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Comunità montana della Valle Sabbia

Comunità montane della provincia di BresciaDivisioni amministrative senza abitantiPagine con mappeStub - comunità montaneStub - provincia di Brescia
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Italy provincial location map 2016
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La Comunità montana della Valle Sabbia è un'unione di comuni composta da 25 comuni in Provincia di Brescia situati in Valle Sabbia (zona omogenea n° 3). La sua sede è a Vestone e come stemma ha le onde (rappresentano il Fiume Chiese e il Lago d'Idro), i monti, le alabarde e il rastrello.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Comunità montana della Valle Sabbia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Comunità montana della Valle Sabbia
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91105 Pasadena
California, United States
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Luoghi vicini

Preseglie
Preseglie

Preseglie (Presèi in dialetto bresciano) è un comune italiano di 1 457 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia. Il comune appartiene alla Comunità Montana della Valle Sabbia. Il paese occupa la parte nordorientale della cosiddetta "Conca d'Oro", nella Valsabbia. A nord si erge il monte Poffe (861 m s.l.m.), ammantato di boschi di rovere, castagno e conifere, e sulle cui pendici ondulate si distende il territorio del comune. Secondo la Classificazione sismica il comune appartiene alla zona 2 (zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti). Preseglie appartiene alla zona climatica E.. L'etimologia del nome è presumibilmente romana, collegata alla presenza nella zona di una colonia di prigionieri costretti a lavorare nelle miniere del monte Visello. Questi prigionieri la notte venivano riuniti in un castrum o castello, probabilmente localizzato nell'attuale contrada Piazza. I prigionieri erano sorvegliati da legionari. Secondo la tradizione il nome del comune deriva dall'appello degli schiavi fatto ogni sera, al quale il sorvegliante rispondeva: "Praesens est ille" Il termine con l'andar del tempo fu alterato in Presilli quindi, fra il secolo XV e XVII, in Preseio e Presei ed infine nel secolo XVIII in Preseglie. Secondo altri invece il nome deriverebbe molto più semplicemente dal latino praedium che significa podere o fondo rurale. Sono infatti numerosissimi i fondi o "predi" in cui è diviso il territorio. Da predi a "presei", nome dialettale del paese, il passo sarebbe stato assai breve. Il territorio di Preseglie fu sfruttato per la ricchezza di metalli probabilmente fin da epoca romana e successivamente longobarda (il nome di una frazione, Gazzane, è tipicamente longobardo e verosimilmente deriva da gahagium = 'bosco demaniale"). Gran parte del territorio divenne proprietà del vescovo di Brescia e con esso anche le miniere di galena (ovvero piombo argentifero) esistenti nel territorio in particolare in località Pirla, Bamboi e Visello, nonché le miniere di rame, carbonato ed ossidato esistenti sempre in località Visello. Lo storico Theodor Mommsen ci ha lasciato una testimonianza del periodo romano-barbarico del paese censendo un'epigrafe (CIL 4894). In un documento apografo del secolo XVI raccolto dal padre Luchi, conservato nell'archivio di stato di Brescia, si legge di una convenzione, risalente al 1244, dei nobili Sala o De Salis di Brescia, con la quale si obbligano a mantenere due gastaldi (funzionari della corte regia) per la sorveglianza delle miniere, dei minatori e della società: Gastaldos in loco Preselliarum (Presei) super facto arimeti (per argenti), qui Gastaldos debeant facere rationes inter medallos et laboratorihus medallorum e comporre società super vena argenti Preselliarum, que vena debeat stare in comuni utilitote eorum. All'inizio del Rinascimento il comune appartenne alla famiglia Visconti di Milano e con il nome di Presellis fece parte della Quadra di Valle Sabbia. Preseglie diviene teatro degli scontri fra Milano e Venezia e, nel 1427, così come altri comuni vicini, entra stabilmente a far parte sia economicamente che dal punto di vista amministrativo, dei domini della Serenissima. Nel 1440 il doge di Venezia, Francesco Foscari cede in feudo il territorio del paese (insieme a quelli di Odolo, Agnosine, e Abbione (Bione) a Galvano da Nozza, che aveva combattuto per Venezia "mostrando valore tra le militari fatiche" ed aveva perso suo figlio Aldreghino in battaglia. Il gonfalone è un drappo di bianco. Il Santuario della Madonna di Visello, costruito nel 1527, si trova a circa 3 km di distanza dal nucleo principale del paese, in una valletta solitaria. In un'antica memoria diffusa e pubblicata nel 1614 dallo stampatore bresciano Paolo Rizzardi viene riferito