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Stazione di Bari Zona Industriale

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La stazione di Bari Zona Industriale è una fermata ferroviaria situata tra i quartieri Fesca, S. Girolamo e San Paolo della città di Bari. La fermata ferroviaria di Trenitalia serve la ferrovia Bari - Foggia ed è utilizzata principalmente da pendolari. È parte del servizio ferroviario metropolitano di Bari. La fermata è composta da 2 binari. Nonostante il nome alluda alla zona industriale barese, la stazione si trova soltanto ai margini della suddetta zona.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Bari Zona Industriale (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Bari Zona Industriale
Strada privata FS Lamasinata, Bari Municipio 3

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N 41.128 ° E 16.8263 °
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70132 Bari, Municipio 3
Puglia, Italia
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Luoghi vicini

Stazione di Fesca-San Girolamo
Stazione di Fesca-San Girolamo

La stazione di Fesca-San Girolamo è una stazione ferroviaria di Bari, posta sulla linea Bari–Barletta gestita dalla Ferrotramviaria quale località di diramazione delle linee gestite da tale società. Inaugurata con il nome di Lamasinata, la stazione fu aperta al traffico contestualmente alla ferrovia Bari-Barletta nel 1965, con ciò sostituendo la precedente linea tranviaria. Nel 1999 fu bandita la gara di appalto per la realizzazione di una nuova linea a doppio binario fra Bari e il quartiere San Paolo; consegnata nel 2008, tale opera comportò il parziale spostamento dell'impianto, situato alla progressiva chilometrica 4+125. La stazione di Fesca-San Girolamo ha assunto importanza come località di diramazione, in quanto dopo di essa termina il doppio binario; la Bari-Barletta e la ferrovia per il San Paolo confluiscono dunque in un unico binario che arriva a Bari Centrale della Ferrotramviaria. È in fase di realizzazione un parcheggio di interscambio di circa 260 posti per auto ed autobus, nonché in fase di progettazione un sottopassaggio di interconnessione con la stazione di Bari Zona Industriale di Rete Ferroviaria Italiana. A livello della stazione vi è anche l'interconnessione con la stessa rete RFI, che, secondo il progetto regionale, dovrebbe consentire ai treni della Ferrotramviaria di arrivare sul Binario 5 Ovest di Bari Centrale RFI, consentendo una migliore gestione del traffico. La fermata è servita da tutte le linee delle Ferrovie del Nord Barese: la FR1, la FR2 e, del servizio metropolitano, la FM1 e la FM2. Non tutti i treni, pur passandovi, vi fermano. Bari Marconi - San Girolamo - Fesca Ferrovia Bari-Barletta Ferrovie del Nord Barese Ferrotramviaria Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Fesca-San Girolamo

Marconi - San Girolamo - Fesca
Marconi - San Girolamo - Fesca

Marconi - San Girolamo - Fesca è un quartiere di Bari. Costituisce con i quartieri San Paolo e Stanic il Municipio III del capoluogo pugliese. Collocato a nord-ovest della città ed esteso per circa 5,3 chilometri quadrati, ha una popolazione di circa 15.524 abitanti. Il quartiere confina: a nord con la costa Adriatica; a est con il quartiere Libertà, via Brigata Regina est; a sud con la linea ferroviaria Bari-Foggia che lo disgiunge dai quartieri Stanic e San Paolo; a ovest con la strada vicinale Cola di Cagno che lo separa dal quartiere Palese - Macchie. Nel territorio del quartiere Marconi - San Girolamo - Fesca, si sviluppa la parte terminale di due importanti lame aventi origine dalle Murge: Lama Lamasinata e Lama Balice. Le lame sono estensioni di terreno sulle quali si radunano naturalmente le acque piovane prima di riversarsi in mare: chiaramente sono collocate nei punti del territorio a quota più bassa e possiedono uno sbocco al mare; le lame, inoltre, sono caratterizzate da una propria struttura geologica e una peculiare vegetazione superficiale. La lama Lamasinata, comunemente chiamata dalla popolazione locale "il canalone", è formata da più rami e attraversa i territori di quattro comuni, ovvero Palo del Colle, Modugno, Bitetto e Bari. La sua parte terminale percorre due quartieri di Bari: San Paolo e Marconi - San Girolamo - Fesca. La foce della lama è costituita da una enorme distesa sabbiosa che si estende proprio tra le località Marconi e San Girolamo, incuneandosi tra due stabilimenti balneari. Il fondo della foce è usato nel periodo estivo come spiaggia da un numero considerevole di baresi, mentre le pareti sono rinforzate con imponenti muri di sostegno, costruiti a protezione degli insediamenti residenziali. Non mancano, lungo il percorso della lama, beni culturali di ormai riconosciuto interesse. Ad esempio, nei pressi di Modugno, ci sono la chiesa rupestre della Madonna della Grotta ed i resti dell'insediamento rupestre di Santa Caterina. Lama Balice si sviluppa nel territorio di Ruvo e, attraversando Bitonto, sfocia a mare in corrispondenza della località Fesca, tra una spiaggia privata e una porzione di terreno incolto. La lama, lunga ben 37 chilometri, corrisponde al corso prosciugato dell'antico torrente “Tiflis”. Casali medievali, chiese e numerose masserie costellano l'intero percorso di Lama Balice. Alcuni tratti della lama sono bassi e sinuosi, mentre altri sono ripidi e presentano una stratificazione rocciosa molto evidente. La lama, area di sosta per l'avifauna, è caratterizzata da innumerevoli tratti coltivati ed altri ricchi di vegetazione naturale