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Forte di Fuentes

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Forte de Fuentes
Forte de Fuentes

Il forte di Fuentes è una costruzione militare che si trova a Colico, in provincia di Lecco. Sorge sulla collina di Monteggiolo nella piana alluvionale che in passato era chiamata Pian di Colico, ora è detta Pian di Spagna. Il trivio di Fuentes era un importante crocevia tra la Valchiavenna, la Valtellina e l'Alto Lario: questo luogo conserva nel nome la memoria storica di importanti eventi che videro protagonisti i dominatori spagnoli. La concreta testimonianza della loro presenza è documentata dai ruderi di quello che fu il forte di Fuentes, situato alla sommità dell'ultimo "Montecchio" di Colico.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Forte di Fuentes (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 46.14798 ° E 9.403899 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Forte di Fuentes

Via Forte Fuentes
23823 , Lo Stallone
Lombardia, Italia
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Numero di telefono

call+390341940322

Sito web
fortedifuentes.it

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Forte de Fuentes
Forte de Fuentes
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Luoghi vicini

Forte Montecchio Nord
Forte Montecchio Nord

Il Forte Montecchio Nord o, per esteso, Forte "Aldo Lusardi" al Montecchio Nord di Colico, è un'opera fortificata non più in uso a scopi militari, musealizzata a partire dal 2009. Il Forte fu realizzato sull'altura situata a nord-est della stazione ferroviaria di Colico chiamata Montecchio Nord, una delle quattro colline rocciose che, poste alle pendici settentrionali del monte Legnone, dominano l'Alto Lario e lo sbocco dell'Adda nel lago di Como. Posizionato strategicamente a controllo degli sbocchi delle valli che avrebbero permesso l'accesso alla Lombardia da parte di eventuali invasori svizzeri dalla Valchiavenna e austriaci dalla Valtellina, Il forte fu edificato tra il 1912 e il 1914, nell'ambito della Frontiera Nord, il sistema difensivo italiano verso la Svizzera impropriamente noto come "Linea Cadorna", con la funzione di sbarrare l'accesso settentrionale al lago di Como, una delle più importanti porte d'accesso a Milano ed alla Pianura padana, in corrispondenza della confluenza di Valtellina e Valchiavenna, interrompendo contemporaneamente, in un unico punto, le direttrici dello Spluga, del Maloja, del Bernina, dello Stelvio e, attraverso l'Aprica, del Tonale. Fino al 1918 il passo dello Stelvio, situato all'estremità orientale della Valtellina, segnò la linea di confine tra Italia e Austria-Ungheria, e fin da inizio secolo si temeva una possibile invasione austro-ungarica proprio in quella zona. Per quanto riguarda la Valchiavenna, la Confederazione Elvetica, pur mantenendo sempre la sua neutralità, costrinse i vertici militari italiani a non sottovalutare una possibile alleanza svizzera con i nemici dell'Italia o un semplice tacito consenso per il transito di un esercito. Sin dal momento della sua costruzione il Forte assunse il nome del Montecchio Nord, il rilievo su cui fu edificato. In seguito, nel 1939, il Forte fu dedicato, come era in uso comune in quel periodo, alla medaglia d'oro al valor militare Aldo Lusardi, caduto il 5 novembre 1935 durante uno scontro a fuoco nei pressi della località etiope di Addi Gundi, mentre con il suo plotone si dirigeva a Macallè, durante le operazioni militari italiane nell'ambito della campagna d'Etiopia.

Sorico (torrente)

Il Sorico è un torrente della Lombardia, che scorre in provincia di Como nella valle delimitante i comuni di Sorico e Montemezzo. Nasce dal Pizzo Sasso Canale, e scorre da nord verso sud. Alla quota di 1000 m. raccoglie le acque del torrente Valle Scura proveniente dal bacino idrografico sud del monte Berlinghera. A poche centinaia di metri dalla foce riceve a sinistra inoltre le acque del torrente San Miro. Sfocia quale ultimo affluente di destra del bacino del fiume Mera in prossimità del centro di Sorico. Da sempre visto con sospetto e timore dalla popolazione di Sorico, il Torrente Sorico provocò nel corso dei secoli diversi e sconvolgenti avvenimenti alluvionali. Esso infatti prima del 1783, anno in cui si pensò bene di deviarlo nel tratto finale nell'attuale alveo, scorreva in quello che ora è il canale della Roggia quasi al confine con Gera Lario. Durante la notte del primo settembre 1755 si ebbe il culmine della devastazione di piena del torrente con la semidistruzione del Palazzo Giulini e della chiesa di Sant'Orsola che sorgeva a nord dell'attuale Via Roma. L'evento è richiamato nella cronistoria dell'allora arciprete di Sorico che scrive: Addirittura il celebre storiografo milanese Conte Giorgio Giulini proprietario di Palazzo Giulini rimase profondamente turbato: Benché il corso d'acqua sia assimilabile al regime torrentizio, nel corso dell'anno non rimane mai asciutto e questa caratteristica ne ha permesso lo sfruttamento da tempo immemore con la presenza sino a pochi decenni fa di tre mulini ad acqua. Due mulini si trovavano direttamente nella valle: il primo ad una quota di 390 metri e l'altro a circa 600 metri e servivano per la macinazione delle castagne raccolte nei boschi. Il terzo mulino si trovava a valle e produceva il macinato dei cereali della pianura. Nella valle del Torrente Sorico nella località di mezza costa Piazzo, viene installato nel 1905 uno tra i primi impianti idroelettrici del lago di Como composto da due alternatori della Brown, Boveri & Cie e due turbine della Riva Calzoni tecnologicamente avanzati ad inizio novecento prima a servizio civile del paese e poi delle industrie di Colico. Oggi l'antico impianto idroelettrico non esiste più sostituito nel 1960 con l'entrata in funzione a valle di uno nuovo che attualmente utilizza ancora le acque derivate del Torrente per una potenza nominale di 26.280.000 wattora nell'arco di un anno. L'8 agosto 1951 il centro storico del paese venne investito dall'ultima alluvione. Il disastroso evento provocò una vittima e in poche ore il torrente invase di detriti la chiesa arcipretale di S. Stefano.