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Casa della Memoria

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S G 3117 stefano graziani
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La Casa della Memoria ospita la sede di alcune associazioni che conservano la memoria della conquista della libertà e della democrazia in Italia: l'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (ANED), l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), l'Associazione italiana vittime del terrorismo (AIVITER), l'Associazione Piazza Fontana 12 Dicembre 1969 e l'Istituto nazionale Ferruccio Parri (in precedenza Istituto Nazionale per la storia Movimento di Liberazione in Italia - INSMLI). L'edificio, costruito dal 2013 al 2015 a seguito del concorso svolto nel 2011, è stato realizzato per il Comune di Milano, che ha voluto destinare una nuova sede alle associazioni ed attivare un centro dedicato ai valori di democrazia e libertà per cui la città di Milano ha combattuto nell'ultimo secolo. L'edificio si inserisce all'interno di un importante sistema di spazi ed edifici pubblici o a vocazione pubblica che comprende la nuova sede della Regione Lombardia, la Fondazione Riccardo Catella, l'Incubatore per l'Arte e, dal 27 ottobre 2018, il Parco Biblioteca degli Alberi.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Casa della Memoria (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Casa della Memoria
Via Federico Confalonieri, Milano Municipio 9

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Via Federico Confalonieri
20100 Milano, Municipio 9
Lombardia, Italia
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S G 3117 stefano graziani
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Luoghi vicini

Incubatore per l'Arte

Stecca 3, o Incubatore per l'Arte, è un edificio del quartiere Isola di Milano che ha lo scopo di accogliere associazioni culturali e di artigiani che già da tempo fanno parte del quartiere. Si tratta della nuova Stecca degli artigiani, un'associazione nata negli anni ottanta dal residuo industriale dell'omonima fabbrica, parte del più grande complesso Tecnomasio Italiano Brown Boveri. Tra i suoi primi protagonisti figurava Stefano Arienti. La Stecca è un'associazione di numerose associazioni, come Apodilia, ATHLA, dal 2001 Cantieri Isola, Controprogetto, Deposito Lirico, Isola Tv, +BC, Camera oscura, Maltrainsema, Isola critica, Architetti senza frontiere. Il progetto dell'Incubatore per l'Arte è nato come parte del più vasto Progetto Porta Nuova, che tra il 2005 e il 2015 ha riqualificato in primo luogo il Centro Direzionale di Milano, quindi l'ampia zona dismessa delle Varesine (confine del quartiere di Porta Nuova), una vasta area del quartiere di Porta Garibaldi e alcune parti del quartiere Isola. Stecca 3 fornisce spazi alle attività artigianali e associative, alcune delle quali sono state accampate in fondo al vicolo De Castillia, in attesa di ottenere l'agibilità per il nuovo edificio. In questo luogo di proprietà comunale si svolgono attività sociali, culturali, di diffusione della sostenibilità ambientale e di promozione del volontariato. L'edificio si trova ai bordi dei Giardini di Porta Nuova, vicino alla Fondazione Catella. Esso sostituisce un precedente edificio industriale non dissimile dal vicino casotto ora Fondazione Catella. Ha una forma rettangolare a due livelli, per un totale di circa 760 m². Per le attività all'aperto è stata creata una tettoia a sbalzo. Esternamente l'edificio si presenta quindi come un semplice parallelepipedo. Per climatizzare l'ambiente è utilizzata un pompa di calore ad emissione zero, accoppiata a pannelli fotovoltaici. La costruzione dell'edificio è iniziata a gennaio 2010 con la posa delle fondamenta. In cinque mesi la struttura dell'edificio ha cominciato a prendere forma, mentre a ottobre dello stesso anno anche l'esterno dell'edificio era in fase avanzata di lavorazione. Tra gennaio e maggio 2011 l'esterno è stato completato ed è stato poi rivestito in vetratura, per presentarsi completo a fine 2011. Il 7 ottobre 2012 è stata inaugurata Stecca 3, la realizzazione materiale dell'Incubatore per l'Arte. Progetto Porta Nuova Centro Direzionale di Milano Isola (Milano) pagina dedicata nel sito Urbanfile, su urbanfile.it. URL consultato il 5 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2011). Sito ufficiale, su lastecca.org.