che nel luogo dove si erge il santuario sarebbe apparsa la Madonna, vestita di un semplice abito bianco, accompagnata da due sante del paradiso. Testimone dell'apparizione un certo Bonfadino Dossi, originario della frazione di Gazzane di Preseglie. Bonfadino, pastorello muto, è alle prese con il pascolo del suo gregge, quando la Vergine gli appare improvvisamente e gli comanda di avvisare i suoi concittadini della sua comparsa e del suo desiderio che nel luogo dell'apparizione venga eretto in suo onore un tempio per le preghiere. La Vergine per vincere la diffidenza del pastore gli comanda di mungere una giovenca di soli sei mesi. Il Bonfadino allibito per la prima volta riesce a parlare ed esclama: "Ma la fa mìa el lat!" (Ma non fa latte!). In realtà il pastore riesce a mungere latte in abbondanza dall'animale. Convintosi della realtà dell'apparizione torna in paese e la gente, nel sentirlo parlare, gli credette. Secondo la tradizione popolare il latte munto in quell'occasione dalla giovenca di pochi mesi si conservò per due anni e fu utilizzato per guarire numerosi infermi ritenuti incurabili, quali appestati ed affetti da colera, due tipi di epidemie molto frequenti in quel tempo. Il proprietario del luogo ove era avvenuta l'apparizione, il nobile Giovanni Battista Montini, commosso al racconto del pastore, si affrettò a donare il terreno affinché fosse costruito un tempio alla Vergine, la qual cosa fu realizzata nel breve volgere di pochi anni. Nello stesso periodo il Vescovo di Brescia ritenne di concedere un'indulgenza di quaranta giorni a tutti coloro che avessero visitato la Chiesa o elargito offerte per gli ornamenti. Il santuario venne definitivamente consacrato il 21 settembre 1652, e il primo cappellano fu don Battista Montini. Con il trascorrere del tempo divenne però difficile trovare altri religiosi disposti a prestare custodia al santuario che venne quindi affidato ad un eremita, tale Giovanni Antonio Ferlinga di Preseglie. Il Ferlinga venne ricompensato per la dedizione mostrata con lo sfruttamento di un bosco di 7,58 pertiche, e granoturco, fieno, foglia di gelsi e i due terzi della frutta e dell'uva raccolte nel terreno cedutogli per il sostentamento. Il paese si caratterizza per difettare di un assetto territoriale unico, dividendosi infatti in numerose frazioni, per l'esattezza sette.. Sottocastello: è il nucleo vitale del paese. I principali servizi ed edifici pubblici (municipio, farmacia, biblioteca, ambulatorio medico, scuola elementare e materna) trovano qui la loro ubicazione. In questa frazione si concentra anche la maggior parte dei negozi. Gazzane: la frazione più lontana da Sottocastello, molto ricca di laboratori artigianali. È sede dell'impianto di motocross "Galaello", teatro di numerose manifestazioni di livello regionale, nazionale ed internazionale. Piazza: è la terza frazione per popolazione ed ospita la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo (29 giugno), con adiacente il campo sportivo, nonché il cimitero Comunale. Quintilago: è con ogni probabilità la frazione più suggestiva e caratteristica. È interamente circondata da verdi prati e ricca di sorgenti d'acqua. Nella stagione autunnale il borgo sembra volersi ergere rispetto alle nebbie che tendono a circondarlo, simulando un quadro impressionista. Macenago: una frazione le cui case bellissime, proprietà di antichi signori, sembrano volersi arrampicare sulla ripida erta che le ospita. Zernago: davvero uno sparuto e bucolico borgo di case per lo più rurali, disposto al confine con il territorio della vicina Barghe. Ardessà: frazione nota nella zona per la ricercata sorgente d'acqua pura. Verdi campi e boschi ricchi di castagni l'avvolgono e circondano, come per volerle offrire rifugio e protezione. Abitanti censiti Al 1º gennaio 2022 la popolazione straniera residente era di 102 persone, pari al 7,00% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente sono: Marocco 46 Pakistan 13 Ucraina 12 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Preseglie Sito ufficiale, su comune.preseglie.bs.it. Preséglie, su sapere.it, De Agostini. Notizie su Preseglie da www.vallesabbianews.it, su vallesabbianews.it. Notizie su Preseglie dal sito ufficiale del Comune, su comune.preseglie.bs.it. Polisportiva di Preseglie, su polisportivapreseglie.it. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016). AVIS Odolo-Preseglie, su avisodolo.it. Associazione BKM-SOFT A.s.d. Softair a Gazzane di Preseglie, su bkm-soft.com. URL consultato il 28 luglio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2018). Associazione Crazy People - Gruppo Giovani di Preseglie, su crazypeople.vallesabbia.org. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2009). Associazione Valsabbia Climbing di Preseglie, su valsabbiaclimbing.it.

