si trova nella zona sud della città di Trento. Assieme ai quartieri Bolghera, Madonna Bianca, Clarina, con cui confina, e con i quartieri Casteller, Man e Villazzano Tre forma la circoscrizione amministrativa numero 10 di Oltrefersina del Comune di Trento. Il quartiere di San Bartolomeo è sorto alla periferia sud di Trento negli anni 50 del XX secolo come esigenza della città di fornire alloggi a famiglie numerose di operai ed artigiani. Curiosa la toponomastica comunale con la dicitura "San Bartolameo", con la "a" rispetto al vero nome "San Bartolomeo", con la "o". Il quartiere fu inizialmente caratterizzato dalla presenza di diverse palazzine, 13 in tutto, note come "palafitte" per le colonne portanti a vista, case popolari costruite nell'immediato dopoguerra con gli aiuti del piano Marshall per far fronte alle numerose richieste di abitazioni. Assieme alle cosiddette "americane", quattro casette edificate nel 1954, furono affittate a canone agevolato a giovani famiglie numerose. Le palafitte ospitavano a piano terra attività commerciali, quali macelleria, parrucchiere, pane e latte, tabaccaio, fruttivendolo, mercerie, bar. Dopo anni di degrado le palafitte furono via via liberate ed abbattute, a più riprese, nel 2006 e nel 2014. Il quartiere oltre ad abitazioni civili ospita la scuola secondaria di primo grado "Othmar Winkler", una scuola per l'infanzia, un asilo nido, l'istituto di formazione professionale “Sandro Pertini”, il Centro Teatro "Olmi 24", la questura di Trento, lo studentato universitario di San Bartolameo, noto come "Sanbapolis", con palazzetto dello sport, la chiesa del Sacro Cuore, la chiesetta cimiteriale di San Bartolomeo, la RSA San Bartolomeo, una stazione ferroviaria della linea (Trento – Venezia), e un piccolo parco cittadino titolato a Enrico Pruner. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Bartolomeo Studentato San Bartolameo, su operauni.tn.it. URL consultato il 20-12-2021.

Chiesa di San Bartolomeo (Trento)
Chiesa di San Bartolomeo (Trento)

La chiesa di San Bartolomeo è una chiesa adibita al culto cattolico situata nel comune di Trento. Fa parte dello stesso quartiere di San Bartolomeo anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. La chiesa di San Bartolomeo, circondata dal cimitero, una delle più antiche di Trento, è orientata verso oriente e si arrocca sul colle omonimo in posizione privilegiata sulla città. L'edificio religioso, risalente al periodo romanico (1100-1200), era già documentato nel 1183 come appartenente al capitolo del duomo e, dopo duecento anni divenne curazia di Villazzano, ovvero un territorio parrocchiale parzialmente sottratto al suo parroco e dato in cura ad un curato. Attualmente la chiesa è officiata saltuariamente, ad esempio come ultima stazione della Via Crucis che sale il colle, o per la commemorazione dei fedeli defunti. La struttura medievale è ancora ben visibile osservando: alcune strutture esterne; la facciata a due spioventi; l'abside poligonale; il campanile a tetto piramidale. Risalgono a una trasformazione seicentesca l'arco santo, la sopraelevazione della navata, l'apertura di finestre a lunetta e l'ampliamento lungo il fianco sinistro con una cappella a pianta rettangolare. Il giorno 26 giugno 1974, su ordine dell'arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, l'area dal rio Salè e dalla ferrovia della Valsugana, venne distaccata dalla parrocchia di Villazzano e venne unita alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Da quando nel 1963 vi fu la registrazione da parte della Soprintendenza alle Belle Arti come "edificio di notevole pregio storico-artistico", fu possibile nel 1991 effettuare un restauro quasi completo: le strutture interne, dove sono stati ripristinati gli intonaci originali; le strutture esterne, in cui si comprende anche il tetto. Nel 1995 fu ritrovata nella chiesa cimiteriale una piccola scultura raffigurante la Madonna con Bambino, un'opera in legno di cirmolo il cui autore, ignoto, appartiene alla cultura gotica d'Oltralpe del XIII - XIV secolo. Ad oggi è possibile vederla all'interno della chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Risalgono al 2023 i lavori di restauro dell'altare ligneo sito nella cappella laterale sinistra dedicata alla Vergine del Rosario. Arcidiocesi di Trento Chiesa del Sacro Cuore di Gesù Chiese di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Bartolomeo Chiesa di San Bartolomeo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Madonna Bianca (Trento)
Madonna Bianca (Trento)