Casa Ghiringhelli
Casa Ghiringhelli

La Casa Ghiringhelli è un edificio residenziale multipiano di Milano, progettato dagli architetti Lingeri e Terragni in stile razionalista, che è situato in piazzale Lagosta al civico 2. L'edificio si trova in una posizione urbanisticamente rilevante, nel quartiere dell'Isola: si affaccia su piazzale Lagosta e costituisce il fondale prospettico dell'asse dei viali Zara e Fulvio Testi. La costruzione dell'edificio venne commissionata nel 1932 a Pietro Lingeri dai fratelli Gino e Livio Ghiringhelli, artisti, per conto dei quali l'architetto aveva già allestito la galleria d'arte “Il Milione”. Alla progettazione della casa collaborò anche Giuseppe Terragni, che in quegli anni aveva instaurato un prolifico sodalizio professionale con Lingeri, acquisendo diverse commesse per la costruzione di case ad appartamenti a Milano. Il progetto venne presentato agli uffici comunali in una prima versione nel dicembre 1933, e nella versione definitiva nel mese seguente. I lavori iniziarono nel febbraio 1934 e si conclusero nel 1935. Nel 1949, per ottenere un migliore sfruttamento degli spazi, la proprietà fece chiudere una delle due terrazze dell’ultimo piano. L’edificio occupa un lotto a forma di trapezio irregolare, compreso fra piazzale Lagosta e le vie Garigliano e Volturno; esso è costruito in cortina lungo il filo stradale, e pertanto delimita un cortile interno. Le due vie laterali divergono dal piazzale con inclinazioni diverse, determinando perciò una notevole asimmetria nella composizione complessiva; per mascherare questa irregolarità, i progettisti disegnarono le facciate inserendo un basamento rivestito in pietra serpentina nera, e un fronte superiore a sbalzo con risvolti laterali ad angolo retto, separati dalle facciate laterali da due fenditure da cui fuoriescono i balconi. La facciata principale su piazzale Lagosta è movimentata da un gioco complesso di arretramenti e avanzamenti, conclusi lateralmente e superiormente da una motivo a cornice, utilizzato dagli autori anche nelle case Rustici e Toninello progettate negli stessi anni. La struttura portante è in calcestruzzo armato con muri di riempimento in Italpomice; le facciate esterne sono intonacate. Internamente la casa, che conta sette piani più il terreno, è adibita ad appartamenti di varia metratura. All'ultimo piano vennero posti gli appartamenti padronali della famiglia Ghiringhelli, con spazi adibiti all'attività artistica e terrazze; al piano terreno vi sono negozi. Quattro case in Milano degli architetti Lingeri e Terragni, in Casabella, n. 85, gennaio 1935, pp. 14-15, ISSN 0008-7181. Chiara Baglione ed Elisabetta Susani (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, Milano, Electa, 2004, ISBN 88-435-7989-4. Ville e palazzi di Milano Casa Ghiringhelli, su lombardiabeniculturali.it.

