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Varenna

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Varenna veduta
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Varenna (Varena in dialetto comasco-lecchese, pronuncia fonetica IPA: /vaˈrena/) è un comune italiano di 701 abitanti della provincia di Lecco in Lombardia. Posta sulle rive del Lario, fronteggia Bellagio a cui è collegata tramite traghetto. Fondato dai Galli, l'abitato di Varenna fu urbanisticamente rielaborato dai romani, che ne fecero un proprio castrum riorganizzato in unità abitative di circa 15 m di lato, disposte a scacchiera. Nominata come villaggio di pescatori nel 769, nell'epoca dei Comuni fu alleata a Milano e, per questo, nel 1126 venne distrutta dai comaschi . Accolse gli esuli dall'Isola Comacina, che subì una simile sorte nel 1169: venne devastata, il suo castello e le sue chiese distrutte. Il quartiere dove si rifugiarono venne chiamato Insula nova, nome che poi venne esteso all'intero borgo, che in poco tempo divenne uno dei più ricchi del lago. Agli isolani si deve l'introduzione del rito patriarchino, celebrato nelle chiese di Varenna fino a quando gli abitanti acconsentirono il passaggio al rito romano richiesto dal vescovo di Como. Tra l'altro, durante il periodo medievale, i varennesi si autoproclamarono sede di pieve civile. Ancora oggi ogni anno si celebra l'esodo dei comacini e l'accoglienza dei varennesi, il sabato e la domenica della settimana in cui cade il 24 giugno, festa di San Giovanni. Il lago viene illuminato a giorno con migliaia di lumaghitt, lumini galleggianti abbandonati sulle acque, come a ricordare le anime derelitte che navigarono da una sponda all'altra, scappando dalle proprie case in fiamme. Passata come la Valsassina sotto il controllo dei Torriani, venne poi non senza contrasto in possesso dei Visconti dalla fine del Duecento. Nel 1480 il Contado della Riviera con Varenna assieme a Mandello del Lario e Bellano, e l'anno successivo si aggiunsero Dervio, Corenno e Monte Introzzo., viene dato in feudo a Pietro II Dal Verme, conte di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni e tutta la val Tidone, Pieve di Incino e Valsassina, che muore avvelenato dalla moglie nel 1485, e il feudo assieme agli altri della Riviera viene assegnato, non senza contrasti dei cittadini interessati, a Chiara Sforza, figlia di Galeazzo Maria Sforza, vedova Dal Verme. Nonostante le frequenti espropriazioni la Sforza seppe mantenere il controllo della situazione fino alla morte (1530), mentre i suoi eredi Fregoso preferirono cedere Varenna e gli altri feudi agli Sfondrati nel 1533. Dal 1533 quindi al 1788 la città fu parte importante del feudo Sfondrati della Riviera. Varenna si contese militarmente Lierna con Mandello per oltre 250 anni, nel 1375 Lierna divenne parte integrante di Varenna, successivamente Lierna riuscì a porre fine alle contese ottenendo la propria indipendenza amministrativa nel 1743. Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 agosto 1964. Il gonfalone è un drappo di azzurro. Villa Cipressi, che deve il proprio nome ad alcune piante monumentali conservate nel parco della stessa, è il risultato di varie rielaborazioni intercorse tra i secoli XV e XIX. Dell'originario edificio tardorinascimentale sopravvive ancora una sala Quattrocentesca, risalente all'epoca in cui il complesso costituiva una residenza della famiglia Serponti. Con l'estinzione di tale famiglia, nel 1802 il complesso fu acquistato da Carlo Innocenzo Isimbardi, direttore della Zecca di Milano, il quale ordinò un ingrandimento della villa. Nel 1838, la villa ospitò in villeggiatura la regina Vittoria. Nel 1864 la proprietà passò a Enrico Andreossi, il quale ordinò una ristrutturazione della villa in stile neoclassico. Dopo alcuni passaggi di mano che interessarono, tra gli altri, alcuni nobili britannici, nel 1980 il complesso fu rilevato dal Comune di Varenna: il parco venne trasformato in un giardino pubblico, mentre la villa venne riconvertita in albergo. Villa Monastero Villa Venini Villa Capoana Sfondrati Galimberti, a Fiumelatte, costruita nel XVI secolo ma rimaneggiata nel successivo. Castello di Vezio Chiesa di San Giorgio, edificio tardoromanico che presenta alcuni