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Villino Favaloro

Architetture di Ernesto BasilePagine che utilizzano l'estensione KartographerVille di Palermo
Villino favaloro2
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Il villino Favaloro-Di Stefano, situato in piazza Virgilio a Palermo, fu costruito tra il 1889 e il 1891, su progetto dell'architetto Giovan Battista Filippo Basile e fu completato dal figlio Ernesto tra il 1913 e il 1914. Appartenne prima alla famiglia Favaloro e in seguito al senatore Giuseppe Di Stefano Napolitani (Palermo, 19 febbraio 1861 - 22 dicembre 1932), politico e avvocato palermitano. È abitualmente considerato il primo esempio di modernismo a Palermo. Ernesto Basile completò l'edificio e realizzò la torretta ottagonale su via Dante, i cui decori musivi sono realizzati da Salvatore Gregorietti. È anche l'autore del giardino d'inverno in ferro e vetro con motivi Liberty. L'edificio appartiene alla Regione Siciliana ed era la sede del C.r.i.c.d., il Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione. In seguito al terremoto del 6 settembre 2002, il villino venne dichiarato inagibile e dunque chiuso. Dopo anni di chiusura, è stato riaperto al pubblico il 12 settembre 2015. Fino al 14 novembre 2015 ha ospitato la mostra d'arte contemporanea Le stanze d'Aragona. Attualmente ospita il Museo della Fotografia del Centro Regionale per l'Inventario la Catalogazione e la Documentazione - Dipartimento regionale Beni Culturali e Identità siciliana.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villino Favaloro (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villino Favaloro
Piazza Virgilio, Palermo VIII Circoscrizione

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Indirizzo

Museo Regionale della Fotografia (Villino Favaloro)

Piazza Virgilio
90139 Palermo, VIII Circoscrizione
Sicilia, Italia
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Luoghi vicini

Palazzo di Giustizia (Palermo)

Il Palazzo di Giustizia di Palermo è un edificio di stile razionalista. L'edificio venne progettato dagli architetti Ernesto e Gaetano Rapisardi negli anni trenta del Novecento seguendo l'allora corrente razionalista tipica del periodo fascista. La costruzione dell'edificio iniziò nel 1938, ma per ovvi motivi bellici si interruppe quasi subito; i lavori ripresero dopo la guerra, nei primi anni cinquanta e terminarono nel 1957. Per la costruzione del palazzo vennero abbattuti il Bastione di Aragona al quartiere del Capo e altre costruzioni adiacenti. Tra queste costruzioni era compreso lo stabilimento Gulì, che era stato edificato nel 1882. Il Palazzo è stato arricchito con alcune opere d'arte: a piano terra, un altorilievo di Luigi Venturini raffigurante il re Salomone nell'atto di amministrare la giustizia, installato nel 1965, e al centro dell'atrio, una grande scultura in bronzo di Vincenzo Gennaro, dedicata a tutti i caduti della Giustizia, posizionata nel 1995. Un quadro giovanile di grandi dimensioni di Arrigo Musti intitolato:"Il Quarto Reich" (dove si stigmatizza l'orrore nazista in un particolare di giudizio divino) si trova nell'aula adunanze "Biagio Bruno". Nello spiazzo antistante l'edificio è stato ultimato nel 2009 un parcheggio multipiano sotterraneo, mentre in superficie è stato ripristinato l'antico Bastione di Aragona. A partire dai primi del Duemila, il palazzo è divenuto parte di una vera e propria cittadella giudiziaria, in quanto alle sue spalle è sorto un secondo complesso architettonico, il "Nuovo Palazzo di Giustizia", progettato dall'architetto Sebastiano Monaco, funzionante dal 2002, costruito in un'area distrutta dalla guerra e dal terremoto, e composto da una serie di edifici di dimensioni moderate, allo scopo di integrarsi nell'antica morfologia del quartiere, caratterizzato dalla presenza dell'antico Mercato del Capo. Il vecchio ed il nuovo Palazzo di Giustizia sono separati da un'ampia piazza pedonale, dedicata al ricordo dei giudici uccisi per la loro azione di contrasto a Cosa nostra, e prende il nome di "Piazza della Memoria". Vi sono state collocate varie opere d'arte, fra le quali undici sculture-colonne in acciaio ottone e marmo di Antonio Musarra Tubi, ognuna delle quali rappresenta un magistrato ucciso dalla mafia, con una fascia centrale che simula uno stato di corrosione e che si allarga man mano che ci si allontana dal centro della Piazza, e una scultura con due ali spiegate di Giovanna De Sanctis. Piazza della Memoria è delimitata da gradini, alla cui sommità sono posti in rilievo i nomi e la data di morte dei magistrati falciati dalla mafia.