place

Provincia di Bari

Pagine con mappeProvince d'Italia soppresseProvincia di BariVoci con codice BNFVoci con codice GND
Voci con codice J9UVoci con codice LCCNVoci con codice VIAFVoci con codice WorldCat IdentitiesVoci non biografiche con codici di controllo di autorità
Flag of Metropolitan City of Bari
Flag of Metropolitan City of Bari

La provincia di Bari è stata una provincia italiana della Puglia, soppressa nel 2015 e sostituita dall'istituenda città metropolitana di Bari. Si estendeva su una superficie di 3.825 km² e comprendeva 41 comuni. Con una popolazione di 1,2 milioni di abitanti al momento della soppressione, era la provincia più popolata della regione e la settima in Italia. Sino all'istituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani, nel 2004, contava oltre 1,5 milioni di abitanti ed era pertanto la quinta provincia italiana più popolosa. Aveva ereditato i simboli e il territorio dall'antica provincia di Terra di Bari. Affacciata a nord-est sul mare Adriatico, confinava a sud con la provincia di Brindisi e quella di Taranto, ad ovest con la Basilicata (province di Matera e Potenza), a nord con la provincia di Barletta-Andria-Trani (in precedenza con la provincia di Foggia).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Provincia di Bari (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Provincia di Bari
Via Niccolò Piccinni, Bari Murat

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Provincia di BariContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 41.125278 ° E 16.866667 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Gelateria Piccinni

Via Niccolò Piccinni 131
70122 Bari, Murat
Puglia, Italia
mapAprire su Google Maps

Flag of Metropolitan City of Bari
Flag of Metropolitan City of Bari
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Città metropolitana di Bari
Città metropolitana di Bari