come: quercia coccifera, leccio e arbusti. L'area della lama è stata classificata come “Parco Naturale Attrezzato” dalla legge regionale n. 21 del 24 marzo 1980 e compresa tra le aree protette regionali della legge 19 del 1997. Percorrendo il Lungomare Starita a partire dall'incrocio con viale Vittorio Emanuele Orlando, ci si accorge di costeggiare una penisoletta, detta di San Cataldo. Questa lingua di terra è stata prolungata artificialmente dal lavoro umano per realizzare il braccio di ponente del porto e prende il nome di "San Cataldo" per via di una cappelletta lì presente dal 1960. Su documenti risalenti al sedicesimo e al diciassettesimo secolo, si legge che al largo di questa zona, i pirati, dopo aver sequestrato qualcuno, facendosi scorgere da terra, usavano chiedere somme in denaro alle autorità cittadine per rilasciare i malcapitati. Sulla penisola troneggia il Faro di Bari, alto oltre 66 metri: 380 scalini portano in cima alla torre. Fu costruito nel 1869 ed attualmente il suo fascio luminoso è stato ridotto per evitare luci secondarie verso terra. È interessante notare come nel giardino-cortile del faro c'è ancora il locale in cui si faceva una volta il pane. Il quartiere ha assunto l'attuale denominazione completa soltanto a partire dal 1970, mentre precedentemente era diviso in due rioni: Marconi e San Girolamo-Fesca, riconosciuti ufficialmente dal punto di vista amministrativo nel 1951. Dal 1979 al 2004 insieme al quartiere Libertà ha costituito l'VIII circoscrizione di Bari, al 2001, la più popolosa della città con circa 65 000 abitanti. Sono particolarmente degni di nota le origini dei nomi delle località costituenti il quartiere: ad esempio la denominazione del rione Marconi deriva dal fatto che lo scienziato Guglielmo Marconi effettuò, il 1º settembre 1904, una trasmissione telegrafica diretta verso la costa montenegrina proprio nei pressi del grande faro lì costruito. Il rione Marconi è noto anche con altre denominazioni meno formali, come zona Faro o la più comune San Cataldo. Il nome della località San Girolamo ha origini antiche e probabilmente si riferisce ad una piccola chiesetta che venerava il santo lì presente sin da tempi remoti, ormai scomparsa e sostituita da una parrocchia più moderna di relativamente recente costruzione. Il nome Fesca, invece, deriva probabilmente dalla parola greca fascon, che significa lichene, cioè il noto cespuglio parassita che cresceva spontaneo e abbondante lungo la costa in corrispondenza del rione, nel periodo in cui non si era raggiunta l'attuale densità di costruzioni edilizie. La parola suddetta è stata usata per contraddistinguere i terreni di questa località nei vecchi catasti a partire dal XVI secolo. Si pensa inoltre che la denominazione possa avere origini molto antiche, poiché si legge la parola "Fesce" in documenti risalenti al 1300, per indicare la localizzazione di terreni situati in quell'area. Percorrendo il corso Vittorio Veneto, a partire dall'incrocio con via Brigata Regina e allontanandosi dal quartiere Libertà, sul lato sinistro si scorgono interessanti esempi di archeologia industriale, che rappresentano i resti di numerosi stabilimenti lì operanti prima che tutta l'area produttiva si spostasse nei pressi della zona industriale di Bari. Oggi rimangono poche ciminiere poiché la gran parte della zona è stata destinata ad impianti sportivi di vario genere ed è stata circondata di aree residenziali ed edifici pubblici. Superato il torrente Lamasinata tramite il ponte di via Van Westerhout, si giunge nella località San Girolamo, il cui nucleo originale era costituito da due distinti complessi di case popolari fatti costruire nel 1958: il Complesso San Girolamo e il Villaggio Trieste. Il Villaggio Trieste, costituito da ventisei palazzine, sorge nelle immediate vicinanze dello Stadio Della Vittoria, ad ovest rispetto ad esso. Appartiene al Quartiere Marconi. In esso hanno trovato accoglienza i profughi italiani della seconda guerra mondiale provenienti dalle Colonie, dai Possedimenti dell'Egeo, dall'Istria, dal Quarnaro, dalla Dalmazia e da altri Stati per lo più dalla Grecia e dalla Romania. Al 2014 la località ha raggiunto una densità abitativa elevata con complessi residenziali che toccano i dieci piani dalle moderne architetture e dalle ampie terrazze. Le principali attività commerciali sono distribuite su via Van Westerhout e sulle sue traverse, ma numerose sono anche le pescherie sul lungomare IX maggio. La parte del rione San Girolamo che tocca via Napoli è costellata da ville e da attività commerciali relativamente recenti. Molti edifici destinati alla produzione artigianale presenti su via Napoli sono stati recentemente convertiti in attività commerciali e terziarie, orientate alla vendita di autoveicoli, di abbigliamento, all'offerta di servizi per lo sport e il tempo libero. Anticamente nei pressi della località Fesca c'erano cave di tufo dalle quali il Comune ricavava i blocchi per le mura cittadine e per costruzioni di interesse pubblico. Inoltre all'inizio del XX secolo, la SICAM gestiva il trasporto e l'estrazione dei blocchi di pietra da queste cave tramite rotaia, per la costruzione del porto nuovo. Fesca era in epoca fascista una delle mete balneari preferite dai baresi, poiché era ricchissima di dune di sabbia. Ai tempi del Fascismo, fu qui realizzata una colonia marina per i figli del popolo, con un grande edificio sul mare, ormai abbattuto, di cui si conserva solo la sagoma del muro perimetrale, riempita con una distesa di ciottoli che ospita da qualche tempo