Isola (Milano)
Isola (Milano)

L'Isola (l'Isola in dialetto milanese, AFI: [ˈiːzula]) è un quartiere di Milano. Fa parte del Municipio 9, di cui costituisce il (quartiere) N.I.L. n. 11, detto ufficialmente "Isola", come recentemente definito dal Comune di Milano. L'Isola è il quartiere di Milano situato a nord di Porta Garibaldi (fino al 1860 chiamata Porta Comasina). Ha origine dal borgo lineare che dal primo Ottocento si era sviluppato “fuori porta” ai lati dell'antica strada Comasina nel Comune dei Corpi Santi, a spese della preesistente campagna. Dal 1878 la strada Comasina ha preso i nomi attuali di corso Como fino a quella che oggi è la stazione Garibaldi, e oltre la stazione, più a nord, di via Borsieri, seguito da via Thaon di Revel, poiché da metà Ottocento la continuità della strada e del suo borgo è stata interrotta dalla costruzione trasversale degli impianti ferroviari che fanno capo a questa stazione. Così il quartiere è composto di due parti, la sud più vicina al centro cittadino e la nord oltre le ferrovie. Originariamente, il nome Isola veniva attribuito dai milanesi a tutta la zona immediatamente a nord di porta Garibaldi, del ponte delle Gabelle e di porta Nuova, a sud della Fontana, a sud-ovest delle Abbadesse, ad ovest del centro direzionale, ad est della zona Farini; limiti indicativi e fluttuanti, poiché i cosiddetti “quartieri” di Milano non avevano un tempo confini ufficialmente stabiliti. Ma recentemente, il Comune di Milano ha introdotto, all'interno dei 9 Municipi, un'ulteriore ripartizione in 88 (quartieri), detti N.I.L. (Nuclei di Identità Locale), riservando il nome "Isola", n. 11, alla sola parte del vecchio borgo situata a nord della stazione Garibaldi. La corrispondente parte del vecchio borgo situata a sud della stazione Garibaldi, completamente snaturata dalle costruzioni ferroviarie e dal progetto Porta Nuova, è stata unita alla zona dove un tempo esisteva la ex stazione Centrale di Milano (la prima, del 1864); all'insieme così accorpato è stato attribuito il nome complessivo di "Porta Garibaldi Porta Nuova", N.I.L. n. 9. Il toponimo Isola era frequentemente usato nei terreni irrigui, talvolta attribuito a cascine. Costruzioni solitarie nella campagna circostante, gruppi di campi delimitati da corsi d’acqua apparivano come vere e proprie "isole". Il terreno, originariamente agricolo, su cui dall'Ottocento in poi è stato costruito il quartiere era ed è ancora ricco di acque (Seveso, Martesana, Redefossi e risorgive). Il nome Isola usato in questa zona è documentato da almeno tre secoli. Nella mappa di primo rilievo del Catasto Teresiano degli anni 1720-23, conservata nell’Archivio di Stato di Milano, di cui qui viene riprodotto un particolare, dall’inizio della strada uscente dalla allora Porta Comasina (dal 1860 chiamata Porta Garibaldi), dove oggi c’è il numero civico 1 di corso Como, è disegnata una costruzione rettangolare lunga e stretta, isolata nella campagna, estesa per circa 60-70 metri verso nord, su cui è scritto: " INSOLA de Porta Comasina". Su questa mappa, attorno alla costruzione risultano solo orti, prati, terreno a viti (allora si faceva il vino anche a Milano, come nella vigna di Leonardo vicino a Santa Maria delle Grazie). Più avanti sulla Comasina, che si allontana da Milano in direzione nord, sono disegnate la cascina Magna subito ad est e ancor più innanzi ad ovest la Chiesa di Santa Maria alla Fontana, il confine nord del quartiere. La Comasina costituiva (come oggi) una delle più importanti strade commerciali tra Milano, la Brianza, i laghi e la vicina Svizzera, tramite di scambio di merci e persone. Le mura spagnole, per secoli e fino agli inizi del Novecento, fungevano anche da cintura daziaria di Milano. All'esterno della cintura daziaria, in prossimità delle porte cittadine, nel tempo erano sorti depositi in cui i commercianti all'ingrosso immagazzinavano le merci (vino, sale, ecc.) che i negozianti della città venivano a ritirare, pagando (anche) il dazio nel momento in cui le facevano entrare a Milano. L'Isola di Porta Comasina era probabilmente uno di questi depositi sorvegliati, formato da più recinti protetti da muri robusti, almeno in parte coperto e comprendente gli alloggi dei custodi, guardie daziarie, ecc. e stallaggi per animali e carri; analoghi per funzione agli attuali magazzini doganali della zona Farini. All'estremità del complesso più vicina a Milano, sulla mappa si legge Bolino della cita, cioè: "Bollino della Città". Una delle tante osterie/depositi di vino di Milano situate appena all'esterno della cintura daziaria, dove chi voleva introdurlo in città pagava (l'odiato) dazio sul vino. Le botti e gli altri contenitori di vino potevano entrare in città solo se muniti dell'apposito "bollo". Nell'Ottocento, la costruzione indicata nelle mappe catastali del Settecento come Isola di Porta Comasina non era più “isolata”, perché accanto e intorno, lungo la strada, erano sorti altri edifici e la zona era ormai urbanizzata. Sulle mappe “turistiche” ottocentesche, all’estremità della costruzione più vicina alla porta cittadina appare la scritta Mezza lingua, dall'Osteria della Mezza Lingua . L'esercizio, poi anche albergo, era succeduto al Bollino del secolo precedente nella medesima favorevole posizione commerciale e durò fino agli inizi del Novecento. Noto ai milanesi per il vino (non gravato dal dazio, se bevuto sul posto) e come luogo di arrivo/smistamento di stampati patriottici/clandestini provenienti dall'estero, come dalla tipografia di Capolago sul lago di Lugano. Tuttavia il toponimo Isola in questa zona rimane presente anche nelle successive mappe di Milano, come quella di Clarke del 1832, in cui appena dopo l’uscita dalla città dal Ponte delle Gabelle, sulla sponda est del Naviglio della Martesana si legge la denominazione "Isola Bella", relativa ad un’altra osteria (in seguito divenuta albergo, in esercizio fino al 1975, come da registro della Camera di Commercio di Milano), che fungeva da prima fermata delle diligenze sulla strada postale Milano–Monza, in luogo distante circa 300 metri dall'Isola di Porta Comasina disegnata sulla mappa del Settecento. L’osteria/albergo "Isola Bella" era anche meta di gite fuori porta, come risulta da documentazione iconografica di metà Ottocento, al pari della successiva Cassina de' Pomm, situata più avanti, sempre sul Naviglio Martesana. L’edificio originario dell'albergo Isola Bella esiste ancora, in stato di rudere; dal 2021 è oggetto di un progetto di ricupero, per utilità sociale, al pari del vicino e più recente bell’edificio delle Cucine Economiche (Arch. Broggi, 1883) in via Monte Grappa. Di fianco all'albergo, sull'attuale via Monte Grappa, c'era la Gabella del sale, , un deposito di questa merce dove si pagava l'omonima gabella. Probabilmente i milanesi già a inizio Ottocento usavano il nome Isola per riferirsi a tutto il borgo sviluppatosi ai lati della strada Comasina, a nord della porta omonima, del ponte delle Gabelle e della porta Nuova, per estensione del nome attribuito alla prima (e per molto tempo unica) costruzione già presente sulla Comasina all'inizio del Settecento, disegnata sulla mappa catastale citata. Si tratta quindi di una leggenda metropolitana, pur diffusa su moltissimi siti internet, quella che erroneamente afferma che l'Isola sarebbe stata così chiamata perché zona "isolata" dal resto di Milano dalle costruzioni ferroviarie. In realtà, le ferrovie sono state inventate e costruite quando il nome Isola era già in uso da circa 120 anni; nella zona, la prima è stata la ferrovia Milano-Monza, costruita nel 1840 a nord del Ponte delle Gabelle, seguita poi dalla prima stazione Centrale di Milano (1864) e oggi dalla stazione Garibaldi, del 1961. Il toponimo Isola non era registrato in alcuna carta ufficiale, salvo quelle del Catasto Teresiano, fino al 2014, quando è stato attribuito alla stazione della M5, situata all’angolo tra via Volturno e via Sebenico. Paradossalmente, il