Museo Stampatori "da Sabbio"

Il Museo Stampatori «da Sabbio» si trova nel comune italiano di Sabbio Chiese, nella provincia di Brescia in Lombardia. L’intuizione della necessità di un museo per raccogliere e ricordare l’attività degli stampatori sabbiensi, attività iniziata nel secolo XVI e diffusasi presto in Italia e non solo, è riconducibile inizialmente ad Alfredo Bonomi sin dai primi anni del Duemila. Lo stesso Bonomi donò nel 2019 al comune l'attuale sede del museo, con il vincolo della destinazione culturale, e continua ad adoperarsi per la realizzazione del progetto. Un'importante mostra tenutasi nel 2012, Gli stampatori, da Sabbio alla conquista del mondo. Uomini, idee e tecniche tra Cinque e Seicento, confermò l’interesse storico, scientifico e culturale della materia e la necessità di allestire un'esposizione permanente. Il museo è oggi sede di eventi e manifestazioni, corsi e laboratori, spesso rivolti ai giovani e al mondo della scuola. Acquisizioni da parte del comune, elargizioni e donazioni hanno portato il patrimonio bibliografico del museo a una cinquantina di volumi, tra cinquecentine e seicentine, stampati presso tipografie riconducibili a Sabbio Chiese. Spiccano alcuni nomi conosciuti all'epoca, fra cui i Nicolini, i Bericchia, i Tini, i Gelmini, i Pelizzari, i Baruzzi e i Ventura. La collezione è inoltre arricchita dalle opere di Giovanni Paoli, operante a Città del Messico e pioniere della stampa in America. Alfredo Bonomi, Ennio Ferraglio e Michela Valotti, Gli stampatori da Sabbio alla conquista del mondo. Uomini, idee e tecniche tra Cinque e Seicento (PDF), a cura di Michela Valotti, Azzano San Paolo, Bolis Edizioni, 2012, ISBN 978-88-7827-241-5. Michela Valotti, Per un museo degli stampatori "da Sabbio"... a Sabbio, a cura di Comitato scientifico per la memoria e la valorizzazione degli stampatori di Sabbio Chiese, Sabbio Chiese, EVS Edizioni Valle Sabbia, 2021, ISBN 9788897690306. Giuseppe Nova, Stampatori, librai ed editori bresciani in Italia nel Cinquecento, Fondazione Civiltà bresciana, 2000, ISBN 9788886670197. Ennio Sandal (a cura di), Il mestier de le stamperie de i libri: le vicende e i percorsi dei tipografi di Sabbio Chiese tra Cinque e Seicento e l'opera dei Nicolini, Brescia, Grafo, 2002, ISBN 9788873855521. Sito ufficiale, su museostampatorisabbio.it. Museo stampatori "da Sabbio", su Sistema museale della Valle Sabbia, Comunità montana di Valle Sabbia. URL consultato il 17 maggio 2024.