una scuola di windsurf. Prima della costruzione della grande litoranea, della sistemazione del lungomare e della realizzazione della nuova via Napoli, a Fesca ci si arrivava con la ciclatera, cioè una locomotiva a vapore gestita da una società belga, che percorreva la linea ferroviaria Bari-Barletta ed aveva una fermata proprio in questa località balneare. “Ciclatera” significa caffettiera e sta ad indicare l'aspetto sbuffante e solenne della locomotiva. Ai tempi della seconda guerra mondiale, sul lungomare IX maggio, fu realizzato un campo profughi, per ospitare gli esuli giuliano-dalmati fuggiti dalla loro terra, ormai passata sotto il governo jugoslavo. Da diversi decenni, il campo, avendo perso la sua funzione originale, è stato raso al suolo. Nei pressi della strada vicinale Cola di Cagno, nel rione Fesca, si raggiunge la contrada San Bartolomeo, che si pensa abbia preso il suo nome dall'antica cappella di San Bartolomeo edificata da queste parti ed ormai andata distrutta. È andata distrutta anche la Torre di San Bartolomeo, che nel XVIII secolo serviva come torre di guardia sulla costa, per difendersi anticipatamente dall'attacco dei corsari. È inoltre presente, di fronte al parcheggio del lido "Il Trampolino", una chiesetta ancora intera con campanile innesso sul retro. Nella strada retrostante alla chiesa, quindi nel suo abside, è presente una finestrella chiusa da una rete in cui è possibile scorgere un crocifisso bizantino. Il rione Marconi è sede della famosissima fiera annuale del Levante, il cui impianto originale, risalente agli anni trenta del secolo scorso, fu progettato dall'architetto Augusto Corradini e fu realizzato sotto la direzione dell'ingegnere Vincenzo Rizzi. La fiera è stata inaugurata, nella sua prima edizione del settembre 1930, dal re d'Italia, Vittorio Emanuele III di Savoia. Con la seconda guerra mondiale, le edizioni della fiera si interruppero, per sette anni, tra il 1940 e il 1947; ben presto, grazie agli sforzi degli enti locali e agli aiuti governativi, la fiera ormai usata nel tempo della guerra per scopi militari, fu riqualificata, ricostruita e ampliata. Alla classica campionaria settembrina di ogni anno, si aggiungono nel tempo numerose altre riguardanti settori specifici dell'edilizia, dell'industria, dello sport, della moda, del tempo libero, dell'arte e tanto altro. Fiera del Levante: una delle più importanti manifestazioni fieristiche d'Italia e del Mediterraneo. ExpoLevante Medimex Salone dell'Innovazione Musicale Mediterranean Music Expo. Altra famosa attrattiva del quartiere è la grande distesa sabbiosa che costituisce la spiaggia di San Francesco alla Rena (da arena che vuol dire sabbia), uno dei lidi più antichi di Bari da sempre frequentatissimo. Una leggenda narra che, nei pressi di questa località, San Francesco abbia conficcato un bastone per terra, facendo lì scaturire una vena di acqua per dissetare alcuni pescatori. Tra le vie Mercadante, Napoli, Respighi e il canale Lamasinata si estende anche uno dei più grandi polmoni verdi della città: la Pineta di San Francesco alla Rena, realizzata negli anni sessanta e ristrutturata alla fine degli anni novanta con giochi per bambini, una pista da pattinaggio, percorsi attrezzati per fare jogging e attività fisica. La porzione di costa che bagna San Girolamo e Fesca, a nord della foce del canale Lamasinata, è intitolata al 9 maggio, data tragica per la storia italiana: nel 1978 in situazioni ben diverse furono assassinati l'onorevole Aldo Moro e il giornalista radiofonico Peppino Impastato. A fine 2012 l'amministrazione comunale ha presentato, dopo diversi annunci, il progetto di riqualificazione del lungomare. e pubblicato il relativo bando. I lavori, partiti nel 2016, mirano alla costruzione di una piazza pensile e al rifacimento dell'approdo di Fesca. Il lungomare Starita tocca il rione fieristico e cinge a est la penisola di San Cataldo. Termina incrociando corso Vittorio Veneto, in prossimità del varco della Vittoria al porto di Bari, in viale Vittorio Emanuele Orlando, sede dell'Acquedotto Pugliese e dell'Arena della Vittoria. Gli impianti sportivi sono: Stadio Francesco Capocasale in viale Ottorino Respighi; L'Arena della Vittoria; Piscine comunali; Centro Universitario Sportivo di Bari. Sono adibiti a funzione di campo sportivo anche i campi esterni all'Arena della Vittoria e i campetti della Parrocchia di San Girolamo. L'arena, progettata dall'ingegnere Angelo Guazzaroni e dall'architetto Fasolo, fu realizzata per celebrare la "vittoria" dell'Italia al termine della prima guerra mondiale. La prima partita di calcio, Bari-Comense, fu giocata in questo stadio nel 1934 con risultato 3 a 1. Dal 1990 è lo Stadio San Nicola, progettato dall'illustre Renzo Piano in occasione del Campionato mondiale di calcio, ad ospitare le partite in casa della principale compagine calcistica locale. Nel 1991, il cosiddetto "stadio vecchio" è stato utilizzato per ospitare temporaneamente i profughi albanesi giunti a Bari con la nave Vlora e ha subito gravi danni; restaurato e potenziato nel 1996 in occasione della tredicesima edizione dei Giochi del Mediterraneo, oggi, oltre ad essere usato come stadio per tornei speciali e concerti, è sede di un piccolo teatro, di una biblioteca per ragazzi, di attività museali ed espositive e di altri spazi attrezzati simili. La struttura attualmente è utilizzata per le partite della formazione locale di rugby, Tigri Rugby Bari. Sull'area esterna allo "stadio della Vittoria" sorgono le Piscine Comunali, dette anche "Stadio del