place

Rifugio 7º Alpini

Pagine con mappeRifugi del Club Alpino ItalianoRifugi della provincia di BellunoRifugi delle DolomitiVoci con disclaimer pericolo
Rifugio VII Alpini
Rifugio VII Alpini

Il rifugio 7º Alpini è un rifugio situato nel comune di Belluno, località Pis Pilon, nel Gruppo della Schiara, a 1.502 m s.l.m. Il rifugio è punto di partenza per sentieri e vie ferrate, come la Via ferrata Zacchi, la Via ferrata Piero Rossi e la Via ferrata Sperti. È inoltre l'ultimo rifugio lungo l'Alta via n. 1 delle Dolomiti.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Rifugio 7º Alpini (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 46.221966 ° E 12.188746 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Rifugio 7° Alpini

Sentiero Sperti
32100
Veneto, Italia
mapAprire su Google Maps

Numero di telefono
CAI Belluno

call+390437941631

Sito web
rifugiosettimoalpini.it

linkVisita il sito web

linkWikiData (Q378440)
linkOpenStreetMap (111825720)

Rifugio VII Alpini
Rifugio VII Alpini
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Pala Alta
Pala Alta

La Pala Alta (1.933 metri s.l.m.) è una montagna delle Alpi, appartenente al Gruppo della Schiara nelle Dolomiti Meridionali di Zoldo. Si trova in Veneto (Provincia di Belluno), tra il confine dei comuni di Sedico e di Belluno,all'interno del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Montagna imponente e localmente celebre, precipita verso nord sulla valle del Cordevole con una parete verticale di oltre 600 metri, mentre a sud distende pendii più docili ma comunque dirupati verso la Val Belluna, lungo i quali sale il sentiero che conduce alla cima. Il panorama dalla vetta è a 360 gradi, con una delle visuali più complete sul celebre appicco della cima del Burel. Dal fondovalle si riconosce il caratteristico cubo di pietra che si trova quasi sulla cima, conosciuto come la “Baréta del Prete”, che si staglia sopra fette di montagna poste una sull'altra e inclinate di quarantacinque gradi. L'escursione che parte dalla località Pian di Fraina è faticosa ma facile (circa 2,5-3 ore), tranne nel tratto finale tra l'anticima e la cima vera e propria che può essere insidioso in presenza di ghiaccio. Si può salire alla cima anche partendo da Tisoi attraverso Casera Zoppa. Lungo il versante nord, che precipita selvaggio sopra la Val de Piero, sono state tracciate tre vie di arrampicata: la prima lungo il marcato sperone a destra dell'incavo centrale (S. Arban, G. Caldart e compagni nel 1946; 500 m, IV e V su roccia discreta), la seconda sale nel centro della concavità (F. Miotto, R. Bee, G. Gianeselli, E. Foggiato e G. Garna nel 1973; 600 m, V e VI su roccia buona) e la terza scala direttamente la parete della cima est (A. Bianchet e J. Da Rold nel 2006; 300 m, IV e V, roccia buona). Tutte le vie sono difficili da raggiungere e solo per impervi viàz di camosci.

Pedeserva
Pedeserva

Pedeserva è una frazione del comune di Belluno. Sorge a nord del capoluogo, ai piedi del monte Serva (da cui il toponimo). Il monumento più rilevante è la chiesa di San Liberale (già San Daniele), posta appena fuori il paese, il cui impianto è antecedente all'anno 1000 pur essendo documentata solo dal 1578. Nel centro abitato sorge un'altra chiesetta intitolata a Santa Marta. Al fianco della chiesetta è presente una fontana, un tempo utilizzata come abbeveratoio per il bestiame ma attualmente non funzionante, realizzata con una caratteristica pietra di colore rosa estratta da una cava del Monte Serva. Poco distante sorge una seconda fontana, ad oggi funzionante, realizzata in similitudine alla precedente ma con pietra più comune; una particolarità di questa Fontana era la presenza (documentata da alcune foto) di un cosiddetto "Laip" (in dialetto bellunese), ossia un contenitore d'acqua secondario ricavato da un blocco unico di pietra e interamente scalpellato a mano .il manufatto è stato trafugato nell'estate 2006. La frazione e posta lungo il perimetro del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, da cui si estende una vasta rete sentieristica per escursionisti. Dal 2017 è stato creato da un gruppo di residenti un Comitato frazionale chiamato "Comitato San Liberal" (pronunciato in dialetto bellunese e prendendo spunto dalla chiesa di San Liberale che domina le frazioni ed è molto significativa per i residenti). Il Comitato ha come scopo principale quello di contribuire al miglioramento del proprio territorio mediante la manutenzione delle reti viarie pubbliche e sentieristiche private, la raccolta di fondi per la realizzazione di opere o di restauro delle esistenti.