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Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo

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Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo Genova 03
Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo Genova 03

Il santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo è un edificio religioso cattolico del centro storico di Genova, situato in piazza delle Grazie, nel quartiere del Molo. Questo santuario, sopraelevato sul tratto iniziale di corso Maurizio Quadrio, dà il nome ad tratto delle mura cittadine. L'attuale edificio venne edificato nel XVII secolo sui resti di una chiesa del XII secolo, della quale sono stati conservati l'originario campanile romanico con bifore ed una cripta, ancora oggi visitabile, identificata con l'antica cappella intitolata ai santi Nazario e Celso, che secondo la tradizione sarebbe stata costruita nel 658 dal re longobardo Ariperto I (al quale è attribuita anche la fondazione della vicina chiesa di Santa Maria di Castello) sulla scogliera nei pressi dell'insenatura del Mandraccio dove approdarono a Genova i due santi, evangelizzatori della Liguria. Le prime notizie documentate risalgono all'XII secolo, quando sul sito del preesistente edificio fu costruita una chiesa in stile romanico, anch'essa intitolata ai santi Nazario e Celso, poi ampliata alla fine del XV secolo dall'allora parroco Domenico Vaccari, che fu anche vescovo di Noli e Ventimiglia, e che è sepolto nella chiesa. L'edificio fu completamente ricostruito nel XVII secolo in stile barocco. Nel tempo, l'intitolazione ai due santi martiri venne sostituita da quella alla Madonna, sotto il titolo di Nostra Signora delle Grazie, alla quale era stata dedicata in origine una cappella all'interno della chiesa. La chiesa, già collegiata, fu parrocchiale ininterrottamente dal XII secolo al 1890, quando venne incorporata nella vicina parrocchia dei SS. Cosma e Damiano. Alcuni anni più tardi, il titolo parrocchiale fu trasferito alla nuova chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo in Castelletto. Dopo la perdita della parrocchialità, la chiesa accentuò il suo carattere di santuario mariano. L'edificio subì gravi danni alla facciata e alle volte a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nella piazzetta antistante la chiesa si trova una statua dedicata a Francesco Maria da Camporosso, detto il Padre Santo, opera di Guido Galletti (1962). Al di sotto di questa piazzetta si trova una grande cisterna, costruita nel 1483, che era il terminale del ramo detto delle Fucine dell'antico acquedotto civico. Nel 1632 le acque eccedenti di questa cisterna vennero convogliate nella vicina cisterna detta dei Cannoni del Molo, situata all'angolo tra piazza Cavour e via del Molo. Gli affreschi all'interno sono opera di Giovanni Raffaele Badaracco, Giovanni Battista Resoaggi (1665 - 1729) e Paolo Gerolamo Brusco. Le tele sugli altari sono invece opera di Antonio Maria Piola (Discesa dello Spirito Santo sugli apostoli) e del fratello Paolo Gerolamo (La Madonna con S. Paolo ed altri santi). Nadia Pazzini Paglieri, Rinangelo Paglieri, Chiese in Liguria, Genova, Sagep Editrice, 1990, ISBN 88-7058-361-9. Guida d'Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009. Autori vari, Descrizione di Genova e del Genovesato, Genova, Tipografia Ferrando, 1846. Arcidiocesi di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo, su Fonti per la storia della critica d'arte, Università di Genova.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo
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Santuario di Nostra Signora delle Grazie al Molo Genova 03
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Torre Embriaci
Torre Embriaci