nuoto", dotate di moderni impianti sportivi contenuti in volumi costruttivi dalla forma accattivante e dalle pareti in vetro. Sono facilmente raggiungibili uscendo dalla tangenziale di Bari (uscita 4 per via Napoli) girando per via di Maratona. Le Piscine Comunali forniscono servizi di vario genere e natura per il buon mantenimento di una forma fisica: infatti vengono organizzati corsi di nuoto, nuoto libero e agonistico, ginnastica in acqua, nuoto sincronizzato, pallanuoto, G.A.G., step, pilates e palestra. Lo Stadio del Nuoto è dotato di ampi spogliatoi con vari servizi adatti anche per disabili; oltre alla piscina all'aperto, posta sul tetto, vi sono altre due piscine (rispettivamente da 25 m e da 35 m) destinate alle lezioni della stagione invernale. Le principali arterie lungo le quali si concentra il traffico che collega il quartiere al centro della città sono via Napoli (ad ovest) e il lungomare Vittorio Veneto. Marconi, San Girolamo e Fesca sono raggiungibili dalle uscite 4 e 3 della tangenziale di Bari. In prossimità del canale Lamasinata è ubicata la stazione di Fesca-San Girolamo servita dal servizio ferroviario metropolitano fornito dalla società Ferrotramviaria. La stazione è fermata intermedia dei servizi ferroviari denominati FM1 e FM1 svolti lungo la ferrovia Bari-Barletta. Le varie aree del quartiere sono attraversate dalle autolinee urbane AMTAB. In via di Maratona nei pressi delle Piscine comunali vi è il capolinea ulteriori autolinee. Scuola elementare, strada San Girolamo (Ex XXII Circolo didattico plesso E/28, diventato plesso dell'Istituto Comprensivo Eleonora Duse) Nel 2004 la scuola elementare di San Girolamo si è classificata al primo posto per il premio Giornalista per un 1 giorno organizzato da Alboscuole per merito dello statuto dei diritti dei bambini e delle bambine di Bari, e il progetto di giornalino on line realizzato dalle classi V A e V B di quell'anno scolastico. Scuola primaria statale Guglielmo Marconi, via Skanderbeg Castriota Scuola materna ed elementare Eleonora Duse, strada San Girolamo Nido Nicolò Costa, via N. Costa. Nella zona di San Cataldo vi è il plesso "G. Marconi" appartenente all'Istituto Comprensivo "San Giovanni Bosco - Melo da Bari]", che nell'a.s. 2016/2017 ha accolto una terza classe. La scuola "G. Marconi" ospita l'unica Biblioteca Interculturale Scolastica della città, denominata "Galassia Marconi". È stata inaugurata a luglio del 2015, ma è un progetto che va avanti almeno da 4 anni, partito dalla scuola media “Melo da Bari”. Vi si realizzano attività culturali, mostre, laboratori artistici e di lettura adatti a bambini e adulti, con la collaborazione di docenti ed esperti di comunicazione. Ha la dotazione più ampia che c’è in città di libri in lingua straniera per bambini. Ogni anno vi si festeggia il "Marconi Day" per rievocare la prima trasmissione telegrafica a scopo commerciale realizzata da Guglielmo Marconi verso il Montenegro il 1º settembre 1904, proprio da un edificio adiacente alla scuola. Inoltre vi è la scuola media intitolata all'attrice Eleonora Duse. Nata a fine anni ottanta dislocata in piccole succursali tra cui l'edificio Nettuno, la sede di via Nicolò Costa nel 2005 fu abbattuta a causa di tracce di amianto nella composizione della struttura. Attualmente essa ha sede stabile in un edificio sul prolungamento della stradetta Tomasicchio, traversa di strada San Girolamo. In via Bellezza, nel rione Fesca, era collocata una delle sedi dell'IPSIA "Ettore Majorana", dove si poteva conseguire il Diploma di Tecnico dell'Industria Elettronica, con un corso di studi quinquennale. Sul territorio del quartiere Marconi - San Girolamo - Fesca vi sono diversi luoghi di culto religioso di tipo cristiano-cattolico. Nelle vicinanze delle palazzine IACP, in prossimità del lungomare IX maggio, si trova la Chiesa di San Girolamo, istituita come parrocchia il 18 gennaio del 1958; il salone centrale della chiesa fu benedetto il 24 luglio del 1959 dall'arcivescovo Nicodemo. L'ultima domenica di settembre si celebra nel quartiere la festa di San Girolamo: in questo giorno si assiste ad una processione della statua del santo per le vie del rione, accompagnata da una banda musicale. Questa parrocchia ha ospitato negli ultimi anni anche un presepe vivente nel periodo natalizio. Nella penisola di San Cataldo, c'è una piccola chiesa dedicata all'omonimo santo, istituita come parrocchia il 26 gennaio del 1958 e benedetta il 24 aprile del 1960. Nei pressi dello Stadio della Vittoria, all'interno del Villaggio Trieste, c'è la chiesa di Sant'Enrico, istituita il 29 gennaio del 1958. Su via Perosi, al rione Fesca, è stata costruita la sede provvisoria della parrocchia di Gesù di Nazareth, istituita il 1º agosto del 2002. La più vecchia cappella del quartiere è quella di Sant'Antonio da Padova, costruita nel 1930: fin da allora si festeggia il Santo nei giorni 15 e 16 agosto, con una processione per le strade del quartiere, seguita da fuochi d'artificio e dal consueto contorno di bancarelle. Nel 2009, si è iniziata una nuova tradizione per Sant'Antonio a Fesca, ovvero una processione per mare, sottolineata con fuochi d'artificio e accompagnamento musicale. È possibile raggiungere i quartieri Marconi, San Girolamo e Fesca con i seguenti mezzi pubblici: Linee di autobus dell'AMTAB: 1, 2, 2/, 6, 19, 22, 27, 42, 53; Treni della Ferrotramviaria, stazione Fesca-San Girolamo; Treni regionali Trenitalia, stazione Bari Zona Industriale; Tangenziale di Bari SS 16, uscite 3 e 4. Bari Fiera del Levante Wikinotizie contiene notizie di attualità su Quartiere Marconi - San Girolamo - Fesca Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marconi - San Girolamo - Fesca Sito istituzionale del Comune di Bari (IT, EN, FR) Sito ufficiale della Fiera del Levante Modello tridimensionale della zona Fesca-San Girolamo all'interno del quartiere Modello tridimensionale della zona San Cataldo e Fiera del Levante