La città metropolitana di Bari è un ente territoriale di area vasta di 1 221 291 abitanti, in Puglia, che, dal 1º gennaio 2015, sostituisce la soppressa provincia di Bari; è stata istituita l'8 aprile 2014 insieme ad altre quattordici città. Si estende su una superficie di 3 825 km² e comprende 41 comuni: affacciata a nordest sul mare Adriatico, confina a ovest con la Basilicata, a nord con la provincia di Barletta-Andria-Trani e a sud con le province di Brindisi e Taranto. La città metropolitana prende i propri simboli e gran parte del proprio territorio dall'antica Terra di Bari. La città metropolitana di Bari è situata nella parte centrale della Puglia, nella zona che prima era chiamata Terra di Bari e che comprendeva anche i comuni di Fasano e Cisternino, oggi in provincia di Brindisi, e parte dell'odierna Provincia di Barletta-Andria-Trani. Il territorio è dominato dalle Murge, sistema di rilievi che superano anche i 600 metri di quota. Il territorio murgiano, nella parte più interna, ospita a Gravina in Puglia il Parco nazionale dell'Alta Murgia, uno dei parchi nazionali di recente istituzione. Solo l'hinterland barese e la fascia costiera sono pianeggianti. La città metropolitana in campo urbanistico si divide in due zone: il nord-barese e il sud-barese. Il nord barese presenta centri generalmente molto popolati (oltre a Bari che supera i 320 000 abitanti) come Altamura, Bitonto, Corato, Gravina in Puglia e Molfetta. Il sud-barese al contrario si distingue per la mancanza di questi grossi centri: l'unico comune ad attestarsi intorno ai 50 000 abitanti è Monopoli. Nella parte meridionale della città metropolitana, al confine con la provincia di Taranto e Brindisi, è situata la Valle d'Itria e la zona della Terra dei Trulli, di cui fanno parte i comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Noci, Locorotondo e Putignano. Nella città metropolitana i fiumi scarseggiano e i laghi sono assenti del tutto. L'acqua però è presente nel sottosuolo a causa della natura estremamente carsica del terreno. Si formano così dei fiumi sotterranei (di cui tutta la Puglia è ricca) che scavano la roccia e creano delle grotte tra cui quelle più importanti e affascinanti di Castellana Grotte e di Curtomartino ad Acquaviva delle Fonti. L'acqua nel sottosuolo porta alla formazione di numerosi pozzi artesiani che soddisfano, seppure parzialmente, il problema dell'assenza in territorio di acqua potabile. Quest'ultima, infatti, arriva nelle case tramite l'acquedotto pugliese, tra i più lunghi d'Europa, che viene alimentato con acqua di fiumi campani e lucani. Il territorio coltivabile viene sfruttato con le coltivazioni di ulivo e di uva ma anche di ciliegie, di percoche, fioroni e di mandorle. Dalla detta attività agricola si ricava olio di oliva, vino e uva da tavola. Tra tutte le città produttrici di olio d'oliva spiccano Sannicandro di Bari con la sua qualità di oliva dolce per la quale vi è anche la sagra in paese che si svolge nel mese di ottobre, Bitonto, Corato, conosciuta per la sua qualità di oliva detta Coratina, e Giovinazzo. I centri di maggior produzione vitivinicola sono invece Gravina e Ruvo di Puglia, nel nord-barese, e Adelfia, Noicàttaro, Rutigliano e Locorotondo, nel sud-barese. Inoltre spicca la coltivazione di fioroni con Giovinazzo maggior esportatrice in Italia. Importante è anche la produzione di ciliegie nelle campagne di Turi, Conversano, Sammichele di Bari e Casamassima. Il territorio dell'Alta Murgia occupa la porzione nord-occidentale del vasto Altopiano delle Murge esteso dalla Valle dell'Ofanto sino all'insellatura di Gioia del Colle e tra la Fossa bradanica e le depressioni vallive che si adagiano verso la costa adriatica. Fanno parte i comuni metropolitani di Acquaviva delle Fonti, Altamura, Bitonto, Cassano delle Murge, Corato, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle e Toritto. Il territorio della Puglia Centrale si estende tra l'ultimo gradino della Murgia barese e la linea costiera. Ed è composto da due sistemi principali: la fascia costiera e la fascia pedemurgiana. È suddivisa quindi nella Piana olivicola del nord barese, nella Conca di Bari ed il Sistema Radiale delle Lame, nel Sud-est barese ed il Paesaggio del frutteto. Fanno parte i comuni metropolitani di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bari, Binetto, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cassano delle Murge, Cellamare, Conversano, Corato, Giovinazzo, Grumo