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Aeroporto di Venaria Reale

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Agusta Bell AB 206A MM80868 Esercito
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L'aeroporto di Venaria Reale è un aeroporto militare italiano situato a 5 km a nord della città di Torino, nel territorio del comune di Venaria Reale. La struttura, intitolata alla memoria di Mario Santi, è dotata di due piste in erba lunghe 600 e larga 30 m la principale, e 400 m la secondaria. L'orientamento della pista principale è RWY 15-33. L'aeroporto è gestito dall'Esercito Italiano ed è sede del 34º Distaccamento Permanente "TORO" dell'Aviazione dell'Esercito. È il primo e più antico scalo aeroportuale militare italiano, poiché fondato nel 1909.

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Aeroporto di Venaria Reale
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Aeroporto di Venaria Reale (Aeroporto Militare "Mario Santi")

Allea di Terrazza
10078 , Altessano
Piemonte, Italia
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Luoghi vicini

Parco naturale La Mandria
Parco naturale La Mandria

Il parco naturale La Mandria è un'area naturale protetta situata tra il torrente Stura di Lanzo, il torrente Ceronda e l'area urbanizzata a nord-ovest di Torino e di Venaria Reale. È stato istituito nel 1978 dalla Regione Piemonte, risultando il primo parco regionale ad essere istituito in Italia. Grazie al lungo muro di cinta fatto costruire a metà '800 da re Vittorio Emanuele II, il parco La Mandria è il secondo più grande parco cintato d'Europa dopo quello di Chambord. La superficie recintata ammonta a circa 3.000 ettari. Il muro, lungo circa 30 km e costato 1 milione di lire, doveva proteggere gli appartamenti reali del castello della Mandria voluti dal re per viverci con la sua seconda famiglia creata con la moglie morganatica Rosa Vercellana detta "la Bela Rosin"; è servito di fatto a proteggere uno dei rarissimi lembi sopravvissuti della foresta planiziale che un tempo copriva l'intera Pianura Padana. Gran parte del territorio del parco appartiene ora al comune di Druento. Nel medioevo invece il territorio apparteneva alla comunità di Rubbianetta, ora scomparsa. Si conserva, nella zona della Rubbianetta, la pregevole chiesetta di San Giuliano, al cui interno sono presenti affreschi con immagini di santi, risalenti al 1493. A lato della chiesetta si possono osservare i resti del ricetto medievale e del castello appartenuto ai visconti di Baratonia, antichi consignori del luogo. I marchesi Medici del Vascello, divenuti nel 1882 proprietari della tenuta alla morte di Vittorio Emanuele II, ne hanno mantenuto integre le caratteristiche naturali ed architettoniche, consentendo di trasmettere sino ai giorni nostri uno dei più importanti patrimoni piemontesi. Nella tenuta de La Mandria, ancora a metà del secolo scorso, vivevano oltre 900 persone, ed erano presenti due chiese, due scuole, un teatro, un cinema, un giornale ed addirittura una piccola piscina destinata ai ragazzi. Nel 1976 la tenuta venne in parte venduta alla Regione Piemonte che, con la L.R. 54/1978 istituì il parco suddividendo il territorio in due grandi aree, il preparco di 3.446 ettari, all'esterno del muro - con finalità di graduale raccordo tra il regime d'uso e di tutela dell'area attrezzata e le aree circostanti, e l'area attrezzata, vero nucleo del parco, di 3.124 ettari - con finalità di tutela del patrimonio naturalistico e culturale - nella quale sono collocate anche attrezzature per il tempo libero. Molti sono i varchi per accedere al parco: quelli privati, ovvero il cancello di Fiano sul viale Bella Rosina e i cancelli di Robassomero denominati Cascina la Falchetta, Cancello delle Teppe con cui si accede al Royal Park I Roveri, e quelli pubblici ovvero Druento e Cascina Rubianetta, Ponte Verde e Tre Cancelli, cancello Brero nel territorio di Venaria Reale, la Bizzarria nel territorio di San Gillio e cascina Oslera e Villa Laghi. L'accesso al pubblico (fruitori/visitatori) avviene esclusivamente dagli ingressi di Ponte Verde e Tre Cancelli (Venaria Reale), Rubbianetta e Cascina Oslera (Druento) e Bizzarría (San Gillio). Nel parco è possibile accedere solamente a piedi od in bicicletta. I cani non sono ammessi. Numerose sono le attività organizzate per la fruizione degli spazi naturali, quali trekking a piedi, visite notturne con il trenino interparco, conferenze naturalistiche, gite in carrozza. Il parco la Mandria è un sito di importanza comunitaria (SIC) istituito dalla Regione Piemonte per implementare la Rete Natura 2000, la principale azione comunitaria per la conservazione della natura basata su una nuova politica di gestione dell'ambiente sviluppata attraverso obiettivi e strategie comuni all'interno di siti già presenti (parchi e riserve naturali) oppure individuati ex novo. La fauna comprende principalmente cervi, cinghiali, volpi, lepri e tassi e rapaci notturni quali gufi, civette e allocchi oltre alle specie aliene rappresentate da nutrie, daini e minilepri. Gli animali più interessanti sono quelli legati all'ambiente forestale maturo quali il picchio nero, che in pianura nidifica solo a La Mandria, e il coleottero Osmoderma eremita. Sono comunque numerose le specie protette dall'Unione europea censite all'interno del parco. L'ente parco mantiene inoltre l'allevamento di cavalli appartenenti alla razza autoctona Tpr presso le scuderie della Cascina Vittoria. Una parte dell'area può essere considerata un vero bosco planiziale: vi si trovano le specie vegetali tipiche del clima temperato: farnia, rovere, ontano, salici, olmo, acero, frassino, pioppo bianco e pioppo nero, noccioli, betulle, carpini e le tipiche piante del sottobosco padano. Altre aree mantengono l'aspetto della prateria acida a molinia tipica dell'alta pianura. All'interno del parco si trova il Castello La Mandria, un bene definito dall'UNESCO patrimonio dell'Umanità, che ospitò in occasione dell'Expo 1961 la regina Elisabetta II in visita in Italia. Inoltre vi si trovano anche il Castello dei Laghi, piccolo edificio che fu reposoir di caccia del re Vittorio Emanuele II, diverse cascine coloniche e casini di caccia. A fianco dell'ingresso omonimo, a San Gillio, si trova il castelletto della Bizzarría, così chiamato per lo stile architettonico fantasioso e indefinibile, con elementi architettonici del tutto particolari che possono ricordare il liberty, o le torri moresche, concepito come piccolo padiglione di caccia, è una degli edifici più curiosi del parco. A poche centinaia di metri dall'entrata di Druento si trova la cascina Rubbianetta, costruita negli anni 1860-63 per volere di Vittorio Emanuele II, come centro di allevamento cavalli. A lato la notevole chiesetta di San Giuliano, fondata attorno al 1250 e ristrutturata alla fine del XV secolo, che conserva pregevoli affreschi coevi. Della Mandria è importante segnalare come essa sia organizzata al suo interno: visitando i suoi lunghi viali appositamente aperti per regalare "giornate nel verde" ai cittadini che volessero visitarla, si possono trovare punti di ristoro, quali il ristorante posto presso la cascina Prato Pascolo e Oslera, cascine con cavalli, come la cascina Vittoria ed il Centro Internazionale del cavallo alla Cascina Rubianetta, spiazzi attrezzati con tavoli per pic-nic e infine alcuni punti, segnalati su apposite mappe presenti all'interno del parco, per il noleggio di biciclette (a Prato Pascolo all'interno del parco ed all'entrata di Druento vicino ai parcheggi, nonché a Cascina Oslera sulla direttissima Torino-Lanzo) e quant'altro possa essere utile per visitare il parco. All'entrata di Druento, da alcuni anni, esiste un'area sosta camper molto frequentata. Accanto ai sentieri più frequentati ne sono presenti altri meno battuti particolarmente adatti per l'osservazione delle specie vegetali ed animali autoctone del parco. L'attività di osservazione faunistica è intensissima e si può dire che non ci sia ragazzo torinese che non abbia passato almeno una giornata nel parco usufruendo dei programmi formativi organizzati dalle guide naturalistiche. Si ricorda però che l'accesso ai sentieri è consentito unicamente alle comitive con visita guidata. Vi è poi, nella parte privata del parco, un hotel 4 stelle, un ristorante e un centro benessere ricavati dall'attento restauro di un casolare risalente al XVIII secolo. Nelle vicinanze si trovano il Circolo Golf Torino e il Royal Park i Roveri, due tra i golf club più quotati in Italia. Tangenziale Verde Elenco dei parchi regionali italiani Aree naturali protette del Piemonte Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parco naturale La Mandria Sito ufficiale, su parchireali.it. Parco naturale La Mandria, su Parks.it. (EN) Parco naturale La Mandria, su Sistema informativo europeo della natura - Common Database on Designated Areas, EEA. Parchi Reali, su parchireali.gov.it. URL consultato il 9 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2020). Schede SIC Regione Piemonte, su gis.csi.it. URL consultato il 25 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2007).