Centrale termoelettrica Bari

La centrale termoelettrica di Bari è stato il primo grande impianto termoelettrico costruito in Puglia, destinato a sostituire la miriade di piccole aziende produttrici presenti sul territorio e soddisfare l'incremento della richiesta di energia elettrica, in quel periodo sempre crescente, in modo da favorire il processo di industrializzazione del Mezzogiorno. La Società Generale Pugliese di Elettricità individuò il sito per la sua costruzione ai limiti della zona industriale della città di Bari ed in prossimità della sottostazione elettrica Bari-Nord della Società Meridionale Elettrica servita da linee elettriche a 150 kV. La sua costruzione fu autorizzata nell'agosto del 1955 per due gruppi da 60.000 kW di potenza, poi passati a tre da 68.500 kW per un totale di 205.500 kW con decreto nº63 del Ministero dell'industria il 18 gennaio 1957. La prima sezione entrò in servizio il 9 luglio 1958, la seconda il 31 gennaio 1959 e la terza il 25 novembre 1959. In quel tempo era considerata una delle centrali più avanzate per tecnologie costruttive e aspetto architettonico. Nel 1958 la produzione di energia della SGPE arrivò a più di 700 milioni di kWh con il contributo del solo gruppo uno della nuova Centrale, coprendo il 24% del mercato energetico pugliese. Nel 1962 con la nazionalizzazione dell'elettricità la Società Pugliese diventò Enel e con essa la Centrale che continuò a produrre energia per la Puglia. La centrale con i suoi generatori di vapore policombustibile, era alimentata a olio combustibile denso anche se progettualmente poteva essere alimentata anche a carbon fossile. Una recente conversione delle Unità Produttive uno e due hanno consentito dal 2008 l'alimentazione a metano al posto del combustibile fossile con enormi vantaggi sotto il profilo ambientale, abbattendo le emissioni di ossidi di azoto e di zolfo, permettendo il rispetto dei limiti di legge della che richiedeva la autorizzazione integrata ambientale. A causa dell’incendio del 4 agosto 2013, l'impianto è stato messo fuori servizio con l'allontanamento di tutti i combustibili e risulta attualmente in dismissione. Lista delle centrali elettriche presenti in Italia

Stadio della Vittoria (Bari)
Stadio della Vittoria (Bari)

Lo stadio della Vittoria (anche Arena della Vittoria) è uno storico impianto sportivo della città di Bari, sito nel quartiere Marconi (zona Fiera del Levante). Fin dalla promozione della squadra locale nella Divisione Nazionale nel 1928, Bari sentiva la necessità di uno stadio degno di poter ospitare le più blasonate squadre del calcio italiano: il "Campo degli Sports", seppur di recente costruzione, era ritenuto insufficiente per le crescenti ambizioni calcistiche dei baresi. Il 28 luglio 1928 il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno dedicava mezza pagina del giornale alla tanto attesa notizia: l'allora podestà della città di Bari Araldo di Crollalanza aveva presieduto una riunione nella quale si era stabilita la costruzione dello stadio della Vittoria che sarebbe sorto nella zona di Marisabella su un'area di 70000 m². Nell'articolo si evinceva la motivazione alla scelta del nome: "...per ricordare alle future generazioni non solamente il sacrifizio dei Caduti, ma altresì la grandezza della Vittoria conseguita dalle nostre Armi e valorizzata dal Fascismo". Elemento peculiare della struttura sarebbe dovuta essere la parte monumentale, dedicata ai caduti di guerra. Al bando di concorso ufficiale, pubblicato il 15 settembre 1928, venivano presentati nel 1929 quattro progetti (denominati "Romanus", "San Nicola", "Indeficienter" e "Stadium"), ma vennero tutti scartati. Tuttavia nel giugno 1932, a seguito del ritorno della Bari nella massima serie, si rese nuovamente urgente la realizzazione dell'impianto. Venne così sposato il progetto presentato dall'ingegnere Angelo Guazzaroni e dall'architetto Vincenzo Fasolo, mentre la gara d'appalto, svoltasi il 15 gennaio 1933 (esattamente 25 anni dopo la fondazione del Football Club Bari), veniva vinta dall'impresa di costruzioni Romolo Vaselli di Roma, alla quale si affiancò la Ferrobeton. I lavori, guidati dall'ing. Uva, videro coinvolti circa 600 operai e, partendo durante l'estate del 1933, ebbero una durata complessiva di 14 mesi. Il costo dell'opera fu di quasi 2 000 000 di lire, di cui 1 800 000 versate volontariamente dai cittadini baresi. Fiore all'occhiello del calcio del mezzogiorno per l'imponenza e la modernità del progetto, nelle settimane precedenti la sua inaugurazione le testate giornalistiche locali e nazionali davano risalto al nuovo stadio barese, definendolo "Nuovo tempio della giovinezza e della forza" e "Un miracolo di architettura e di tecnica" per le sue caratteristiche: una struttura ad anello unico in pianta ellittica lievemente schiacciata, la copertura della tribuna centrale (tra i primi stadi al mondo ad avere una pensilina non sostenuta da colonne) e la torre di Maratona, composta da una torre mediana alta 42 metri affiancata da altre quattro torri laterali, di cui due di 26 metri e due di 21, nella quale sarebbe stata creata la Sala della Vittoria con all'interno due stele