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Ponte dei Bareteri

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Ponte dei Bareteri (Venice)
Ponte dei Bareteri (Venice)

Il Ponte dei Baretèri (talvolta anche Ponte dei Baretteri) si trova a Venezia. Attraversa il rio omonimo e collega la Merceria di San Zulian, alla Merceria del Capitello nel sestiere di San Marco. Il suo nome deriva dai fabbricanti di berretti, barète in dialetto veneziano, che in questo luogo erano numerosi. Il ponte originale, di cui si hanno notizie già nel 1315, era, come molti altri a Venezia, in legno. Come riferito da Marin Sanuto nei propri Diarii, fu sostituito da un ponte di pietra nel 1508. Proprio sul ponte aggetta il poggiolo di un casino, luogo di incontro e svago della nobiltà veneziana, appartenuto alla famiglia Venier ed usato in particolare da Elena Priuli, moglie del procuratore Federico Venier. A fianco al poggiolo vi era la sede del Circolo della Spada di Venezia . Sull'altro lato del ponte vi era la Locanda del Cappello Nero che dal 1930si chiama Albergo Splendid Venice. Non lontano si trovava anche il casino della famosa salonniére Isabella Teotochi Albrizzi. Entrambe le balaustre (una di 10, l'altra di 14 colonnine a goccia, comprese tra 3 pilastrini) in grave stato di deterioramento e la pavimentazione del ponte dei Bareteri sono stati restaurati tra il 2006 e il 2007.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ponte dei Bareteri (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Ponte dei Bareteri
Wooden Bridge,

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.436056 ° E 12.337694 °
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Wooden Bridge
12040 , Bueng Kum District
Bangkok, Thailand
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Ponte dei Bareteri (Venice)
Ponte dei Bareteri (Venice)
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Luoghi vicini

Casino Venier
Casino Venier

Il Casino Venier a Venezia si trova tra il ponte di Rialto e Piazza San Marco nelle Mercerie. L'origine della parola casino (piccola casa), o ridotto (da ridursi, cioè recarsi) fornisce un'idea di cosa fossero questi locali: luoghi piccoli, ma accoglienti ed intimi, dove incontrare gli amici dopo il teatro. I casini erano numerosi a Venezia fin dal Cinquecento, ma è nel Settecento che questi ritrovi incontrarono un vero successo: nel 1744 se ne contavano ben 118, quasi tutti nelle vicinanze di Piazza San Marco. Erano luoghi di ritrovo, di divertimento, talvolta di dissolutezza, addirittura veri salotti letterari: si giocava d’azzardo, si ballava, si facevano incontri galanti, ma si parlava anche di teatro e della nuova filosofia che veniva dalla Francia. Dal punto di vista architettonico e decorativo, il Casino Venier è uno dei più caratteristici. Era un ridotto da gioco e di conversazione di proprietà del procuratore Venier ma usato dalla moglie, Elena Priuli, nobildonna colta e raffinata. Si trova nei pressi del Ponte dei Bareteri, sopra il sottoportico delle Acque, nel mezzanino di un edificio poco appariscente. Solo all'interno se ne scopre tutta la ricchezza. La disposizione delle stanze ripete in piccolo la tipologia dei palazzi veneziani, con un salone centrale da cui si dipartono simmetricamente le altre stanze. Nella seconda stanza di destra si affaccia il liagò, piccolo poggiolo coperto in ferro battuto con lo stemma Venier, che permette di vedere dall'alto, inosservati. La decorazione interna, degli anni 1750-1760, si è conservata intatta fino ai nostri giorni, con pavimenti originali in marmo connesso. Originali anche gli stucchi e gli affreschi, gli specchi e i camini, le porte in prezioso palissandro e le maniglie e serrature in bronzo. Nascosto nel pavimento di marmo della sala d'ingresso, uno spioncino permette di sorvegliare chi sta per entrare: ottimo strumento per proteggere l'intimità di questo luogo. Alle spalle della scala d'entrata una stanzetta munita di grate intagliate in legno dorato: si tratta probabilmente della sala dei musici che, nascosti, suonavano per gli ospiti, e la cui musica si diffondeva attraverso le grate. Probabilmente le grate servivano anche a spiare inosservati quanto accadeva nel salone. L'interno del Casino Venier ha richiesto molte opere di consolidamento e di ripulitura, che sono state possibili grazie all'intervento del Comité français pour la sauvegarde de Venise che, negli anni ottanta, ha finanziato i lavori di restauro, e a quello dell'UNESCO, il cui contributo ha permesso di riportare alla luce gli affreschi, nel 1992. Il Casino Venier è sede dell'Associazione Culturale Italo-Francese Alliance Française dal 1987.

Chiesa di San Salvador
Chiesa di San Salvador

La chiesa del Santissimo Salvatore, vulgo San Salvador, è un luogo di culto cattolico di Venezia, situato in campo San Salvador, nel sestiere di San Marco, un luogo già ritenuto in passato il centro della città. La chiesa dà pure il nome ad un tratto delle Mercerie. Di antichissima fondazione, crebbe di importanza nel corso del Medioevo per venire quindi riscotruita dalla fondamenta a partire dal 1507 in forme ariose e monumentali su sovvenzione dello Stato veneto, ed è oggi collocabile tra le più grandi chiese veneziane. A partire dal XII secolo la chiesa fu affidata alla cura dei canonici regolari che l'ebbero in cura sino al 1807. Venne dunque posta in cura al clero secolare assorbendo pure il titolo parrocchiale di San Bartolomeo. La Parrocchia di San Salvador oggi fa parte della Comunità Marciana, l'unione delle parrocchie del Centro di Venezia che comprende San Moisé, San Zaccaria, la Rettoria di San Zulian e di Santa Maria del Giglio. Nella chiesa sin dal 1267 si venerano le reliquie di San Teodoro, primo protettore di Venezia. La storia della chiesa si lega indissolubilmente a quella della Scuola Grande di San Teodoro. Tra le numerose sepolture presenti nell'edificio spiccano quelle di Caterina Corner, del doge Francesco Venier. Sono sepolti inoltre i fratelli cardinali Marco Corner e Francesco Corner e Bernardo Bembo (tomba dispersa). Collegato alla chiesa esiste tutt'oggi il grande complesso del Convento dei Canonici di San Salvador.