Reggia di Venaria Reale
Reggia di Venaria Reale

La reggia di Venaria Reale (in piemontese ël Castel ëd la Venerìa) è una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell'umanità dal 1997. La reggia di Venaria fu progettata dall'architetto Amedeo di Castellamonte. A commissionarla fu il duca Carlo Emanuele II che intendeva farne la base per le battute di caccia nella brughiera torinese. Successivamente ingrandita con innumerevoli corpi edilizi ed edifici dove lavorò anche il più importante architetto di casa savoia Filippo Juvara. Lo stesso nome in lingua latina della reggia, Venatio Regia, viene fatto derivare dal termine reggia venatoria. La scelta del sito, ai piedi delle Valli di Lanzo, fu favorita dalla vicinanza degli estesi boschi detti del Gran Paese, ricchissimi di selvaggina: un territorio che si estende per un centinaio di chilometri fino alle montagne alpine, giungendo a sud e a est in prossimità del capoluogo. Nel 2018 ha fatto registrare 1 048 834 visitatori, risultando il settimo sito museale statale italiano più visitato, mentre nel 2017, a dieci anni di distanza dall'inaugurazione del sito turistico, la Guida Michelin ha assegnato alla reggia di Venaria la terza stella. Nel 2019 il giardino della Reggia è stato eletto parco pubblico più bello d'Italia. Probabilmente l'idea di creare una reggia a Venaria nacque da Carlo Emanuele II di Savoia dall'esempio del Castello di Mirafiori (o di Miraflores), luogo destinato alla moglie del duca Carlo Emanuele I, Caterina Michela d'Asburgo situato nel quartiere che da quella reggia avrebbe poi preso proprio il nome Mirafiori. Carlo Emanuele II, volendo anch'egli creare una reggia che si legasse al proprio nome e a quello della consorte, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, comprò i due piccoli villaggi di Altessano Superiore ed Inferiore dalla famiglia di origine milanese Birago, che qui aveva dato vita a importanti piantagioni. Il luogo venne in seguito ribattezzato "la Venaria" perché destinato agli svaghi venatori. I lavori vennero progettati dal 1658 ed affidati all'architetto Amedeo di Castellamonte. La costruzione cominciò nel 1659 e vennero completati, in ordine: la scuderia e la torre dell'orologio (1660), la Reggia di Diana (1663), Loggia e Teatro nel giardino superiore (1666), la piazza frontestante il palazzo (1667), le facciate gemelle delle chiese nella piazza del borgo (1669), la citroneria a fontana d'Ercole, il viale della Fontana d'Ercole (1671), il tempio di Diana (1673), i postici della via centrale del borgo (1679). Dopo che il 1º ottobre 1693 i francesi (in guerra contro i Savoia nella guerra della Grande Alleanza) distrussero alcune costruzioni, Vittorio Amedeo II commissionò un ulteriore intervento sulla reggia, che venne ristrutturata ed ampliata sotto la direzione di e Michelangelo Garove. Vennero completati il padiglione sud-ovest (1702),il padiglione sud-est (1703-1713) e l'inizio della manica della Galleria Grande, che rimarrà incompiuta con la morte di Garove nel 1713. Inoltre, Garove rimodellò i giardini, demolendo il Tempio di Diana (1700), tracciando l'Allea Reale e prolungando il viale (1702), demolendo la citronieria seicentesca (1703), tracciando il Giardino Inglese (1710), realizzando gli Appartamenti verdi e demolendo la Loggia a Teatro seicentesca (1711). Inoltre, ulteriori danni vennero inflitti durante l'assedio del 1706, quando i francesi di Louis d'Aubusson de la Feuillade vi presero dimora, danneggiando molte strutture destinate, in quel periodo, ai soldati. Nel 1716, Vittorio Amedeo II affidò il progetto a Filippo Juvarra che completò la Galleria Grande (1716), allestì il padiglione sud-est, costruí la Citroneria e la Scuderia Grande (1722-1727), e costruí la cappella di Sant'Uberto. Nei giardini, Juvarra demolì le fondamenta residue del tempio di Diana nel 1719 e nel 1725 realizzò il Labirinto ed il suo padiglione. Nel 1739, tre anni dopo la morte di Juvarra, Carlo Emanuele III scelse Benedetto Alfieri come nuovo direttore del progetto. Alfieri demolì la torre dell'Orologio e la ricostruì nello stesso posto (1739), eresse la manica del Belvedere (1751), la galleria tra la cappella e la Citroneria (1754), la piccola scuderia occidentale (1758) e quella orientale (1760), ed il maneggio (1761). Anche durante la dominazione napoleonica la reggia subì serie trasformazioni, in particolare, i giardini, distrutti per farne una piazza d'armi: l'intero complesso, infatti, venne trasformato in caserma e, con la Restaurazione, questa destinazione fu mantenuta. Il complesso si confermò pure come il centro nevralgico della Cavalleria sabauda, ospitando, tra l'altro, una scuola di equitazione militare di prestigio europeo (in seno alla quale maturarono innovativi metodi di equitazione, di combattimento, di affardellamento) e un allevamento di stalloni. A causa dei gravi danni subiti durante l'occupazione francese, una volta sconfitto Napoleone e restaurato il Regno di Sardegna, la reggia di Venaria non tornò al suo precedente ruolo di residenza reale, ma divenne parte del Regio Demanio Militare. I decori e gli arredi recuperabili furono trasferiti negli altri palazzi e castelli della corte sabauda, e il ruolo di residenza reale estiva fu assunto dal castello di Racconigi, da quello di Stupinigi e da quello di Agliè. Durante il suo ruolo di struttura militare, che comprendeva l'appartenenza al Regio Demanio Militare dal 1851 al 1943, il complesso fu utilizzato dall'esercito. Ospitò dal 1850 al 1943 il Reggimento artiglieria terrestre "a cavallo", la Regia Scuola Militare (oggi Scuola di cavalleria dell'Esercito Italiano), e il 5º Reggimento artiglieria terrestre "Superga". Dall'inizio del '900, l'esercito cominciò gradualmente ad abbandonare il sito, e la proprietà fu gradualmente trasferita al ministero della cultura, a partire dal 1936 con la cappella di Sant'Uberto. Tolto il presidio militare, il palazzo divenne preda di atti vandalici e proseguì in un lento ed inesorabile abbandono. Data la mancanza di fondi per il sito, gli interventi del ministero della cultura furono minimi ed essenziali, mirati alla conservazione dell'integrità strutturale degli edifici. Negli anni '40 fu intrapreso un piccolo restauro della cappella. Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell'Unità d'Italia, la Galleria e il Salone di Diana furono brevemente restaurati, anche se in maniera prevalentemente scenografica. Negli anni '60 un gruppo di cittadini venariese diede vita al Coordinamento Venariese per la Tutela e Restauro del Castello, che avviò alcuni limitati lavori di recupero e valorizzazione del palazzo decadente. A partire dagli anni '80, i fondi del FIO (Fondi di investimento occupazionale) sono stati impiegati per i primi lavori di riqualificazione, restauro e valorizzazione volti a sensibilizzare l'opinione pubblica. La svolta avvenne nel 1978, quando la reggia venne ceduta alla Soprintendenza per i lavori di restauro. Una vibrante e argomentata esortazione ad avviare senza indugi i necessari radicali restauri del manufatto venne da Federico Zeri che, in una trasmissione televisiva dedicata alla Venaria, mostrò al grande pubblico lo stato di intollerabile degrado in cui versava il sito. Il 5 dicembre 1996 il Ministro della Cultura Walter Veltroni, d'intesa con il Presidente del Piemonte Enzo Ghigo, ha dato vita al "Comitato per la Reggia di Venaria", che ha avviato il lungo processo di restauro della Reggia. Nel 1999 è stato siglato il primo accordo quadro tra Ministero dei Beni Culturali, Regione Piemonte, Comune di Torino, Comuni di Venaria Reale e Druento. Complessivamente i lavori sono durati 8 anni dal 1999 al 2007, ed è stato il più grande progetto di restauro della storia europea. Il progetto ha coinvolto 700 tecnici e collaboratori e 300 imprese per un totale di oltre 1.800 operatori, 100 progettisti con 16 gare internazionali, 8 gare di progettazione e ha coinvolto il palazzo, il borgo, il castello della Mandria, i giardini e il parco. I fondi stanziati ammontano a oltre 300 milioni di euro (50 del Ministero dei Beni Culturali, 80 della Regione Piemonte, 170 dell'Unione Europea), hanno consentito il restauro dell'intero complesso, per una superficie complessiva di 240.000 mq tra piazze, edifici vicino la reggia, ecc; le aree verdi con 800.000 mq tra giardini e boschi, 1000 affreschi, 9.5000 mq di stucchi, con un costo inferiore a 900 €/mq. Questi interventi sono stati resi possibili anche grazie ai fondi del gioco del lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96. L'apertura del complesso si è tenuta il 13 ottobre 2007. Periodicamente sono recuperati e inaugurati nuovi spazi, come le Citronière e le Scuderie aperte al pubblico nel 2009. Nel 2011, in occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, la reggia e i giardini sono stati sede di mostre ed eventi dedicati alle eccellenze del Paese. La reggia di Venaria è gestita dalla Struttura Flessibile del Complesso della Venaria Reale, diretta da Alberto Vanelli. Sempre in un'ala della reggia è stata inaugurata la scuola di restauro della Venaria Reale. Accedendo dall'entrata principale si viene accolti nella corte d'onore, nel centro della quale sorgeva una fontana detta del cervo, la facciata principale in intonaco con cornucopie conchiglie e frutti risulta sulla parte destra come "sfregiata" da una cesura di mattoni a vista che delimitano la parte seicentesca da quella settecentesca, successiva all'intervento del primo architetto di corte Amedeo di Castellamonte. La parte sinistra del complesso presenta l'intervento del secondo architetto di corte Michelangelo Garove 1699-1713 in sintesi la realizzazione di due torrioni con tetti detti alla "Mansart" ricoperti di Scandole, mattonelle pentagonali multicolori in ceramica, uniti da una Gran Galleria erroneamente indicata a metà del XX secolo, come quella di Diana. Il pittore Giacomo Casella eseguì col cognato Giovanni Andrea Casella la decorazione pittorica della sala dei templi di Diana: Britomarte consegna un tempio a Diana, degli anni 1660-1663. Negli interni si trovavano stucchi, statue, dipinti, (secondo il Castellamonte, oltre quattromila quadri), realizzati da valenti artisti, tra cui Vittorio Amedeo Cignaroli, Pietro Domenico Olivero e Bernardino Quadri. Sulle pareti si stagliano raffigurazioni di selvaggina che istituiscono un rimando alla funzione venatoria della struttura. Le decorazioni a stucco spesso sono dovute all'arte dello stuccatore Pietro Somazzi, in ambienti trasformati in epoca successiva, oppure in sale all'interno della reggia di Diana e nei vani di raccordo con il padiglione eretto da Michelangelo Garove, dove si assiste ad un vero e proprio trionfo di abilità esecutiva. Nel 1718 nella Pietro Filippo Somazzi ottenne l'esecuzione degli stucchi della galleria, attenendosi al disegno dell'architetto Filippo Juvarra. A illustrare il complesso della reggia, esiste un modello estremamente accurato realizzato da Carlo Costantini. I giardini della reggia sono completamente spariti da quando i francesi di Napoleone li trasformarono in piazza d'armi: un'opera estremamente significativa del complesso si perse per sempre. Rimasero i disegni d'epoca, che mostravano lo splendido giardino alla francese diviso in tre terrazze collegate con scenografiche scalinate e architetture (come la torre dell'orologio del primo cortile) che le collegano: la fontana dell'Ercole, il teatro ad emiciclo e i parterre. Solo di recente Venaria Reale vede rinascere la sua ambientazione naturale, grazie ai lavori che stanno interessando la struttura (scuderie, reggia di Diana, eccetera). Attualmente sono stati resi fruibili al pubblico i settori già ultimati, oltretutto danneggiati in parte dal violento nubifragio del giugno 2007. Nel Parco Basso sono visibili alcune opere di Giuseppe Penone, in netto contrasto con la struttura barocca del complesso: tra esse, il tronco di un cedro, alto dodici metri, dal quale escono i fumi degli impianti delle centrali termiche della palazzina. Nel 2019 i giardini della Venaria si sono aggiudicati la XVII edizione del concorso Il Parco Più Bello d'Italia (categoria "parchi pubblici"). Le scuderie Juvarriane sono costituite da un grande atrio (sala 57) che dà sui giardini, ed un grande ambiente voltato diviso in due da un muro: la Scuderia Grande (sala 58) sul lato nord, e la Citroneria (sala 59) sul lato sud. La Citroniera è costituita da una grande galleria voltata (lunga 148 metri, larga 14, e alta 16) la cui funzione antica era il deposito invernale degli agrumi coltivati nei giardini. Le pareti laterali sono scandite da nicchie che imprimono dinamismo alla galleria, e a sud le pareti sono scandite da archi sormontate da oculi che danno sul giardino mentre la parete nord (che separa l'ambiente dalle scuderie) presenta dei serramenti in trompe l'oeil che riproducono gli archi. L'ambiente è usato per mostre temporanee. La scuderia grande (lunga 148 m, larga 12 e alta 15) conteneva all'epoca circa 200 cavalli e riparava il lato nord della Citroniera in inverno. Nell'ambiente sono esposte carrozze, uniformi, ed il Bucintoro veneziano. Quest'ultimo fu fatto realizzare a Venezia da Vittorio Amedeo II fra il 1729 e il 1731. Tra le carrozze esposte vi sono la Berlina dorata di gala, commissionata da Vittorio Emanuele IIasceso al trono d’Italia, la Berlina argentata della regina Margherita e alcune carrozze di Umberto I e Vittorio Emanuele III. Inoltre, è esposta temporaneamente la carrozza di Napoleone. Nell'area delle ex scuderie, su una superficie di circa 8000 metri quadrati, si trova uno dei principali centri di restauro italiani, costituito da una serie di laboratori dedicati alla diagnostica, al restauro e alla conservazione delle opere d'arte. Alla morte di Michelangelo Garove avvenuta nel 1713 seguì nel 1716 la ricostruzione per opera di Filippo Juvarra, della Gran Galleria e parallelamente la costruzione della chiesa di Sant'Uberto (1716-1729), incastonata tra i palazzi tanto da non permetterne la costruzione della cupola, che venne affrescata come trompe-l'œil all'interno, la scuderia e la citroniera (1722-1728), oltre che un rimaneggiamento in stile francese delle facciate. Gli ultimi lavori furono realizzati tra la seconda metà del Settecento e l'inizio dell'Ottocento (scuderie e maneggio, scala della reggia di Diana, galleria di Sant'Uberto) dopodiché la reggia fu quasi dimenticata a favore della Palazzina di caccia di Stupinigi (1729), più conforme ai nuovi gusti delle corti europee. Sin dalla sua inaugurazione, la Reggia di Venaria ha sviluppato una vivace attività espositiva. In occasione dell'evento "Esperienza Italia 150", ideato per commemorare il 150º anniversario dell'Unità d'Italia, la Reggia di Venaria Reale è stata il fulcro di una serie di iniziative e mostre tematiche svoltesi a partire dal 17 Marzo 2011 fino a fine anno, come la mostra "La Bella Italia", curata da Antonio Paolucci all'interno delle Scuderie Juvarriane. Nel 2014 vennero esposte nella Sala delle Arti armature italiane, tedesche, indiane, giapponesi e della tradizione islamica tra Cinquecento e Ottocento provenienti dalla collezione del Museo Stibbert di Firenze e qui affiancate all'analoga collezione dell'Armeria Reale di Torino. Nel 2017 gli storici Silvia Ghisotti ed Andrea Merlotti vi hanno realizzato la mostra "Dalle Regge d'Italia. Tesori e simboli della regalità italiana", dedicata alla storia delle regge italiane fra 1860 e 1920. Tale mostra è stata organizzata con l'aiuto dei principali palazzi reali italiani, dal Quirinale alla Reggia di Caserta. Andreina Griseri, Venaria Reale: il Principe e la caccia in Studi in onore di Giulio Carlo Argan, a cura di Silvana Macchioni, Bianca Tavassi La Greca, Roma, 1984 Camilla Barelli - Silvia Ghisotti, Decorazione e arredo in un cantiere del Seicento: Venaria Reale, in Figure del barocco: la corte, la città, i cantiere, le province, a cura di G. Romano, Torino, CRT, 1988, pp. 139–162 Paolo Cornaglia, Giardini di marmo ritrovati. La geografia del gusto in un secolo di cantiere a Venaria Reale (1699-1798), Torino, Lindau, 1994 La reggia di Venaria e i Savoia. Arti, magnificenza e storia di una corte europea, catalogo della mostra (Reggia di Venaria, 12 ottobre 2007 – 30 marzo 2008), a cura di Enrico Castelnuovo, con Walter Barberis, Paolo Cornaglia, Michela Di Macco, Silvia Ghisotti, Andrea Merlotti, Tomaso Ricardi di Netro, Carla Enrica Spantigati, Torino, Allemandi, 2007, 2 voll. «Delle cacce ti dono il sommo impero». Restauri per la Sala di Diana alla Venaria Reale, a cura di C.E. Spantigati, Firenze, Nardini, 2008. Clelia Arnaldi di Balme, Jan Miel e la serie delle cacce per la Reggia di Venaria, in La caccia nello Stato sabaudo, t. I, Caccia e cultura, atti del convegno (Reggia di Venaria, 11-12 settembre 2009) a cura di P. Bianchi e P. Passerin d'Entreves, Torino, Zamorani, 2010, pp. 103–202 Danilo Comino, I ritratti equestri della Sala di Diana alla Venaria Reale, in La caccia nello Stato sabaudo, cit., pp. 203–222. Residenze sabaude in Piemonte Ripopolare la reggia Valli di Lanzo Wikinotizie contiene notizie di attualità sulla Reggia di Venaria Reale Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Reggia di Venaria Reale Reggia di Venaria delle Residenze Reali Sabaude, su residenzerealisabaude.com. Sito ufficiale, su lavenaria.it. Reggia di Venaria Reale, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico. Residenze Reali in Piemonte (residenze visitabili, beni UNESCO e non), su residenzereali.it. URL consultato il 7 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). A.V.T.A. - Reggia di Venaria Reale, su reggiavenariareale.it.