elementi in stile gotico Chiesa di San Giovanni Battista, le cui origini risalgono all'Alto Medioevo Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che conserva un altare ligneo barocco realizzato da Giovan Pietro Capiago e proveniente dallo smantellato oratorio di Santa Maria di Villa Monastero Ex-chiesa di Santa Marta (1604) Chiesetta del cimitero Fiumelatte Dipinto e targa commemorativa di Andrea Brenta, all'esterno della sua casa natale (detta Ca' dei Brenta) Passeggiata lungo lago (passeggiata degli innamorati) 564 nel 1751 748 nel 1771 736 nel 1803 1 043 nel 1853 1 129 nel 1861 996 nel 1881 1 283 nel 1901 1 023 nel 1921 2 083 nel 1931 dopo annessione di Perledo 783 nel 2014 Abitanti censiti San Giorgio, 23 aprile. La principale confessione religiosa a Varenna è quella cattolica. Per quanto faccia parte dell'arcidiocesi di Milano, Varenna è di rito romano anziché ambrosiano. A Varenna ha sede il museo ornitologico Luigi Scanagatta, fondato nel 1962 dall'omonimo ornitologo e botanico. Varenna è collegata ad altri comuni per via stradale, ferroviaria e lacustre. Essa è servita dall'apposita stazione di Varenna-Esino-Perledo, che si trova sul tracciato ferroviario della linea Tirano-Lecco (anche se la stazione si trova nel territorio comunale di Perledo). È poi attraversata dalla strada provinciale che collega Abbadia Lariana a Colico costeggiando la sponda orientale del Lario. Infine è collegata per via d'acqua, tramite battelli e traghetti per autovetture, con Bellagio, Menaggio e Cadenabbia. Enrico Casanova, Dizionario feudale delle provincie componenti l'antico stato di Milano all'epoca della cessazione del sistema feudale, Firenze, 1904, pp. 79-80. Copia anastatica del Volume di Vittorio Adami, Cenni genealogici aulle famiglie di Varenna e del monte di Varenna, pubblicata a cura della Associazione "L. Scanagatta", Milano, 1923. Copia anastatica del Volume di Vittorio Adami, Varenna e il monte di Varenna, saggio di storia comunale, pubblicata a cura della Associazione "L. Scanagatta", Milano, 1927. Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna. Saggio di storia comunale, Milano, 1927. L. Consonni, Le Visite pastorali di S. Carlo Borromeo a Varenna, Mandello del Lario, 1984 L. Consonni, Il catalogo delle opere d'arte delle Chiese di Varenna, Mandello del Lario, 1985 Dino Brivio, Lungo "Quel ramo": Itinerari lecchesi, edizione Banca Popolare di Lecco, 1985 Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991. Annalisa Borghese, Varenna, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 439. Viennepierre, Romano Guardini, Lettere dal lago di Como, Monza, 1993 Angelo Borghi, Il lago di Lecco e le valli, Lecco, Cattaneo Paolo Grafiche, 1999, pp. 185-196, ISBN 8886509375. Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5. Nove volumi editi dalla Parrocchia dal titolo latino Varèna seu insula nova in cui si sono pubblicati tutti i documenti riguardanti la storia delle sue sette Chiese e l'anagrafe a partire dal 1636 fino alla fine dell'Ottocento. Varenna che sfugge, immagini tra ottocento e novecento, Ass. Scanagatta Un volume su Villa Cipressi a cura della Associazione Villa Cipressi Stefano Della Torre, Villa Monastero di Varenna Lauro Consonni, Trascrizione a stampa dei Diari di S. E. Mgr. Diego Venini; Arciv. di Adana e secondo segretario di PIO XI (1922 - 1939) L. Consonni e P. Ferrara, L'indulgenza delle sette Chiese di Varenna, Bellano, 2000 L. Consonni e P. Ferrara, Mons. Diego Venini accanto agli Arcivescovi di Milano, Bellano, 2001 Lauro Consonni, Paolo Ferrara, Angelo Vitali,"Monsignor Diego Venini, storia di una vita di fedeltà e di umiltà", Bellano 2009 Lauro Consonni, I "Blondel" in Villa Monastero a Varenna, 2009 Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006]. Francesca Trabella, 50 Ville del Lago di Como, Lipomo, Dominioni Editore, 2020, ISBN 978-88-87867-38-1. Stazione di Varenna-Esino-Perledo Lierna Isola Comacina Wikiquote contiene citazioni di o su Varenna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Varenna Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Varenna Comune di Varenna, su comune.varenna.lc.it. Varenna, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Portale turistico ufficiale, su varennaitaly.com.