toponimo Isola si è spostato a circa 750 metri a nord-est dalla prima costruzione del 1720 di cui si è detto. La zona che vi aveva dato origine, oggi, diversamente configurata, fa parte del "NIL Porta Garibaldi Porta Nuova", n 9 e (per lo meno dal punto di vista della burocrazia comunale) non può più fregiarsi del suo antico nome. Storicamente l'Isola si sviluppa come un borgo lineare lungo l'antica strada che da Milano, uscita da Porta Comasina, portava fino a Como. Fino a metà Ottocento, in quest'area fuori dalle porte di Milano, dove iniziava il Comune dei Corpi Santi, tranne poche eccezioni, non esistevano case d'abitazione o edifici. L'antico tracciato della strada che portava a Como, lungo il quale si è sviluppata l'Isola, è costituito attualmente da corso Como e dalla vecchia via Borsieri che un tempo comprendeva anche l'attuale via Thaon di Revel. Tale percorso venne completamente interrotto nel 1865 quando traversalmente alla strada Comasina si costruì la ferrovia, dividendo in due il borgo che gradualmente si stava sviluppando lungo la strada stessa. Per ripristinare il percorso per Como, nel 1880 fu aperta più a ovest nelle mura spagnole la nuova porta Volta, da cui partiva in direzione di Como l'attuale via Farini. La via Farini si incrociava con la ferrovia passando sotto il Ponte (ferroviario) della Sorgente, che prese il nome dalle risorgive che caratterizzavano la zona. A garantire una parziale continuità fra corso Como e la via Borsieri venne invece realizzata solo una passerella pedonale. L'Isola andò a caratterizzarsi nel corso degli anni per una forte componente di abitazioni destinate ad operai, molti dei quali lavoravano nelle vicine fabbriche, come per esempio il Tecnomasio Italiano Brown Boveri, lo stabilimento della Pirelli (in Ponte Seveso) e l'Elvetica (in via Melchiorre Gioia), oltre che ovviamente nei vicini impianti ferroviari. Scampati i bombardamenti, pur rimanendone ferita, nell'immediato dopoguerra sull'Isola cala lo spettro di un grosso "asse attrezzato" che la avrebbe dovuta attraversare, tagliandola, e collegare l'Arco della Pace con il piazzale Lagosta. Il progetto trova la sua ufficialità nel Piano del 1953, a seguito del quale negli anni successivi cominciano gli espropri e le relative demolizioni da parte del Comune. La ferrovia viene arretrata, con la realizzazione della nuova stazione di testa di Porta Garibaldi. Anche attorno alla ferrovia si procede a colpi di esproprio sia per la realizzazione della nuova stazione sia per la realizzazione del centro direzionale previsto dal piano. Lo stesso corso Como viene dimezzato nella sua estensione. Tuttavia la forte opposizione degli abitanti dell'Isola, gli eccessivi costi degli espropri e la mutata convinzione sulla necessità di una simile autostrada urbana portarono il Comune a fare un passo indietro. Residuo del progetto incompiuto "asse attrezzato" è, sopra i binari di Porta Garibaldi, un enorme spezzone stradale largo sei corsie che avrebbe consentito lo scavalco della ferrovia; ultimo fra i collegamenti fra il quartiere e la città (visto che la passerella era stata demolita nel 1958 in favore del successivo sottopasso provvisorio di corso Como, che durò fino al 1960). Verrà dedicato a don Eugenio Bussa, storico prete dell'oratorio del Sacro Volto all'Isola, in prima fila egli stesso contro l'attuazione del piano. Dopo diversi anni dalla sua posa venne dotato di due rampe, che consentono tuttora il passaggio (pedonale e, in un solo senso di marcia, veicolare) da Milano all'Isola. Negli ultimi anni il quartiere ha subito una progressiva rivalutazione, protagonista in parte anche di una più lenta ma progressiva sostituzione del caratteristico ceto popolare e operaio che la contraddistingueva. Proprio nel quartiere, infatti, si ergono le due torri del Bosco verticale, edificate all'interno del più generale Progetto Porta Nuova. Il Cimitero della Mojazza era un cimitero storico dell'Isola, aperto nel 1685, che