Appula, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Palo del Colle, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Sannicandro di Bari, Terlizzi, Toritto, Triggiano, Turi e Valenzano. Fanno parte i comuni metropolitani di Alberobello, Castellana Grotte, Gioia del Colle, Sammichele di Bari, Locorotondo, Noci e Putignano. Fanno parte i comuni metropolitani di Molfetta, Giovinazzo, Mola di Bari, Polignano a Mare e Monopoli oltre al capoluogo. Il territorio metropolitano nel periodo pre-romano era abitato dai Peucezi, popolazione iapigia proveniente dall'Illiria. La città metropolitana di Bari fu detta per secoli Terra di Bari e corrispondeva all'ex provincia di Bari, con Fasano e Cisternino, e buona parte della provincia di Barletta-Andria-Trani. Nel 2010 la provincia di Bari si è piazzata al 93º posto nell'annuale classifica stilata da Il Sole 24 Ore sulla vivibilità delle 107 province italiane, conseguendo un discreto risultato nei parametri "servizi, ambiente e salute" e "tenore di vita", ma piazzandosi male in particolare per l'ordine pubblico. Nel 2022 la città metropolitana Bari si è piazzata 66ª su 107 province nella classifica sulla qualità della vita stilata da Il Sole 24 ORE. Nel 2023 la città metropolitana di Bari è al 69º posto, perdendo 3 posizioni rispetto all'anno precedente. Il turismo culturale è basato soprattutto sulle città d'arte che puntano sui loro centri storici ricche di cattedrali in stile romanico pugliese, tra le quali spiccano quella di Altamura, di Bari, di Bitonto, di Giovinazzo, di Gravina in Puglia e di Ruvo di Puglia, e sui castelli svevi e normanno-svevi, tra cui quelli di Bari, di Gioia del Colle e di Sannicandro di Bari. Importante è il turismo che prevale nella Valle d'Itria di Locorotondo, la terra dominata da costruzioni a tetto conico. Alberobello è famosa per il suo centro storico, interamente strutturato dai tipici trulli. Celebre è pure la cittadina di Rutigliano per la tradizionale attività figulina legata ai tegami di creta per la cottura di vivande e la produzione dei tipici fischietti in terracotta (finissime opere d'arte artigiana, di cui Rutigliano ne è la capitale). Ad essi è dedicata la tradizionale Fiera del Fischietto in terracotta città di Rutigliano che si tiene il 17 gennaio di ogni anno in occasione della festa di S. Antonio Abate. La città è stata fregiata, da qualche tempo, del titolo di città d'arte per il suo caratteristico centro storico, la Real Collegiata Santa Maria della Colonna e S. Nicola (chiesa matrice in romanico-pugliese) dell'XI secolo, entro cui si conserva il pregevole polittico quattrocentesco di Antonio Vivarini (il più antico presente in Puglia), la Torre Normanna (X secolo) superstite dell'antico castello rutiglianese, gli splendidi palazzi gentilizi come Palazzo Antonelli e Palazzo Moccia cinquecenteschi. La città ha il primato nazionale per l'esportazione di uva da tavola varietà Italia e Red Globe, assieme alle limitrofe Noicàttaro ed Adelfia. Nel mese di settembre viene organizzata una sfarzosa sagra dell'uva dedicata al prodotto tipico, nel weekend successivo la maggiore festa della città. Quest'ultima si tiene nei giorni 13-14-15 settembre, in onore del miracoloso SS. Crocifisso venerato nella chiesa dei Cappuccini. Esiste anche il turismo di tipo naturalistico che sussiste nel Parco nazionale dell'Alta Murgia, le gravine di Gravina, l'habitat rupestre e la cultura rurale ed agri-turistica. Numerose masserie inoltre sono sparse intorno alle lame. Si ricordano tra le quali Lama Balice. Importante anche il turismo religioso, a Bari con la Basilica di San Nicola e a Capurso con la Basilica di Santa Maria del Pozzo. A Bari interessa in particolare la presenza di pellegrini provenienti dalle nazioni dell'ex Unione Sovietica che, dopo la caduta del muro di Berlino, affluiscono sempre più numerosi alla tomba di San Nicola. La presenza della chiesa ortodossa e dei fedeli orientali è testimoniata dalla Chiesa Russa, costruita dallo Zar Nicola II, e dal 1º marzo 2009 restituita alla Federazione Russa. Capurso è famosa per il culto della Madonna del Pozzo, dal 1705 è meta di pellegrinaggi. Suggestiva la cappella nella zona "Piscino" dove attraverso una scalinata scavata nella roccia si scende all'interno del pozzo, dove nel 1705 Don Domenico Tanzella ritrovò l'icona della Madonna, e dove grazie ad alcune fontanelle è possibile bere l'acqua ritenuta miracolosa. Imponente