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Duomo di Verona

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Vérone Cathédrale Santa Maria Matricolare Vue générale
Vérone Cathédrale Santa Maria Matricolare Vue générale

Il duomo di Verona, il cui nome ufficiale è cattedrale di Santa Maria Assunta ma conosciuto anche come cattedrale di Santa Maria Matricolare, dal nome dell'antica chiesa paleocristiana, è il principale luogo di culto cattolico della città di Verona, chiesa madre dell'omonima diocesi e monumento nazionale italiano. Esso fa parte di un complesso architettonico articolato, di cui fanno parte anche il palazzo del Vescovado, il chiostro dei Canonici, la biblioteca capitolare, il battistero di San Giovanni in Fonte e la chiesa di Sant'Elena, questi ultimi due collegati al duomo tramite il porticato di Santa Maria Matricolare.

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Duomo di Verona
Via Duomo, Verona Veronetta

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.447222 ° E 10.996944 °
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Indirizzo

Cattedrale di Santa Maria Matricolare

Via Duomo
37121 Verona, Veronetta
Veneto, Italia
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Sito web
cattedralediverona.it

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linkWikiData (Q2713844)
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Vérone Cathédrale Santa Maria Matricolare Vue générale
Vérone Cathédrale Santa Maria Matricolare Vue générale
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Luoghi vicini

Chiesa di San Giorgio in Braida
Chiesa di San Giorgio in Braida

La chiesa di San Giorgio in Braida è un luogo di culto cattolico di Verona, situato nel quartiere di Veronetta tra l'Adige (a sud) e Borgo Trento (Verona) (a nord). La sua origine si deve a Pietro Cadalo, futuro antipapa, che nel 1046 decise di alienare alcuni suoi beni per edificare un monastero benedettino sotto il controllo del vescovo di Verona. Tra il XII e il XIII secolo, il monastero visse un periodo di grande prosperità sia economica che spirituale. Del primo antico edificio romanico, probabilmente riedificato a seguito del terribile terremoto del 1117, rimangono flebili tracce, come la base del campanile visibile nella parete sinistra. Dopo un periodo di decadenza sotto i Della Scala, nel 1442 il complesso passò alla congregazione di San Giorgio in Alga la quale iniziò la costruzione dell'odierno edificio rinascimentale. Soppressa la congregazione, nel 1669 venne venduto alle monache di santa Maria in Reggio per finanziare la guerra di Candia. Con la chiusura del convento nel 1807 venne meno anche la stessa parrocchia di San Giorgio che assunse il ruolo di oratorio dipendente da Santo Stefano. Sotto la dominazione austriaca, con l'edificazione delle nuove fortificazioni del 1837, gran parte del complesso venne demolito. Il 2 marzo 1874 San Giorgio in Braida tornò ad essere una parrocchia autonoma, mentre nel 1938 venne sottoposto ad un ciclo di interventi di restauro che portarono alla parziale ricostruzione del chiostro cinquecentesco. Non si sa con certezza chi sia l'architetto che progettò il complesso, tuttavia Francesco da Castello è il più accreditato. In molti riconoscono un contributo anche di Paolo Farinati per quanto concerne l'ideazione della facciata mentre al celebre architetto veronese Michele Sanmicheli si deve la costruzione della maestosa cupola e la concezione del campanile, poi continuato ma non finito dal parente e discepolo Bernardino Brugnoli. Gli spazi interni della chiesa sono organizzati in un'unica navata su cui si aprono otto cappelle laterali, quattro su ciascun lato; in ognuna vi è un altare in marmo bianco con alzata in legno. Tra la navata e il presbiterio, raggiungibile attraverso una balaustra, vi è un transetto appena accennato sovrastato dalla cupola. Molti osservatori, tra cui Scipione Maffei e Goethe, elogiarono le numerose opere d'arte rinascimentale che qui sono custodite. Le cappella laterali sono impreziosite da lavori di artisti quali Giovan Francesco Caroto, Domenico Brusasorzi, Pasquale Ottino, Girolamo dai Libri, Sigismondo de Stefani, Francesco Montemezzano, mentre sotto la cantoria è posta Madonna in Gloria del Moretto. Sopra la porta maggiore è collocato un Battesimo di Cristo del Tintoretto mentre per il presbiterio Paolo Farinati e Felice Brusasorzi dipinsero, rispettivamente, le due gradi tele della Moltiplicazione dei pani e dei pesci e La manna nel deserto. Appesa nel catino absidale vi è il Martirio di San Giorgio, opera del 1564 di Paolo Veronese.