commemorative per i caduti di guerra. Le gradinate avrebbero avvolto la struttura senza interruzioni, neanche nella parte monumentale. All'interno della struttura vi avrebbero trovato spazio due palestre (entrambe delle dimensioni di 29 × 14 m) e sale dedicate al medico sportivo, ai massaggiatori, alle docce, alla ristorazione, alle riunioni e ad altri sport individuali (scherma, lotta, pesi, pugilato...). Attorno al terreno di gioco, collegato agli spogliatoi mediante un tunnel sotterraneo, sarebbe stata collocata anche una pista d'atletica a 6 corsie, la quale avrebbe permesso allo stadio di poter essere utilizzato già in occasione dei Campionati Nazionali dei Giovani Fascisti, che si sarebbero tenuti a Bari dal 2 al 6 settembre 1934. Per permettere il drenaggio del campo sarebbero state ricavate delle condutture a spina di pesce che avrebbero fatto scorrere l'acqua fino a quattro pozzi assorbenti, sistemati ai quattro angoli del campo. Giovedì 6 settembre 1934, alla presenza del duce Benito Mussolini, veniva ufficialmente inaugurato il nuovo impianto sportivo, nonostante la sua edificazione non fosse ancora stata del tutto completata per mancanza di fondi (in modo particolare svettava sull'ingresso monumentale quello che in realtà era solo lo scheletro della torre di Maratona). Il debutto della Bari nel suo tanto agognato nuovo stadio avvenne il 16 dicembre 1934, in occasione della partita di campionato Bari-Comense, terminata con il risultato di 3-1 per i padroni di casa. Nei primi anni di vita il "della Vittoria" era costantemente teatro, oltre che di varie stagioni in Serie A del Bari, anche di numerosi eventi sportivi per balilla, avanguardisti e giovani fascisti. Inoltre la capienza notevolmente maggiore rispetto al Campo degli Sports permise alla società di poter ridurre il prezzo dei biglietti, evento che favoriva la costante presenza di un gran numero di tifosi sugli spalti. Tuttavia gli anni della seconda guerra mondiale ebbero ripercussioni negative anche sull'impianto barese: nel 1940 molti tifosi dovettero partire per il fronte, lasciando lo stadio spesso vuoto per oltre la metà; nello stesso periodo un reggimento di fanteria dotato di numerosi muli vi alloggiò all'interno in attesa di essere imbarcato per la Grecia. Una notte la paglia utilizzata per i muli prese fuoco: l'incendio divampato distrusse tutti i locali all'interno della struttura, le porte e lo steccato in legno utilizzato come recinzione provvisoria dal 1934. Ma era solo l'inizio: durante il tragico bombardamento di Bari del 2 dicembre 1943 due bombe caddero sullo stadio, una colpì la pensilina della tribuna, forandola, l'altra cadde sul terreno di gioco. Requisito dai militari delle truppe alleate fino al termine del conflitto bellico, venne adibito agli usi più impensati: il terreno di gioco veniva utilizzato come parcheggio di automezzi e carri armati; tutta l'attrezzatura all'interno dello stadio venne distrutta, i locali interni tramutati in cucine e gli spalti in accampamenti, perfino il tunnel degli spogliatoi venne murato e riempito di cemento. Durante gli anni dell'occupazione vennero disputati al suo interno alcuni eventi sportivi organizzati dai soldati, tra i quali il 23 novembre 1944 il Bambino Bowl, considerato il primo incontro di football americano-touch football in territorio italiano di cui si abbia notizia (la Technical School s'impose sui Playboys con il risultato di 13-0). Concessone finalmente l'utilizzo da parte dei soldati, la Bari tornò nel suo stadio (ridotto a un rudere) il 4 marzo 1945, battendo il Lecce per 2-1. Nel 1946, per merito del comm. Tommaso Annoscia, lo stadio tornò in sesto dopo la guerra: fece riparare a sue spese la pensilina squarciata dalla bomba, rimettere le poltrone in tribuna, risistemare il prato e ornare di gerani e rampicanti le reti di recinzione attorno al campo. Ulteriori interventi furono fatti in occasione del debutto della Nazionale a Bari il 14 dicembre 1947: le porte d'ingresso, le attrezzature, gli impianti e i servizi furono tutti rifatti, anche il retro della tribuna coperta venne murato (era rimasto scoperto, come buona parte dei muri perimetrali, fin dall'inaugurazione). Negli ultimi anni quaranta il Giro d'Italia fece più volte tappa all'interno dello stadio. Nonostante fosse uno degli stadi principali del sud Italia, il "della Vittoria" patì più volte gravi mancanze in termini di manutenzione. Durante l'estate del 1955 la torre di Maratona, mai ultimata e divenuta col tempo pericolante, venne murata; successivamente, nell'autunno 1963, fu definitivamente abbattuta. Nell'estate del 1966 venne installato il primo impianto d'illuminazione artificiale per permettere lo svolgimento di eventi in notturna, costato circa 80000000 di Lire e inaugurato il 14 settembre dello stesso anno in un'amichevole contro l'Austria Klagenfurt. Nel 1978 la famiglia Matarrese, divenuta da poco proprietaria del Bari, effettuò lavori di ripristino della struttura per un valore di oltre 300000000 di Lire: i lavori riguardarono il rifacimento del terreno di gioco e degli spogliatoi, la ristrutturazione e la suddivisione in settori degli spalti, con l'installazione di nuove poltroncine nella tribuna numerata, l'apertura di nuove porte d'ingresso alla struttura (portandone così il totale a 26), lo spostamento della tribuna stampa e la fornitura di nuove apparecchiature mediche. L'impianto d'illuminazione, fuori uso dalla metà degli anni settanta e successivamente smantellato, venne sostituito nel corso della stagione 1981/82 dalla ditta Dispoto