la Reale Basilica, che dista pochi metri dalla cappella del pozzo, dove si venera l'icona della Madonna del Pozzo. La Basilica, di stile tardo barocco, è uno scrigno di arte e devozione. Al suo interno la Sala Mariana conserva opere d'arte e documenti storici del santuario ed è impreziosita da un pavimento policromo in maiolica che rispecchia il gusto del settecento napoletano. Interessante il museo degli ex-voto dove vengono catalogati ed esposti i donativi che i devoti e pellegrini hanno donato nei secoli come segno di grazie e guarigioni ottenute dalla Madonna del Pozzo. Importante per il turismo religioso è anche quello della festa patronale in onore di San Rocco a Locorotondo nei giorni 14, 15, 16 e 17 agosto di ogni anno, da più di tre secoli, celebri le varie funzioni religiose e la Gara Pirotecnica di San Rocco tra le più antiche d'Italia. Sempre per il turismo religioso, non va dimenticata Turi e i festeggiamenti del suo Patrono, Sant'Oronzo nei giorni 25-26-27 Agosto. Giorni nei quali è tutto un susseguirsi di manifestazioni religiose votive, che trovano il loro apice nel giorno 26, quando seguendo la paradosis Oronziana, che vuole che il Santo sia stato martirizzato nel 68 D.C. a Lecce, ai primi bagliori dell’alba, molti pellegrini raggiungono a piedi per assistere alla messa votiva, la grotta di Turi, ove sempre la paradosis, narra che il santo in tempo di persecuzione vi celebrasse l'eucaristia. Sotto la calura agostana si svolge la solenne processione del Santo in abiti vescovili, preceduto da sbandieratori e cavalcate in abiti storici di epoca barocca, e dalle antichissime arci-confraternite cittadine. La sera del 26 il busto del Santo portato alla grotta la sera precedente, viene eretto su una torre lignea finemente decorata da maestri ebanisti locali, alta 14,80 metri e lunga 8, la quale viene trainata nella piazza cittadina da sei mule. Il Carro Trionfale con sopra la banda cittadina ed il busto del Santo benedicente, dopo aver effettuato una curva a gomito molto coreografica, attraversa il corso cittadino addobbato con arcate luminarie barocche, che talvolta assumono la forma di una vera e propria unica galleria, il tutto, in mezzo ai fuochi d’artificio, al lancio di fiori e palloncini per le due ali di folla festante che accompagnano la banda cittadina nella seguitissima gara musicale di “sfinimento”, con la banda ospite, sulle note della marcia “Mosè in Egitto” in onore del Santo Patrono. Le città d'arte della città metropolitana di Bari annoverate nell'albo delle città artistiche pugliesi sono:Altamura, Bitonto, Conversano, Gravina in Puglia, Rutigliano e Ruvo di Puglia. Piatti tipici della città metropolitana sono: orecchiette con le cime di rapa, simbolo della cucina barese, ma anche pugliese; Braciola di cavallo; involtino con prezzemolo, aglio, tritato formaggio romano a scaglie e pepe; fave, definite "la carne dei poveri"; Pecora alla rizzaul, pilastro della cucina Altamurana; Fave e cicorie; cartellate, dolci di Natale costituiti da striscette arrotolate a chiocciola da un impasto di farina, olio, zucchero e cannella, fritte o cotte al forno e quindi immerse nel vin cotto e cosparse con zucchero a velo e cannella. calzone di San Leonardo, dolce natalizio consistente in una sfoglia di pasta esterna friabile modellata a forma di mezzaluna, ripiena di un impasto a base di mosto cotto e fichi secchi. Baccalà in umido con patate. Patate riso e cozze o patate riso e carciofi o anche patate riso e cardoncelli, cotti rigorosamente in terracotta. Panzerotti classici con pomodoro e fior di latte ma anche farciti. Strade statali Strade provinciali Sant'Oronzo storia di un culto, Osvaldo Buonaccino D'Addiego, Donato Labate, in “sulletracce” quaderno n. 10 del Centro Studi di Storia e Cultura di Turi (2007) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su città metropolitana di Bari Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni. (14G00069) (GU n.81 del 7-4-2014), su normattiva.it. Disegno di Legge: S. 1117 - Delega al Governo in Materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (Approvato dal Senato) (A.C. 2105-A) (PDF), su anci.it. URL consultato il 19 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2012). Delega al Governo in Materia di Federalismo Fiscale per l'istituzione delle 10 città metropolitane: To-Ve-Mi-Ge-Bo-Fi-Rm-Ba-Na-Rc, su camera.it. URL consultato il 19 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2017).