Madonna Bianca è un quartiere che si trova nella zona sud della città di Trento. Assieme a Bolghera, Casteller, Clarina, Man, San Bartolomeo e Villazzano Tre forma la circoscrizione amministrativa numero 10 di Oltrefersina del comune di Trento. Progettato nel 1968 e costruito in pochissimo tempo, agli inizi degli anni settanta, su una zona prima occupata da qualche maso con campagna e vigneti, il quartiere ha da subito suscitato polemiche per la sua struttura avveniristica. Dalla concezione urbanistica estremamente moderna il quartiere offre sin dalle origini ampie zone di verde, con vialetti che separano nettamente i movimenti pedonali dal traffico automobilistico. Al centro del rione vennero costruite la scuola per l'infanzia ed elementare, la chiesa di Madonna Bianca, a forma di tenda, oltre alla piscina, oggi dedicata al costruttore Ito Del Favero, un centro sociale per negozi e servizi, che dal 1977 ospita anche una biblioteca comunale. Lo sviluppo verticale delle Torri, e quello orizzontale delle case a schiera, con elemento dominante il cemento, permise di soddisfare una esigenza dell'inurbamento di quell'epoca. Il quartiere è caratterizzato dalla presenza di diversi palazzi, noti ai più come le "Torri di Trento", ben distinguibili da tutte le zone della città poiché alte 13 piani, costruiti negli anni Settanta e Ottanta. Due dei progettisti, l'architetto Marcello Armani e l'ingegner Luciano Perini, hanno partecipato alle festa dei 40 anni delle Torri nel 2015. Il terzo progettista è l'architetto Efrem Ferrari. Il comune di Trento negli anni propone un intervento di restauro anche economicamente sostenibile. Nel 2012 un progetto di riqualificazione delle Torri di Madonna Bianca è stato selezionato ed esposto alla Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2013 al tema è stato dedicato il convegno "Riqualificazione del quartiere Torri di Madonna Bianca in una città in continua trasformazione". Nel 2014, nuovamente a Venezia, è organizzata la mostra-seminario "Progetto Torri di Trento". Infine, grazie al fondo europeo Horizon 2020 l'Europa ha dato il via al progetto Stardust per la riqualificazione di 3 delle 14 torri del quartiere. Il progetto dello studio di architettura Campomarzio è stato presentato nel 2018. Le opere di riqualificazione energetica ed efficientamento sismico, mantenendo il concept originale, prendono il via nel 2022. Nel 1976 nel quartiere fu costruito un centro sportivo con due piscine coperte, bar e un'area solarium. Nel 2010 il centro, rimodernato, fu dedicato all'ing. Ito del Favero (23.11.1911 - 13.02.2000), costruttore edile del quartiere e presidente in carica dal 1952 della società polisportiva "Rari Nantes Trento", fondata il 15 maggio 1930, che negli anni si è concentrata nella pratica del solo nuoto. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Madonna Bianca

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Trento, capoluogo)
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Trento, capoluogo)