Stazione di Venaria Reale
Stazione di Venaria Reale

La stazione di Venaria Reale è una stazione ferroviaria della ferrovia Torino-Ceres. Serve il comune di Venaria Reale, nella città metropolitana di Torino. Precedemente gestita dal Gruppo Torinese Trasporti (GTT), dal 1 gennaio 2024 è gestita da Rete Ferroviaria Italiana (RFI). La stazione era stata progettata originariamente direttamente dall'ingegnere Cappuccio nel 1867 e costituiva un unicum nel panorama delle stazioni ferroviarie italiane, in quanto il fabbricato viaggiatori era una costruzione di due piani posta a cavallo dei binari lungo il sovrappassaggio della ferrovia di viale Roma. All'inizio degli anni 1990, lo stabile dovette essere abbattuto a causa dei lavori di raddoppio del binario: al suo posto venne costruito un nuovo fabbricato in stile postmoderno. La stazione venne riaperta il 21 dicembre 1991. La stazione attuale è anch'essa posta a cavallo della ferrovia, ma con solo più un piano fuori terra, tetto a falde con struttura in acciaio e rivestimento in lamiera. La stazione ha tre binari, di cui uno di servizio. Dal 25 agosto 2020 è diventata il capolinea provvisorio della Torino-Ceres a causa della soppressione delle stazioni di Torino Dora GTT e Madonna di Campagna causata dai lavori per l'allacciamento della Torino Ceres al passante ferroviario di Torino. A causa di lavori che hanno riguardato il ponte prima della stazione, quest'ultima è risultata da dicembre 2020 a gennaio 2022 senza traffico, con il capolinea della Torino-Ceres momentaneamente spostato alla stazione di Borgaro. Dal 1º febbraio 2022 il capolinea è tornato nuovamente a Venaria, con la stazione stessa ristrutturata e modificata nella facciata d'accesso. La stazione fino all'estate 2023 è stata servita dai treni operati da GTT in servizio sulla linea SFM A del servizio ferroviario metropolitano di Torino. Dal 20 gennaio 2024 è servita da treni regionali in servizio sulle linee SFM 4 e SFM 7 del servizio ferroviario metropolitano di Torino, operate da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte. In prossimità della stazione, fra il 1888 e il 1951 era possibile l'interscambio con i convogli in servizio sulla tranvia Torino-Venaria Reale. È disponibile l'interscambio con la linea 11 di GTT mentre, dal 25 agosto 2020 all'11 giugno 2023, è stata in esercizio la linea SF2 per consentire il collegamento con la stazione di Torino Porta Susa in attesa del completamento dei lavori di collegamento alla rete nazionale dell'ultimo tratto della ferrovia Torino-Ceres. La stazione dispone di: Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Servizi igienici Bar Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Venaria Reale

Juventus Training Center (Torino)
Juventus Training Center (Torino)

Lo Juventus Training Center (/juˈvɛntus ˈtreɪnɪŋ ˈsentə(r)/), noto semplicemente come JTC Continassa (pronunciato [ˈdʒeɪː ˈtiː ˈsiː kontinˈas͡sa]) per via della zona in cui sorge, è un centro sportivo di Torino di proprietà della società calcistica italiana Juventus Football Club. La struttura ospita, dall'estate 2018, gli allenamenti della prima squadra maschile juventina. In maniera analoga all'omonimo centro sportivo della società bianconera a Vinovo, anche la Continassa, che occupa una superficie di 59500 m², si divide principalmente tra l'area training, deputata all'attività fisica, e quella media and sponsor, riservata alle esigenze dei mass media, essendo architettonicamente legato sia alla sede sociale juventina sia al J-Hotel. Il centro d'allenamento si trova in via Traves 48, a Torino, e fa parte del complesso J-Village a ridosso dello Juventus Stadium. Nel 1994 la Juventus, che in quel periodo disputa le gare casalinghe all'interno dello «scomodo e mai troppo amato» stadio delle Alpi, progetta di costruire un impianto di sua proprietà sempre nella zona della Continassa. In quegli anni la società bianconera, oltre a volere edificare un nuovo stadio, intende aprire un museo a tema juventino, spostare la sede societaria nelle vicinanze, più precisamente all'interno della Cascina Continassa, e crearvi un centro d'allenamento adiacente. Il progetto che prevede la costruzione di nuovo impianto al posto del Delle Alpi viene riproposto anche nel 1996, quando viene suggerito come alternativa al progetto di restauro e riutilizzo dello stadio Comunale, sito nel quartiere Santa Rita, e che riserva alla Continassa la funzione di centro sportivo, relegando il Delle Alpi solo ai grandi eventi sportivi. L'idea della restaurazione del Comunale verrà abbandonata nel 1998 e sarà ripreso in mano il progetto di acquisto e profonda riqualificazione del Delle Alpi, facendolo diventare parte di una zona a tema juventino con museo, albergo e negozio, affiancati anche da un centro sportivo nell'area Continassa. Tuttavia, tra il 1998 e il 2002, la Juventus davanti alle difficoltà a trovare un accordo con il Comune di Torino per l'acquisto dello stadio delle Alpi dell'area circostante, ipropone di abbattere e costruirvi al suo posto un impianto idoneo per le famiglie con una capienza di 40 000 posti, riservato all'utilizzo calcistico e sul modello degli stadi inglesi, e valuta la possibilità di lasciare Torino con vari ultimatum al Comune, nel caso in cui la situazione non cambiasse. Il progetto raggiunge un punto di svolta il 18 giugno 2002, quando la Juventus, a seguito di un accordo con il Comune di Torino, ottiene il diritto di superficie sull'area del Delle Alpi per 99 anni, al prezzo di 25 milioni di euro. Il patto risulterà decisivo, non solo per la costruzione di un nuovo stadio adatto al calcio, sicuro e redditizio, ma anche per la creazione di una cittadella juventina nell'adiacente area Continassa dove ospitare varie iniziative rivolte ai tifosi, attività commerciali, museo, centro d'allenamento, centro medico e sede sociale. Il tutto, oltre che nell'area circostante, anche all'interno del futuro stadio di proprietà. La Juventus riesce dunque ad ottenere uno stadio di proprietà, abbandonando definitivamente l'idea di lasciare la città. Tra il 2008 e il 2009 il Delle Alpi è stato in gran parte abbattuto per avviare la costruzione dello Juventus Stadium, ultimata nel 2011. Si tratta del primo impianto moderno esclusivamente di proprietà di un club calcistico in Italia e al suo interno si trovano anche strutture quali: il J-Museum, il museo dedicato alla storia della società, il J-Medical, il centro medico del club torinese, lo Juventus Megastore, un negozio di articoli firmati dalla società bianconera, nonché negozi, ristoranti e servizi di ogni tipo. Inoltre, nei pressi dello stadio si trova l'Area 12, un centro commerciale con 60 negozi e una grande area food con bar e ristoranti. Intanto, l'11 giugno 2010 la Juventus, dopo aver firmato il protocollo d'intesa con il Comune di Torino, ottiene il diritto di superficie per 99 anni sull'area della Continassa, adiacente il futuro impianto di proprietà, versando un milione di euro nelle casse comunali. La società bianconera intende dare continuità al progetto Stadium, riqualificando l'intera area di circa 270000 m². Il progetto, chiamato J-Village, occupa un'area di 175475 m² e comprende la sede sociale, lo Juventus Training Center (JTC) riservato alla prima squadra, un hotel di lusso, una scuola internazionale e un concept store. Lo Juventus Training Center, che va a occupare l'area nord-occidentale del complesso multifunzionale J-Village, tra via Druento e via Traves, viene inaugurato il 16 aprile 2018 dalla prima squadra femminile bianconera, di norma di base a Vinovo, che lo ha testato per un paio di mesi. Il successivo 9 luglio avviene l'insediamento della prima squadra maschile; dalla stessa estate, la struttura viene occasionalmente usata anche dalla seconda squadra maschile, anch'essa facente usualmente base a Vinovo. Nel novembre 2022 la struttura ospita la nazionale calcistica brasiliana durante la prima fase del ritiro preparatorio al campionato del mondo 2022 in Qatar. L'area training comprende i seguenti campi da gioco: Una piastra di allenamento totalmente in erba naturale, nella quale sono tracciati: Un campo da calcio regolamentare con tribuna coperta della capienza di 600 persone; Altri tre campi da calcio regolamentari; L'area direzionale comprende i seguenti edifici: La palazzina principale, all'interno della quale sono collocati: Gli spogliatoi, collegati all'ala orientale del J-Hotel, dedicata all'albergo della squadra, da un tunnel sotterraneo; Delle sale per fisioterapia; Una palestra; Una piscina; Gli uffici dello staff tecnico e medico; Una sala conferenze; Il media center, una seconda palazzina più piccola, al cui interno si trovano: Una sala per le riunioni tecniche e visione dei video; La sala stampa, che può ospitare fino a 30 giornalisti, per le conferenze stampa; Gli studi televisivi di Juventus TV, canale tematico e di proprietà del club; Le aree riservate agli sponsor. La struttura ospita in maniera permanente gli allenamenti della prima squadra maschile della Juventus e, saltuariamente, della seconda squadra maschile. Juventus Football Club S.p.A. (a cura di), Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) Ambito 4.25 Continassa – Relazione Tecnico Illustrativa, 22 luglio 2014. Juventus Football Club S.p.A. (a cura di), Modifica di Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) Ambito 4.25 Continassa – Progetto Planivolumetrico (PDF), 19 ottobre 2015. Relazione finanziaria annuale 2021-2022 (PDF), Juventus Football Club S.p.A., 30 luglio 2022. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo Juventus Training Center Sito ufficiale, su juventus.com. Go inside the new Juventus Training Center!, su YouTube, Juventus Football Club S.p.A., 9 luglio 2018.

