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Chiostri di Santa Chiara

Basilica di Santa Chiara (Napoli)Chiostri di NapoliPagine che utilizzano collegamenti magici ISBN
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I chiostri di Santa Chiara sono quattro chiostri monumentali di Napoli appartenenti al complesso monastico di Santa Chiara. Nel corso del tempo, con la trasformazione del refettorio dei Frati Minori in chiesa delle Clarisse, due dei quattro chiostri sono entrati a far parte dello spazio destinato a quest'ultima chiesa. I chiostri appartenenti al complesso di Santa Chiara sono: il chiostro maiolicato (o delle Clarisse); il chiostro di San Francesco.I chiostri appartenenti alla chiesa delle Clarisse sono: chiostro dei Frati Minori; chiostro di Servizio.

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Chiostri di Santa Chiara
Vico Pallonetto Santa Chiara, Napoli Porto

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Basilica di Santa Chiara

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80138 Napoli, Porto
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Palazzo Carafa di Belvedere
Palazzo Carafa di Belvedere

Il palazzo Carafa di Belvedere era un palazzo monumentale di Napoli, ubicato in via Pallonetto di Santa Chiara n. 28. Il palazzo fu eretto nel XVI secolo dalla famiglia Carafa di Belvedere e non fu mai completato dai Carafa, in quanto il principe Carlo Carafa sposò Elisabetta, figlia di Ferdinando van den Eynde, I marchese di Castelnuovo, ed ebbe in dote la villa in via Belvedere al Vomero, frequentata dalla regina Maria Carolina, sposa di re Ferdinando nel 1768. Nel 1830 il palazzo venne acquistato dal cavalier don Giuseppe Sorge, che lo volle completare a proprie spese per il matrimonio da contrarre con donna Rosa Bisaccia de' Pignatelli. Il 16 aprile 1836; in esso nacque Enrico, il primogenito maschio della famiglia Sorge, che sposerà donna Carmela Forgiero de' Caracciolo ed andrà ad abitare in un altro palazzo Sorge costruito a lato della strada Santa Teresa che portava e porta alla Reggia di Capodimonte.Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale il fabbricato fu gravemente lesionato (i residenti erano sfollati in Ariano Irpino ove perirono per spari da aereo su civili) e le rovine sono rimaste nel recinto fino al 1975, quando lo spazio fu occupato da un parcheggio. Molti reperti vennero trafugati nella rimozione macerie, tra cui i leoncini in pietra con Giglio Borbonico, posti ai lati del portale d'ingresso. La struttura rinascimentale è conservata soltanto nel basamento delle pareti esterne e in parte nel cortile, mentre all'esterno sono visibil i resti di una base di lesena con gli incastri di essa in mattone e alcuni pezzi di decorazioni in piperno.