derivava il suo nome dalle caratteristiche del terreno su cui sorgeva, fortemente imbevuto d'acqua e quindi estremamente fangoso; il verbo mojà, in dialetto milanese, significa infatti inzuppare, ammollare o intingere in un liquido, da cui il sostantivo mojàscia che sta per poltiglia, melma, fanghiglia. Nel cimitero avevano trovato sepoltura, nel corso dei secoli, personaggi illustri quali Cesare Beccaria, Giuseppe Parini e Melchiorre Gioia. L'intera area cimiteriale faceva capo alla vicina Chiesa di Santa Maria alla Fontana, mentre l'ingresso era sulla via Perasto, allora conosciuta come strada della Magna, da cui prese il suo nome l'ampia area incolta a est dell'Isola. Il cimitero venne soppresso il 22 ottobre 1895 in concomitanza con l'apertura del nuovo Monumentale, in cui vennero trasferiti i resti dei personaggi più famosi sepolti alla Mojazza. A causa dell'estrema approssimazione delle operazioni e dell'impossibilità, in molti casi, di individuare con precisione la loro esatta sepoltura, nella maggior parte dei casi i resti andarono perduti con la soppressione del cimitero. Passata ormai alla storia ma ancora viva nei ricordi, la cosiddetta Magna era un largo spazio situato in fondo a via Sebenico, che prendeva il nome da una storica cascina che qui vi sorgeva Nella mappa catastale del 1720-23 qui allegata, la cascina situata sul lato est della strada Comasina (ora via Borsieri angolo via Sebenico) è indicata come “cassina de Magni”. L'area era quella adiacente al Bivio della Magna, sul vecchio tracciato per Monza dismesso dalle Ferrovie a seguito dell'attivazione del nuovo nodo ferroviario nel 1931 e della nuova Stazione Centrale. Successivamente, cresciuta a pratone incolto, era diventata luogo di ritrovo per i giovani dell'Isola, unico spazio all'aria aperta, lontano dai malconci cortili delle abitazioni popolari del quartiere. Nell'agosto del '43, quando i bombardamenti anglo-americani distrussero diversi stabili anche dell'Isola, vennero accumulate nella Magna (così come in piazzale Archinto) le macerie degli edifici distrutti. L'area a prato si ridusse drasticamente, rimanendo solo un passaggio che collegava via Sebenico con via Pola, mentre ciò che restava libero venne in seguito trasformato in orto. La situazione si è mantenuta sostanzialmente immutata per molti anni prima che la costruzione di nuovi edifici (attualmente fronteggianti il Palazzo della Regione) occupassero l'area. Curiosamente, per la generazione successiva la Magna era riconosciuta come l'area analogamente dismessa e incolta più prossima alla via Melchiorre Gioia. L'Isola, forte della propria tradizione popolare e operaia, visse intensamente la Resistenza partigiana. A perpetuarne la memoria venne posto il 25 aprile 1972, in via Sassetti, all'altezza dello sbocco con via Melchiorre Gioia, un monumento ai caduti del quartiere, che verrà poi, nel dicembre del 2009, trasferito nel più centrale piazzale Segrino, a seguito delle richieste degli abitanti. Una grande attenzione è stata posta anche alle lapidi per i singoli caduti. Gli isolati, conformemente al Piano Beruto, misurano tutti all'incirca 120 x 100 m; erano suddivisi in lotti che potevano variare dai 500 ai 2000 m² ed erano caratterizzati da ripartizioni ortogonali. Il piano terreno era occupato da negozi o botteghe artigiane sul fronte strada e magazzini o attività produttive di maggiori dimensioni verso le corti interne, mentre i piani superiori destinati alle abitazioni erano del tipo a pianerottolo o, più spesso, a ballatoio. Il tipo di distribuzione differenziava le abitazioni in base alle destinazioni: il ballatoio era riservato alle abitazioni operaie e distribuiva piccoli locali, generalmente ad altissima densità abitativa; il pianerottolo connotava spazi studiati per il ceto medio, spesso dotati di servizi igienici privati e con dimensioni dai due ai quattro locali. Il quartiere presenta numerose abitazioni in stile Liberty e altre tipiche del razionalismo