Venaria Reale
Venaria Reale

Venarìa Reale (AFI: /vena'ria re'ale/, La Venerìa Regia in piemontese) è un comune italiano di 32 234 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte, conurbato nell'area metropolitana torinese, a soli 10 km nord-ovest dalla città di Torino. Inizialmente nota come Altessano (Autsan in lingua piemontese), con fondazione di origine romana, nel XVI secolo si divise in Altessano Superiore e Altessano Inferiore: la parte Superiore venne eletta dai Savoia come centro per la propria palazzina di caccia, da cui praticare l'ars venatoria, da cui Veneria e poi Venaria; la parte Inferiore è rimasta Altessano, frazione di Venaria. Ad oggi le due parti sono semplicemente divise dalla ferrovia. È l'unico comune piemontese, oltre a Torino, a poter vantare sul proprio territorio la presenza di più di una residenza sabauda: la sei-settecentesca Reggia di Venaria Reale e gli ottocenteschi Appartamenti Reali di Borgo Castello, siti nel Parco regionale La Mandria. Nel 2014 si è collocata al 1º posto per gradimento da parte dei turisti stranieri e 1º posto come polo culturale italiano: dal 2007 al 2014 con 29 grandi mostre, 2450 concerti, 350 eventi, 25000 itinerari didattici per studenti di ogni grado. Situata alla confluenza del Ceronda e del fiume Stura di Lanzo ad una quota di 269 (max 327) s.l.m. la città di Venaria Reale è dal 1978 nota per essere sede di uno dei sei parchi piemontesi che hanno costituito il primo nucleo di parchi regionali istituiti in Italia. Il Parco regionale La Mandria, unico ad appartenere in gran parte al patrimonio della Regione Piemonte, conserva al suo interno uno degli ultimi lembi di foresta planiziale ancora esistenti. Tutela diverse specie di animali allo stato brado e si occupa anche dell'allevamento di razze di cavalli in via d'estinzione. È inoltre un importante luogo di nidificazione degli uccelli di passo. La città di Venaria presenta un clima continentale, la sua vicinanza con le valli di Susa, Lanzo e Ceronda fa sì che molto spesso arrivi aria gelida e anche fenomeni di Föhn. Rispetto alla città di Torino presenta sempre una temperatura di 2° inferiore avendo molti spazi aperti. Le isotermie medie di gennaio sono -4° la minima e +5° la massima mentre l'isotermia media di luglio e +15° la minima e +27° la massima. Le massime precipitazioni sono dei mesi di aprile e maggio, mentre l'inverno rimane più asciutto.In inverno le precipitazioni nevose non mancano, come quella del 7 gennaio 2009 in cui caddero 30 cm, e andando più indietro nel tempo (1985) quando caddero 50 cm o nel 1956, quando cadde oltre mezzo metro. Negli ultimi anni si è assistito a una diminuzione dei fenomeni: nel periodo del secolo XIX le precipitazioni annue nevose erano superiori al metro, mentre negli ultimi venti anni si e passati ai 35–75 cm, a seconda delle annate. Venaria Reale è, insieme a Ceresole Reale, uno degli unici due comuni italiani a poter fregiarsi del titolo Reale, nonché l'unico comune a poter fregiarsi di uno stemma civico con elementi araldici massimi come il Collare cavalleresco supremo della Santissima Annunziata e la corona Sabauda Reale. Stemma Lo stemma è stato riconosciuto con decreto ministeriale del 20 dicembre 1891. Gonfalone Il gonfalone è un drappo di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento, caricato dello stemma comunale e della scritta d'oro città di venaria reale su tre righe. Mediante autorizzazione del Ministero dell'Interno del Regno d'Italia, in data 20 dicembre 1891, il comune di Venaria Reale venne autorizzato a fregiare il proprio stemma civico con il gran collare dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata: Vittorio Emanuele III le concesse il titolo di città il 28 aprile 1937. Inoltre, ricevette una medaglia di bronzo al merito civile durante la resistenza: Il centro storico di Venaria fu progettato tra il 1667 ed il 1690 da Amedeo di Castellamonte come scenografia urbanistica che doveva, attraverso la "via Maestra" o "Contrada Granda" (oggi via Mensa), sottolineare prospetticamente l'ingresso alla Reggia e che doveva congiungere idealmente il borgo produttivo, ricco di botteghe artigiane disposte sotto i portici, con la dimora nobiliare. La pianta del borgo doveva svilupparsi in modo da disegnare un Collare dell'Annunziata, massima onorificenza della Casa Savoia, con la Piazza dell'Annunziata posta in corrispondenza del medaglione. La piazza costituisce un elegante esempio di architettura barocca: essa si caratterizza per le esedre degli edifici a portici al cui centro sono poste due alte colonne sovrastate rispettivamente dalle statue dell'Annunziata e dall'Angelo Annunziante. Essa è connotata altresì, sul lato settentrionale, dalla presenza della chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine alla quale, secondo il progetto originale, doveva contrapporsi una seconda chiesa simmetrica sul lato opposto della piazza. La chiesa fu edificata nel 1664-71 e ristrutturata successivamente su progetto di Benedetto Alfieri negli anni 1753-55. L'idea delle "chiese gemelle" venne mantenuta attraverso la costruzione dell'Ospedale civile che dà sulla piazza attraverso una facciata simmetrica a quella della parrocchiale. Oggi l'ospedale è abbandonato, risultato insufficiente per l'ingresso in emergenza delle ambulanze, a favore del nuovo Polo sanitario su via Don Sapino. Il centro storico, ampiamente ristrutturato negli ultimi anni, comprende una gradevole vista sul torrente Ceronda. Oltre al vecchio borgo costituiscono motivo di interesse storico, artistico ed ambientale tutte le altre architetture ed i giardini connessi al complesso sabaudo; segnatamente: Reggia di Venaria Reale; Chiesa di Sant'Uberto realizzata dall'architetto Filippo Juvarra; Appartamenti Reali di Borgo Castello nel Parco regionale La Mandria. La forte immigrazione interna ed esterna al Piemonte ha portato al raddoppio della popolazione residente negli ultimi sessanta anni, a partire dal 1951. Abitanti censiti Al 31 gennaio 2022 i residenti stranieri erano 1.327, pari al 4,07% della popolazione. Il comune di Venaria ospita all'interno della Reggia numerose manifestazioni artistiche e culturali, come mostre, concerti (soprattutto all'interno del festival estivo "Venaria Real Music") e fiere. La reggia ospita inoltre un importante centro restauri. Mario Venuti, Nina Zilli e Giuliano Palma hanno girato i videoclip dei loro brani musicali A ferro e fuoco e 50mila presso il Deposito-Officina Tram della GTT presente nel rione Rigola. A Venaria Reale è presente la biblioteca "Tancredi Milone", situata su due piani di cui il secondo è dedicato all'archivio. Sono anche presenti una emeroteca e una mediateca.. La banda cittadina di Venaria Reale nasce nel 1875 da ex militari dell'Esercito Regio con lo scopo allietare i nobili che si recavano alla Reggia di Venaria Reale per le battute di caccia, ma già all'inizio del Novecento, con l'avvento dell'istruzione obbligatoria che avvicinava i ragazzi alla musica, a Venaria si contavano ben due complessi bandistici: uno proprio di Venaria e l'altro della frazione di Altessano, che si unirono nel 1911. Tra le due guerre, con la banda si divise in due: una era la Banda musicale di Venaria Reale e l'altra la Banda musicale dei Giovani Balilla. Nell'immediato dopoguerra, dopo l'incendio che ne distrusse la sede, la banda si esibiva con strumenti auto-costruiti con materiali di riciclo, per ricostituirsi nel 1955 in un'orchestra di 25 elementi con nuovi strumenti. Nel 1971 venne eletto il nuovo direttivo e furono formati 20 giovani che presero parte ai numerosi raduni bandistici organizzati negli anni seguenti: Tra questi i festeggiamenti per il 110º Anniversario di Fondazione nel 1985, e poi il Concertoinsieme dei primi anni '90, con la banda musicale di Settimo Torinese. Negli anni 2000 il Corpo Musicale intensifica gli scambi musicali con le bande di San Donato di Ninea (CS), Montaione (FI), Castronovo di Sicilia (PA), Lissone (MI), Cavarzere (VE), Dello (BS) oltre che ovviamente con quella di Vizille. Nel 2004 è stato inaugurato il Teatro della Concordia, che regala alla banda uno spazio per svolgere i propri concerti senza ricorrere agli auditorium delle scuole. Nel 2005, per festeggiare i 130 anni di fondazione, vi sono stati festeggiamenti e concerti, nei quali sono state inaugurate le nuove divise, di color verde e blu scuro. La banda oggi è formata da circa 80 elementi e molti giovani sono in arrivo dai corsi musicali. La Città di Venaria Reale ogni anno ricorda i suoi borghi storici che la compongono durante il Palio dei Borghi. I borghi storici sono: Centro Storico (Borgo Antico) La Mandria Polo Nord Siberia Trucco Altessano San Marchese Porto La Rigola San Giuseppe Colomba Savonera Gallo Sono da aggiungere poi i quartieri più recenti che si aggregano agli altri durante il Palio o semplicemente fanno da spettatori, tra cui il Quartiere Praile, Salvo D'Acquisto, Ponte Stura, Fiordaliso, Casermette e Pre Parco (Madonnina Prima e Madonnina Seconda). Infine ci sono i territori di Borgo Castello, sul colle della città, e Regia Mandria, per un totale di circa 20 borghi cittadini. Per tutto il XX secolo l'economia locale era basata principalmente su attività a carattere industriale (metalmeccanica, chimica delle materie plastiche). In particolare un forte sviluppo al territorio di Venaria Reale venne dato dall'apertura dei due impianti della Snia Viscosa (Altessano e Venaria Ceronda): infatti l'afflusso di manodopera dal Piemonte e dal Veneto diede un forte impulso anche all'edilizia con la costruzione appunto delle cosiddette Case Snia lungo l'asse degli attuali viale Buridani e corso Giacomo Matteotti, oltre ai quartieri limitrofi, e delle Case Gescal lungo via San Marchese, in Altessano, nell'area precedentemente occupata dalla Cascina Castello. Dagli anni '80 tuttavia, si dovette assistere ad un forte declino dell'attività industriale e delle attività collegate. Dopo la chiusura della Snia, lo stabilimento di Altessano venne abbattuto e l'area divenne residenziale, mentre quello di Venaria Ceronda venne lottizzato e riconvertito per abitazioni ed attività artigianali. La città si sviluppò verso sud-est negli anni '80 - '90, arrivando a costeggiare la tangenziale e al confine con Savonera. Questo declino fu attenuato ed attualmente più che mai superato grazie al lungo restauro della Reggia di Venaria (con contributi europei e statali) che ha permesso la formazione di una fiorente industria turistica, basata soprattutto sulle visite culturali e sul loro indotto (pernottamenti, bar e ristorazione, negozi tipici). Nel 2014 l'insieme museale di Venaria è stato il settimo più visitato in Italia, tra i musei a gestione statale, con 573.337 visitatori e un introito lordo totale di 3.451.321,40 euro. Nel 2015 ha ridotto leggermente il numero di visitatori a 555.307 ed è passata all'ottavo posto. Venaria Reale è servita dalla Tangenziale di Torino attraverso lo svincolo Venaria e da tre principali accessi per il capoluogo piemontese oltre che dalla Tangenziale Circonvallazione di Venaria denominata Strada Provinciale 501. La stazione di Venaria e la stazione di Rigola Stadio, poste lungo la ferrovia Torino-Ceres, sono servite da treni regionali delle linee del Servizio ferroviario metropolitano di Torino SFM 4 e SFM 7, operati da Trenitalia. Dal 1888 al 1951 a Venaria Reale vi fu il capolinea della tranvia Torino-Venaria Reale. Venaria Reale è servita dalle linee GTT 11, 72, 72/,77 e VE1, oltre che dal bus turistico Venaria Express, la cui tratta serve le stazioni ferroviarie torinesi e raggiunge il Borgo Castello, nel parco La Mandria, da altre autolinee extraurbane gestite da GTT e dalla linea VE2, navetta interna alla città per il Polo Sanitario. Nel rione Rigola è presente un deposito tranviario e bus del GTT. L'aeroporto di Venaria Reale è il più antico aeroporto militare attivo d'Italia, ed è attualmente sede del 34º squadrone AVES "Toro". Castronovo di Sicilia Vöhringen Vizille Kribi Il 7 maggio 2011, Venaria ha ospitato la partenza della tappa inaugurale del Giro d'Italia 2011, una cronometro a squadre vinta dalla HTC-Highroad, in occasione delle celebrazioni per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia. La città è stata selezionata come partenza della diciannovesima tappa del Giro d'Italia 2018, che ha visto la vittoria di Chris Froome sul traguardo di Bardonecchia. Venaria ha aperto il Giro d'Italia 2024 con la partenza della prima tappa, che ha visto la vittoria di Jhonatan Narváez sul traguardo di Torino. La principale società ciclistica di Venaria Reale è la Free Bike Venaria Reale ASD, che si occupa della promozione della pratica del ciclismo, sia su strada che MTB. Ogni anno Free Bike propone passeggiate ciclistiche cittadine aperte a grandi e bambini per avvicinare la cittadinanza alla pratica del ciclismo. La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Venaria Reale che milita nel girone B piemontese e valdostano di Promozione. È stata fondata nel 1947. L’11 dicembre 2022 il parco regionale La Mandria e il suo Castello sono stati la sede dei Campionati Europei di Cross, scelti dalla European Athletics, la Federazione Europea di Atletica Leggera. Nel corso di queste gare si è verificata la vittoria del primo storico oro azzurro nella staffetta mista 4 × 1,5 Km, che ha visto come vincitori Pietro Arese, Federica Del Buono, Yassin Bouih e Gaia Sabbatini. Inoltre l'atleta Nadia Battocletti ha vinto una medaglia d'oro sulla distanza dei 6 km Under 23 con il tempo di 19'55". L'atleta Jakob Ingebrigtsen ha vinto la gara senior, con il quarto posto per Yeman Crippa, l'ottavo per Yohanes Chiappinelli e il tredicesimo per Osama Zoghlami. Piazzamenti che sono valsi all'Italia l'argento nella classifica a squadre. Il 3 marzo 2019 la città ha ospitato il 65º campionato nazionale UISP di corsa Campestre in collaborazione con la società Atletica Venaria. La gara ha visto come vincitori Samuele Pognant Gros per gli allievi, Gabriele Beltrami per i master maschili, Karin Angotti per i master femminili, Gianluca Allasia per i Cadetti maschili e Elisa Sala per i Cadetti femminili. La principale società di atletica di Venaria Reale è l'Atletica Venaria. Essa porta avanti un progetto nato nel 2005 per avviare i giovani dai 5 ai 18 anni alla preparazione tecnica agonistica e all'educazione allo sport. Oggi ha esteso la propria attività anche al settore adulti offrendo allenamenti ed attività adatte a tutte le età. La principale società di tiro con l'arco di Venaria Reale è l'A.S.D. Sentiero Selvaggio, nata nel 1991 sulla collina di Torino per poi trasferirsi, nel 1994, a Venaria Reale. L’Associazione Sportiva Dilettantistica Sentiero Selvaggio di Venaria Reale si occupa da 30 anni della promozione del tiro con l'arco e rappresenta una tra le più prestigiose e premiate Società italiane. Essa è stata insignita nel 2003 con la Stella d'Argento al merito sportivo, nel 2007 con la Stella d'Oro e nel 2011 con la prestigiosa Stella di Platino per aver raggiunto il traguardo dei 50 titoli italiani. Attualmente detiene, con i suoi arcieri, 16 record italiani nelle varie discipline del tiro con l’arco. Il settore giovanile ha raggiunto nel corso degli anni importanti traguardi, vincendo per 3 volte il Campionato Italiano Centri giovanili. A livello internazionale i giovani hanno vinto 2 titoli mondiali e 2 titoli europei. La principale squadra di pallavolo femminile della città è la Venaria Real Volley che milita nei gironi di serie C e D della federazione Piemontese. La società è dotata, inoltre, di una prima divisione e di un ampio bacino giovanile. Essa attualmente collabora con la società pallavolistica Labor di Borgaro Torinese e acquista, da ciò, il nome di Ve.La Volley. La principale società di Basket della città è il Basket Venaria, nata nel 1993. Essa milita in campionati di Basket femminile di serie B e campionati giovanili. Per quanto riguarda il basket giovanile la società possiede un ampio settore giovanile fino all'under 19. La città di Venaria Reale è dotata di una piscina presso lo Sport Club. La vasca da 25 metri, con profondità che varia da 1,50 m a 5 m, è divisa il 6 corsie. Inoltre è presente una vasca più piccola di profondità 60 cm e una vasca riscaldata di profondità un metro. Borgo Castello nel parco de La Mandria Parco regionale La Mandria Reggia di Venaria Reale Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Venaria Reale https://www.arcierisentieroselvaggio.it/ Sito ufficiale, su comune.venaria.to.it. La webtv della Città di Venaria Reale, su venaria.tv.

