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Comugni

Frazioni di Terranuova BraccioliniPagine con mappeStub - centri abitati della ToscanaStub - provincia di Arezzo
Italy provincial location map 2016
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Comugni è un piccolo borgo situato tra Campogialli e la Traiana, frazioni del comune di Terranuova Bracciolini (AR). Il piccolo agglomerato urbano è costituito da un villaggio di circa trenta persone, e nelle zone limitrofe offre vitigni, uliveti, boschi ed alcuni agriturismi. Comugni fa parte di quella parte di Toscana inedita e poco conosciuta che mantiene intatto il paesaggio campestre di case e terreni coltivati. Qui è possibile respirare ancora l'atmosfera antica della cultura contadina. Paesaggi incontaminati e fuori dai flussi turistici. In questa zona della campagna toscana le vigne e gli uliveti si perdono a vista d'occhio. A valle della Strada Setteponti di Levante è possibile ammirare la valle, che arriva fino alle colline del Chianti. Camminando nei sentieri di campagna potrete provare un salto nel tempo, lontano dai rumori e dai ritmi della città e imbattevi nelle Balze, Canyon naturali che caratterizzano questo territorio. Nella Gioconda di Leonardo da Vinci si intravede la valle dell'Arno Ponte Buriano e le Balze. Questo territorio era amato da Leonardo a testimonianza della sua unicità e bellezza. La vita nel paese è di tipo campestre, per quanto riguarda la sua storia si presuppone dipenda da quella di Campogialli.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Comugni (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.54327 ° E 11.67367 °
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Indirizzo



Toscana, Italia
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Traiana
Traiana

Traiana è una frazione del comune di Terranuova Bracciolini, nella provincia di Arezzo. Il borgo è posizionato tra Arezzo e il Valdarno, alle pendici del Pratomagno, ed è circondato da boschi, vitigni e uliveti sfruttati per la produzione di prodotti tipici come vino Chianti, olio e il classico fagiolo zolfino. In antichità era un insediamento di origine romana situato tra l'arteria romana che collegava Fiesole ad Arezzo chiamata "Cassia Vetus" oggi Via Setteponti. Successivamente divenne castello medievale, della grande famiglia ghibellina degli Ubertini che nella prima metà del trecento venne assoggettato al dominio fiorentino. Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano Traiana possiede una squadra di calcio, la ASD Traiana con i colori bianco-amaranto che milita in Seconda Categoria. Dalla stagione 2014-2015 diviene Asd Terranuova Traiana Calcio (colori sociali biancorossi) divenendo la prima realtà cittadina di Terranuova dopo il fallimento della Terranuovese. Dopo aver perso lo spareggio regionale, il Terranuova Traiana viene riammesso a completamento degli organici nel campionato di Promozione nel torneo 2016-2017. Al debutto nel secondo campionato dilettantistico a livello regionale ottiene la permanenza in categoria, sfiorando di un solo punto la zona play-off. Nella stagione successiva, sempre nel girone B della Promozione Toscana, chiude al tredicesimo e terzultimo posto la regular season, a pari merito a quota 33 punti con l'Olimpia Palazzolo, con la quale disputa lo spareggio salvezza. Salvezza che giunge al campo sportivo di Troghi dove l'Olimpia Palazzolo disputa le proprie partite casalinghe. Il 13/05/2018 il Terranuova Traiana conquista la permanenza nel secondo campionato dilettantistico a livello regionale grazie alle reti di Riccardo Bettini all'11' e di Antonio Autiero all'83'. Vittoria che permette ai terranuovesi di disputare per la terza stagione di finale il campionato regionale di Promozione Toscana. La stagione successiva (2018-2019) arriva la storica prima vittoria del Campionato Regionale di Promozione Toscana, con conseguente promozione in Eccellenza, massimo campionato dilettantistico a livello regionale. Promozione e vittoria del campionato che vengono conquistate matematicamente all'ultima giornata, il 03/05/2019, quando il team supera per 3-0 allo stadio comunale Mario Matteini di Terranuova Bracciolini il Subbiano tra il tripudio dei tifosi biancorossi. Emanuele Repetti, «Trajana, o Trojana», in Dizionario geografico fisico storico della Toscana, vol. 5, Firenze, 1843, p. 579. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Traiana