di Bari e inaugurato il 22 agosto 1982 in occasione di un derby contro il Foggia valevole per la Coppa Italia: era composto da 144 lampade a ioduri metallici ed è rimasto attivo e funzionante per quasi 40 anni. Durante la metà degli anni ottanta lo stadio ricevette gli ultimi interventi di ristrutturazione della sua attività ufficiale. Nel 1983 venne considerata l'ipotesi di un ampliamento della struttura, usufruendo di un progetto ideato nel 1963 dall'architetto Domenico Di Bari e dagli ingegneri Fano e Baldassarre, ma non se ne fece niente. Durante l'estate 1984, in vista anche della possibilità che Bari fosse scelta come sede per i mondiali di Italia '90, i settori laterali posti ai fianchi della tribuna coperta vennero dotati di panche di legno, furono create le poltrone (circa 400 sediolini di colore giallo-ocra posti al centro della tribuna coperta, serviti da bar e bagni riservati), sistemati gli spazi dedicati a radio e televisioni, montate nuove inferriate per delimitare i settori e installato un nuovo impianto d'irrigazione computerizzato per il terreno di gioco. Nel 1985, complice il ritorno della Bari in Serie A dopo 15 anni di assenza, il "della Vittoria" venne ritenuto insufficiente in termini di capienza e struttura dai tifosi, spesso costretti a dover rinunciare a seguire la squadra per mancanza di posti e sicurezza sugli spalti. Nell'estate 1986 numerosi interventi improntati alla sicurezza (nuovi ingressi e nuove scale, nuove reti e ringhiere di protezione e nuovi servizi igienici, anche per portatori di handicap), permisero all'impianto di ottenere un'omologazione per 35 000 spettatori. Infine, nel settembre 1989 lo stadio venne dotato di un impianto di videosorveglianza. Dopo 56 anni di attività lo stadio venne dismesso nell'estate 1990 quando, in occasione dei mondiali di calcio di Italia '90, venne inaugurato in città il nuovo stadio San Nicola. Inizialmente utilizzato per amichevoli di calcio dilettantistico, eventi sportivi e concerti, nell'agosto 1991 fu teatro di uno dei momenti più drammatici della storia delle immigrazioni in Italia, quando gli oltre 20 000 profughi albanesi giunti a bordo della nave Vlora vennero provvisoriamente sistemati per una settimana al suo interno; i danni delle distruzioni furono tali che lo stadio venne dichiarato inagibile e abbandonato negli anni successivi. Un finanziamento di 11 miliardi di Lire in occasione dei XIII Giochi del Mediterraneo di Bari del 1997 assicurò alla struttura la ridefinizione e intonacamento della facciata secondo il progetto dell'ing. Elio Sannicandro, la riedificazione degli interni, l'adeguamento agli standard di sicurezza vigenti, il restauro dei danni subiti durante il periodo di occupazione dei profughi albanesi, e infine il completamento delle parti rimaste incompiute negli anni trenta. I lavori per la nuova Arena della Vittoria cominciarono il 24 luglio 1996 e vide impegnati 200 operai che portarono a termine i lavori in meno di un anno. Dal 2006 lo stadio ospita le partite casalinghe delle squadre locali di rugby (la Tigri Rugby Bari 1980) e football americano (i Navy Seals Bari, ex Patriots Bari), è sede di tornei speciali e concerti ed è anche adibito ad uso teatrale, museale ed espositivo, ospita l'istituto di Medicina dello Sport, la sede regionale del CONI e una biblioteca per ragazzi."... nel 2018 per la prima volta nella storia, il Della Vittoria ha ospitato una delle partite del prestigiosissimo torneo del 6 nazioni" il torneo più antico del mondo, tra Italia e Scozia under 20, con una netta vittoria degli azzurri e segnando il record di presenze per una partita della nazionale under 20. Ad oggi Lo stadio della vittoria ospita anche gli uffici CONI e di una decina di comitati regionali, oltre a una palestra di boxe, due di arti marziali, una di scherma, ed una di danza. La pista di atletica è utilizzata da una società di pattini a rotelle e da una di atletica. Tra gennaio e agosto 2022 il Comune di Bari, tramite un finanziamento del PON Metro da 250.000€, ha provveduto all'ammodernamento dell'impianto d'illuminazione, ora composto da 28 lampade a LED da 1.400W e 300 lux complessivi installate sui telai di sostegno precedentemente utilizzati. Tali lavori permettono l'omologazione dello stadio per gli incontri di calcio della LND e per concerti fino a 22.000 spettatori. Come raggiungere lo Stadio della Vittoria: In aereo Dall'Aeroporto di Bari-Palese seguire le indicazioni per la in direzione Brindisi-Taranto. Prendere l'uscita "Bari Via Napoli" della Tangenziale di Bari e seguire le indicazioni stradali per raggiungere la struttura. In automobile Provenendo dall', uscire al casello Bari Sud, prendere la SP236 (ex SS271) e seguire le indicazioni stradali per immettersi nella in direzione Brindisi-Taranto. Prendere l'uscita "Bari Poggiofranco" e seguire le indicazioni per Ponte Adriatico. Una volta oltrepassato il ponte immettersi in via Napoli e seguire le indicazioni stradali per raggiungere la struttura. Provenendo dalla Tangenziale di Bari, prendere l'uscita "Bari Via Napoli" e seguire le indicazioni stradali per raggiungere la struttura. In autobus È possibile raggiungere la struttura mediante varie linee urbane. Le fermate più vicine sono denominate Piscine Comunali (capolinea delle linee 2, 2/, 6, 22, 27, 42), Di Maratona (raggiungibile attraverso la linea 53) e Via Napoli 349/E (servita dalle linee 1 e 19). In occasione di alcuni eventi (ad esempio concerti) l'AMTAB mette a disposizione un servizio navetta diretto con il quale è possibile raggiungere