milanese, come le case di Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, il quartiere di Enrico Agostino Griffini e Manfredo Manfredi per conto della Società Edificatrice Case Operaie, Bagni e Lavatoi Pubblici e destinato ai lavoratori dell'Ospedale Maggiore, lo stabilimento della Italclima di Gio Ponti e Luciano Baldessari. Tra questi edifici, particolarmente interessanti sono la Casa Ghiringhelli del 1933, la Casa Toninello del 1934 e la Casa Comolli-Rustici del 1935, tutte di Terragni e Lingeri. La Fontana è il quartiere, a nord dell'Isola, posizionato lungo l'antica strada che collegava Milano con Como, che ha preso il nome dalla Chiesa di Santa Maria alla Fontana. Linea M2: Stazione di Garibaldi; Linea M5: stazione dell'Isola e Garibaldi; Linee S1, S2, S5, S6, S7, S8, S11 e S13, regionali, nazionali, internazionali e Malpensa Express: stazione di Porta Garibaldi. L'Isola è servita dall'omonima stazione della metropolitana 5, situata sotto Via Volturno. L'area è divisa a sud dal tracciato ferroviario, sul quale sorge dal 1963 la Stazione di Porta Garibaldi, accessibile attraverso i sottopassaggi di Via Pepe, dai quali si può raggiungere anche la stazione della metropolitana, interscambio tra le linee M2 ed M5. Questa stazione, gestita da Centostazioni/RFI, è servita da treni suburbani (linee S1, S2, S5, S6, S7, S8, S11 e S13), regionali e il Malpensa Express, gestiti da Trenord, e nazionali e internazionali. Inoltre, poco distante dal confine con il quartiere, si trova, all'interno dell'attiguo Centro Direzionale, la stazione di Via Gioia della linea M2. Varie linee di autobus e tram, gestite da ATM, collegano l'Isola ai quartieri limitrofi e agli altri quartieri del centro di Milano. Ezio Barbieri e Nicola Erba, Il bandito dell’Isola, prefazione di Maurizio Iannelli, Milano, Milieu edizioni, 2013, ISBN 978-88-907273-4-4, SBN IT\ICCU\USM\1924238. Lino Lecchi, Quelli dell’Isola. Racconti e aneddoti del vecchio quartiere, prefazione di Roberto Marelli, Torino, Graphot, 2015, ISBN 978-88-97122-89-0, SBN IT\ICCU\BMT\0005855. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Isola Zona Isola, su zonaisola.it. URL consultato il 6 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2012).

Parco Biblioteca degli Alberi
Parco Biblioteca degli Alberi

Il Parco Biblioteca degli Alberi (noto più semplicemente come la Biblioteca degli Alberi) è un parco pubblico situato a Milano tra via M. Gioia, via De Castillia e via Sassetti, nella zona tra Piazza Gae Aulenti e il quartiere Isola. Inaugurato il 27 ottobre 2018 e realizzato dalla designer paesaggistica olandese Petra Blaisse e da Piet Oudolf, insieme allo Studio Inside-Outside. Il progetto del parco è stato approvato il 20 luglio 2004, attraverso un concorso noto come "Concorso internazionale di progettazione Giardini di Porta Nuova - area Garibaldi Repubblica", vinto dallo studio di progettazione Inside-Outside con il progetto “La biblioteca degli alberi”. Il costo del parco si aggira sui 14 milioni di euro. Esso si estende su 9 ettari e rappresenta la terza area verde del centro milanese per estensione, dopo il Parco Sempione e i Giardini pubblici Indro Montanelli. È paragonato ad una biblioteca per la vegetazione che ospita, tra più di 100 specie diverse, 500 alberi disposti in 22 anelli e 135.000 piante. Il parco è poi arricchito da delle frasi poetiche disposte lungo i sentieri, area giochi per bambini, area fitness, un’area relax con chaise longue in legno e luci soffuse, aree per pic-nic attrezzate con panchine, labirinto di cespugli, un laghetto e una fontana scenografica attiva da maggio a settembre. Porta Nuova (Milano) Progetto Porta Nuova Giardini di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parco Biblioteca degli Alberi Sito della Biblioteca degli Alberi, su bam.milano.it. Parco Biblioteca degli Alberi, su comune.milano.it. Milano, la Biblioteca degli alberi vista dall'alto: lavori in corso a Porta Nuova, su milano.repubblica.it.