J-Village

Il J-Village (/ˈdʒeɪː ˈvɪlɪdʒ/) è una struttura civile-sportiva multifunzionale di proprietà della società calcistica italiana Juventus Football Club sita nel quartiere di Vallette, nella zona nord-occidentale di Torino. Sorto nella seconda metà degli anni 2010, il complesso si trova in Via Druento 175 nel capoluogo piemontese e occupa, con una superficie di 175475 m² nella sua prima tappa di costruzione, la maggior parte dell'area Continassa, nei pressi del correlato Juventus Stadium, e ospita la sede amministrativa della società bianconera, il centro d'allenamento della prima squadra maschile, un hotel a quattro stelle, un centro d'istruzione internazionale che comprende anche il J-College, un concept store e lo Juventus Creator Lab. Nel 1994 la Juventus disputa gli incontri casalinghi allo stadio delle Alpi, allora proprietà del Comune di Torino; ma in ragione della scomodità e di diversi problemi emersi da metà del decennio, essa inizia a progettare la costruzione di un impianto di sua proprietà. In quel periodo, il club intende edificare la nuova struttura sempre nella zona adiacente al Delle Alpi, nota come la Continassa, oltreché stabilire in quell'area la nuova sede societaria. Tale progetto, denominato «Casa Juventus» e conosciuto informalmente con il nome di «Cittadella Juve», prevede l'apertura di un museo a tema juventino, lo spostamento della sede bianconera all'interno della storica Cascina Continassa, la residenza principale dell'area, e la creazione di un centro d'allenamento nel terreno circostante. Nel 1996 persiste l'intenzione societaria di edificare un nuovo impianto nella zona del Delle Alpi, ma è un'alternativa, poiché, in quell'annata, il proposito della società bianconera è quello di acquistare e restaurare l'antico stadio Comunale, sito nel quartiere Santa Rita, e riservare all'area Continassa la funzione di centro sportivo, relegando il Delle Alpi solo ai grandi eventi sportivi. L'idea del restauro del Comunale verrà, tuttavia, accantonata nel 1998, in favore dell'acquisto e della profonda riqualificazione del Delle Alpi rendendolo parte di una zona a tema juventino, racchiudente museo, albergo e negozi, realizzando, inoltre, un centro sportivo nell'area Continassa. Tra il 1998 e il 2002 la Juventus, davanti alle difficoltà nel trovare un'intesa con il Comune di Torino per l'acquisto dello stadio delle Alpi e dell'area circostante, propone di abbattere il Delle Alpi e costruire al suo posto un impianto idoneo per le famiglie con una capienza di 40 000 posti, riservato all'utilizzo calcistico e sul modello degli stadi inglesi, e valuta la possibilità di abbandonare la città con vari ultimatum al Comune, nel caso in cui la trattativa non vada a buon fine. Il 18 giugno 2002 il club ottiene dal Comune di Torino il diritto di superficie sull'area dello stadio per una durata di 99 anni, sborsando 25 milioni di euro. La dirigenza juventina, oltre che erigere un nuovo stadio adatto al calcio, ritenuto dal progetto presentato come sicuro e redditizio, intende dar vita a una cittadella bianconera nell'area adiacente all'impianto, dove ospitare varie iniziative rivolte ai propri sostenitori e diverse attività commerciali, nonché nuovi servizi del club quali un museo, un centro medico di proprietà, un centro d'allenamento esclusivo per la prima squadra maschile e la già citata sede societaria. Tutto ciò non solo nell'area circostante, ma anche all'interno del futuro stadio di proprietà. La Juventus riesce pertanto ad ottenere uno stadio di proprietà, abbandonando definitivamente l'idea di lasciare la città. Tra novembre 2008 e giugno 2009 il Delle Alpi viene abbattuto per dare inizio alla costruzione dello Juventus Stadium, portata a termine nel 2011. Lo Stadium è il primo impianto italiano moderno totalmente di proprietà di un club calcistico e al suo interno sono collocate anche altre strutture ossia: il J-Museum, il museo dedicato alla storia del club, il J-Medical, il centro medico della società torinese, lo Juventus Megastore, un negozio di articoli firmati dal club bianconero, nonché negozi, ristoranti e servizi di ogni tipo. Inoltre, nei paraggi dello stadio si trova l'Area 12, un centro commerciale con 60 negozi e una grande area food con bar e ristoranti. Nel frattempo, l'11 giugno 2010 la Juventus firma il protocollo d'intesa con il Comune di Torino per l'acquisizione in diritto di superficie per 99 anni dell'area della Continassa, adiacente al futuro stadio bianconero, sborsando un milione di euro. L'obiettivo della società bianconera è dare continuità al progetto Stadium, riqualificando l'intera area di circa 270000 m². La Juventus intende stabilirvi la nuova sede ed estendervi ancora un centro sportivo e polifunzionale. Tecnicamente, il club ha acquisito per 11,7 milioni di euro il diritto di superficie su parte dell'area circa (180000 m²) per un periodo di tempo pari a 99 anni; la restante parte, pari a 80000 m², rimane invece alla città di Torino, che intende qui realizzare un parco e dei servizi pubblici. L'intero "progetto Continassa" darà poi vita al J-Village, Nel novembre 2017 la commissione toponomastica del Comune di Torino rinomina «Strada della Continassa» il viale a doppia carreggiata, di circa 550 m di estensione, costruito nell'ambito della riqualificazione dell'area e che scorre tra via Druento e Corso Ferrara, attraversando la zona sud del J-Village. La struttura ospita, nel novembre 2022, la nazionale calcistica brasiliana durante la prima parte del ritiro preparatorio al campionato del mondo 2022 in Qatar: la Seleção dispone sia del JTC sia del J-Hotel. Tutte le costruzioni faccenti parte del complesso J-Village seguono il piano di ecocompatibilità ambientale iniziato nello Juventus Stadium nel 2011. Nell'estrema zona nord-orientale del complesso J-Village, nelle vicinanze dello Juventus Headquarters, sede amministrativa del club, fu costruita la sala macchine più grande del Paese tra quelle gestite dall'azienda specializzata tedesca Bosch, che occupa una superficie di 580 m² su un singolo piano; questa ospita un insieme di sistemi integrati e centralizzati a ciclo chiuso ad alta efficienza quali: Impianto di cogenerazione a gas naturale per la produzione combinata di energia elettrica e termica; Termopompe per la produzione di acqua refrigerata; Scambiatore di calore alimentato da teleriscaldamento cittadino; Condensatori evaporativi per le pompe di calore; Sistemi di pompaggio fluidi termovettori. Tali sistemi sono capaci di somministrare al complesso di calore pari a 13,9 megavatt termici-ora (MWth) e dotarla di una refrigerazione pari a 3,2 megavattora (MWh). Dalla stagione 2019-2020, la totalità dell'energia in uso dalla società calcistica torinese è generata da fonti renovabili. Il J-Village occupa un'area di 175475 m² ed è suddiviso in sei strutture autonome: A partire dal 17 luglio 2017, la settecentesca Cascina Continassa, recuperata e restaurata, dopo aver vissuto anni di abbandono e degrado, ospita la nuova sede sociale della Juventus, formalmente conosciuta come Juventus Headquarters, che occupa un'area di 4370 m². Nei pressi della facciata meridionale della sede sociale bianconera sorge un edificio rettangolare di due piani di altezza dedicato allo Juventus Creator Lab ([juˈvɛntus kriˈeɪt̮ər læb]), un laboratorio digitale di proprietà del club torinese sorto nel gennaio 2023 e dedicato alla produzione di contenuto multimediale OTT vincolato con le prime squadre maschile e femminile oltreché il corrispondente settore giovanile, visibile per il mercato italiano e internazionale sia sui diversi profili ufficiali del club sui social network che sulla piattaforma streaming on demand Amazon Prime Video. Il 16 aprile 2018 è stato inaugurato, dalla formazione femminile, lo Juventus Training Center (JTC), un centro di allenamento riservato esclusivamente alla prima squadra maschile di 58950 m² di superficie, che lo utilizza a partire dalla stagione 2018-2019; occasionalmente serve anche la seconda squadra maschile. Il JTC ingloba anche un media centre, a sua volta comprendente: una sala per le riunioni tecniche e visione dei video, gli studi televisivi di Juventus TV, canale tematico del club, la sala stampa e le aree degli sponsor. Il 24 agosto 2019 è stato aperto al pubblico il J-Hotel (per esteso Juventus Hotel, /ˈdʒeɪ həʊˈtel/), l'albergo di proprietà della Juventus. A partire dal precedente 11 luglio, la struttura ha già iniziato ad ospitare, esclusivamente, i calciatori, l'allenatore e il suo staff. L'inaugurazione dell'albergo è avvenuta, ufficialmente, il 19 novembre 2019. Il progetto della struttura nasce dalla joint venture tra il club torinese e Lindbergh Hotels, uno dei maggiori esponenti dell’imprenditoria turistica italiana. L'hotel sorge su un'area di 11300 m² su una superficie cubica, di cui 9181 m² occupati dall'edificio principale; include circa 5000 m² riservati a un giardino centrale. L'edificio principale, costruito su una pianta a forma di lettera "J" ispirata dal logo societario, ha una classificazione di quattro stelle e consta di: un Centro Congressi, che, a sua volta, si compone di sei sale meeting modulabili: quattro con capienza fino a trenta persone e una fino a cento; un ristorante, il Tàola Restaurant, dove l'offerta culinaria, curata dallo chef stellato Davide Scabin, propone i piatti tradizionali accanto a delle ricette internazionali, restando fedele alla tradizione culinaria del Piemonte (Tàola è la traduzione di “tavola” in dialetto piemontese); un lounge-bar; un ampio giardino interno; 138 stanze, divise in cinque tipologie (Confort, Deluxe, Executive, J-Executive e Suite), alle quali si aggiungno quelle riservate ai ritiri dei giocatori della prima squadra e componenti dello staff tecnico, a cui è riservata un’ampia zona che ospiterà i ritiri pre-partita. L'ala orientale del J-Hotel, riservata all'albergo della squadra, è collegata agli spogliatoi dello Juventus Training Center di Torino da un tunnel sotterraneo. Nel giugno 2020 la Juventus ha acquisito la quota di partecipazione detenuta da Lindbergh Hotels nell'azienda incaricata della gestione del J-Hotel, B&W Nest S.r.l., diventando così unico proprietario di quest'ultima. Il J-Hotel è sito in via Traves, 40. Il 16 novembre 2017 è stata inaugurata la sede torinese della World International School (/wɜːld ˌɪntəˈnæʃnəl skuːl/), anche nota con l'acronimo WINS (pronunciato [ˈwɪnz]), centro d'istruzione internazionale che gestisce amministrativamente anche il J-College, il liceo destinato ai ragazzi e alle ragazze del settore giovanile juventino. La scuola si distingue, tra altri, per il suo progetto educativo incentrato sull'uso dell'inglese britannico nei propri corsi, l'insegnamento di una terza lingua oltre a quell'inglese e l'italiano nonché la preparazione dei suoi studenti per l'esame di certificazione di conoscenza dell'inglese fornito dall'Università di Cambridge in qualità di Cambridge Assessment Ammissions Center; è stato, infatti, il primo istituto autorizzato in Italia a offrire tutti e tre i programmi del baccellierato internazionale, equivalente all'esame di maturità dell'istruzione secondaria italiana: IB Primary Years Programme o IBPYP (per studenti dai tre ai dodici anni d'età), IB Middle Years Programme o IBMYP (11-16 anni) e IB Diploma Programme o IBDP (15-19 anni). Capace di 700 studenti, il WINS è sito in via Traves, 28, all'interno di un moderno campus che occupa un'area di 8450 m² su una superficie totale di 16000 m² nella zona sud-occidentale del J-Village. La struttura ospita, al suo interno: attrezzature sportive; una palestra; una piscina; un auditorium; un convitto per studenti non residenti. Il J-College (per esteso Juventus College, /ˈdʒeɪ ˈkɒlɪdʒ/), anche noto come «Liceo Juventus», è un centro educativo di proprietà della Juventus; la progettazione fu curata insieme alla Fondazione Giovanni Agnelli, con un costo di 19 500 000 €. Attivo dal settembre 2012, era originariamente costituito sotto forma di «liceo scientifico-sportivo delle scienze applicate di secondo grado», essendo il primo centro d'istruzione in Italia a essere gestito da una società sportiva nonché ufficialmente riconosciuto dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR). È stato progettato per offrire diverse attività didattiche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, in collaborazione con la già citata Fondazione Agnelli e la Congregazione Salesiana, oltreché «promuovere le abilità calcistiche degli studenti, migliorando il loro rendimento scolastico attraverso il loro coinvolgimento in programmi educativi in modo tale da consentire il giusto equilibrio tra la formazione e la scolarizzazione [...] diminuire i tassi di abbandono scolastici da parte degli studenti migliorando sia l'approccio e la qualità dell'insegnamento». Nel settembre 2013, durante l'assemblea generale dell'European Club Association (ECA) svoltasi a Ginevra, il J-College fu premiato con l'ECA Youth Best Achievement Award, nella categoria Youth Development, quale miglior progetto educativo organizzato a livello di club europei. Il liceo occupò durante i suoi primi anni una superficie di 650 m² all'interno del JTC Vinovo, essendo la propria offerta accademica curata dall'International School of Europe (ISE) per il triennio 2014-2017. In quell'ultimo anno, in seguito all'ampliamento dell'offerta educativa liceale, la sede legale del J-College fu trasferita da Vinovo al campus costruito nella zona sud-occidentale del J-Village, il centro multifunzionale della società bianconera a Torino; è gestita da allora dal WINS, mutando il suo indirizzo in «liceo scientifico di secondo grado a indirizzo sportivo». Un altro tassello del J-Village, sarà il concept store, struttura polifunzionale che occuperà un'area di 24800 m², di cui 8500 m² corrispondono a superficie lorda di pavimento, destinata ad attività educative, commerciali e d'intrattenimento ludico-sportivo. Nell'area del J-Village sono previste le seguenti strutture: il futuro del PalaTorino che il comune di Torino ha affidato in gestione attraverso una gara pubblica; la variante 236 approvata dal Consiglio comunale prevede un'area wellness tra corso Ferrara, via Traves, strada di Druento e corso Gaetano Scirea; una piazza pubblica in prossimità alla Strada della Continassa in cui sarà eretto un memoriale in ricordo delle vittime della strage dell'Heysel avvenuta a Bruxelles il 29 maggio 1985; uno stadio da 5 000 posti a sedere compatibile con la categoria 3 UEFA di cui la seconda squadra maschile, la prima squadra femminile e le squadre Under-19 di entrambe categorie saranno usufruttuari esclusivi; la realizzazione di un grande parco urbano. Mario Salisci, Storia di un successo. Sport, scuola e società, Genova, Centro Leonardo Education, 2022, ISBN 88-99-55551-6. Juventus Football Club S.p.A. (a cura di), Modifica di Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) Ambito 4.25 Continassa – Progetto Planivolumetrico (PDF), 19 ottobre 2015. Relazione finanziaria annuale 2021-2022 (PDF), Juventus Football Club S.p.A., 30 luglio 2022. Continassa J-Museum Juventus Stadium Juventus Training Center (Torino) Stadio delle Alpi Stazione di Madonna di Campagna Stazione di Rigola Stadio (IT, EN, ES, PT, ZH, ID, JA, AR) Juventus Headquarters, su juventus.com, Juventus Football Club S.p.A. (IT, EN, ES, PT, ZH, ID, JA, AR) JTC Continassa, su juventus.com, Juventus Football Club S.p.A. (IT, EN, ES, PT, ZH, ID, JA, AR) J-Hotel, su juventus.com, Juventus Football Club S.p.A. (IT, EN, ES, PT, ZH, ID, JA, AR) J-College, su juventus.com, Juventus Football Club S.p.A. Cascina Continassa, su museotorino.it, Città di Torino. New era. New Juventus headquarters, su YouTube, Juventus Football Club S.p.A., 17 luglio 2017. Go inside the new Juventus Training Center!, su YouTube, Juventus Football Club S.p.A., 9 luglio 2018. Dining in style – The champions' visit to the J Hotel!, su YouTube, Juventus Football Club S.p.A., 14 luglio 2019. Inaugurato il J Hotel, su YouTube, Rete7.it, 20 novembre 2019. WINS. An immersive Campus for a full learning experience, su YouTube, WINS – World International School of Torino, 18 luglio 2018.