Murat (Bari)
Murat (Bari)

Il quartiere Murat è un quartiere di Bari, si estende tra la ferrovia e, a nord, in piccola parte la costa e la Città vecchia, con cui costituisce l'odierno centro della città. Il quartiere Murat, che assieme al centro storico costituisce parte del I municipio dal 2014 (ex IX circoscrizione), centro pulsante della città capoluogo pugliese, confina: a nord con il quartiere San Nicola; a est con il quartiere Madonnella; a sud con i quartieri Carrassi, Picone e San Pasquale; a ovest con il quartiere Libertà. Il quartiere prende nome da Gioacchino Murat, il quale iniziò, durante il suo governo a capo del Regno di Napoli (che gli fu assegnato da Napoleone Bonaparte, del quale era cognato), la costruzione della nuova zona barese a ridosso dell'antica città medievale. La prima casa del nuovo borgo fu costruita nel 1816. Fu infatti Murat a promulgare il decreto di costruzione del "borgo nuovo" (o "gioacchino", poi "muratiano") in una zona pianeggiante a sud del vecchio centro, mentre le mura che cingevano la città vecchia vennero smantellate nel 1820 (porta del Castello fu smantellata il 1º marzo 1819). La zona, caratterizzata dalla maglia urbana ortogonale, ospita Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Umberto I ed il palazzo dell'Università degli Studi. Durante il periodo fascista e nel secondo dopoguerra a partire dal 1954, il quartiere fu oggetto di una controversa modernizzazione, dai generali esiti considerati "orribili e deprimenti " sia nell'architettura littoria, tipica del regime fascista, che nella cementificazione degli anni 50 e 60 che riguardò oltre 200 edifici che sostituirono e spesso deturparono il vecchio centro storico. Solo alcuni degli edifici disegnati da Sangirardi, alcuni progetti dello studio "Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano" e alcune realizzazioni di Saverio Dioguardi, che talvolta riuscì a mantenere uno stile personale e innovativo anche nell'architettura "di regime", vengono considerati di interesse architettonico. Palazzo Mincuzzi

