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Stadio Josy Barthel

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Lo stadio Josy Barthel è uno stadio del Lussemburgo della capienza di 8 054 posti, in parte coperti. Edificato nel 1928, ha ospitato per decenni le partite della nazionale lussemburghese di calcio e della nazionale di rugby a 15 del Lussemburgo. È sede di competizioni di atletica.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stadio Josy Barthel (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stadio Josy Barthel
Route d'Arlon, Lussemburgo Belair

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 49.615631 ° E 6.109661 °
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Indirizzo

Josy Barthel

Route d'Arlon
2271 Lussemburgo, Belair
Lussemburgo
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Fortezza di Lussemburgo
Fortezza di Lussemburgo

Il termine fortezza di Lussemburgo si riferisce ad un insieme di fortificazioni della città di Lussemburgo, capitale del Granducato di Lussemburgo, in gran parte smantellata dal 1867. Per oltre tre secoli, la fortezza aveva rappresentato un punto di grande importanza strategica per il controllo della riva sinistra del Reno, dei Paesi Bassi e dell'area al confine tra Francia e Germania. Le fortificazioni vennero costruite stratificate e gradualmente nel corso di nove secoli, dalla fondazione della città nel X secolo sino al 1867. Dalla fine del Rinascimento, quella del Lussemburgo era già una delle fortezze più forti d'Europa, ma il periodo di costruzione più intenso si ebbe tra il XVII ed il XVIII secolo. Per la sua collocazione strategica, infatti, fu al centro della maggior parte dei conflitti che imperversarono in Europa tra le maggiori potenze come la Guerra Asburgo-Valois, la Guerra delle riunioni, le Guerre rivoluzionarie francesi e altre, subendo assedi, alterazioni ed occupazioni differenti ad opera di borgognoni, francesi, austriaci, spagnoli e prussiani. La fortezza di Lussemburgo si guadagnò l'epiteto di "Gibilterra del Nord" per la sua fama di inespugnabilità. Dal 1443 venne conquistata di sorpresa da Filippo il Buono. Nel 1795, la città, attendendosi l'imminente sconfitta e temendo i successivi massacri e razzie, si arrese dopo sette mesi di assedio e blocco commerciale ad opera dei francesi. Fu proprio in quest'occasione che il politico e ingegnere rivoluzionario francese Lazare Carnot spiegò alla Camera dei Rappresentanti di Francia che, avendo preso la fortezza del Lussemburgo, la Francia aveva privato i suoi nemici della "...migliore fortezza in Europa dopo Gibilterra, nonché la più pericolosa per la Francia", che più volte aveva minato i movimenti della Francia lungo il confine con la Germania. Per la resa della fortezza del Lussemburgo, ai Francesi fu possibile prendere il controllo della parte meridionale dei Paesi Bassi ed annetterla al proprio territorio nazionale. La città riprese una grande importanza durante il Secondo Impero francese e nella Confederazione germanica al punto da portare nel 1866 alla Crisi del Lussemburgo, portando ad una guerra tra la Francia e la Prussia per il possesso delle principali fortezze della Confederazione sul fronte occidentale. Nel 1867 il Trattato di Londra richiese che la fortezza di Lussemburgo venisse abbattuta e che il Lussemburgo stesso si ponesse in uno stato di perpetua neutralità, ponendo così fine al secolare ruolo militare della città. Da allora, i resti delle fortificazioni ancora presenti sono divenuti tra le principali attrazioni turistiche dell'area. Nel 1994, i resti della fortezza e i quartieri della città vecchia sono stati inseriti nell'elenco dei beni protetti dall'UNESCO.