La chiesa del Sacro Cuore di Gesù è un luogo di culto cattolico situato a Trento. La chiesa parrocchiale del rione di San Bartolomeo fu eretta su progetto dell'architetto trentino Efrem Ferrari ed ultimata nel 1963. È dedicata al Sacro Cuore di Gesù. L'edificio a pianta centrale risulta essere la elegante composizione di forme semplici, ma ricche di significati simbolici. La base rotonda, rivestita accuratamente in pietra calcarea regolare, ha come riferimento diretto la perfezione divina ed il cerchio ne è la evidente rappresentazione; emerge poi un corpo di forma ottagonale, sapiente citazione del numero "8" dedicato alla Madonna, con una copertura movimentata a falde che si chiudono nella lanterna sommitale. In direzione est è ben visibile il presbiterio che fuoriesce dalla forma centrale come uno spicchio dell'ottagono. I materiali impiegati, calcestruzzo a vista, cotto, granito e vetro, sono accostati in modo sapiente ed evidenziano gli elementi strutturali e di decoro della costruzione. Nell'anno 2000 è stata ristrutturata la facciata della chiesa con pregevoli mosaici e il portale in bronzo progettati dallo scultore don Luciano Carnessali che ha espresso, attraverso le sue doti artistiche, una vera catechesi, alla maniera delle chiese di un tempo. Le formelle dell'anta sinistra rappresentano scene tratte dall'Antico Testamento, mentre quella di destra sono relative ad episodi tratti dal Nuovo Testamento. La parte in alto, non apribile, rappresenta l'Annunciazione alla Vergine Maria. Nel mosaico ai lati del portale troviamo raffigurato l'incontro di Gesù al pozzo con la donna samaritana e l'episodio in cui Gesù risorto spezza il pane con i discepoli di Emmaus. La parte di mosaico collocata nel timpano rappresenta il Sacro Cuore che dona il suo amore alla comunità. La semplicità delle forme contraddistingue anche l'interno. Qui sono riconoscibili sia il cerchio perimetrale che l'ottagono centrale descritto dai pilastri portanti. Lo sviluppo verticale del volume centrale contribuisce a creare un'atmosfera spirituale preziosamente arricchita dalle vetrate dell'artista vicentino Giorgio Scalco; sono qui rappresentate con marcati contrasti cromatici la Via Crucis, lungo tutto il nastro circolare della parte bassa, ed alcune immagini astratte ispirate a titoli del Sacro Cuore, nella parte alta dell'ottagono. Nel 1987 lo spazio presbiteriale viene rivisto per la necessità funzionale di avere un luogo di culto più raccolto per la preghiera. Si procede così all'erezione della Cappella del Santissimo, aperta al culto nel 1987. Le dimensioni della cappella e l'impiego discreto dei materiali (metallo e vetri a specchio) non turbano l'equilibrio della struttura originaria. Il 30 marzo 1987 viene iniziato l'affresco dell'altare ad opera del pittore Marco Bertoldi, parrocchiano, così da arricchire la chiesa di una nuova opera d'arte. L'affresco è ricco di elementi figurativi desunti dalla Bibbia che aiutano l'uomo a vivere con intensità l'esperienza di Dio. Dello stesso artista sono i due quadri della Vergine (1978) e di San Giuseppe (1979) sugli altari laterali, in seguito spostati sulle pareti. Sull'altare sinistro trova così spazio il tabernacolo, la cui formella, ad opera dello scultore don Marco Morelli, rappresenta l'incontro stupefatto dei discepoli di Emmaus con Cristo risorto. Dello stesso autore il Cristo della Fede opera scultorea lignea che viene collocata nel presbiterio nel marzo 2016. Nel 2018 la mensa in granito rosso dell'altare principale viene ridotta di un metro per renderla consona alle dimensioni dell'aula. All'interno della chiesa è custodita una scultura in legno di cirmolo scolpito intagliato e dipinto, raffigurante una Madonna con Bambino (cm 70×25×14 circa) proveniente dalla vicina chiesa cimiteriale di San Bartolomeo in Trento, dove fu ritrovata nel 1995 nascosta nella nicchia di un altare laterale. La statua presentava una colorazione uniforme grigio-biancastra dovuta a depositi di sporco a ad una spessa ridipintura che a sua volta occultava strati di colore stesi nel corso del tempo. Aristocratica ed elegante come una giovane dama la Madonna, a figura intera ed eretta, indossa una lunga vesta di colore rosso ed un ampio mantello blu. Con il braccio sinistro regge con naturalezza il Bambino benedicente, vestito di una semplice tunica verde, che con la mano sinistra sostiene un libro, il Vangelo. Le due figure si impongono per la loro esplicita arcaicità, che rimanda a stilemi romanici addolciti da panneggi e posture di marca gotica. La preziosa scultura è da attribuirsi ad ignoto artista di formazione alpina attivo sul principio del trecento. Il modello figurativo di riferimento è la Madonna con Bambino del Santuario di Oropa (Biella), opera in legno policromo di scuola aostana concordemente datato attorno al 1295. Nel periodo natalizio la chiesa ospita un presepe artistico ideato negli anni 1988 - 89 con poche casupole di sassi e legno. Negli anni successivi è stato integrato con altre case, un'officina, il caseificio e una segheria, funzionanti, ispirate a fabbricati esistenti all'epoca nelle Valli di Sole e di Rabbi dove i ragazzi trascorrevano i campeggi estivi. Arcidiocesi di Trento Chiesa di San Bartolomeo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa del Sacro Cuore di Gesù Parrocchia Sacro Cuore, su parrocchiasacrocuoretn.it. URL consultato l'8 novembre 2015. Foto di Dino Danieli 16-03-2013 (JPG), su static.panoramio.com. URL consultato l'8 novembre 2015.