Torre UniCredit
Torre UniCredit

La Torre UniCredit è un grattacielo del Centro direzionale di Milano. Con i suoi 231 m di altezza alla guglia, è il grattacielo più alto d'Italia. Realizzata nell'ambito progetto Porta Nuova, la torre si trova a ridosso di corso Como e della stazione ferroviaria di Porta Garibaldi, sovrasta la piazza Gae Aulenti, pedonale e rialzata di circa sei metri sul piano stradale. Quartier generale di UniCredit, ospita circa 4.000 dipendenti. Divenuto ben presto uno dei simboli di Milano grazie soprattutto alla sua imponente guglia, presenta una facciata a nord completamente vetrata e una a sud modulata dalle linee orizzontali dei frangisole studiati per un'irradiazione solare ideale. La Torre UniCredit fu inaugurata l'11 febbraio 2014 dai vertici del gruppo bancario omonimo alla presenza di importanti personalità politiche fra cui l'allora presidente del Consiglio Enrico Letta. Nel 2015 la proprietà fu acquisita dal fondo sovrano del Qatar. La caratteristica e iconica guglia ha un'altezza di circa 80,5 m. È stata assemblata pezzo per pezzo grazie a un potente elicottero e a un gruppo di operai specializzati il 15 ottobre 2011, sotto gli occhi dei molti cittadini riunitisi in vari punti della metropoli per assistere all'operazione. Dal punto di vista strutturale la guglia ha forma di spirale la cui sezione va riducendosi verso l'alto. La sua collocazione in posizione eccentrica rispetto all'edificio ha comportato notevoli studi di staticità anche in relazione alla spinta dei venti predominanti. Lo studio dell'effetto degli agenti atmosferici ha portato a scegliere di realizzarla in acciaio traforato, così da evitare la formazione di ghiaccio. Interamente rivestita di led, oltre che avere una costante illuminazione notturna, la guglia può combinare diverse colorazioni: una delle combinazioni possibili è dedicata al Tricolore italiano, utilizzata in occasione delle festività nazionali. Per leggere correttamente l'ordine dei colori bisogna partire dal basso, la torre infatti è considerata l'asta della bandiera. In altre occasioni le colorazioni sono state: durante il periodo natalizio del 2013 era illuminata di verde a rappresentare un albero di natale, il 1º marzo 2014 era illuminata di lilla in occasione dell'apertura delle fermate Isola e Porta Garibaldi FS della linea M5 e nella notte tra il 14 ed il 15 giugno 2014 era illuminata di rosso per celebrare i 150 anni di Croce Rossa Italiana. La sera del 14 novembre 2015 la guglia era illuminata con i colori della bandiera francese in omaggio alle vittime degli attentati allo Stade de France e al Teatro Bataclan di Parigi, avvenuti la sera prima. Il 13 giugno 2016 è stata illuminata con i colori della bandiera arcobaleno per ricordare le 49 vittime della strage di Orlando in Florida. Le luci arcobaleno vengono sempre accese durante le celebrazioni per la pride week, e spesso UniCredit e COIMA fanno illuminare la guglia coi colori delle bandiere dei Paesi in cui il gruppo UniCredit è presente. Dal 2 marzo 2020 la guglia fu illuminata con i colori della bandiera italiana in solidarietà della popolazione italiana colpita dal COVID-19. La torre è parte di un complesso di tre edifici di diversa altezza disposti a semicerchio intorno alla piazza Gae Aulenti, progettato dall'architetto argentino César Pelli e calcolato dalla società di Ingegneria MSC Associati di Milano. Il complesso ha la caratteristica di essere ecosostenibile ed è composto da: Torre UniCredit: 31 piani per 129,2 m all'ultimo piano occupato e 35.300 m². Torre B: 21 piani per 110 m di altezza e 23.200 m². Torre C: 11 piani per 50 m di altezza e 16.600 m². L'operatore a capo della realizzazione del progetto è la società immobiliare Hines Italia. L'area terziaria del complesso misura circa 50,500 m²; quella commerciale, sviluppata sui due livelli sottostanti, circa 6,370 m². Garibaldi FS Stazione di Milano Porta Garibaldi Milano Centro direzionale di Milano Piazza Gae Aulenti Progetto Porta Nuova Grattacieli di Milano Grattacieli più alti d'Italia Grattacieli più alti d'Europa UniCredit Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Torre UniCredit Scheda di Pelli Clarke Pelli architects, su pcparch.com. URL consultato il 10 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013). Installazione del pennone, su youtube.com. Visita alla Unicredit tower durante la giornata di primavera del FAI marzo 2013, su youtube.com.