place

Abbazia di San Salvatore Maggiore

Abbazie benedettine d'ItaliaAbbazie della provincia di RietiAbbazie territoriali soppresseArchitetture longobardeConcerviano
Monasteri della provincia di RietiPagine che utilizzano l'estensione KartographerVoci con codice GNDVoci con codice LCCNVoci con codice VIAFVoci non biografiche con codici di controllo di autorità
Abbazia di San Salvatore Maggiore Panoramica Lato Est
Abbazia di San Salvatore Maggiore Panoramica Lato Est

L'abbazia di San Salvatore Maggiore (in latino: abbatia Sancti Salvatoris Maioris) è stata un'abbazia benedettina fondata nell'VIII secolo sui resti di una villa romana edificata nei pressi di una strada romana -identificata dalle ipotesi degli studiosi alla fine dell'Ottocento come la via Caecilia - sull'altopiano del monte Letenano, nella dorsale della catena dei rilievi che formano lo spartiacque tra i bacini del Salto e del Turano. Storicamente nell'Alta Sabina, nel territorio reatino, ai margini della regione del Cicolano, attualmente il complesso monumentale di San Salvatore Maggiore è nel territorio di Pratoianni, frazione del comune di Concerviano nella provincia di Rieti. Il centro abitato più vicino è il paese di Vaccareccia, frazione, anch'essa, del comune di Concerviano. All'abbazia sono stati soggetti, per secoli, un cospicuo numero di castelli, ovvero di centri abitati, situati nel territorio ad essa più prossimo che costituirono un'unità amministrativa denominata, in seguito, con un neologismo storico, la Signoria di San Salvatore Maggiore. Entrata sotto la defensio imperialis per disposizione di Carlo Magno, è stata per secoli un'abbazia nullius diœcesis ovvero non sottoposta all'autorità di alcun vescovo ma soggetta, in materia religiosa, solamente al pontefice. Questo stato, insieme alla sua centrale posizione geografica e al tradizionale accordo con la vicina e potente abbazia di Farfa, permise a San Salvatore Maggiore, tra l'VIII ed il XII secolo, di accrescere la propria influenza ben oltre il territorio reatino: arrivò ad avere rilevanti proprietà e dipendenze nella Sabina verso ovest e nel Piceno verso est, dalla valle del Chienti a nord attraverso la valle del Vomano fin nella Marsica a sud, e addirittura nella città di Roma. Divenuta, dopo la lotta per le investiture, Romanae Ecclesiae immediate subiecta cioè soggetta per via diretta alla Santa Sede, a partire dal XV secolo venne, di volta in volta, affidata in commenda, direttamente dal papa, a cardinali membri di alcune tra le più potenti famiglie della curia romana (Orsini, della Rovere, Farnese, Barberini) per il prestigio ed il cumolo delle rendite che il titolo assicurava. Venne soppressa, come abbazia benedettina, dopo quasi novecento anni, nel XVII secolo, progressivamente spogliata delle sue dipendenze.A seguito della cacciata dei monaci benedettini, nel 1629, venne istituito a Toffia, con parte delle antiche rendite dell'abbazia, un seminario destinato alla formazione dei giovani sacerdoti provenienti dai territori delle abbazie di Farfa e di San Salvatore Maggiore mentre il complesso sul Letenano, fu tra il 1628 ed il 1635, sede di una missione dei padri scolopi restando, dopo il loro abbandono, un centro amministrativo dei territori abbaziali, per il governo della Camera apostolica, insieme al castello di Longone, per buona parte del XVII e del XVIII secolo. Nel 1746 nell'abbazia venne traferito il seminario di Toffia che vi rimase fino al 1841 quando, una volta che le terre dell'abbazia di San Salvatore Maggiore vennero ricondotte all'autorità di un vescovo, divise tra la diocesi di Poggio Mirteto, appena creata, e quella di Rieti, il seminario fu di nuovo trasferito a Toffia e poi a Poggio Mirteto. Dopo un tentativo di affidare il complesso, come sede per una missione, ai padri passionisti, tra il 1839 ed il 1854, nel 1880, per sfuggire alle leggi sull'eversione del patrimonio ecclesiastico, il monastero venne riadattato a sede estiva per i seminari di Poggio Mirteto e di Rieti fino al 1915 quando, lesionato dal terremoto della Marsica, dopo un fallito tentativo di restauro negli anni trenta del Novecento, venne definitivamente abbandonato dopo l'ultimo tentativo di assegnarlo ai salesiani tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta del Novecento. L'abbazia fu quindi venduta nel 1979 dalle diocesi di Rieti e di Poggio Mirteto, che ne condividevano dal 1880 la proprietà, ad un privato il quale, a sua volta, la rivendette, nel 1986, al comune di Concerviano che, a partire dagli anni novanta del secolo scorso, si adoperò per il restauro dell'abbazia facendone un caso di studio. Il titolo di "abate di San Salvatore Maggiore", sopravvissuto dalla fondazione dell'abbazia nel 735, all'istituzione della commenda nel 1399, all'unione della commenda con Farfa nel 1494 e alla soppressione dell'abbazia nel 1629, dopo essere passato, nel 1841, al titolare della cattedra di Poggio Mirteto, dal 1925 è appannaggio del vescovo di Rieti.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Abbazia di San Salvatore Maggiore (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Abbazia di San Salvatore Maggiore
Strada Bivio Longone - San Salvator Maggiore,

