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Villa Bianchi

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Villa Lin, Papadopoli, Bianchi, De Kunkler è un palazzo signorile sito a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Bianchi (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Villa Bianchi
Via Guglielmo Marconi,

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.576861 ° E 12.234028 °
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Indirizzo

Via Guglielmo Marconi
31022
Veneto, Italia
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Luoghi vicini

Villa Buratti

Villa Codognato, Buratti, Coin, Tegon è una villa veneta di Mogliano Veneto, situata a nord del centro e sul lato occidentale del Terraglio. Fu realizzata nella seconda metà del Seicento o, secondo altri, nel Settecento. Un'iscrizione posta all'interno del salone centrale afferma che il costruttore fu Domenico Codognato, cui passò poi ai figli Giuseppe e Marco. Nel 1835 venne acquistata da Arcangela Brinis, vedova del poeta vernacolo Pietro Buratti, e fu quindi ereditata dal figlio Antonio. Nell'aprile del 1848 vi fu ospitato il generale Giovanni Durando che si apprestava a soccorrere i patrioti veneti in vista del ritorno degli Austriaci. Il complesso si articola nella casa padronale e in altre tre costruzioni distribuite liberamente nel parco: due rustici e l'oratorio privato. La prima è un volume compatto poggiante su un basamento a scarpa (l'ingresso è raggiungibile mediante una breve scalinata) e sviluppato su due livelli conclusi dalla copertura a padiglione. Il fronte principale si rivolge a est, verso la strada. L'edificio è strutturato secondo il tipico schema veneziano, con salone passante al centro e ambienti minori ai lati. Ciò è riscontrabile già nella facciata, caratterizzata da una simmetria tripartita con la fascia centrale accentuata da due sporgenze verticali, nonché dalla diversificazione dei frontoni nelle aperture del primo piano e dei profili in quelle del piano terra. Questa tendenza alla verticalità è tuttavia smorzata da una certa attenzione alla componente orizzontale, con l'uso di numerose cornici e fasce. Si ricordano inoltre le due specchiature del piano terra, decorate da affreschi di autore ignoto. I rustici, posti a nord della casa padronale, si caratterizzano per le arcate al piano terra; quello più vicino alla strada spicca per il portico a tre luci con archi ribassati, sormontato da una cornice marcapiano continua. A sud, affacciato direttamente sulla strada, si trova il piccolo oratorio della Madonna del Rosario, un edificio di assoluto pregio architettonico. Sulla facciata, due lesene di ordine ionico sostengono la trabeazione continua con fregio liscio e architravi a due fasce. Altre due lesene delimitano la parte centrale in cui si trova il portale d'ingresso, sormontato da un timpano triangolare. Dietro a questo si trova una balaustra che nasconde il tetto, raccordata da due superfici murarie ai pinnacoli di margine. Villa Codognato, Buratti, Coin, Tegon (PDF), su irvv.regione.veneto.it, IRVV. URL consultato il 14 marzo 2014. Giuseppe Venturini, Passeggiate moglianesi, Mogliano Veneto, Centro culturale Astori, 1980, pp. 81-82.

Villa Marcello (Sambughè)