Agna di Pratovalle
Agna di Pratovalle

L'Agna di Pratovalle è un torrente che scorre in Italia, facente parte del bacino idrografico dell'Arno. L'Agna di Pratovalle nasce dal Monte Lori a quota 1300 m, nel gruppo del Pratomagno, poco a monte della frazione di Anciolina nel comune di Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo. Dopo circa 14 km confluisce col fiume Arno a valle del ponte di Montalto. Di particolare rilevanza ambientale il tratto compreso fra il borgo di Pratovalle, da cui prende il nome, e il ponte di San Giustino Valdarno, ove forma i cosiddetti trogóni, bacini naturali scavati nella roccia. Nella stessa zona sono presenti resti di antichi mulini e altre opere murarie. Il torrente lambisce i centri abitati di Campogialli, Pratovalle, Sercognano e Vitereta e attraversa quello di San Giustino Valdarno. Essendo un corso d'acqua collinare ed appenninico, l'Agna di Pratovalle ha un regime tipicamente torrentizio, con piene in autunno-primavera e secche quasi totali in estate. Gli affluenti principali dell'Agna di Pratovalle sono il Borro di Ricastello, il Borro del Gattaio, il Borro di Pratovalle, il Borro di Bagnolo, il Borro di Sercognano, il Borro di Roveraia, il Borro di Vinca, il Borro della Massa e il Borro della Mazza. Il tratto dell'Agna di Pratovalle che lambisce il paese di Pratovalle è stato rappresentato dal pittore Valentino Ghiglia nell'opera Nel bosco, che rappresenta il bosco di castagneti che si sviluppa lungo il corso del torrente che si trova lungo la strada della Cortona poco prima del ponte di Pratovalle in direzione Faeto; Lungo il corso del torrente sono presenti i seguenti mulini ad acqua, oggi dismessi: Pratovalle: un documento del 6 luglio 1240 del monastero di Santa Trinità in Alpe testimonia la costruzione di un mulino, alimentato dal torrente Agna di Pratovalle e dal Borro di Pratovalle e posto lungo il primo corso d'acqua, di cui rimangono i resti, di cui rimangono i resti: l'abate don Guido attribuì al rettore della chiesa di Santa Maria di Faeto "l'uso dell'acqua e della ripa del fiumicello Agna ad oggetto di edificarvi un mulino di pertinenza della chiesa predetta". Tale struttura si trova all'esterno del paese, in prossimità della confluenza del Borro del Gattaio nell'Agna di Pratovalle. Il mulino (non è chiaro se il riferimento è a quello prima citato o quello del XVII secolo) risulta essere stato restaurato nel 1682, stando agli atti del comune di Anciolina, a cui Pratovalle dal XVI secolo in poi apparteneva; nel 1710 era gestito da Antonio Forzoni, proprietario dell'omonimo palazzo a Casamona, che fece scalpellare a sue spese le nuove macine. nel XVII secolo fu costruito un mulino ad acqua alimentato dal medesimo torrente, che rimase attivo fino al 1965, che successivamente è stato convertito in abitazione privata. Ha conservato le macine e i resti della vecchia gora; vicino a Sercognano di trova il mulinaccio, la cui presenza è attestata almeno dal 1765; San Giustino Valdarno: in via Alessandro Marchese del Borro si trova un antico mulino oggi trasformato in abitazioni private, la cui presenza è documentata almeno nel 1765; all'esterno del nucleo abitato, accessibile da via Martiri dell'Oreno, nei pressi di villa la Grotta, si trova il molinuzzo, presente almeno dal 1765, che ha conservato la gora. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Agna di Pratovalle

Riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella
Riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella

La riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella è un'area naturale protetta della Toscana situata lungo il tratto valdarnese dell'Arno. La riserva si sviluppa nel bacino della centrale idroelettrica ENEL di Levane. La riserva è caratterizzata da un tratto del Fiume Arno che scorre placidamente nella Valle dell'Inferno, con profondità che varia tra 5 e 15 metri e l'Ansa di Bandella, una zona palustre, formatasi nel fondovalle del Torrente Ascione e ai bordi del lago originato dalla costruzione della diga al finire degli anni '50 per la produzione di energia elettrica. Questa zona successivamente si è popolata della fauna e della flora tipica delle zone umide e l'abbondante presenza di pesci, anfibi, invertebrati ha attirato specie di uccelli che hanno scelto quest'oasi per la loro riproduzione. Ma allo stesso tempo però il lago non ha cancellato la flora e la fauna tipica che caratterizzavano la valle. La leggenda racconta che Dante Alighieri passando da queste parti abbia trovato il traghettatore di nome Caronte che faceva attraversare l'Arno ai viandanti, e dal suo nome e da questi luoghi impervi si sarebbe ispirato per la “Divina Commedia”. La calma del fiume sembra contrastare con il nome di “Valle dell'Inferno” che caratterizza da sempre questo tratto dell'Arno, ma in realtà il riferimento doveva essere più che calzante prima della costruzione della diga. La valle è infatti profondamente incisa, con versanti particolarmente ripidi tra i quali l'Arno scorreva in modo impetuoso e spesso pericoloso per chi era costretto a percorrerlo in barca e sui foderi, particolari zattere utilizzate per trasportare il legname dalle Foreste Casentinesi a Firenze. Una storia non verificata narra che sulle rocce sotto la superficie del lago artificiale, alla confluenza del Borro di Ricavo, si trovi una scultura che ricorda tre giovani morti annegati in quel punto che viene comunemente chiamato "gli affogati". Nella Riserva Naturale della Valle dell'Inferno e di Bandella i boschi sono per la maggior parte popolati di querce, in particolare roverella, qualche pino, e arbusti, mentre nelle aree palustri e lungo le sponde la vegetazione igrofila è ricca e varia. La fauna tipica in questa zona è caratterizzata da: nibbio bruno, svasso maggiore, tuffetto, airone cenerino, garzetta, martin pescatore, tottavilla e averla piccola che sono specie di uccelli che hanno scelto questa zona per la loro riproduzione; poi abbiamo il cormorano, l'airone rosso, l'airone bianco maggiore, la pavoncella, il cavaliere d'Italia, la nitticora che la utilizzano solo per le loro soste. Presenti anche qualche specie di tartaruga. Invece addentrandoci nei boschi possiamo trovare animali come: lepre, fagiano, istrice, capriolo e cinghiale; ed infine abbiamo anche la presenza della salamandrina dagli occhiali. Il Centro Visite di Monticello (Terranuova Bracciolini, AR) è fruibile su prenotazione. I sentieri della Riserva Naturale sono liberamente percorribili, mentre l'area attrezzata di Castiglioncello è accessibile in occasione di visite guidate. Nel bacino della Valle dell'Inferno è attivo un servizio di Visite Guidate con una imbarcazione della Provincia di Arezzo. Aree naturali protette della Toscana Elenco delle riserve naturali regionali italiane Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella La riserva su www.parks.it, portale dei parchi italiani, su parks.it. Le visite guidate in barca sul sito di Alcedo ambiente e territorio