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Abbazia di San Salvatore MaggioreContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 42.287048 ° E 12.977327 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

San Salvatore Maggiore

Strada Bivio Longone - San Salvator Maggiore
02020
Lazio, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q3947926)
linkOpenStreetMap (558336937)

Abbazia di San Salvatore Maggiore Panoramica Lato Est
Abbazia di San Salvatore Maggiore Panoramica Lato Est
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Roccaranieri
Roccaranieri

Roccaranieri è una frazione del comune di Longone Sabino, in provincia di Rieti, situata nell'alta Sabina, a sud della città di Rieti, nel territorio montuoso compreso tra le vallate dei fiumi Salto e Turano, su un'altura al margine della valle del Salto. Il paese nacque in seguito all'incastellamento di un abitato nei pressi della chiesa di San Giovanni Battista, nel luogo indicato nelle fonti alto medioevali come "Pretorio nel territorio reatino" insediamento di epoca romana. Roccaranieri deve il suo nome ad un nobile Raniero dei conti di Cunio (lat. Cuniarius Rainerius) proveniente dai territori faentini della Romagna che, all'epoca dell'imperatore Federico I Barbarossa nel XII secolo o dell'imperatore Federico II nel XIII secolo, fortificò il borgo rendendolo una possente roccaforte dominante una strettoia nella sottostante valle del fiume Salto. Il paese fu quindi soggetto all'abbazia di San Salvatore Maggiore, come uno dei castelli della Signoria di San Salvatore Maggiore, seguendo le vicende che interessarono tutti i castelli dell'abbazia. Le conquiste napoleoniche in Italia all'inizio dell'Ottocento imposero allo Stato Pontificio, quindi anche ai territori abbaziali, una riorganizzazione amministrativa nel 1816: fu la definitiva frammentazione dell'unità che da secoli accomunava i castelli abbaziali. La riforma del 1853 con la creazione dei vicini comuni di Longone e Concerviano e l'assorbimento dei territori dello Stato Pontificio nell'appena creato Regno d'Italia nel 1861 coinvolse, di nuovo, anche i paesi dell'abbazia che, insieme alla città di Rieti, vennero a far parte della provincia dell'Umbria con capoluogo Perugia fino al passaggio nel 1927, sotto il regime fascista, alla neonata provincia di Rieti. Nel dopoguerra, con l'avvento di nuove vie di comunicazione e dei trasporti privati, a causa dell'industrializzazione e della generale modernizzazione del paese, iniziò anche per Roccaranieri, come per tutti i paesi d'area montana dell'alta Sabina, un lento ma costante declino demografico a vantaggio del vicino capoluogo e della capitale. Il fenomeno dell'abbandono delle campagne si è accompagnato, negli ultimi decenni, da una parte ad una radicale rinaturalizzazione del territorio, con l'avanzare dei boschi a scapito delle colture nonostante la meccanizzazione dell'agricoltura e dall'altra ad uno spostamento della popolazione al di fuori del centro storico e alla conseguente espansione dell'abitato, con un accentuato incremento del patrimonio immobiliare, lungo le vie di accesso al paese.