Palazzo Fizzarotti
Palazzo Fizzarotti

Il Palazzo Fizzarotti è uno storico edificio di Bari in Puglia. Eretto nel centro della città nel 1910, in stile eclettico ispirato al gotico veneziano, fu commissionato dal banchiere e imprenditore Emanuele Fizzarotti e progettato dall’architetto Ettore Bernich, caposcuola dell’eclettismo italiano. Il palazzo conserva al suo interno sale riccamente decorate, ciascuna con un preciso stile artistico e l’impiego e l’associazione di materiali e tecniche diverse. Costruito al di sopra della sorgente sotterranea “Mare Isabella”, Palazzo Fizzarotti presenta più strati architettonici. Nel suo interno sono visibili strutture del XIII secolo risalenti a vecchi conventi e stazioni di ristoro esterne alle mura della città medioevale. Nel 1850, con l’abbattimento delle mura medioevali e l’ampiamento della città attraverso il quartiere murattiano, vengono connesse due zone di suolo da Nicola Lagattola. Nel novembre 1858 gli eredi Lagattola vendono il terreno a Nicola Loiacono che costruisce piano terra e primo piano in stile barocchetto, demolendo e inglobando al suo interno le antiche strutture duocentesche. L'ultima erede Loiacono, Rosa, vende nel 1879 l’intero complesso all'imprenditore Emanuele Fizzarotti che lo modifica, sopraelevando il secondo e terzo piano e applicando una facciata gotica veneziana. Il Fizzarotti, un uomo estremamente attento alla cultura, all'arte e alla musica, volle fare del Palazzo un contenitore culturale, infatti la sua costruzione e decorazione divenne un’opera di mecenatismo che impegnò maestranze a livello locale e nazionale. Il costruttore fu Nicolangelo Favia, sotto la direzione di Cesare Augusto Corradini che disegnò e dipinse anche opere pregevoli fra cui L’arrivo a Bari nel 1002 del Doge Orseo II che libera la città ed Il corteo nuziale di Federico II e Iolonda de Brienne. Alla maestria del pittore Rega si deve il meraviglioso ciclo del Salone delle Arti e del lavoro e a maestranze provenienti da Venezia e Ravenna i fregi e le opere murarie. In seguito alla scomparsa di Emanuele Fizzarotti, sopraggiunta nel 1926, il palazzo divenne prima, negli anni 1930, proprietà e sede della Banca del Fucino e poi, dopo lo sbarco degli alleati nel sud Italia, sede del Circolo Ufficiali Alleati. Tra gli anni 1960 e 1980 fu invece sede degli uffici della Comunità Europea. Nel 1947 Giosuè Poli prende la gestione di Palazzo Fizzarotti a nome dell’Immobiliare Pugliese S.p.A. A partire da quel momento, l'Immobiliare Pugliese e i suoi azionisti si sono impegnati prima nella salvaguardia del palazzo da pressioni politiche e finanziarie, quindi poi al suo recupero e valorizzazione. Oggi Palazzo Fizzarotti è anche sede Il dell'Archivio Poli, che custodisce il contributo del molfettese Giosuè Poli, dirigente sportivo, organizzatore e atleta, nella ristrutturazione sociale del territorio pugliese e dello sport italiano, durante e dopo la seconda guerra mondiale. L’archivio è al momento in fase di digitalizzazione e può essere consultato per appuntamento. Comprende, tra gli altri, rari documenti, fotografie e lettere anche dal fronte a partire dal 1915 sino al 1969. La facciata del “Palazzo Fizzarotti” è rivolta a mezzogiorno ed è strutturata in cinque arcate ogivali, affiancate, all’estremità, da due torri, sormontate da cupole finemente decorate, con mosaici a foglia d’oro, raffiguranti il “sol levante Quattro medaglioni a mosaico policromo con fondo a foglia d’oro ornano la facciata rappresentano la Fenicia; il vecchio stemma della città di Bari con il mitico fondatore della città, “Barinon”; lo stemma della città di Lecce, da cui la Famiglia Fizzarotti proveniva; l’allusivo stemma personale di Emanuele Fizzarotti “quamquam fractae vulnerant” (malgrado siano rotte feriscono ancora). I balconi, le finestre, trifore e bifore, sono in pietra merlettata come tutta la facciata. Quest’ultima manifesta un armonioso contrasto tra la compatta ma semplice pietra e le linee degli archi, a sesto acuto che, insieme ai pilastri in rilievo, con relativi basamenti e capitelli, incorniciano tre livelli di finestre bifore rastremate. II piano terzo sopra è percorso, per tutta la sua lunghezza, da un loggiato, il cui colonnato sostiene il pregevole ed importante cornicione. Attraversato il portone in massello di quercia intagliato ci troviamo nell’androne, aperto sul retro in un giardino monumentale ospitante una fontana con la statua del Nettuno. Lo scalone monumentale, come lo stesso giardino, sono realizzati con la stessa cura di particolari e diversità di tecniche esecutive che caratterizzano le sale di rappresentanza del primo piano. terminano al terzo piano in una volta a crociera decorata con un cielo stellato di un intenso azzurro rappresentante i dodici segni zodiacali. Nella sovrabbondanza di elementi decorativi, stemmi e piccoli inserti narrativi, si distinguono quattro dipinti murari rappresentanti delle quattro stagioni, personificate da figure in costumi vagamente quattrocenteschi. Due delle quattro scene, tutte costituite da tre figure, si attengono alla tradizionale iconografia dedicati alla mietitura e alla vendemmia. Due, più “libere”, si presentano una la composizione riguardante l’inverno e l’altra, con la coppia dei giovani innamorati in un paesaggio fiorito, allude alla primavera. Grande interesse e attenzione suscitano le quattro sale di rappresentanza: il Salone delle Arti e del Lavoro, il Salone Trecentesco, il Salone Rosa e il Salone del Caminetto a cui si accede attraverso il cosiddetto Salottino d’attesa dove si trova un importante mosaico pavimentale che raffigura la testa alata di Mercurio, dio del Commercio, chiara allusione alle attività finanziarie redditizie del proprietario del palazzo, esponente di primo piano della Bari moderna. Christine Farese Sperken e Fabio Mangone, Palazzo Fizzarotti, Sfera Edizioni, 2019, ISBN 978-8885753068. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Fizzarotti