Continassa
Continassa

La Continassa è un'area di 256800 m² situata nell'estrema periferia nord-ovest di Torino, all'interno della Circoscrizione 5; è una zona del quartiere Vallette confinante con Madonna di Campagna (zona Barriera di Lanzo) e il comune di Venaria Reale, delimitata a nord da strada Druento, a sud da corso Ferrara, a ovest da via Traves e a est dai terreni dello Juventus Stadium (impianto privato inaugurato nel 2011 al posto del precedente stadio delle Alpi) fino a Strada Altessano. In seguito a una profonda riqualificazione, nel 2017 fu edificato su gran parte dell'area il J-Village, un complesso civile-sportivo multifunzionale che include la storica Cascina Continassa, la residenza padronale che diede nome all'intera area a cavallo di XVII e XVIII secolo, e di cui la società calcistica Juventus Football Club è proprietaria; mentre nel lotto sud, appartenente al Comune di Torino dal 1913, sorge il PalaTorino, un impianto sportivo multifunzionale accanto un settore destinato a futuro parco pubblico. La zona prende il nome dalla antica cascina Contina, su strada Druento, chiamata probabilmente così per via della moglie di un conte, forse caduta in disgrazia. Un nomignolo non insolito, pensando a nomi di cascine che spesso rendono omaggio ai loro primi proprietari, ricorrendo o al cognome o al titolo di cui essi erano insigniti; esemplare è il caso della vicina cascina Cavaliera (in strada delle Vallette), che deve il suo nome al Cavalier General d'Envie, l'antico proprietario della tenuta. Continassa pare essere una successiva alterazione linguistica, indicante probabilmente le dimensioni dell'edificio (il suffisso -assa, in questo caso, sembra avere valore accrescitivo più che peggiorativo). Risalente con buona probabilità alla fine del XVII secolo, fu una cascina composta originariamente da una villa o edificio con diversi appartamenti, un rustico (per attività agricole), un filatoio e un ampio giardino volto a mezzogiorno. Durante l'assedio di Torino (1706), la Contina fu occupata dagli assedianti e trasformata in un centro di raccolta e smistamento di artiglierie. All'esterno del muro perimetrale, sul lato est del portone principale, nel 1747 fu fatta costruire una cappella da Guglielmo Maggia, padrone del fondo, probabilmente assieme alla villa. Nella seconda metà del XVIII secolo la cascina, all'epoca di proprietà della famiglia Maggia, divenne una delle più grandi filande del Torinese, contando fra i suoi lavoratori 150-200 persone in grado di produrre circa 2 300 rubbi di bozzoli annui. Nel 1790 la cascina viene descritta dall’architetto Amedeo Grossi come: È, quindi, un edificio in cui si sono svolte più funzioni e attività: la villa utilizzata come residenza padronale, la cascina che sottintende alle attività agricole e l'opificio paleoindustriale adibito a filatura. La cascina Contina passò di proprietà ai Nigra nel corso del XIX secolo, quindi acquistata dal Comune di Torino nel 1911 che, in primo momento, la riadattò a centro per la prevenzione di malattie, mentre più tardi, durante la seconda guerra mondiale, i fascisti la utilizzarono come carcere; negli anni 60 del XX secolo, inoltre, la cascina ospitò anche i terremotati del Belice. Poi, sia per la Contina che per i territori rurali circostanti, nei decenni successivi iniziò un periodo di graduale abbandono. Nel marzo 1969, dopo una gestione a carico del comune durata 18 anni, inclusa una sistemazione stradale, fu inaugurato nel lotto orientale dell'area Continassa, tra la strada del Druent, via Traves e Corso Ferrara, un vasto e moderno stabilmento pubblico destinato ad attività di macellazione e commercio delle carni in sostituzione del precedente Mattatoio Civico, edificato in corso Vittorio Emanuele II tra il 1866 e il 1867 e ormai ritenuto «vecchio e superato». Esso sarebbe stato dismesso appena sei anni più tardi e la superficie, dopo l'abbattimento della costruzione, riqualificata per fare spazio, negli anni 2000, a quella che verrà chiamata l'Arena Rock; una struttura che, a causa del poco impiego, sarà trasformata in pista di go-kart (anch'essa scarsamente utilizzata), salvo poi essere definitivamente abbandonata e demolita. Parallelamente, su Corso Ferrara, nel 1985 sorse un mercato ittico. Nel 1984, in previsione del campionato del mondo 1990, fu proposta la costruzione di un nuovo e più ampio impianto calcistico torinese, in sostituzione dell'ormai fatiscente stadio Comunale, sito nel quartiere Santa Rita, che aveva servito la città nei precedenti sei decenni. Nel 1986, come sede in cui realizzare il nuovo stadio, fu scelta proprio la zona della Continassa. Il progetto pensato per questa zona fu completato interamente nel 1990, col nome di stadio delle Alpi. In quel periodo, per l'area Continassa si pensò a due diversi progetti: prima una "città dello sport" accanto allo stadio dei mondiali, con campi da tennis, piscine, palarock, parchi giochi e impianti base, trasformando la cascina in una sede di "terziario sportivo" (con uffici, sale riunioni, biblioteca, foresteria, bar e ristoranti) riservata alla Federazione Italiana Giuoco Calcio; poi, dopo il mondiale, il Comune prese in considerazione l'idea di trasformare la Cascina Continassa in un hotel a quattro stelle. Entrambi i progetti si arenarono sicché l'area, già in stato di abbandono da anni, divenne sempre più degradata, riducendo, tra l'altro, la settecentesca cascina a rifugio per gruppi rom. La Juventus si dimostra interessata all'area della Continassa fin dal 1994. La società bianconera ha come obiettivo costruire un impianto di sua proprietà al posto del costoso e problematico stadio delle Alpi, aprire un museo a tema juventino, spostare la sede societaria all'interno della settecentesca Cascina Continassa ed edificare un nuovo centro d'allenamento accanto all'impianto e alla sede. Otto anni dopo, il 18 giugno 2002 la Juventus ottiene, in seguito a un accordo con il Comune di Torino, il diritto di superficie sull'area del Delle Alpi per 99 anni, versando nelle casse comunali 25 milioni di euro. La società può così dare inizio al progetto di un nuovo stadio adatto al calcio, sicuro e redditizio, che nel frattempo si è evoluto in una vera e propria cittadella bianconera di proprietà del club, riservata sia alle infrastrutture della squadra, sia ad attività commerciali collaterali e altre iniziative rivolte ai tifosi; il tutto sia nell'area circostante sia all'interno del futuro impianto. Tutto ciò permette alla Juventus di garantirsi uno stadio di proprietà e di guardare al futuro sviluppo dell'area. L'11 giugno 2010 la Juventus acquista, in seguito a un protocollo d'intesa con la municipalità torinese, l'area della Continassa per i successivi 99 anni, al prezzo di un milione di euro. La società vuole così dare continuità al progetto stadio, riqualificando l'intera adiacente area di circa 270 000 metri quadrati. Nel biennio 2008-2009 viene completata la demolizione del Delle Alpi e al suo posto, tra il 2009 e il 2011, viene costruito lo Juventus Stadium; a seguire, nell'arco temporale tra il 2012 e il 2017, all'interno dell'impianto vengono già aperte strutture come il museo societario, il centro medico e il megastore. Inoltre, nei dintorni dello stadio, si trova il centro commerciale Area 12. Questo progetto proseguirà con la creazione della futura cittadella bianconera alla Continassa, per la quale viene scelto il nome di J-Village. Questo progetto viene portato a compimento a cavallo tra la metà degli anni 2010 e i primi anni 2020 con il definitivo recupero della zona dal degrado: alla sua consegna, il J-Village occupa un'area di 175475 m² e consta di un centro d'allenamento riservato alla prima e, occasionalmente, alla seconda squadra maschile (centro che, a sua volta, include: una sala per le riunioni tecniche e visione dei video, gli studi televisivi di Juventus TV, canale tematico del club, la sala stampa e le aree degli sponsor), un albergo di lusso, una scuola internazionale, un concept store e della sede sociale che, dal 2017, si trova proprio all'interno della Cascina Continassa, anch'essa recuperata dopo anni di abbandono. Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e suoi contorni, Torino, 1790, p. 48. Walter Chervatin, Partecipazione religiosa in una comunità di antico regime: Lucento nella seconda metà del Settecento, Torino, Università degli studi di Torino, 2010-2011, p. 45. Giancarlo Magnin, Margherita Marietta Sperandio, Lucia Milano, Maria Vittoria Richetto, Lorenzo Vaglienti, don Alessio Toniolo, Savonera – Una storia di vita e di fede, Cantalupa, Effatà Editrice, 2003, p. 14. Juventus Football Club S.p.A. (a cura di), Modifica di Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) Ambito 4.25 Continassa – Progetto Planivolumetrico (PDF), 19 ottobre 2015. J-Museum J-Village Juventus Stadium Juventus Training Center (Torino) Stadio delle Alpi Stazione di Madonna di Campagna Stazione di Rigola Stadio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Continassa (IT, EN, ES, ZH, ID, JA, AR) Juventus Headquarters, su juventus.com, Juventus Football Club S.p.A. Cascina Continassa, su MuseoTorino, Città di Torino. New era. New Juventus headquarters, su YouTube, Juventus Football Club S.p.A., 17 luglio 2017.