la struttura partendo da varie zone della città. Dal momento in cui lasciarono il Campo degli Sports nel 1934 e fino all'inaugurazione del San Nicola nel 1990, in 56 anni i galletti vi hanno disputato 945 partite ufficiali (fra Serie A, Serie B, Serie C e IV Serie) divise in 528 vittorie, 272 pareggi e 145 sconfitte, con 1316 reti fatte e 656 subite. Sommate alle partite di coppa e alle numerosissime amichevoli ivi disputate si arriva ad un totale di circa 1200 gare. L'ultimo incontro ufficiale disputatosi nell'impianto è datato 21 maggio 1990, finale di Mitropa Cup tra Bari e Genoa vinta dai padroni di casa per 1-0. Curiosamente si tratta dell'unico trofeo internazionale vinto dal Bari. Mancando riferimenti alle stagioni antecedenti il campionato 1967-68 (anno in cui i quotidiani cominciarono a riportare con maggior precisione i dati riguardanti il numero di spettatori paganti e gli incassi), non è possibile stabilire con certezza il record storico di pubblico presente sugli spalti del della Vittoria. I dati seguenti riguardano pertanto solo gli ultimi 23 anni d'attività dell'impianto. Record spettatori paganti: 43 472, registrato il 14 settembre 1969 nella partita Bari-Roma (1-0). Record d'incasso: 727783951 L., registrato il 18 febbraio 1990 nella partita Bari-Inter (0-0). Record media spettatori paganti: 28 130, relativa alla stagione 1985-86. Record negativo media spettatori paganti: 24 630, relativa alla stagione 1969-70. Record spettatori paganti: 42 761, registrato il 2 maggio 1982 nella partita Bari-Sampdoria (1-2). Record d'incasso: 557715226 L., registrato il 4 dicembre 1988 nella partita Bari-Genoa (0-0). Record media spettatori paganti: 22 760, relativa alla stagione 1981-82. Record negativo media spettatori paganti: 9 739, relativa alla stagione 1971-72. Record spettatori paganti: 23 882, registrato il 17 novembre 1974 nella partita Bari-Catania (0-0). Record spettatori paganti: 13 786, registrato il 27 novembre 1983 nella partita Bari-Taranto (1-0). Record d'incasso: 105205700 L., registrato il 27 novembre 1983 nella partita Bari-Taranto (1-0). Record media spettatori paganti: 8 379, relativa alla stagione 1983-84. Record spettatori paganti: 39 271, registrato il 22 febbraio 1984 nella partita Bari-Juventus (2-2). Record d'incasso: 476291000 L., registrato il 22 febbraio 1984 nella partita Bari-Juventus (2-2). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio della Vittoria

Stanic (Bari)
Stanic (Bari)

Stanic - Villaggio del Lavoratore è un quartiere di Bari, appartenente dal 2014 al III municipio (ex II circoscrizione). Il quartiere si trova nella periferia nord-ovest della città a 8 km dal centro della città e confina: a nord-ovest con il quartiere San Paolo; a nord con il quartiere Marconi - San Girolamo - Fesca; a nord-est con il quartiere Libertà; a est con il quartiere Picone; a sud-est con il quartiere Carbonara di Bari; a sud-ovest con il comune di Modugno. Il Quartiere Stanic, inoltre, confina a nord con l'inizio del Canale Lamasinata, a est con una vasta zona agricola seguita da un centro commerciale, a sud con la ferrovia che la chiude in un ideale quadrato con la tangenziale di Bari e la conseguente zona industriale a ovest. Nel 1951, a seguito del nono censimento generale della popolazione italiana, il Consiglio comunale di Bari si adoperò a individuare e a nominare i quartieri della città sulla base delle consuetudini dell'epoca. In quella occasione fu ufficialmente riconosciuta la formazione di un nuovo quartiere, comunemente chiamato Stanic per la presenza, in quella zona, di una raffineria di carburanti costruita verso la fine degli anni trenta, denominata a quei tempi "Anic" (Azienda Nazionale Idrogenizzazione Combustibili, del gruppo Eni). Il quartiere conta poche migliaia di abitanti in quanto è in prevalenza occupato da insediamenti industriali. Principalmente si sviluppa sulla via intitolata a Bruno Buozzi, la principale arteria stradale, che collega il centro di Bari con lo stesso Stanic, la zona industriale e per finire il comune di Modugno, dove la strada cambia denominazione in Strada Statale 96. Il quartiere Stanic, sarà dotato della stazione "Bari Villaggio del Lavoratore" di RFI che verrà aperta al pubblico a breve e in futuro anche dalle FAL. Il quartiere, è servito dall'azienda di trasporto cittadino AMTAB; è presente anche una diramazione per raggiungere velocemente il quartiere San Paolo poco distante. Stanic è tristemente associato dai baresi all'industria e ai danni ambientali che ne derivano, infatti, proprio accanto alle zone residenziali, sorgevano grossi stabilimenti (molti dei quali sono causa anche di un pesante inquinamento atmosferico) le cui emissioni dannose in alcuni giorni rendevano l'aria pressappoco irrespirabile. La carenza di strutture sociali è invece parzialmente compensata dalla presenza a Stanic del Teatro Kismet. Sono infine da ricordare alcuni antichi insediamenti rupestri che si trovano nel quartiere: tra i più importanti vi sono le tracce di un basolato antico della famosa via Traiana, nei pressi di Contrada Prete, e la rurale chiesetta romanica di San Giorgio Martire, situata nell'omonima strada e appartenente all'XI secolo, al di sotto della quale è presente un esteso ipogeo. Purtroppo entrambi i siti versano in uno stato di totale abbandono. È possibile raggiungere il quartiere Stanic - Villaggio del Lavoratore con i seguenti mezzi pubblici: Linee di autobus dell'AMTAB: 3, 7, 13, 14, 16, 71; Tangenziale di Bari SS 16, uscite 7 e 7B; Stazione "Villaggio del lavoratore"