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Varenna veduta
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Museo ornitologico Luigi Scanagatta
Museo ornitologico Luigi Scanagatta

Il Museo ornitologico e di scienze naturali L. Scanagatta è un museo con sede a Varenna, in Provincia di Lecco. Il museo conserva in particolare esemplari dell'avifauna stanziale e migratoria del territorio del Lago di Como, e nasce in collaborazione con il naturalista Luigi Scanagatta studioso di ornitologia, malacologia e botanica. Il territorio ha una diversità di habitat che varia dagli ambienti umidi della Riserva Naturale del Pian di Spagna in alto lago fino a salire alle quote alpine del Parco Regionale delle Grigne, questa particolare diversità ambientale si riflette anche sulla diversità dell'avifauna presente nel territorio. Il museo viene creato nel 1962 con la collaborazione di Luigi Scanagatta, e la Pro Loco di Varenna allora presidente Ugo Maloberti e altri appassionati di scienze naturali. Nel 1982 il museo diventa civico e viene ristrutturato con la collaborazione anche di Giacomo Perego del Museo di Varenna. Successivamente il museo si arricchisce con la donazione di Padre Tarciso Scanagatta dell'archivio di Luigi Scanagatta, che include una biblioteca scientifica (con oltre 1500 volumi di ornitologia, zoologia, malacologia e botanica), il suo epistolario (con la corrispondenza con studiosi italiani e stranieri) e la collezione malacologia con esemplari di Historia Naturae risalenti al Settecento e Naturalis historia di Plinio il vecchio. Dal 2001 il Museo, a seguito di una lunga chiusura, ottenne una nuova collocazione espositiva alla quale l'intera collezione venne gradualmente trasferita in nuova struttura ospitando oltre che sale espositive, spazi per prima accoglienza e biblioteca. La conservatrice dott.ssa Nadia Cavallo ed il successivo conservatore dott. Davide Bagnato si impegnano per la nuova organizzazione degli allestimenti e degli spazi, sistemando gli espositori con gli esemplari della collezione già catalogati nei nuovi ambienti della struttura. Vengono inserite nuove teche museali con nuove pannellature e gradualmente nuovi arredi, diffusori sonori, ecc... Viene creato inoltre un ambiente per la didattica inclusiva con uno spazio per ipovedenti; questo grazie anche all'interesse e volontà dell'allora assessore alla cultura /politiche giovanili rimasto in carica fino al 2011. Tra il 2006 e gennaio del 2012 le collezioni sono nuovamente curate e trattate dal conservatore dott. Davide Bagnato che vince un bando regionale su progetto per la fruizione del percorso museale riservato anche ai possessori di disabilità. Vengono presi contatti con altri enti tra i quali soprintendenza e direzione regionale del sistema museale lombardo, pubblicizzando l'importanza del museo come ambiente non solo espositivo ma anche culturale. In questo periodo il Museo è inserito nel circuito del Sistema Museale Provinciale di Lecco coordinato dalla dott.ssa Anna Ranzi. Tra marzo 2012 e marzo 2013 il Museo viene diretto dalla dott.ssa Gaia Bazzi membro del C.R.O.S. di Varenna. Nel 2021 la collezione museale viene restaurata con il supporto di due professioniste - le dottoresse Gaia Bazzi e Cinzia Bergamino - incaricate dall’Università del Piemonte orientale, viene riprogettato il percorso museale (anche mediante la collocazione di nuovi pannelli bilingue) e riqualificata ed esposta la collezione malacologica Scanagatta.