PalaTorino
PalaTorino

Il PalaTorino è una struttura polivalente di Torino, in precedenza noto per esigenze di sponsorizzazione come PalaStampa e Mazda Palace. Situato alle Vallette, nelle immediate vicinanze dello Juventus Stadium, è raggiungibile dall'uscita Venaria Reale-Druento della Tangenziale Nord. Il progetto nasce nel 1990 dall'incontro dell'allora assessore torinese alla cultura Marzano e l'imprenditore Divier Togni. Il Comune di Torino e il gruppo Togni stipularono una convenzione: il primo diede il terreno e si occupò delle opere di urbanizzazione; il secondo mise il capitale per edificare la struttura e gli venne assegnata la gestione dell'impianto per trent'anni, con conseguenti spese di ordinaria e straordinaria manutenzione e senza alcun onere per il Comune che ne divenne subito proprietario, con il diritto di poterne disporre ottanta giorni all'anno. Dopo un periodo iniziale di incertezze, nel luglio 1991 venne inaugurato il cantiere con la posa della prima pietra. A gennaio vi fu la posa della trave circolare a sostegno dell'imponente cupola di copertura dal diametro di quaranta metri. I lavori proseguirono a rilento e l'inaugurazione inizialmente prefissata per l'autunno del 1993 slittò alla primavera del 1994 e poi ancora all'autunno dello stesso anno, a causa dell'ultimazione dei lavori necessari per rendere la struttura idonea ad accogliere il pubblico. Fu così inaugurato il 22 ottobre 1994 in occasione del concerto di Adriano Celentano, successivamente ha ospitato concerti, manifestazioni, convention, spettacoli ed eventi sportivi e culturali. La struttura è polifunzionale e finalizzata alla massima flessibilità, in base alle esigenze del singolo evento. Gli spazi interni sono modulabili e attrezzati per realizzare l'allestimento in una delle due semi-arene contrapposte di cui l'impianto è composto, che si ispirano agli anfiteatri greci e romani. L'arena più piccola ha una capacità di 3 000 posti, mentre l'arena principale dispone di 10 000 posti netti suddivisi tra tribune e parterre. Terminata la sponsorizzazione con La Stampa durata nove anni, il Palastampa cambiò nome in occasione del concerto di Claudio Baglioni del 21 novembre 2003, infatti concluso l'accordo per una nuova sponsorizzazione, venne ribattezzato Mazda Palace. Oltre al Mazda Palace di Torino ne erano presenti uno a Milano e un altro a Genova, che hanno successivamente cambiato sponsor diventando rispettivamente PalaSharp e 105 Stadium. Per quindici anni, quello che nella memoria collettiva è ricordato ancora come il "PalaStampa", è stato il punto di riferimento per tutti i piemontesi appassionati di musica e concerti. Durante la sua attività, la struttura di Corso Ferrara ha ospitato puntualmente le tournée di tutti gli artisti italiani, e soprattutto i concerti dei grandi artisti stranieri. Il PalaTorino ha contribuito a riportare Torino nel circuito internazionale delle grandi manifestazioni. Un circuito che ormai da anni aveva deciso di evitare il capoluogo subalpino; almeno per quel che riguardava le tournée invernali. Il problema principale era infatti uno e semplicissimo: mancava in città una soluzione intermedia fra la maxi-platea e gli spazi teatrali, uno spazio in grado di ospitare le grandi produzioni al chiuso. Il vecchio PalaRuffini risultava sempre più frequentemente piccolo per contenere insieme i giganteschi palchi delle rockstar e il pubblico necessario a pagare i costi di produzione. Spesso gli organizzatori locali erano costretti a ricorrere al raddoppio delle date, altre volte il pubblico rimasto senza biglietto restava sempre numeroso fuori dal palazzetto. Già pochi mesi dopo la sua inaugurazione la struttura ospitò il primo grande appuntamento di livello internazionale, il 20 febbraio 1995 si accesero i riflettori sul gruppo americano dei R.E.M. che apriva proprio a Torino la sua tournée italiana. Ma il primo evento di grande richiamo fu il 28 aprile 1995, quando al Palastampa si esibirono i Take That. Il gruppo inglese all'apice del successo; in quegli anni era la vera e propria mania delle teen-agers, successo paragonabile solo a quella che riscossero i Duran Duran negli anni ottanta. Centinaia di adolescenti in delirio presero d'assalto il palazzetto fin dal giorno prima. Il giorno dello show centinaia di fans bloccarono addirittura le vie di Porta Nuova, mettendo letteralmente sotto assedio il Turin Palace Hotel, dove alloggiavano i cantanti. La serata si chiuse nel tripudio generale, ai piedi di un palco di 30 metri, con diecimila fans in delirio arrivate da mezza Italia. Dal 31 ottobre al 5 novembre 1995 il PalaStampa ospitò la prima mostra-salone del Made in USA intitolata semplicemente “L'America”. Un viaggio tra i miti e i sogni d'oltreoceano, tra Limousine e Cowboy, cimeli di Elvis e James Dean, la Coca-Cola e juke-box. Tutto rigorosamente al ritmo di rock’n’roll, del Blues e del Jazz, con concerti diversi per ogni serata della rassegna. Protagonista assoluta la Harley Davidson, con una giornata esclusivamente dedicatavi. Il sogno a motori continuò con l'esposizione di Cadillac, Chevrolet e Cheerokee. Inoltre una sezione venne dedicata al cinema con la galleria hollywoodiana dei manifesti dei film che hanno fatto la storia, immancabile la presenza della Walt Disney e della 20th Century Fox con la grande saga di Star Wars. La chiusura sotto il segno del Western, con l'esibizione di cowboy a cavallo e dall'immancabile toro meccanico. Il 12 aprile 1996 fu la prima e anche l'unica volta di Vasco Rossi al PalaStampa, con il suo "Nessun pericolo per te". Dopo quella tournée il cantante emiliano calcherà solo i grandi palchi degli stadi italiani e per più volte nel corso degli anni i suoi show faranno tappa al vicino stadio delle Alpi. La data del 29 settembre 1996 è ricordata dagli amanti del rock come il giorno del ritorno in città della più grande band di Thrash metal: i Metallica. La band californiana, che aveva suonato nel 1993 allo stadio delle Alpi, era impegnata con la nuova tournée per promuovere l'album Load, e portava per i palasport d'Europa uno spettacolo particolare; con luci sostenute da bracci mobili, tra filo spinato, fuochi d'artificio, lingue di fuoco, rombi di mitra ed elicotteri. I quattro si esibirono davanti a oltre 7000 fan con un rock pesante ma sapiente, intessuto di blues con forti venature romantiche e diabolici riff. Il 30 maggio 1997 i Litfiba tennero proprio al PalaStampa la data di chiusura della trance primaverile del loro Mondi sommersi Tour davanti a 9500 persone. Il concerto venne registrato dalle telecamere di MTV e successivamente riproposto sul canale musicale per tutto l'autunno di quell'anno. Il 13 giugno 1998 l'impianto torinese fu sede dello storico festival itinerante Monsters of Rock a cui parteciparono Drakkar, Primal Fear, Overkill, Hammerfall, Saxon La manifestazione fu impreziosita dalla presenza dei grandi Joe Satriani, Uli Jon Roth e Michael Schenker (riuniti sotto la sigla G3), Dream Theater e Deep Purple. Il 21 luglio 2001 fece tappa a Torino, con la sua unica data italiana, l'Elevation Tour degli U2. Il concerto si tenne nel vicino stadio delle Alpi e per il grande evento erano attesi da tutto il Nord Italia, dalla Francia e dalla Svizzera oltre 71 000 fans. In concomitanza con i tumultuosi giorni del G8 nella vicina Genova, con tutti gli alberghi prenotati e in considerazione dell'enorme afflusso, il comune di Torino mise a disposizione il PalaStampa e lo attrezzò per accogliere duemila persone dove poter dormire la notte precedente e la notte del concerto. Anche nel piazzale ci fu posto per 200 tende e un migliaio di saccopelisti. Per tre giorni, dal 30 settembre al 2 ottobre 2005, Torino divenne capitale del tatuaggio e dei bikers con la “Bike Tattoo Expo”. Una kermesse articolata su più fronti con gli stand dei tatuatori, sexy shop e le vetrine destinate a auto e moto. Ma anche intrattenimento di musica live con concerti rock, appuntamenti ludici, culturali e dibattiti. Saggi di arti marziali e le premiazioni dei tatuaggi e i kustom più spettacolari. Nel 2011 cessa la sua attività sia per gli alti costi di gestione della struttura che per la concorrenza formatasi negli ultimi anni da altri operatori del settore insediatisi in città rivolti a sfruttare il più ben spazioso e moderno PalaOlimpico. Essendo il PalaTorino una struttura costruita per ospitare esclusivamente spettacoli e concerti, non fu mai utilizzata da società sportive della città come sede per le loro attività, in quanto erano da sempre indirizzate ad utilizzare le tradizionali strutture quali; il PalaRuffini, il Palasport Le Cupole, il Palavela e il Palazzetto dello sport di Collegno. Anche in occasione della ristrutturazione del PalaRuffini, le società ripiegarono su altre sistemazioni, in quanto l'affitto dell'arena di Corso Ferrara avrebbe comportato delle spese di affitto fuori portata. Comunque, nel corso degli anni, e in occasioni sporadiche, il PalaTorino ha potuto accogliere eventi sportivi ed esibizioni di grande richiamo per il pubblico. Uno degli sport che negli anni ha riscosso sempre più successo a Torino con appuntamenti fissi è stato senza dubbio il Trial Indoor. Il capoluogo piemontese è stato per lungo tempo l'unica tappa italiana del calendario iridato. E a partire dal 1998 la competizione si è tenuta al PalaStampa e puntualmente al suo interno veniva allestita l'area con enormi tronchi d'albero, cubi di cemento, lastroni di pietra e rampe tra cascate artificiali per ospitare le esibizioni, le quali hanno sempre richiamato migliaia di appassionati. Il 24 e 25 gennaio, guidati dal finlandese Tommy Ahvala, presero parte alle competizione sette tra i migliori specialisti del mondo tra cui anche gli italiani Diego Bosis e Donato Miglio. Ancora il 21 e il 22 novembre sempre di quell'anno ospitò la seconda edizione della Coppa Spea, specialità del Trial Indoor International, al quale parteciparono il pluricampione inglese Dougie Lampkin, il giapponese Kenichi Kuroyama e il britannico Colley. Le prove vennero affiancate anche dal “Trial Show” che metteva in luce i migliori giovani italiani dai 7 ai 16 anni. Dopo un anno al PalaRuffini e uno di digiuno, il 20 e il 21 gennaio 2001 il trial tornò al PalaStampa con 3500 biglietti venduti solo in prevendita. La quarta prova del Campionato del Mondo, per l'occasione ribattezzata “Adrenalina pura”, vide ancora protagonista Lampkin, con il giapponese Takahisa Fujinami e gli spagnoli Marc Colomer e Marc Freixa. L'esperienza fu ripetuta il 26 e il 27 gennaio del 2002, quando Torino fu sesta tappa del circuito mondiale vinta dallo spagnolo Albert Cabestany. Molto atteso in quell'edizione anche il campione italiano Dario Re. Nel 2003 Torino cadde a metà del calendario agonistico dei mondiali, la sera dell'8 febbraio e proseguì anche il giorno seguente. In quell'edizione oltre ai soliti noti si mise in evidenza il giovane spagnolo Adam Raga, che quell'anno si laureò Campione del mondo. Quella del 2005 fu l'ultima edizione a svolgersi all'interno dell'impianto di Corso Ferrara, sempre per il Trial Indoor International in due giorni di gare che registrarono il tutto esaurito con 5 000 biglietti venduti. La sera del 19 novembre con il Trofeo Allianz Subalpina e il pomeriggio successivo con il Trofeo Sanpaolo, con la partecipazione delle promesse europee Tadeusz Blazusiak e Toni Bou. Quest'ultimo con il connazionale Raga vincitore delle due competizioni. A completare il cast dei piloti ci furono anche il campione italiano indoor ed outdoor Fabio Lenzi ed il suo vice Daniele Maurino. Nell'intervallo tra le due prove ci fu spazio per Vittorio Brumotti alle prese con un'esibizione di bicitrial. Dall'anno successivo la kermesse si spostò al PalaIsozaki. Nel 2004 il Mazda Palace ha anche ospitato eventi delle due federazioni più famose a livello professionistico di wrestling. Il 10 ottobre 2004 sbarcò in Italia il roster di WWE SmackDown. Dopo il successo degli anni ottanta, lo show aveva riscoperto una seconda vita grazie alla ripresa con buon esito delle trasmissioni televisive, e con un seguito di fan sempre più numeroso e in attesa spasmodica. Gli appuntamenti italiani furono un successo e dopo la data di Firenze anche a Torino si registrò il tutto esaurito, con i bagarini all'esterno a vendere biglietti a cifre esorbitanti. Il pubblico poté ammirare star mondiali del calibro di Eddie Guerrero, Rey Mysterio, Rob Van Dam, The Undertaker, Big Show, Kurt Angle, JBL e Carlito. Sull'onda del successo presero ad avere maggiore visibilità anche leghe meno famose come la federazione italiana Italian Wrestling Superstar, che nell'arena piccola dell'impianto organizzò il 21 novembre 2004 una serata nel corso del quale si assegnò il titolo mondiale dei pesi massimi, nell'incontro tra il lottatore dominicano El Dinamico e il canadese Starbuck. Dopo la chiusura dell'impianto avvenuta nel 2011, il terreno intorno al quale sorge l'arena è stato rilevato in gestione dalla Juventus Football Club. La società bianconera ha successivamente edificato la propria cittadella sportiva e commerciale, che comprende una grande area verde pubblica di circa 100 000 m², la ristrutturazione della Cascina Continassa che è diventata la nuova sede del club, oltre alla costruzione del nuovo centro sportivo per la prima squadra nonché di un hotel. Una riqualificazione che, successivamente, potrebbe comprendere anche l'arena, la quale sorge sui terreni consegnati alla società bianconera ma è ancora sub iudice, al centro di un confronto fatto di carte bollate tra il Comune, che ne è proprietario, e Divier Togni, che l'ha ancora in concessione. Al termine delle Olimpiadi invernali del 2006, la Regione, il Coni, il Comune e la Provincia costituirono la società per la gestione e la manutenzione dei siti olimpici denominata Parcolimpico. In seguito venne indetta una gara d'appalto diretta a privati per rilevare il 70 per cento della società operativa. L'appalto, che comprende anche la concessione trentennale del PalaOlimpico, venne aggiudicato dalla Get Live 2, costituita da Set Up (società torinese che organizza eventi e concerti) e da Live Nation, che hanno così dirottato la gran parte dei concerti sulla nuova struttura. A seguito di questi sviluppi il Gruppo Togni ha citato in tribunale il Comune per violazione del contratto con relativa richiesta di risarcimento danni, in quanto l'accordo stipulato nel 1990 impegnava il Comune a non concedere a terzi altre concessioni con le medesime caratteristiche e a non favorire attività di concorrenza che avrebbero così comportato un forte danno economico che ha portato all'inevitabile chiusura del PalaTorino. A distanza di anni non è stato ancora raggiunto un accordo tra le parti e, in attesa della scadenza della concessione, la struttura è ancora abbandonata a se stessa. Continassa Sito ufficiale, su mazdapalace.gruppotogni.it. URL consultato il 13 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2012).