La Torre dei Castro, erroneamente chiamata Torre degli Embrìaci, è un'antica torre e palazzo del centro storico di Genova, costruita dalla nobile famiglia dei Castro, anche se erroneamente attribuita agli Embriaci. Situata nella zona più antica di Genova, quella dove sorgeva il "Castrum" che diede nome al quartiere di Santa Maria di Castello. Con 41 metri d'altezza è l'unica delle numerosi torri dell'attuale centro storico di Genova ad essere stata risparmiata dall'editto del 1196 che volle il taglio ad 20 metri di tutte le torri cittadine. La costruzione della torre è attribuita dalla storiografia genovese al celebre Guglielmo Embriaco che, assieme alla flotta del fratello Primo de' Castro, si distinse nella conquista cristiana di Gerusalemme del 1099. Recenti studi hanno identificato la vera torre degli Embriaci in Piazza di Santa Maria in Passione e attribuito il palazzo-torre del Castello alla nobile famiglia dei Castro (anche Castello). La costruzione della torre può essere collocata al principio del XII secolo. La massiccia struttura in grossi blocchi di pietra bugnata, alta 41 metri, presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per l'illuminazione e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato dalla cornice a dente di sega, si trovava in quasi tutte le chiese dell'epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è senza dubbio originale. In modo analogo si coronarono altre torri di cui unico esempio completo, però duecentesco, è nella torre degli Spinola in piazza Caricamento. Potrebbe supporsi che il materiale impiegato provenisse dagli avanzi della prima cerchia di mura (post 864), ormai abbandonata, che correva poco lontano, mentre la tecnica era sempre la medesima usata nell'alto medioevo sul modello di quella tardo-romana. In città altre torri medievali in pietra, ormai mozzate in sommità, si trovano in Via di Canneto il Lungo, Vico Dietro il Coro di San Luca e nelle vicinanze del porto. La Torre dei Castro è infatti una delle poche sopravvissute ad un'ordinanza del 1196 che impose la riduzione dell'altezza di tutte le torri cittadine ed inoltre è una fra le poche, connotate politicamente, risparmiate dai periodici cambi di governo. Infatti, il podestà Drudo Marcellino ordinò che nessuna torre potesse superare l'altezza di 80 palmi (circa 20 metri). Mentre tutte le altre torri (ben 66 in tutta Genova fino al XIII secolo, 33 alla fine del XV secolo) vennero mozzate, una lapide posta alla sua base ricorda che la Torre - alta 165 palmi - fu risparmiata. La torre fu sottoposta nel 1926 ad un restauro integrativo (Orlando Grosso) della parte terminale e che vide l'aggiunta erroneamente della merlatura guelfa. Federico Alizeri asserisce di non sapere se la famiglia costruì la torre per difesa personale o se, semplicemente, fosse congiunta alle mura, servendo da difesa pubblica «certo è ch'ella levasi in alto per 165 palmi […] e da imo a sommo (ch'è cosa mirabile) costrutta di pietre vive e partita d'archetti in più ordini, con magistero sì diligente e sottile, quanto non troveresti per avventura in altro monumento di quell'età». Federico Alizeri narra che, nel 1196 Drudo Marcellino, podestà di Genova, diede ordine che le torri non superassero gli 80 palmi d'altezza e che quelle già esistenti, violanti il suo ordine, venissero ridotte all'altezza decisa. La Torre venne risparmiata secondo Alizeri «o per rispetto all'illustre casato, o per pietà del singolar monumento» (credendo che se trattava dal casato degli Embriaci). Di questo fatto tien conto una lapide murata al fondo nel 1869 per cura della fu nobildonna Ludovica Brignole-Sale […] nella cui proprietà si condusse ultimamente la torre, passata per correr di secoli dagli Castro nei Cattanei, e da questi nei Sale. Il palazzo Giulio Sale, anche conosciuto come palazzo Brignole Sale, è oggi suddiviso in unità abitative al civico numero 5 di piazza Embriaci, era originariamente identificato come domus con torre della famiglia Embriaci, il palazzo venne ceduto ai Cattaneo (1514). Nel 1583 fu acquistato da Giulio Sale che lo ristrutturò due anni dopo, secondo i canoni contemporanei. Dopo il 1607 il palazzo passò a Gio. Francesco Brignole I (Doge di Genova nel 1635 - 1637) che vi apportò le trasformazioni leggibili nella fisionomia attuale. Oltre ad una quadratura esterna, di cui rimangono pochi segni, vi sarebbero ancora affreschi attribuiti a Giovanni Andrea Ansaldo. Nel 1616 si verificò il primo intervento di sopraelevazione, a partire dal 1680 inizia il progressivo declino della costruzione che rimase proprietà dei Brignole Sale fino al 1869, anno in cui passò ai Melzi d'Eril. Del complesso, la cui leggibilità architettonica fu compromessa alla fine del XIX secolo con la suddivisione in unità abitative indipendenti, l'elemento più monumentale rimane la torre Alizeri Federico, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze, Bologna, Forni Editore, 1972 pag. 66 F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova. Terza giornata, Genova, 1846. Poleggi E., Cevini P., Genova, Laterza Editori, Bari, 1981. AA.VV., Liguria, Guide d'Italia del Touring Club Italiano, Milano, 1982. AA. VV., La scultura a Genova e in Liguria. Dalle origini al Cinquecento, Fratelli Pagano Editori, Genova, 1987. Poleggi E., Genova: una civiltà di palazzi, Silvana Editoriale, Milano, 2002. Guglielmo Embriaco Embriaci Palazzo Giulio Sale Centro storico di Genova Wikiquote contiene citazioni di o su Torre degli Embriaci Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre degli Embriaci