Villa Monastero
Villa Monastero

Villa Monastero è una villa situata a Varenna in Provincia di Lecco e posta sulle rive del Lago di Como. La villa ospita un giardino botanico, una casa museo ed è centro convegni. Tra i convegni organizzati a Villa Monastero vi è la Scuola Internazionale di Fisica "Enrico Fermi", organizzata dalla Società Italiana di Fisica dal 1953. La scuola ha ospitato interventi di oltre trentaquattro premi Nobel. Villa Monastero è una villa eclettica di gusto nordico. L'edificio è inizialmente un monastero femminile cistercense fondato a fine XII secolo a Varenna da alcune suore sfollate dall'Isola Comacina. Quando poi Carlo Borromeo fece trasferire le suore in un altro monastero di loro fondazione a Lecco (1566) e Pio V soppresse l'ordine monastico (1567), la villa fu acquistata dal cortenovese Paolo Mornico (1569). Dalla vendita fu escluso l'oratorio di Santa Maria, che rimase aperto al pubblico fino al 1896, anno in cui fu spostato presso l'allora chiesetta di Santa Maria Maddalena (per l'occasione ribattezzata in Santa Maria delle Grazie). All'inizio del Seicento la famiglia Mornico attuò una risistemazione della villa, realizzando nella facciata due loggiati simmetrici e trasformando un casolare rurale nell'attuale foresteria. Successivi interventi di ristrutturazione vennero intrapresi dall'ingegnere Pietro Genazzi, proprietario della villa a partire dal 1862. Sette anni dopo il complesso passò a Carolina Maumary, cognata di Massimo d'Azeglio, la quale ordinò una risistemazione degli attracchi per le barche. Tra il 1897 e il 1909 la villa fu poi ristrutturata e decorata in stile eclettico dal proprietario di allora, il tedesco Walter Erich Jacob Kees della città di Lipsia. L'ultimo intervento ampliò inoltre il giardino. Assieme alla villa, Kees acquistò anche l'oratorio di Santa Maria in Monastero e la vecchia portineria, che in seguito alla vendita da parte dei Mornico era stata adibita a filanda. Durante la prima guerra mondiale, la villa seguì il destino toccato ad altri beni allora di proprietà tedesca (ad esempio Villa Carlotta), venendo confiscata. Affidata all'Opera nazionale combattenti, nel 1925 fu comprata dal naturalista milanese di origini svizzere Marco De Marchi, che nel 1936, tramite la moglie, donò la villa per lascito testamentario allo Stato Italiano affinché vi realizzasse un museo e un istituto per studi idrogeologici. Quest'ultimo fu inaugurato da Giuseppe Bottai nel 1940, anno in cui venne aperto al pubblico il giardino. Nel 1953 venne creato un centro per congressi scientifici, ospitando relatori come Enrico Fermi. Negli anni Settanta il compendio divenne di proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche e la villa venne gestita dall'amministrazione della Provincia di Como; nel 1996, con l'istituzione delle nuove province, la sua gestione passò all'amministrazione della Provincia di Lecco che istituì la casa museo. Nel 2009 l'intero compendio venne acquistato dalla Provincia di Lecco. All'interno di Villa Monastero fu istituita e aperta al pubblico nel 2003 una casa museo, riconosciuto nel 2005 dalla Regione Lombardia. Già nel 1996 era stata realizzata la parte monumentale della Casa Museo con 14 sale con decorazioni originali e l'arredamento originale dei vari proprietari. Nel 2013, la casa museo era stata visitata da più di 40'000 visitatori. Nel parco, eclettico come la villa, trovano posto un piccolo tempio semicircolare neoclassico con scalinata in stile rococò (1904), una fontana ispirata a quella di palazzo Poldi Pezzoli e un pozzo in stile