Vallette
Vallette

Le Vallette (Valëtte in piemontese) sono un quartiere della Circoscrizione 5 di Torino, situato nell'estrema periferia nord-ovest della città. Spesso viene assimilato insieme al vicino quartiere di Lucento, posto più a est. Più precisamente, il quartiere è delimitato: a sud confina con Corso Regina Margherita (quartiere Parella) verso nord la zona termina lungo Via Druento (confine con il comune di Venaria Reale) a est confina con Strada Altessano (quartiere Madonna di Campagna) e Via Cossa-Piazza Cirene-Via Sansovino (quartiere Lucento) a ovest da via delle Primule, estendendosi fino ai confini agresti della città il quartiere confina con la frazione Savonera di Collegno, separato dall'autostrada tangenziale nord. La storia delle Vallette s'intreccia tendenzialmente con il più antico quartiere di Lucento. Il toponimo è di origine incerta: le prime fonti storiche sono quelle di un insediamento romano di origine patrizia della famiglia d'Aviglia che, nel basso Medioevo, venne ritrasformata e ribattezzata lungo un'antica strada chiamata ad Valletas, indicando probabilmente un piccolo avvallamento del territorio più a occidente, e per il quale la cascina venne quindi chiamata Ad Valletas di Aviglio. Successivamente la cascina divenne un rudere, e fu quindi sostituita da un'altra cascina nel 1634, ribattezzata semplicemente Le Vallette, ed ancor oggi esistente in Via dei Ciclamini, 5. Tutta la zona poi, rimase prettamente rurale per lunghissimo tempo, come prolungamento della stessa tenuta sabauda di Lucento: testimoni di questo periodo i ruderi della Grangia di Giacomo Ferroglio, meglio conosciuta come Cascina Bianco, i cui resti sono ancor oggi presenti tra i giardini di via Parenzo e Corso Cincinnato, oltre che i ruderi della Cascina Mineur, il Cascinotto e le antiche abitazioni di Tetti Basse di Dora. Tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta del XX secolo, iniziò a delinearsi il profilo urbano di quartiere operaio, sotto la spinta della grande migrazione dalle regioni dell'Italia meridionale. Il piano urbanistico fu elaborato nel 1957 dall'ing. Gino Levi-Montalcini, insieme agli architetti Nello Renacco, Aldo Rizzotti, Gianfranco Fasana, Nicola Grassi e Amilcare Raineri. I lavori iniziarono nel 1958, le prime case furono consegnate nel novembre 1961, mentre le ultime abitazioni vennero consegnate nell'anno 1968, per ritardi nelle costruzioni e vari intoppi burocratici. Questo fu uno dei principali esempi dei piani previsti nel secondo settennato dell'INA-Casa. Coordinato dalla Commissione per l'Edilizia Popolare (CEP) ed appaltato dall'Istituto Autonomo per le Case Popolari (IACP), l'intervento previde la realizzazione di 16.500 vani su una superficie di 71 ettari, divisa in 12 lotti, su cui si alternarono blocchi residenziali a spazi per servizi e verde pubblico, per un totale di ventimila abitanti previsti a regime. Il complesso edificato presentò eterogeneità tra i vari lotti, dalle case a schiera di sei-sette piani tra corso Ferrara e via delle Pervinche (Gino Levi-Montalcini, Felice Bardelli, Carlo Angelo Ceresa, Domenico Morelli, Mario Passanti, F. Vaudetti) a quelle con ampie corti interne e tetti a falde sporgenti nella zona tra via delle Primule e viale dei Mughetti (Augusto Cavallari Murat, Roberto Gabetti, Aimaro Isola, Giorgio Raineri). Tuttavia, la scelta di una zona lontana dal centro e posta ai confini estremi della città sollevò molte polemiche ed opinioni contrastanti in Consiglio comunale, con molti che videro nel neonato quartiere l'occasione per le ipotesi di segregazione sociale, ghettizzazione, alienazione ed estraneità delle popolazioni allora migranti in Torino. Sul finire degli anni novanta la piazza centrale, dedicata a Eugenio Montale, fu oggetto di un intervento di riqualificazione da parte della città, con l'importante recupero del teatro parrocchiale e della zona pedonale antistante. Oggi la zona Vallette rimane un quartiere periferico e residenziale che però può vantare molteplici viali alberati e varie aree verdi, quali: Giardini "Felice Cavallotti" di Corso Toscana angolo Corso Cincinnato Parco "Vittime delle Foibe" su Corso Grosseto, con a fianco la Cascina Cavaliera, chiamata così perché edificata dal Cavalier General d'Envie nel XVIII secolo il grande parco "Le Vallette", lungo via dei Gladioli e via Pianezza, con annessa pista ciclabile l'area verde di Piazza Giuseppe Pollarolo, con presenza di giochi ed attrezzature sportive, ampiamente rinnovate nel 2018 l'area verde più grande rimane, ovviamente, il Parco della Pellerina, oltre il Corso Regina Margherita Nel quartiere si accesero varie polemiche e manifestazioni popolari quando, negli anni settanta, fu costruita la vasta discarica per gran parte dei rifiuti della città, nella zona detta di Barricalla-Cascina Gay, ai confini con la vicina frazione Savonera di Collegno. A tali polemiche, nel 2012 si aggiunse ancora la costruzione dell'adiacente nuova centrale elettrica e teleriscaldamento Iren per il nord-città: tuttavia, nel 2015 furono abbattute le due ciminiere della vecchia centrale di Strada Pianezza, con la riconversione dell'intera area in spazio verde, ed i cui lavori furono terminati nel maggio 2016, con l'inaugurazione da parte delle autorità cittadine. Verso nord, al di là del Corso Ferrara, nella zona detta Continassa, fu costruito (1990) lo Stadio delle Alpi, poi sostituito in toto (2011) dallo Juventus Stadium, quindi il J-Museum, il PalaTorino (o Mazda Palace o PalaStampa), il centro commerciale Area12 Shopping Center, l'Arena Rock, l'area dell'ex-mattatoio di Via Traves (1950-1975), quindi il mercato ittico di Corso Ferrara. Nel 1995, sul Viale dei Mughetti, fu eretta la nuova sede dei Giudici di Pace della città di Torino, mentre in Via Pianezza interno 300, oggi Via Maria Adelaide Aglietta, agli inizi degli ottanta fu costruito il nuovo complesso carcerario - Casa Circondariale "Le Vallette" -, che sostituì le carceri di Torino (le cosiddette "Nuove"), precedentemente collocate nel quartiere torinese di Cenisia. Dal 2011, la Casa Circondariale fu intitolata agli agenti di polizia penitenziaria torinese Giuseppe Lorusso e Lorenzo Cotugno, entrambi uccisi in agguati dai terroristi, rispettivamente nel gennaio 1979 e nell'aprile 1978. Molti dei concerti che Torino ospitò furono accolti nelle strutture della zona settentrionale del quartiere, detta Continassa, a partire dal PalaStampa (oggi in disuso), quindi lo stadio delle Alpi (poi demolito per lasciare spazio all'odierno Juventus Stadium), per finire con l'Arena Rock (ex Mattatoio di Via Traves). La zona Vallette è raggiungibile con la linea tram 3, inaugurata non senza molteplici polemiche ed accesi dibattiti con i residenti nell'ottobre 1987, su percorso protetto lungo tutto il rettilineo di Corso Toscana e successivamente di viale dei Mughetti, scavalcato da tre ponti pedonali e con capolinea nel piazzale Vallette, e con le seguenti linee di Bus e tram: 9/tram (esercita solo in concomitanza di manifestazioni allo Juventus Stadium) 29 bus 32 bus suburbano 59 bus suburbano 62 bus urbano 72 e 72/ bus suburbano 75 VE1 I tre sovrappassi pedonali, fortemente degradati dal tempo e dalle intemperie, sono stati chiusi per motivi di sicurezza nel 2017 e definitivamente abbattuti nel marzo 2019, su decisione del Comune di Torino, mutando definitivamente il volto ed il panorama del quartiere. J-Museum J-Village Juventus Stadium Juventus Training Center (Torino) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vallette Sito ufficiale della Circoscrizione 5, su comune.torino.it. URL consultato il 16 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2008). Sito ufficiale del centro commerciale Area12 Shopping Center, su area12.to.it.

J-Museum
J-Museum

Il J-Museum (/ˈdʒeɪ mjuːˈziːəm/), noto per esteso come Juventus Museum, è un museo storico-sportivo multimediale bilingue dedicato alla società calcistica italiana per azioni Juventus Football Club, con sede nell'area nord-occidentale della città di Torino. Fu inaugurato nel 2012 in occasione del 115º anniversario di fondazione istituzionale del club bianconero, uno dei più antichi del Paese oltreché proprietario della struttura. Uno dei principali e più avanzati musei sportivi a livello mondiale, è stato dalla fondazione al 2022 l'unico spazio espositivo nel continente eurasiatico — oltre dell'House of European Football sita a Nyon, in Svizzera — in cui erano presenti in modo permanente i trofei delle sei competizioni maschili gestite dall'Unione Europea delle Federazioni Calcistiche (UEFA). Il J-Museum documenta la storia della Juventus e del calcio cittadino e nazionale, oltreché il proprio ruolo nella storia di Torino e d'Italia assieme agli avvenimenti più significativi accaduti nella Penisola e nel mondo dalla fine del XIX secolo, tramite l'uso di nuove tecnologie, fornendo un quadro sportivo e sociologico attraverso la storia dello sport. La struttura museale annovera anche una collezione di memorabilia, foto, documenti istituzionali ed equipaggiamenti calcistici usati dagli antichi giocatori che militarono nella Juventus, nonché i trofei vinti dalla prima squadra calcistica maschile e femminile della società torinese. Affiliato dal mese d'ottobre 2012 alla Federazione dei musei del calcio, organizzazione nazionale con lo scopo di promuovere la diffusione della cultura nello sport, e da febbraio 2016 all'International Council of Museums (ICOM); è il primo museo sportivo nel Paese per numero di visitatori (192 105 nel 2019), le ultime cifre rese pubbliche prima della pandemia di COVID-19 in Italia, nonché l'unico del suo genere a essere inserito ininterrottamente, dal bimestre successivo, nella classifica annuale dei cento siti d'interesse più visitati a livello nazionale stilata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), affermandosi tra i primi cinquanta in modo pressoché stabile dal dicembre 2013.