Villa Lin, Andrighetti, Carlotti-Zon, Marcello del Majno è una villa veneta di Sambughè, frazione di Preganziol, in provincia di Treviso. Si affaccia al lato occidentale del Terraglio. Appartenuta, come la vicina villa Bianchi, ai Lin, pervenne poi agli Andrighetti e da questi alla marchesa Teodora Carlotti-Zon. In seguito al matrimonio tra la figlia Andriana Zon e il conte Alessandro Marcello, passò alla famiglia di quest'ultimo che tuttora la abita. Adriana Zon va ricordata per aver trasformato la villa in un luogo d'incontro per letterati, artisti e politici. Tra i suoi ospiti si annoverano la regina Margherita di Savoia con Vittorio Emanuele III bambino, Giacomo Zanella - che celebrò il parco in uno dei suoi componimenti -, Antonio Fogazzaro, Vittoria Aganoor, Fedele Lampertico e altri ancora. Negli anni 1888-89, in particolare, organizzò una serie di incontri tra alcune personalità del mondo politico ed ecclesiastico per trovare una base d'accordo su un concordato tra Stato e Chiesa; tra i partecipanti si segnalarono Geremia Bonomelli, Jacopo Bernardi, lo stesso Lampertico e Guglielmo Berchet. Altri proprietari della villa degni di nota furono il già citato Alessandro Marcello, podestà di Venezia dal 1857 al 1859; suo figlio Girolamo, militare di carriera e senatore; suo nipote Alessandro, militare, antifascista e accademico, esperto di fitogeografia. Villa Marcello si inserisce in un contesto rurale ancora ben conservato, in parte compreso nella tenuta Marcello del Majno di cui essa stessa fa parte. In più occasioni questo complesso ha rischiato di venire danneggiato da alcuni progetti di viabilità che avrebbero intaccato il parco e frazionato l'azienda agricola. Il decreto di vincolo (risalente al 1962) e l'opposizione della Soprintendenza ha scongiurato queste eventualità; tuttavia in tempi più recenti l'area è stata interessata dalla realizzazione del passante di Mestre che, a causa delle limitazioni paesaggistiche, supera il Terraglio scorrendo sotto terra. Costruita probabilmente tra il Sei e il Settecento, la villa ha assunto l'aspetto attuale nel corso dell'Ottocento. A questo periodo risale infatti la costruzione dell'annesso contiguo alla casa padronale, conferendo al palazzo una pianta ad L. Si tratta di volume di due livelli dall'aspetto molto semplice, con un porticato aperto sul cortile occidentale; il fronte opposto presenta una serie di dodici aperture, interrotta nel mezzo da un partito coronato da un timpano curvilineo con una coppia di finestre per piano. La casa padronale ha due fronti simmetrici con quello principale rivolto a est, verso la strada. Esso si sviluppa su tre piani: il piano terra si caratterizza per un finto bugnato ed è diviso in tre parti a causa della distribuzione irregolare delle aperture (una coppia di finestre per parte e il portale con due finestre laterali al centro); il partito centrale è evidenziato ulteriormente da tre portefinestre aperte su un terrazzo e coronate da una cimasa in pietra, nonché dal timpano triangolare che sormonta l'ultimo piano. La facciata è peculire anche per la presenza di due ali laterali più basse di un piano. Queste presentano una falsa terrazza al piano terra, costituita da una balaustra delimitata agli angoli da lesene a sostegno di un'ampia cornice marcapiano modanata. Gli interni sono organizzati secondo il tradizionale schema dei palazzi veneziani, con il salone passante come fulcro. Quest'ultimo presenta delle ricche decorazioni: elementi monocromi sopra le porte e, incorniciati in cornici in stucco, affreschi con scene rurali relative alle quattro stagioni sulle pareti. L'autore delle opere, collocabili sul finire del Settecento, è ignoto; sono state attribuite a Pietro Antonio Novelli, Giuseppe Bernardino Bison e a Costantino Cedini. Isolato nel parco, seminascosto dalla folta vegetazione, si trova un piccolo oratorio con campanile a vela. Villa Lin, Andrighetti, Carlotti Zon, Marcello del Majno (PDF), su irvv.regione.veneto.it, IRVV. URL consultato il 23 maggio 2014. Giuseppe Venturini, Passeggiate moglianesi, Mogliano Veneto, Centro culturale Astori, 1980, pp. 85-87.

Chiesa di San Teonisto e Compagni Martiri (Mogliano Veneto)
Chiesa di San Teonisto e Compagni Martiri (Mogliano Veneto)

La chiesa di San Teonisto e Compagni Martiri è la parrocchiale di Campocroce, frazione di Mogliano Veneto, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Mogliano Veneto. La prima citazione del luogo sacro è contenuta in una pergamena datata 1043, in cui la "chiesa di San Teonisto di Campocroce con un'estensione di 20 campi" veniva donata all'abbazia di Mogliano. La condizione di cappella dipendente dal cenobio è confermata in un documento del 1077. Anche quando le monache si trasferirono nel monastero di San Teonisto di Treviso, esse continuarono a mantenere il giuspatronato sulla nomina del parroco; dal 1810 quando il cenobio fu soppresso, questo diritto passò al governo. La chiesa è stata profondamente rimaneggiata tra l'Otto e il Novecento. Dell'edificio originale rimangono un fregio con archeggiature archiacute a coronamento delle pareti laterali, tracce di una finestra gotica e i resti di un grande affresco sulla parete esterna meridionale, raffigurante San Cristoforo protettore dei viandanti (e non a caso rivolto alla strada). La facciata, progettata dall'ingegnere Alvise Motta, è del 1903. Più alta rispetto alla copertura della navata, presenta ai lati due grandi finestre e al centro un unico portale d'ingresso. È sormontata da tre statue in pietra. Il campanile fu ricostruito nel 1848. Come era usanza in passato, lo spazio attorno alla chiesa era adibito a cimitero e resiste ancora qualche pietra tombale. A titolo di curiosità, fino ai primi del Novecento si poteva leggere quella di Anna Troilo, morta nel 1856 e "a 29 figli madre amorosissima"; tra questi, il parroco don Marco Massaggia. L'affresco del soffitto, il Martirio di san Teonisto, fu realizzato nel XIX secolo da Gian Battista Carrer. Dello stesso autore sono i tre dipinti del presbiterio: l'Adorazione dei pastori sulla parete destra, la Resurrezione a sinistra e la Fede sul soffitto. La pala dell'altare maggiore, raffigurante la Vergine in gloria ed i santi Teonisto, Tabra e Tabrata, in passato attribuita a Palma il Giovane, è oggi ritenuta opera di Bartolomeo Orioli. L'altare subito a destra del presbiterio è dedicato a san Liberale e conserva una pala, Redentor Mundi, attribuita a Giacomo Lauro. Altre due dipinti si trovano sugli altari laterali: una Vergine del Rosario tra san Domenico e santa Caterina, forse di Pietro Vecchia, e una Presentazione di Gesù al tempio, di autore ignoto. Giuseppe Venturini, Passeggiate moglianesi, Mogliano Veneto, Centro culturale Astori, 1980. Beppe Forti, Le chiese di Bonisiolo, Campocroce e Zerman, Oderzo, Tredici, 2000. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Teonisto e Compagni Martiri