Chiesa di San Michele Arcangelo (Sabbio Chiese)
Chiesa di San Michele Arcangelo (Sabbio Chiese)

La chiesa di San Michele Arcangelo è la parrocchiale di Sabbio Chiese, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale della Bassa Val Sabbia. Il primitivo luogo di culto fu fondato forse dai Longobardi, presso i quali godeva di particolare venerazione proprio san Michele; tuttavia, il primo documento che certifica la presenza di una chiesa risale al 1193 e riguarda una controversia tra i sabbiensi e i provagliesi. La chiesa, già restaurata nel XIV secolo, venne ricostruita in forme più ampie nel Cinquecento; fu poi decorata da Paolo da Caylina. Dalla relazione della visita pastorale del 1703 del vescovo di Brescia Marco Dolfin s'apprende che i fedeli ammontavano a 1004, che il parroco era coadiuvato da sette altri sacerdoti, che il reddito del beneficio era di circa 440 lire e che la parrocchiale di San Michele, in cui erano ospitati cinque altari, aveva come filiali le chiese della Beata Vergine Maria della Rocca, di San Giovanni Battista e di San Martino e gli oratori di Sant'Onofrio e di San Nicola da Tolentino. Nel 1740 si procedette al rifacimento dell'abside e all'edificazione della sagrestia, mentre nel 1843 venne realizzato il portichetto sul lato nord. L'apparato decorativo della chiesa fu rinnovato nel 1930 e nel 1952 il vescovo Giacinto Tredici impartì la consacrazione del luogo di culto. In epoca postconciliare la parrocchiale venne adeguata alle nuove norme mediante l'aggiunta del nuovo altare rivolto verso l'assemblea; nel 1973 l'edificio fu interessato da un restauro che riguardò principalmente la copertura. Il 14 aprile 1989, secondo quanto stabilito dal Direttorio diocesano per le zone pastorali, la chiesa passò dal vicariato di Preseglie, contestualmente soppresso, alla zona pastorale della Bassa Val Sabbia. La simmetrica facciata a capanna della chiesa, rivolta a occidente e caratterizzata dalla muratura decorata secondo motivi geometrici, presenta centralmente il portale d'ingresso a tutto sesto, affiancato da colonne con capitelli corinzi, e il rosone, mentre ai lati vi sono due paraste in pietra. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a sesto acuto ed è coperta dal tetto a quattro falde. L'interno dell'edificio si compone di un'unica ampia navata, sulla quale si affacciano le cappellette laterali con gli altari minori e le cui pareti sono scandite dai contrafforti sorreggenti i grandi archi a sesto acuto che sostengono il tetto; al termine dell'aula si sviluppano due cappelle absidate, il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, delimitato da balaustre e chiuso dall'abside semicircolare, il cui catino è caratterizzato da archetti. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'organo, costruito dalla ditta Mascioni nel 1998, la pala con soggetto la Deposizione, attribuita a Johannes da Ulma, gli affreschi raffiguranti il Sacrificio di Melchisedech e l'Ultima Cena, eseguiti da Vittorio Trainini nel XX secolo, autore pure della Via Crucis, il polittico ritraente la Madonna col Bambino insieme ai santi Lorenzo, Michele, Giovanni Battista e Pietro, dipinto dal veronese Dionisio Brevio, la pala della Beata Vergine del Rosario, realizzata nel 1585 da Giovanni Battista Galeazzi, e alcune croci astili risalenti al Cinquecento. Parrocchie della diocesi di Brescia Sabbio Chiese Diocesi di Brescia Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Michele Arcangelo Chiesa di San Michele Arcangelo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di San Michele Arcangelo (Sabbio Chiese), su orarimesse.it. URL consultato il 2 febbraio 2024.