neoromanico. Il parco ospita inoltre il gruppo di sculture in marmo La Clemenza di Tito (1830), opera che Giovan Battista Comolli aveva realizzato per il giardino di villa Bagatti-Valsecchi dell'allora barone Galbiati ma che i successivi proprietari di quest'ultima villa avevano poi venduto a Walter Erich Jacob Kees. La struttura si compone di tre porzioni: la chiesa, un corpo addossato sul lato nord della stessa, e il corpo principale. La casa museo conserva la collezione di strumenti scientifici appartenuti a Giovanni Polvani (1892-1970, Presidente della Società Italiana di Fisica e del Consiglio Nazionale delle Ricerche) (strumenti di ottica, elettronica e meccanica) Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991. Annalisa Borghese, Varenna, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 439. Touring Club Italiano (a cura di), Le province di Como e Lecco: il Lario, le ville, i parchi, Bellagio, Menaggio, Varenna, Touring Editore, 2003, ISBN 978-88-365-2919-3. Casa Museo Villa Monastero Varenna in Guida al Sistema Museale della provincia di Lecco Archiviato l'8 agosto 2014 in Internet Archive., a cura di Anna Ranzi, Sistema Museale della Provincia di Lecco, Lecco, 2013, pp. 10–13. Francesca Trabella, 50 Ville del Lago di Como, Lipomo, Dominioni Editore, 2020, ISBN 978-88-87867-38-1. Musei della Lombardia Varenna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Monastero Sito di Villa Monastero, su villamonastero.eu.

Ramo di Lecco
Ramo di Lecco

Il ramo di Lecco è una delle tre sezioni che costituiscono il Lago di Como, insieme al ramo di Como e a quello di Gera; il nome deriva da quello della città di Lecco, capoluogo di provincia lombardo, che si trova alla sua estremità meridionale. Questa porzione del Lario si estende dalla menzionata città di Lecco fino a Varenna (sponda est) e Pescallo, frazione di Bellagio (sponda ovest), dove incontra gli altri due rami. Oltre all'evidente forma in sé, il ramo di Lecco, come nel resto del lago, presenta particolari caratteristiche: la presenza di alte montagne (tra cui il massiccio delle Grigne), la profondità del fondale molto elevata (superiore ai 100 m, seppur inferiore rispetto al ramo occidentale terminante a Como) e la presenza di numerosi paesi di piccole dimensioni (tra cui, i più pittoreschi sono Bellagio e Varenna, visitati ogni anno da migliaia di turisti). Il Lario è famoso per la sua bellezza, soprattutto per il paesaggio che si ammira dalle sue sponde. Malgrado il ramo di Lecco sia meno ricco di ricordi nobiliari del passato, meno ricco di ville con giardini (come, ad esempio, Villa Monastero) e meno servito dalle linee di navigazione rispetto al ramo di Como, è tuttavia molto suggestivo. Il paesaggio è dominato da catene montuose spioventi, di natura carsica e dolomitica. I monti di questa parte del Lago di Como variano per altezza dai 922 m del monte Barro ai 2.410 m del Grignone, passando per i 1.276 m del Moregallo e i 1.877 m del Resegone che è descritto così da Manzoni: I comuni che si affacciano sul ramo di Lecco sono 10. Da notare che tutti i comuni eccetto Valbrona - il cui territorio è bagnato dal lago ma il cui abitato non si affaccia su questo poiché è situato all'interno del Triangolo Lariano, a 494 m di altitudine - si trovano a un'altezza compresa tra i 200 e i 237 m. Ramo di Lecco - Lake Como Tourism - Guida Turistica del lago di Como

Grotta di Fiumelatte
Grotta di Fiumelatte