Villa O' Santissima
Villa O' Santissima

Villa O' Santissima (già Villa Garbari, villa Zelgher e villa Taxis) è un complesso di edifici situato a Man Sant'Antonio, sobborgo di Trento nella circoscrizione di Oltrefersina. Appena ad est si elevano i condomini detti "torri di Madonna Bianca", mentre a nord si trova la moderna chiesa parrocchiale di San Rocco. Accanto alla villa si trova anche una sequoia piantata nel 1870, alta oltre trenta metri. Le origini dell'edificio si collocano nel XVII secolo, quando è documentata una struttura in quel luogo, chiamata "Maso Magor" (o "Malgor"), di proprietà di un tal Ottaviano Rovereti; nella seconda metà del secolo venne costruita la chiesetta dedicata alla Visitazione di Maria, attestata con certezza dal 1676. Il maso, ingranditosi nel corso degli anni e trasformato in una residenza nobiliare dalla famiglia Rovereti (o Roveretti), venne ipotecato nel 1855 per costituire la "fondazione pia Rovereti", voluta per disposizione testamentaria da Giacomo Rovereti de Freiberg (sommo scolastico del Capitolo della cattedrale di Trento morto nel 1698); gli obblighi posti dal fondatore prevedevano anche il mantenimento in buono stato della cappella, che venne in effetti restaurata nel 1857. Nel 1859 l'edificio fu acquistato da Giuseppe Rossi; nel 1894 alcune particelle di terreno vennero espropriate per la costruzione della ferrovia della Valsugana, e l'anno seguente la villa passò a Giuseppe Garbari, commerciante appassionato di botanica, che allestì nel terreno adiacente un grande parco romantico con oltre novanta specie di piante esotiche. Nel 1913 la proprietà passò ai conti Gustavo ed Elena Sizzo de Noris, quindi nel 1920 a Giovanni Zelgher o Zelger, poi dal 1939 a Teresa Cristina di Sassonia-Coburgo-Koháry e a suo marito Lamoral dei conti Taxis di Bordogna e Valnigra, il cui stemma appare sulla chiave di volta del portale di accesso. Nel 1954 (o 1958) entrarono nella villa le suore Figlie della Chiesa, che la ribattezzarono "villa O' Santissima" e la fecero ampliare, aggiungendo due grandi fabbricati ai lati con ambienti di varia natura, inclusa una nuova chiesa intitolata a Maria Regina Ecclesiae. Dal 1980 alcuni locali della villa ospitarono le funzioni della neo-istituita parrocchia di San Rocco, fino alla costruzione della vicina chiesa parrocchiale, terminata nel 2001: l'ex serra e l'ex aula mensa per le messe festive, e la cappella seicentesca per quelle feriali. Le suore lasciarono la struttura nel 1982; la maggior parte del parco adiacente venne ceduta al comune di Trento, permettendone l'apertura al pubblico (come "Giardino storico Garbari"), e nel 1984 la villa divenne proprietà della "Fondazione Diocesana o'Santissima" che, dopo alcuni interventi, avrebbe dovuto adibirla a centro di attività pastorali e spirituali, cosa che però non avvenne. Dal 2000 al 2006 la villa ospitò i pazienti dell'erigenda RSA di Povo, dopodiché venne sigillata, portando ad un periodo di abbandono e degrado. Nel 2015 la "cooperativa SAD" acquistò la villa dall'arcidiocesi di Trento, con lo scopo di trasformarla in un centro di servizi sociali, culturali e assistenziali di varia natura; il cantiere è partito nel 2021 e i lavori prevedono, oltre al restauro della villa storica e di alcune delle sue pertinenze, l'abbattimento di due fabbricati di metà Novecento e la loro sostituzione con una struttura più moderna. Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa O' Santissima

Villazzano Tre
Villazzano Tre

Villazzano Tre è un quartiere che si trova nella zona sud della città di Trento. Assieme a Bolghera, Casteller, Clarina, Man, San Bartolomeo e Madonna Bianca forma la circoscrizione amministrativa numero 10 di Oltrefersina del comune di Trento. Il quartiere, nato nel 1976, è un'estensione urbanistica del quartiere di Madonna Bianca, poco più a valle, di cui riprende pari pari l'architettura delle torri e delle case a schiera. Questa caratterizzazione rende il quartiere studiato dal punto di vista dell'architettura urbanistica, in quanto interessante esempio di addizione urbana . Villazzano 3 è disgiunto dal quartiere di Madonna Bianca dalla cesura dovuta alla Ferrovia della Valsugana, dalla quale, considerando il tracciato tortuoso di questo tratto, è praticamente racchiuso. Il quartiere è stato oggetto di studio per l'adeguamento ai cambi generazionali in alcune tesi di laurea e in studi di settore. Del quartiere fa parte anche la zona denominata Man-Sant'Antonio composta principalmente da abitazioni di tipo mono o bi-familiare, alcune delle quali organizzate a schiera. Nel quartiere si trovano, oltre alle abitazioni civili, la moderna chiesa di San Rocco sita accanto alla storica residenza nobiliare Villa O' Santissima, ristrutturata nel 2023, un asilo nido, una scuola materna, la scuola paritaria di primo grado Rudolf Steiner e la scuola di formazione professionale ENAIP Trentino. Nel quartiere è cresciuta l'attrice Paola Calliari. All'altezza del sottopasso della ferrovia che collega i due quartieri si diparte un piccolo parco cittadino intitolato al giornalista Ottone Cestari, con fontanelle e giochi per bambini, con un percorso pedonale che conduce all'ingresso del Giardino Garbari, un parco giardino storico, di tipo romantico, ricco di rare specie arboree ed arbustive, alcune delle quali esotiche, portate dall'imprenditore Giuseppe Garbari tra il 1895 ed il 1913, e contenente esemplari riconducibili all'impianto de'Roveretti (XVI-XVII sec.). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villazzano Tre