La grotta di Fiumelatte è una grotta situata a Fiumelatte, nel comune di Varenna. La grotta è costituita da un intrico di gallerie poste a vari livelli e caratterizzata dalla presenza di una faglia principale; un tratto di oltre 60 metri è sommerso. La grotta era sacra nell'antichità celtica e su di essa si narrano numerose leggende popolari. È stata oggetto di diverse rappresentazioni artistiche grazie anche alla facilità di accesso. Nei pressi della grotta ai piedi della montagna è possibile giungere ad una ulteriore grotta, la Grotta di Moncodeno (detta anche Ghiacciaia del Moncodeno), che conserva al suo interno ghiacci perenni. La grotta fu a lungo studiata da Leonardo da Vinci che la descrive nel Codice Atlantico con il termine "fiumelaccio". Nel 1989 è stata dimostrata la relazione diretta tra la grotta di Fiumelatte e il sistema carsico presente nell'area sommitale della montagna che dà origine ai ghiacci perenni, confermando gli antichi studi di Leonardo da Vinci che descrivevano lo scorrere delle particolari acque benefiche sotto queste montagna come "le vene del corpo umano". I Sentieri delle montagne di Lierna e la grotta di Fiumelatte erano uno delle attrazioni più interessanti del Grand Tour, un lungo viaggio nell'Europa continentale intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere, per questa ragione esistono molte stampe preziose e di alta qualità che raffigurano questo fiume, al tempo definito "il fiume più corto del mondo". Altri personaggi che ne descrissero le particolarità furono Plinio il Vecchio e lo Spallanzani. Leonardo da Vinci è stato molto legato al Lago di Como. La Gioconda, i cui contorni ricalcano il promontorio di Bellagio sul Lago di Como visto dall'alto, fa intravedere sullo sfondo il ponte di Azzone Visconti nel 1300, con le sue arcate, e le montagne di Lecco sul lago di Como come il Monte Barro e il corso dell’Adda che diventa lago di Garlate, mentre a sinistra si trova il San Martino. L’acconciatura della Gioconda è una “sperada”, la tipica raggiera legata all’iconografia di Lucia Mondella. Pascal Cotte, lo studioso al quale è stato concesso l’onore di analizzare il quadro di Leonardo con una particolare camera fotografica, ha evidenziato attorno al capo della Monna Lisa dodici spilloni tipici delle donne di Lierna sul Lago di Como, dove Leonardo da Vinci soggiornava per studiare le sue montagne e il Fiumelatte presente nel suo Codice Atlantico, e tradizione dei territori circostanti. Anche il dipinto di Leonardo da Vinci, "La Vergine delle Rocce", conservata al Louvre, è ambientata nella grotta di Lecco a Laorca. Nel dipinto di vedono gli spuntoni della val Calolden, il Sasso Cavallo e il Sasso Carbonari. Non si tratta di elementi casuali, ma di riferimenti cercati, per tracciare una mappa storica degli Sforza di Milano. Leonardo realizzò anche la mappa di Lecco, Una pianta della città prima della costruzione delle mura cinquecentesche progettate da Leonardo da Vinci, in cui si vedono chiaramente le fortificazioni trecentesche, l’arco del lungolago, il corso di uno dei torrenti che attraversa la città con quattro mulini e una torre, ora inglobata nelle mura. Nei codici di Windsor, si rintracciano disegni di creste nevose che appartengono al paesaggio lecchese. Elenchiamo, fra tutti, il massiccio centrale delle Grigne, visto dai Monti di Brianza da lui percorsi. Il profilo frastagliato del Due Mani e del Resegone ritratti dal lago di Oggiono e da Garlate. L’uragano in una valle fra i monti che tra le nuvole basse, radunate fra il Moregallo e il S. Martino, squassa di venti la conca di Lecco. Grand Tour Grotta dell'Acqua Bianca Grotta di Moncodeno Grotta di Fiumelatte, su esl.lecco.it. URL consultato il 9 luglio 2021.